Sapere tutto e niente
Premetto che non ho grandi doti nello scrivere, perciò cercherò di essere il più chiaro possibile e di condensare il mio pensiero in poche righe.
Arrivato ormai all'ultimo anno di Ingegneria matematica, è da qualche tempo che mi frulla nella testa questa domanda: ma io, che cosa so fare? In cosa mi posso ritenere esperto, o comunque, in cosa ho un buon livello di conoscenza?
Premetto che sono una persona che studia molto, e ho anche ottenuto risultati molto buoni, ma il mio sentore attuale è quello di avere una conoscenza vaga in molti temi, ma se mai dovessi spiegarne anche solo uno, non ne sarei assolutamente in grado. Qualche esempio: la mia ragazza sta ora studiando analisi 1, e il più delle volte non sono in grado di risolvere dubbi che lei ha, perchè ovviamente son cose che così nello specifico non vedi più da 4 anni, e te le dimentichi; qualsiasi proposta di lavoro richiede buone skills di programmazione, ma l'ultimo corso fatto a riguardo risale a 2 anni fa, e di nuovo non saprei neanche da dove iniziare; il 60% dei corsi della magistrale sono assolutamente inutili, li passi e magari prendi anche 30 e Lode, ma dopo 3 mesi non ti ricordi neanche più di cosa trattavano, come se non li avessi mai fatti.
Perciò mi ritrovo ad avere 23 anni e quasi una laurea magistrale in tasca, ma non mi sembra di trovarmi culturalmente arricchito, vuoi perchè il più delle cose me le sono dimenticate, vuoi perchè alcuni corsi fatti erano davvero inutili. Ora, sono il solo ad avere questo sentore, o succede anche voi? Vuol dire che ho affrontato male il mio corso di studi? Magari non ho veramente la passione verso questo tipo di materie?
Ditemi che cosa ne pensate, è da qualche tempo che sono un po' frustrato per via di ciò.
Arrivato ormai all'ultimo anno di Ingegneria matematica, è da qualche tempo che mi frulla nella testa questa domanda: ma io, che cosa so fare? In cosa mi posso ritenere esperto, o comunque, in cosa ho un buon livello di conoscenza?
Premetto che sono una persona che studia molto, e ho anche ottenuto risultati molto buoni, ma il mio sentore attuale è quello di avere una conoscenza vaga in molti temi, ma se mai dovessi spiegarne anche solo uno, non ne sarei assolutamente in grado. Qualche esempio: la mia ragazza sta ora studiando analisi 1, e il più delle volte non sono in grado di risolvere dubbi che lei ha, perchè ovviamente son cose che così nello specifico non vedi più da 4 anni, e te le dimentichi; qualsiasi proposta di lavoro richiede buone skills di programmazione, ma l'ultimo corso fatto a riguardo risale a 2 anni fa, e di nuovo non saprei neanche da dove iniziare; il 60% dei corsi della magistrale sono assolutamente inutili, li passi e magari prendi anche 30 e Lode, ma dopo 3 mesi non ti ricordi neanche più di cosa trattavano, come se non li avessi mai fatti.
Perciò mi ritrovo ad avere 23 anni e quasi una laurea magistrale in tasca, ma non mi sembra di trovarmi culturalmente arricchito, vuoi perchè il più delle cose me le sono dimenticate, vuoi perchè alcuni corsi fatti erano davvero inutili. Ora, sono il solo ad avere questo sentore, o succede anche voi? Vuol dire che ho affrontato male il mio corso di studi? Magari non ho veramente la passione verso questo tipo di materie?
Ditemi che cosa ne pensate, è da qualche tempo che sono un po' frustrato per via di ciò.
Risposte
Vi ringrazio per le risposte.
Esatto, è ciò che provo io, molte nozioni tra loro mescolate che nel complesso non ti rendono "esperto" in niente. Certo, uno impara ad approcciarsi diversamente ai problemi, apprende nuovo tecniche di risoluzione, ma cinque anni di università per imparare ciò mi sembrano troppi. Quando guardo così per curiosità varie offerte di lavoro, le prime cose sempre richieste sono:
-Buone skills di programmazione: non vedo un corso di programmazione da 2 anni;
-Data analysist: mai fatto un corso a riguardo;
-Ottima conoscenza di vari software per simulazioni numeriche di cui non ne ho neanche mai sentito il nome (usiamo solo, ogni tanto, Matlab);
- Ecc, ecc...
Ora, certamente alcuni lacune sono poi colmabili, non mi aspetto certo che un università mi prepari a tutto, però mi piacerebbe poter dire che in una certa cosa mi sento davvero competente.
Ovviamente questa non è una critica alla matematica, più forse ad un corso di ingegneria matematica, o più in generale all'università italiana (lato scientifico/ingegneria, il resto non so). Ad esempio, la mia ragazza è straniera, e nella sua università già al primo anno i corsi sono tenuti in tre lingue diverse (cosa che apre molti più orizzonti) e quando si fanno progetti nei vari corsi questi vengono assegnati da aziende esterne, che alla fine selezionano il migliore e lo attuano. Non si tratta perciò di rompicapi accademici fini a se stessi (che van anche bene in una triennale, ma a mio parere non in una magistrale), i quali andrebbero trattati, secondo me, solo o in gran parte in facoltà come Matematica o Fisica. Anche vero che l'erba del vicino sembra sempre più verde, ma questa è la mia impressione. Sono l'unico a pensarla così?
Spero che sia così come dici tu.
"@melia":
Nella mia testa c'erano una marea di nozioni tutte mescolate tra loro.
Esatto, è ciò che provo io, molte nozioni tra loro mescolate che nel complesso non ti rendono "esperto" in niente. Certo, uno impara ad approcciarsi diversamente ai problemi, apprende nuovo tecniche di risoluzione, ma cinque anni di università per imparare ciò mi sembrano troppi. Quando guardo così per curiosità varie offerte di lavoro, le prime cose sempre richieste sono:
-Buone skills di programmazione: non vedo un corso di programmazione da 2 anni;
-Data analysist: mai fatto un corso a riguardo;
-Ottima conoscenza di vari software per simulazioni numeriche di cui non ne ho neanche mai sentito il nome (usiamo solo, ogni tanto, Matlab);
- Ecc, ecc...
Ora, certamente alcuni lacune sono poi colmabili, non mi aspetto certo che un università mi prepari a tutto, però mi piacerebbe poter dire che in una certa cosa mi sento davvero competente.
Ovviamente questa non è una critica alla matematica, più forse ad un corso di ingegneria matematica, o più in generale all'università italiana (lato scientifico/ingegneria, il resto non so). Ad esempio, la mia ragazza è straniera, e nella sua università già al primo anno i corsi sono tenuti in tre lingue diverse (cosa che apre molti più orizzonti) e quando si fanno progetti nei vari corsi questi vengono assegnati da aziende esterne, che alla fine selezionano il migliore e lo attuano. Non si tratta perciò di rompicapi accademici fini a se stessi (che van anche bene in una triennale, ma a mio parere non in una magistrale), i quali andrebbero trattati, secondo me, solo o in gran parte in facoltà come Matematica o Fisica. Anche vero che l'erba del vicino sembra sempre più verde, ma questa è la mia impressione. Sono l'unico a pensarla così?
"@melia":
Tutto questo per dire che una persona appena laureata, con un sacco di cose in testa che non hanno trovato bene una loro collocazione, ha solo bisogno di un po' di tempo per rendersi conto delle proprie potenzialità.
Spero che sia così come dici tu.
Il mio sogno fin da bambina era quello di fare l'insegnante, alle elementari volevo fare la maestra, ma già dalla prima media volevo insegnare matematica. Mi sono laureata in matematica nel marzo del 1983, non brillantissimamente, ma senza andare fuori corso. Due giorni dopo chiudevano le iscrizioni al concorso a cattedre per fare l'insegnante. Sono stata bocciata di brutto in tutte le classi di concorso a cui avevo presentato domanda. Nella mia testa c'erano una marea di nozioni tutte mescolate tra loro. Per fortuna dopo 2 anni c'è stato un nuovo concorso, per il quale ho studiato molto moderatamente, visto che avevo supplenze annuali, parecchio lontano da casa. In 6 mesi ho preso 4 abilitazioni, ho potuto scegliere il posto dove insegnare tra 3 classi di concorso diverse: Sono entrata in ruolo subito in una scuola così vicina che c'era più strada tra il cancello della scuola e l'aula piuttosto che tra il cancello di casa e quello della scuola.
Tutto questo per dire che una persona appena laureata, con un sacco di cose in testa che non hanno trovato bene una loro collocazione, ha solo bisogno di un po' di tempo per rendersi conto delle proprie potenzialità.
Tutto questo per dire che una persona appena laureata, con un sacco di cose in testa che non hanno trovato bene una loro collocazione, ha solo bisogno di un po' di tempo per rendersi conto delle proprie potenzialità.
"luc27":
Ecco, a proposito degli elementi finiti, ho fatto più di un corso lo scorso anno, dove è stata fatta tutta la teoria necessaria, quindi dalla definizione del problema, al metodo di Galerkin, ai vari "tipi" di elementi finiti in base al loro ordine, con tutte le svariate dimostrazioni del caso, ma non mi è mai stato insegnato come applicarli.
Se sai la teoria sai anche come "applicarli", qualunque cosa questa parola significhi per te. La teoria contiene tutti gli elementi per risolvere un problema con gli elementi finiti usando carta e penna. Se poi vuoi evitarti i calcoli noiosi e farli fare al pc, devi saper programmare, ma quello è un problema scorrelato.
"luc27":
Si, abbiamo fatto un progetto su Matlab che consisteva nel creare una mesh per risolvere una certa equazione, quando qualsiasi altro software parte dandoti già la griglia,
Meglio, assume che ce l'abbia tu, perché il problema della generazione di mesh è tutto fuorché facile.
"luc27":
Quindi posso dire di sapere (o di aver saputo) "bene" la teoria, ma se mai dovessi usare questo metodo in pratica
Che cosa significa "in pratica"?
"luc27":
(cosa che penso le aziende richiedano)
Pfffffffffff XD
"luc27":
non saprei da dove iniziare, e quindi di nuovo, che cosa so veramente fare?
Stai dicendo che non conosci gli elementi finiti perché non sai scrivere un software a elementi finiti? Sono due cose diverse.
Quasi nessuno al giorno d'oggi scrive un software a elementi finiti da zero, cioè implementando la lettura della mesh, le mappe tra le celle, le mappature degli integrali e tutte queste palle. È istruttivo farlo una volta per rendersi conto di come funziona il meccanismo internamente, ma alla fine non c'è niente di magico ed ogni volta è la stessa cosa, per cui chiunque rifaccia tutto da zero deve avere una ragione estremamente buona. Non a caso in anni recenti sono fioriti pacchetti automatizzati per l'utilizzo degli elementi finiti come FEniCS, Deal.II, Feel++ e altri, che automatizzano tutta la parte noiosa.
"luc27":
Questo quando ad esempio in molti corsi di ingegneria meccanica o aerospaziale insegnano solo come usare tale metodo,
Questo ancora lo devo vedere. Agli ingegneri non insegnano gli elementi finiti: non ne insegnano la teoria perché gli ingegneri non hanno i requisiti matematici per capirla. Gli ingegneri imparano a premere i pulsantini giusti nell'interfaccia di Abaqus o di qualche altro software e a leggere il numero che il software sputa fuori. Da qui ad avere conoscenza degli elementi finiti c'è un abisso. Disclaimer: non ho visto tutti i corsi di ingegneria di tutti gli atenei d'Italia, ma ho una discreta base di osservazioni.
"luc27":
senza perdersi nei dettagli delle svariate dimostrazioni sopra citate super teoriche.
Alcune dimostrazioni sono di troppo, è vero, ma la teoria è praticamente l'unica cosa che c'è da sapere di questo metodo.
Si, è vero, preso dal fatto che ti ponevi la stessa domanda, ho pensato ciò che ho scritto, ma probabilmente non è così.
Ecco, a proposito degli elementi finiti, ho fatto più di un corso lo scorso anno, dove è stata fatta tutta la teoria necessaria, quindi dalla definizione del problema, al metodo di Galerkin, ai vari "tipi" di elementi finiti in base al loro ordine, con tutte le svariate dimostrazioni del caso, ma non mi è mai stato insegnato come applicarli. Si, abbiamo fatto un progetto su Matlab che consisteva nel creare una mesh per risolvere una certa equazione, quando qualsiasi altro software parte dandoti già la griglia, sta magari a te capire dove e come raffinarla o meno.
Quindi posso dire di sapere (o di aver saputo) "bene" la teoria, ma se mai dovessi usare questo metodo in pratica (cosa che penso le aziende richiedano) non saprei da dove iniziare, e quindi di nuovo, che cosa so veramente fare?
Questo quando ad esempio in molti corsi di ingegneria meccanica o aerospaziale insegnano solo come usare tale metodo, senza perdersi nei dettagli delle svariate dimostrazioni sopra citate super teoriche.
Forse sarò solo io un po' paranoico, o forse poco soddisfatto del corso di laurea scelto.
Ecco, a proposito degli elementi finiti, ho fatto più di un corso lo scorso anno, dove è stata fatta tutta la teoria necessaria, quindi dalla definizione del problema, al metodo di Galerkin, ai vari "tipi" di elementi finiti in base al loro ordine, con tutte le svariate dimostrazioni del caso, ma non mi è mai stato insegnato come applicarli. Si, abbiamo fatto un progetto su Matlab che consisteva nel creare una mesh per risolvere una certa equazione, quando qualsiasi altro software parte dandoti già la griglia, sta magari a te capire dove e come raffinarla o meno.
Quindi posso dire di sapere (o di aver saputo) "bene" la teoria, ma se mai dovessi usare questo metodo in pratica (cosa che penso le aziende richiedano) non saprei da dove iniziare, e quindi di nuovo, che cosa so veramente fare?
Questo quando ad esempio in molti corsi di ingegneria meccanica o aerospaziale insegnano solo come usare tale metodo, senza perdersi nei dettagli delle svariate dimostrazioni sopra citate super teoriche.
Forse sarò solo io un po' paranoico, o forse poco soddisfatto del corso di laurea scelto.
"luc27":
alla fine si sa davvero un po' di tutto, ma bene niente, e per bene intendo saper formulare un discorso chiaro su un certo argomento.
Io non ho detto questo. Se non sai fare un discorso chiaro sul perché il metodo degli elementi finiti è interessante e quali sono i suoi punti forti, non è una buona cosa. La cosa importante sono le idee: sapere che c'è un metodo che ha determinate proprietà, sapere che esiste un certo numero di teoremi sul metodo e cosa permettono di fare. Cose meno importanti includono saper dimostrare a macchinetta tutti i teoremi del libro, perché quello serve solo per passare l'esame.
Allo stesso modo, sapere che esistono spazi di Banach/Hilbert/Sobolev e perché te ne hanno parlato, o che esistono metodi teorici per la buona posizione di equazioni non lineari e perché ci si dovrebbe porre il problema.
Magari sei un po' troppo duro con te stesso, o ti senti poco preparato perché questa è l'impressione [sbagliata] che danno diverse università ai propri studenti.
"Martino":
Non penserai che i tuoi colleghi si ricordino perfettamente tutto di tutti gli esami che hanno fatto?
Ovviamente no, ma ho molti colleghi che si limitano al passare l'esame, indipendentemente dal voto, indipendetemente da ciò che hanno appresso, quindi il paragone fa poco testo; e poi non mi piace far paragoni, è una sensazione mia.
"Raptorista":
Io ho fatto ingegneria matematica al polimi e a volte mi pongo la stessa domanda, nella forma "di cosa sono veramente esperto?".
Avendo fatto anche tu il mio stesso corso di studi, vedo che mi comprendi meglio, è la stessa domanda che mi pongo anche io. Perchè alla fine si sa davvero un po' di tutto, ma bene niente, e per bene intendo saper formulare un discorso chiaro su un certo argomento. Penso e spero che questo "problema" cesserà una volta che completerò il corso di studi e inizierò a lavorare.
Per quanto mi riguarda ho incominciato a studiare seriamente solo dopo la laurea. Gli anni dell'università sono stati solo una maratona di esami.
Io ho fatto ingegneria matematica al polimi e a volte mi pongo la stessa domanda, nella forma "di cosa sono veramente esperto?". La risposta è che sono [vagamente] esperto in un insieme molto ristretto di cose, ma la cosa più importante che sento di aver acquisito è la capacità di adattarsi a problemi nuovi ed imparare cose che non sapevo con relativa facilità.
Non penserai che i tuoi colleghi si ricordino perfettamente tutto di tutti gli esami che hanno fatto? Secondo me ti stai concentrando su un problema che non esiste. Ti suggerisco di smettere di pensare che non sai fare niente e di cominciare a pensare a cosa vuoi fare dopo la laurea e a fare colloqui di lavoro. Solo confrontandoti col mondo saprai cosa sai fare veramente.
"luc27":
..., ma non mi sembra di trovarmi culturalmente arricchito, vuoi perchè il più delle cose me le sono dimenticate, ...
"La cultura è ciò che rimane quando hai dimenticato tutto" (B.F.Skinner)
Vabbè, l'autore non è il massimo dell'autorevolezza, ma la frase ha comunque un suo senso...