Studiare argomenti non pertinenti al corso di laurea parallelamente o dopo di esso

ulven101
Salve.*
È da un po' di tempo che mi chiedo quanto sia possibile continuare a studiare dopo la laurea.
Sto portando a termine il primo anno di ingegneria informatica ed è da qualche mese che mi sento un po' oppresso.

A me, il concetto di "ingegneria dell'informazione" piace veramente molto, perchè mi permetterebbe di affrontare, toccando con mano, ogni aspetto della moderna trasmissione ed elaborazione dell'informazione. Insomma, per me rappresenta il paese dei balocchi, avendo la possibilità di saziare, in piccola parte per ogni campo (informatica, elettronica, automazione), la sete di conoscenza che deriva dai miei interessi/hobby/progetti di quando ero marmocchio (non troppo tempo fa).
D'altro canto, sono ben consapevole che nel caso dovesse mancare da parte mia la giusta passione e volontà di approfondire e integrare ciò che studio, questo corso di laurea si potrebbe rivelare un'enorme infarinata su una miriade di argomenti, che non soddisferebbe nè me nè i requisiti per ottenere un lavoro nel settore.
Ma non è questo il problema.

La matematica e la fisica mi son sempre piaciute, nel senso che al liceo le studiavo agevolmente, senza sforzarmi troppo, riuscendo ad ottenere ottimi risultati, ma non mi è mai passato per la testa di approfondire gli studi in una delle due direzioni.
All'università la storia cambia: gli esami di analisi, algebra e fisica sono tosti, non sempre li supero o ottengo il massimo (ma chi si azzarda a rifiutare qualcosa?). Sono esami massicci e dopo gli scritti arrivo alle date degli orali sempre sfinito, con il solo pensiero di superare l'esame e non rivedere più quella roba.
Eppure, paradossalmente, sono gli esami più interessanti, me ne accorgo con il tempo. Mi inacidisco quando noto che in una dimostrazione è stato usato un risultato non dimostrato, perchè provo un senso di incompletezza. Mi rendo conto di quante lacune abbiano i programmi di matematica a ingegneria (e non potrebbe essere altrimenti, ma la cosa mi dà comunque fastidio).

Questa introduzione serve a far "vedere" qual è il mio rapporto con la matematica, non avrei saputo esporlo in modo migliore e spero sia sufficientemente chiaro.
Il fatto che la matematica mi piaccia e mi incuriosisca molto di più quando non ho un esame al riguardo, mi invoglia ad intraprendere da autodidatta un percorso di studi da portare avanti finchè c'è passione.

[main] Mi chiedo però se intraprendere un percorso del genere da autodidatta permetta di raggiungere (considerando per ipotesi di avere una sufficiente quantità di tempo e di risorse) un livello di preparazione paragonabile a quello accademico.
È possibile coltivare questa passione come un hobby, parallelamente al corso di laurea che già frequento, senza, per questo, limitarmi ad acquisire conoscenze superficiali?
Da dove cominciare?

Grazie per le (eventuali) risposte :D so che non è il primo thread sull'argomento, ma volevo comunque discutere della cosa

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*: Per i frettolosi, la domanda si trova a [main]

Risposte
Luca.Lussardi
Assolutamente non da condannare l'eclettismo nobile che hai specificato tu, anzi è da favorire. Io mi riferivo proprio a quella gente che lo fa per bruciare le tappe: in matematica la fretta è davvero cattiva consigliera.

ulven101
Bene, bene ci sono tanti pareri, grazie tante.

Vorrei precisare alcune un paio di cosine.
L'obbiettivo non principalmente quello di raggiungere delle conoscenze al livello universitario (come per dire "guardate! Da autodidatta posso prendermi una seconda laurea"). È un indice di qualità che mi sembrava sensato usare per capire quanto si possa andare a fondo con le proprie forze.
"Luca.Lussardi":
È verissimo che bisogna uscire dai limiti della laurea, ma, sempre restando al caso della matematica, secondo me tante persone che vogliono essere eclettiche lo fanno a scapito della piena comprensione dei concetti e risultati di base. Ad esempio, ho visto tante persone che leggono di cose super avanzate già quando sono matricole di matematica e con tutti gli esami finiti, magari con voti alti, ma se chiedi loro cosa sta dicendo davvero il teorema del Dini non te lo sanno dire.

Grazie, seguirò certamente il consiglio di approfondire e riappropriarmi delle basi, cercando di trovare questa maturità necessaria per andare avanti.

Per quanto riguarda l'eclettismo: ho l'impressione che abbiate tutti una concezione abbastanza negativa di questo termine. Se considerate gli eclettici come gente che si pavoneggia di sapere tutto di tutto, allora siamo d'accordo. Ma se considerate eclettico anche chi, approfondendo un argomento nella sua area di interesse, sconfina in tutt'altra disciplina (con le migliori intenzioni), non me la sento di condannarlo.

jitter1
"Luca.Lussardi":
sempre restando al caso della matematica, secondo me tante persone che vogliono essere eclettiche lo fanno a scapito della piena comprensione dei concetti e risultati di base.


Ciao Luca, so che insegni all'università e quindi ne avrai viste di "menti all'opera", però voglio comunque dire la mia. Forse l'avevo già scritto.
Io credo che non lo si faccia per essere eclettici, ma perché piace fare una cosa. Se anche la comprensione non è la stessa che seguendo un percorso universitario "guidato", e se la strada è piena di buche, io lo vedo comunque come un arricchimento personale. Non vedo come possa "far male". Se lo studio autonomo porta a volte a fraintendere qualche concetto, non mi sembra un grosso guaio, e non vedo perché privarsene. Privarsi di una cosa che piace, quello, sì, fa male. Come dire: mi amputo un piede perché ogni tanto prendo qualche storta... (vabbè, paragone un tantino esagerato :| ).

Però (almeno per come sono fatta io), per uno studio o approfondimento autonomo non vale la pena porsi il problema del livello da raggiungere (invece vedo che la domanda su questo ricorre). Il metro di misura diventa soprattutto il grado di piacere che trai dalla cosa. Se non c'è piacere ma solo un risultato da raggiungere, allora anch'io la vedo una cosa piuttosto inutile (ma anche lì, anzi, dipende da com'è fatta la persona).

vict85
Certo, anche perché noto di tanto in tanto quanto la vera comprensione di alcuni argomenti richieda tempo e qualche corso successivo. Insomma di vedere le stesse cose da un punto di vista differente.

Luca.Lussardi
È verissimo che bisogna uscire dai limiti della laurea, ma, sempre restando al caso della matematica, secondo me tante persone che vogliono essere eclettiche lo fanno a scapito della piena comprensione dei concetti e risultati di base. Ad esempio, ho visto tante persone che leggono di cose super avanzate già quando sono matricole di matematica e con tutti gli esami finiti, magari con voti alti, ma se chiedi loro cosa sta dicendo davvero il teorema del Dini non te lo sanno dire.

vict85
Io, forse un po' in controtendenza, penso che sia importante uscire dai limiti della laurea, e esplorare cose che il tuo curriculum non prevede. D'altra parte trovo che il raggiungere una conoscenza universitaria in quel particolare argomento non debba essere l'obiettivo. Con questo intendo dire che se hai la possibilità di approfondire qualcosa che ti incuriosisce senza togliere troppo tempo all'esame allora penso sia una buona idea vederlo. Ma è inutile raggiungere conoscenze troppo approfondite, in particolare se ti sottrae tempo a cose più attinenti al tuo percorso di studi.

Nel caso di matematica, la mia impressione è che tu non abbia ancora la maturità per proseguire la strada in autonomia e che comunque non ha senso approfondire quando la tua conoscenza in quello che fai negli esami non è buonissima. Detto questo se tu trovi che il tuo corso in analisi matematica sia lacunosa non vedo nulla di male nel prendere un libro serio e leggerti pian piano gli argomenti da te fatti in maniera più approfondita. Nella tua vita universitaria comunque ti troverai a non poterti vedere ogni dimostrazione, alle volte cercare di farlo potrebbe portarti molto fuori strada (nella matematica ci sono anche dimostrazioni di centinaia se non migliaia di pagine*).

* quelli che contano migliaia di pagine si contano sulla dita di una mano, penso; ma ne conosco almeno 1.

Luca.Lussardi
Confermo le parole di Sergio: secondo me se sei all'inizio è molto meglio puntare a prendere voti alti negli esami e studiare non bene ma benissimo il materiale da portare agli esami; è fondamentale avere una preparazione di base molto molto solida. Il discorso "studiarsi da soli ciò che non viene fatto a lezione" ti fa onore ma io aspetterei più maturità: non è facile apprendere da soli dai libri, e questo vale soprattutto per la matematica: la matematica è una disciplina che si impara bene a voce. Hai tutto il tempo che vuoi tanto, perché correre....e poi, sempre riguardo alla matematica in particolare, è essenziale studiarne un poco per volta, farsi 50 pagine in un giorno serve solo per prendere 30 ad un esame ma dimenticare due giorni dopo quanto studiato.

ulven101
"Raptorista":
Dipende anche da cosa intendi come "livello accademico": credo [attendi conferma dai matematici] che ciò che riguarda una laurea sia apprendibile anche senza avere una matricola. Dovrebbe essere sufficiente un libro e qualcuno a cui chiedere.
Se invece intendi "livello PhD", allora non so dire, ma credo che ci voglia anche qualcuno che ti guidi insegnandoti a fare ricerca.

Beh no, escludevo il livello PhD. Attendo conferma allora :D
"Sergio":

Se stai appena portando a termine il primo anno, i timori sull'infarinata e l'incompletezza mi sembrano decisamente prematuri.

Metto le mani avanti, con l'intenzione di correre ai ripari :roll:

Raptorista1
Hai messo abbastanza ipotesi perché la risposta diventi banale :D
Se hai tempo a volontà, voglia illimitata e una mente instancabile, ce la puoi fare benissimo; se invece sei un essere umano nella media, puoi farcela comunque, ma mettendoci più tempo.

Dipende anche da cosa intendi come "livello accademico": credo [attendi conferma dai matematici] che ciò che riguarda una laurea sia apprendibile anche senza avere una matricola. Dovrebbe essere sufficiente un libro e qualcuno a cui chiedere.
Se invece intendi "livello PhD", allora non so dire, ma credo che ci voglia anche qualcuno che ti guidi insegnandoti a fare ricerca.

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