Riflessioni sugli scienziati opinionisti

Faussone
Ciao a tutti,

per le note vicende stiamo assistendo in questi ultimi mesi a una grande presenza di scienziati in tv e nel mondo dei media e social media in generale (in particolare, medici specialisti vari, virologi ma anche statistici, benché questi ultimi se non altro come categoria sono stati sempre presenti per i vari sondaggi elettorali).

La cosa di per se avrebbe anche potuto essere positiva, ma invece alla fine sta creando più confusione che altro e la scienza, per colpa di pochi, rischia di essere fraintesa totalmente nei suoi valori di fondo, e di essere considerata come un'ennesima voce sul rumore di fondo.

Un esempio.

L'altra sera ho visto al programma "Piazza Pulita" su La7 l'ormai celeberrimo professor Zangrillo.
Interrogato ancora (giustamente) l'ennesima volta riguardo la sua dichiarazione sul "virus clinicamente scomparso" fatta a maggio/giugno ha continuato a ripetere che lui rifarebbe quell'affermazione anche oggi.
Il massimo che è riuscito ad aggiungere in proposito è "Forse ho sbagliato nei toni, ma non nella sostanza", frase di per se priva di senso in bocca ad uno scienziato, i toni contano relativamente, è la sostanza che conta.

Soprattutto l'affermazione che più mi ha lasciato basito è la seguente (metto le virgolette che mi viene meglio a esprimere direttamente il concetto, le parole non sono esatte ma la sostanza è quella):
"Sì è vero non ci sono evidenze scientifiche che il virus sia mutato e tutti gli studi scientifici concordano per ora nel dire che non lo sia in sostanza, ma io noto che si comporta diversamente quando interagisce col paziente e rispetto a mesi fa questa interazione è molto meno pericolosa".

Ora io di virus e medicina in generale non so nulla, ma non è questo il punto, mi ritengo nel mio piccolo uno scienziato[nota]In quanto conosco il metodo scientifico e cerco di usarne e rispettarne i principi.[/nota]e alcune cose non riesco proprio a digerirle.
Questa è una opinione personale e non ha valore scientifico, vale, per adesso almeno, quanto una mia opinione.
Per avere un minimo di fondamento scientifico come affermazione non basta certo l'esperienza di un medico in pochi mesi o anche meno (la prima affermazione in tal senso era di maggio e meno di 2 mesi prima le terapie intensive erano ancora sovraccariche).
Peraltro che io sappia non esistono ora spiegazioni per cui un virus identico si dovrebbe comportare, poste le stesse condizioni, in maniera diversa, sarebbe un virus pensante che decide la sua strategia? Andrebbe rivista la medicina se fosse così.
Intendiamoci potrebbe essere benissimo come dice Zangrillo (speriamo) e l'evidenza potrebbe benissimo dargli ragione, ma per questo ci vuole un poco più di tempo. Si potrebbero formulare e scoprire altre cause poi sui motivi di questo comportamento diverso, in ogni caso per fare una affermazione così uno scienziato deve avere qualcosa in più della "sua esperienza personale", l'esperienza personale è proprio una di quello cose da prendere con le pinze in ambito scientifico.
(Senza contare come un tale "parere autorevole" possa essere compreso in modo pericoloso o strumentalizzato nel mondo di oggi.)

Insomma in generale trovo insopportabile questa mescolanza di opinioni personali e di affermazioni scientifiche, uno scienziato quando parla dovrebbe sempre sottolineare molto bene quando sta dando una sua opinione personale, autorevole certo, ma pur sempre una opinione, che ha cioè più o meno lo stesso valore di un'altra opinione diversa rispetto alla "verità", e quando sta dando un parere scientifico che è cioè scientificamente verificato (anche sullo scientificamente verificato ci sarebbe da fare attenzione, ma lasciamo stare qui per ora).

Senza contare poi che uno scienziato dovrebbe necessariamente avere una caratteristica importante, quella di saper dire: "ho sbagliato, in buona fede quando l'ho fatto, ma ho sbagliato" e "questo non lo so adesso". A differenza della maggior parte dei politici o degli opinionisti a vario titolo che si vedono in giro.

Insomma per sintetizzare sono un poco deluso dall'immagine che alcuni uomini di scienza stiano dando della scienza, non è un grande aiuto alla promozione del pensiero scientifico.

Risposte
Sk_Anonymous
Shackle

Shackle
La medicina non è una scienza esatta, mi disse una volta un medico, e forse non è neanche una scienza , aggiunse.

Sk_Anonymous
Hai sollevato un sacco di temi in una sola riflessione. Ti do la mia opinione.
1) Innanzitutto dobbiamo distinguere un ricercatore da un cialtrone (cosa che l'uomo medio -scientificamente ignorante- non sa fare).
Io in generale uso due termini chiave a questo scopo.
Il termine "competenza" (spesso usato a sproposito, altre come insulto -"sei un incompetente!"-): una persona competente in un campo è una persona che ha studiato quella materia ed ha diversi anni di attività professionale alle spalle.
Il secondo termine che puo' venirci in aiuto è il termine "autorevolezza": una persona autorevole è una persona che ha svolto le proprie mansioni in modo corretto, tanto da guadagnarsi la stima e la fiducia dei propri pari.

Riassunto del punto 1: sarebbe bene che i giornalisti invitassero in TV gente competente ed autorevole, e che li facessero parlare SOLO di quello in cui sono competenti.
esempi vari:
-vengono fatte domande su aspetti epidemiologici ai virologi (e purtroppo questi ultimi rispondono pur non essendone competenti)
-per parlare di ambiente vengono spesso invitati ambientalisti e non gli scienziati che studiano quell'argomento
-per parlare di sperimentazione animale vengono invitati gli animalisti e tutto va in vacca

2) La gente (ed i giornalisti) non ha una cultura scientifica e quindi non è assolutamente in grado di capire nè cosa sia il metodo scientifico nè il concetto di "previsione" (distinguendolo da quello di scommessa).
Ed ecco che ogni anno in primavera c'è il giornalista di turno che va dal climatologo di turno e gli chiede:
"Come sarà il tempo questa estate?"
Purtroppo le persone non accettano il fatto che ci siano fenomeni con una complessità tale da rendere impossibili le previsioni a lungo termine.
Bressanini ha recentemente detto che uno scienziato che fa previsioni campate in aria sta sbagliando in ogni caso, anche se alla fine ci azzecca.

3) I ricercatori sono persone, non oggetti asettici posti in uno studio televisivo.
Il comportamento corretto sarebbe far capire ogni volta in modo evidente se si sta dicendo qualcosa che rappresenta la propria opinione, oppure se si sta dicendo qualcosa di verificato sperimentalmente ed accettato dalla comunità scientifica; per evitare che passino opinioni personali come fatti acclarati.
Purtroppo ciò non sempre accade perché subentrano vari meccanismi secondo me dovuti sia alla società che all'istintività ed alla psicologia.
Ne elenco alcuni che mi vengono in mente:
-la popolarità acquisita che ti spinge a straparlare per mantenere alta l'attenzione su di te in ogni modo;
-il giornalista che ti intervistati vuole estorcere un'informazione e tu cedi;
-il dibattito è impostato male;
-non poter ammettere di aver detto una baggianata perché nessuno ti inviterebbe di nuovo (come se non fosse ammesso fare errori);
-dover apparire decisi e sicuri su quello che si sta dicendo anche se si sta parlando di un argomento di cui la scienza non sa nulla o su cui non si possono fare previsioni;
-se esci da un dibattito televisivo come il vincente (anche dicendo sciocchezze) hai benefici sociali "extra" ed il nostro cervello è programmato per questo (non a caso i giovani vogliono fare mestieri che portano a tanti di questi benefici, tipo il calciatore e la modella);
-è più facile dire alla gente quello che vuole sentirsi dire;
Probabilmente le motivazioni che spingono anche ricercatori autorevoli e compententi a dire idiozie sono tantissime.
Mantenere la scientificità e la razionalità in pubblico a volte puo' essere difficile e sconveniente e chi guarda la TV spesso non ha strumenti per capire.

Ed ecco che ci troviamo con ricercatori e divulgatori che dicono "gli OGM fanno male!", "il glifosato ci uccide tutti!", "la farina 00 è veleno!".

Però la scuola e l'università hanno pure loro le proprie colpe:
-2 anni su Manzoni e 3 su Dante ma non si trovano 50 ore per spiegare a dovere il metodo scientifico;
-Nelle professioni sanitarie il metodo scientifico spesso NON viene spiegato affatto

massimino's
Purtroppo è una riflessione che mi capita soventemente di fare nell'ultimo periodo. Mi chiedo come una persona, formata seriamente nella forma mentis di uno scienziato, non sappia discernere un suo "sentire" con una "realtà dimostrabile".

Posso avere, come individuo, il sentore e il sesto senso che voglio; ma quando abito nella mia disciplina DEVO saper portare opinioni sensate e non opinioni da bar. Con questo non dico che non si possa sbagliare, ma si deve sbagliare solo applicando la metodologia scientifica. Io sono il primo a sbagliare sempre applicando quel che mi è insegnato, però non lo faccio con sentore... lo faccio perché non sono capace e so che c'è chi è più bravo di me.

Se uno esordisce con "sì è vero non ci sono evidenze scientifiche" allora tutto quel che segue ha già finito di interessarmi, se comunque perpetua nell'asserire che "io noto che si comporta diversamente", mi chiedo: ma questa persona per la carica che riveste non dovrebbe sapere che per fare delle conclusioni si devono fare dei test statistici? Penso la insegnino anche a medicina.

Purtroppo sono molto critico e duro perché amo la scienza e vederla bistrattata così mi fa pena.
La mia conclusione è che ahimé questi non siano scienziati.

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