Senza teorie
Se tutto d'un tratto tutte le teorie fisiche elaborate da Aristotele fino alla relatività e alla quantistica (per non andare oltre) scomparissero, tutti i libri di fisica bruciati, tutti i fisici dimenticassero ciò che hanno studiato, cosa accadrebbe?
Questo però con alcuni "vantaggi" rispetto ad aristotele: rimangono gli stumenti che possediamo ora, quindi siamo a contatto con le stesse fenomenologie fisiche del giorno d'oggi e abbiamo le stesse conoscenze epistemologiche e metodologiche attuali.
Sono perfettamente d'accordo che la storia della fisica è fonamentale per la conoscenza e l'evoluzione della stessa, e sono anche d'accordo con popper che ogni esperimento che si fa è sempre guidato da un'ipotesi di teoria.
Il senso della domanda dunqe è: ogni ricercatore nel suo lavoro è ovviamente influenzato da ciò che ha studiato, da come lo ha studiato, con chi l'ha studiato, dai sui predecessori, dai fallimenti, dalle mode... con l'annullamento di tutto ciò la nuova fisica che ne nascerebbe, col tempo, diverrebbe quella attuale?
Eistein ha detto che chiunque prima o poi sarebbe giunto alla relatività ristretta solo considerando le evidenze sperimentali, è davvero così?
Provando ora a costruire una nuova (o nuove) teoria fisica partendo da zero per spiegare i fenomeni con cui abbiamo a che fare giungeremmo comunque alla relatività generale e alla quantistica (che per quanto ne sono sono le più generali e accettate attualemte)? (naturalmente tralasciando il fattore tempo e anche il fatto che per costruire macchinari in grado di indagare fenomeni microscopici e galattici abbiamo bisogno di una certa conoscienza) Oppure queste due teorie sono solo frutto di una certa piega storica che ha preso la fisica?
Questo però con alcuni "vantaggi" rispetto ad aristotele: rimangono gli stumenti che possediamo ora, quindi siamo a contatto con le stesse fenomenologie fisiche del giorno d'oggi e abbiamo le stesse conoscenze epistemologiche e metodologiche attuali.
Sono perfettamente d'accordo che la storia della fisica è fonamentale per la conoscenza e l'evoluzione della stessa, e sono anche d'accordo con popper che ogni esperimento che si fa è sempre guidato da un'ipotesi di teoria.
Il senso della domanda dunqe è: ogni ricercatore nel suo lavoro è ovviamente influenzato da ciò che ha studiato, da come lo ha studiato, con chi l'ha studiato, dai sui predecessori, dai fallimenti, dalle mode... con l'annullamento di tutto ciò la nuova fisica che ne nascerebbe, col tempo, diverrebbe quella attuale?
Eistein ha detto che chiunque prima o poi sarebbe giunto alla relatività ristretta solo considerando le evidenze sperimentali, è davvero così?
Provando ora a costruire una nuova (o nuove) teoria fisica partendo da zero per spiegare i fenomeni con cui abbiamo a che fare giungeremmo comunque alla relatività generale e alla quantistica (che per quanto ne sono sono le più generali e accettate attualemte)? (naturalmente tralasciando il fattore tempo e anche il fatto che per costruire macchinari in grado di indagare fenomeni microscopici e galattici abbiamo bisogno di una certa conoscienza) Oppure queste due teorie sono solo frutto di una certa piega storica che ha preso la fisica?
Risposte
Interessante. "Piuttosto limitata" da cosa e in che senso? Spiegami meglio cosa intendi.
Ciao a tutti! Dunque, io non pretendo assolutamente di dare una risposta a questo thread - condivido pienamente molte delle cose dette dagli altri - però penso che alcune riflessioni vagamente sensate su questo problema si possano fare.
- Tendenzialmente, si può affermare che la costruzione di una qualunque scienza fisica ha le sue origini nella percezione umana della realtà. Tenendo conto che, attualmente, si reputa che il cervello umano sia strutturato per percepire la realtà secondo certi schemi e limiti, probabilmente la quantità di "sistemi fisici" che possiamo concepire per classificare la realtà è piuttosto limitata (un discorso assolutamente simile si è dimostrato valido per lingue)
...ecco, questa è l'unica riflessione che mi viene in mente, a dir la verità
- Tendenzialmente, si può affermare che la costruzione di una qualunque scienza fisica ha le sue origini nella percezione umana della realtà. Tenendo conto che, attualmente, si reputa che il cervello umano sia strutturato per percepire la realtà secondo certi schemi e limiti, probabilmente la quantità di "sistemi fisici" che possiamo concepire per classificare la realtà è piuttosto limitata (un discorso assolutamente simile si è dimostrato valido per lingue)
...ecco, questa è l'unica riflessione che mi viene in mente, a dir la verità

Credo che Gugo abbia interpretato perfettamente ciò che volevo dire.
Aggiungo qualcosa visto che il mio post è sembrato riduttivo.
Le scienze sperimentali così come le concepiamo oggi si occupano di costruire sistemi per raccogliere dati su determinati fenomeni interessanti, sistemi per elaborare questi dati, sistemi per ricavarne sistesi teoriche che poi possano essere trasformate in teorie e applicazioni. La matematica si occupa di creare modelli astratti a partire da situazioni concrete o di interpretare modelli astratti per fare previsioni su situazioni concrete.
"Se la Terra fosse piatta spingendosi fino al bordo si cadrebbe?" Questa domanda non ha soluzione perchè la terra non è piatta, non sappiamo costruire un modello di terra piatta perchè non è possibile per un pianeta essere piatto a causa della gravità e di tanti altri fattori. Quindi la domanda non ha soluzione perchè è troppo vaga.
Dire "è così e non si può andare oltre nell'analisi" non è una fesseria. Se pensi al principio di indeterminazione, alla statistica come a tanti problemi vecchi e nuovi della matematica ti accorgi che molte domande NON hanno soluzione. Questi problemi non hanno soluzione non perchè siano vaghi ma perchè c'è un limite alla capacità di ricavare sintesi dei dati.
Ora cosa voglia dire avere o non avere soluzione in generale non è facile da dire e per questo passo la palla a qualcuno più colto di me.
Per concludere ti consiglio di vedere (se non lo hai fatto) la trilogia di "Ritorno al Futuro". Bellissimo film, studiato in molti dettagli. Però se ci pensi e ci ripensi ti accorgi che alcune cose non tornano. Questo perchè nella finzione cinematografica il concetto di viaggio nel tempo viene riportato ad un viaggio nello spazio. E basta poco per accorgersi che la trama non regge.
Ps. Non dico che un film (per quanto uno dei miei preferiti) possa rispondere alla tua domanda ma credo ti possa far intuire la risposta.
Aggiungo qualcosa visto che il mio post è sembrato riduttivo.
Le scienze sperimentali così come le concepiamo oggi si occupano di costruire sistemi per raccogliere dati su determinati fenomeni interessanti, sistemi per elaborare questi dati, sistemi per ricavarne sistesi teoriche che poi possano essere trasformate in teorie e applicazioni. La matematica si occupa di creare modelli astratti a partire da situazioni concrete o di interpretare modelli astratti per fare previsioni su situazioni concrete.
"Se la Terra fosse piatta spingendosi fino al bordo si cadrebbe?" Questa domanda non ha soluzione perchè la terra non è piatta, non sappiamo costruire un modello di terra piatta perchè non è possibile per un pianeta essere piatto a causa della gravità e di tanti altri fattori. Quindi la domanda non ha soluzione perchè è troppo vaga.
Dire "è così e non si può andare oltre nell'analisi" non è una fesseria. Se pensi al principio di indeterminazione, alla statistica come a tanti problemi vecchi e nuovi della matematica ti accorgi che molte domande NON hanno soluzione. Questi problemi non hanno soluzione non perchè siano vaghi ma perchè c'è un limite alla capacità di ricavare sintesi dei dati.
Ora cosa voglia dire avere o non avere soluzione in generale non è facile da dire e per questo passo la palla a qualcuno più colto di me.
Per concludere ti consiglio di vedere (se non lo hai fatto) la trilogia di "Ritorno al Futuro". Bellissimo film, studiato in molti dettagli. Però se ci pensi e ci ripensi ti accorgi che alcune cose non tornano. Questo perchè nella finzione cinematografica il concetto di viaggio nel tempo viene riportato ad un viaggio nello spazio. E basta poco per accorgersi che la trama non regge.
Ps. Non dico che un film (per quanto uno dei miei preferiti) possa rispondere alla tua domanda ma credo ti possa far intuire la risposta.
"nato_pigro":
[quote="Gugo82"]
Intendeva dire che la tua è una domanda più da chiaroveggenti che non da scienziati: le si può rispondere tutto e niente, sì e no, anche forse... e ancora non si sarebbe detto nulla di sensato.
secondo questo ragionamento dunque buttiamo via anche tutta la metafisica? [/quote]
Perchè no?

"nato_pigro":
[quote="Gugo82"]Detta in altri termini, siamo quello che siamo perchè abbiamo una storia alle spalle; e non sapremo mai cosa saremmo stati se non avessimo avuto proprio quella storia alle nostre spalle.
Spero di aver compreso e chiarito il punto di vista (per altro ineccepibile) di Meganoob.
mi sembra un po' riduttivo dire "è così e non si può dire come sarebbe altrimenti"... di sicuro non voglio una risposta categorica... mi sarebbe interessata un'argomentazione da chi di fisica ne sa più di me...[/quote]
Non è riduttivo; al contrario, è l'unica risposta sensata che la tua domanda ammette.
Ad ogni modo, se qualcuno vorrà intervenire, sarò lieto di leggere anche io.
"Gugo82":
Intendeva dire che la tua è una domanda più da chiaroveggenti che non da scienziati: le si può rispondere tutto e niente, sì e no, anche forse... e ancora non si sarebbe detto nulla di sensato.
secondo questo ragionamento dunque buttiamo via anche tutta la metafisica?
"Gugo82":
Detta in altri termini, siamo quello che siamo perchè abbiamo una storia alle spalle; e non sapremo mai cosa saremmo stati se non avessimo avuto proprio quella storia alle nostre spalle.
Spero di aver compreso e chiarito il punto di vista (per altro ineccepibile) di Meganoob.
mi sembra un po' riduttivo dire "è così e non si può dire come sarebbe altrimenti"... di sicuro non voglio una risposta categorica... mi sarebbe interessata un'argomentazione da chi di fisica ne sa più di me...
"nato_pigro":
[quote="Megan00b"]Il signor Rossi una mattina si sveglia, fa colazione e uscendo di casa scivola sul vialetto del giardino e si fa molto male. Scivola perchè la notte precedente era piovuto e lui non è stato attento alla pietra bagnata del vialetto. Per questo motivo non può andare al lavoro.
Se non fosse piovuto la notte prima il signor Rossi sarebbe andato al lavoro?
boh, magari invece di scivolare sul vialetto lo metteva sotto una macchina...
non capisco molto cosa c'entri, puoi spiegarmi fuor di metafora la tua idea?[/quote]
Intendeva dire che la tua è una domanda più da chiaroveggenti che non da scienziati: le si può rispondere tutto e niente, sì e no, anche forse... e ancora non si sarebbe detto nulla di sensato.
Detta in altri termini, siamo quello che siamo perchè abbiamo una storia alle spalle; e non sapremo mai cosa saremmo stati se non avessimo avuto proprio quella storia alle nostre spalle.
Spero di aver compreso e chiarito il punto di vista (per altro ineccepibile) di Meganoob.
"Megan00b":
Il signor Rossi una mattina si sveglia, fa colazione e uscendo di casa scivola sul vialetto del giardino e si fa molto male. Scivola perchè la notte precedente era piovuto e lui non è stato attento alla pietra bagnata del vialetto. Per questo motivo non può andare al lavoro.
Se non fosse piovuto la notte prima il signor Rossi sarebbe andato al lavoro?
boh, magari invece di scivolare sul vialetto lo metteva sotto una macchina...
non capisco molto cosa c'entri, puoi spiegarmi fuor di metafora la tua idea?
Il signor Rossi una mattina si sveglia, fa colazione e uscendo di casa scivola sul vialetto del giardino e si fa molto male. Scivola perchè la notte precedente era piovuto e lui non è stato attento alla pietra bagnata del vialetto. Per questo motivo non può andare al lavoro.
Se non fosse piovuto la notte prima il signor Rossi sarebbe andato al lavoro?
Se non fosse piovuto la notte prima il signor Rossi sarebbe andato al lavoro?