Pandemia e conseguenze sociali.
Non sono un negazionista,anche se penso che il virus sia stato creato in qualche laboratorio e messo in circolo con senno di poi, ma se non si porrà termine alla questione al più presto , diventerà un genocidio della classe media e delle classi più deboli, a favore di oligarchie di potere, con sempre più perdita di diritti anche più elementari,in palese contrasto anche con la costituzione, in virtù i un emergenza infinita, che ne pensate?
Risposte
Vedo che francicko ha modificato il titolo del thread, mi sembra una scelta saggia. Anche io ho modificato di conseguenza il titolo dei miei post.
Per la verità mi sembrava che la parola 'genocidio' era usata (male, per cui ho chiesto di correggere, è una parola che non andrebbe usata se non in senso proprio) in senso metaforico, per dire 'strage' in senso principalmente economico, a favore di 'poteri forti' (non meglio identificati), e che il post parlasse poi di perdita di diritti democratici.
Concordo con te, Faussone, che il post è scritto davvero male, ma ho voluto estrarne dei contenuti, al di là della pessima forma, perché volevo indirizzare la discussione verso un dialogo sensato e riflessivo, a prescindere dal post iniziale, su questioni di importanza quasi epocale, di cui al momento sappiamo ancora poco, e su cui si verseranno fiumi di inchiostro nei prossimi anni.
Concordo con te, Faussone, che il post è scritto davvero male, ma ho voluto estrarne dei contenuti, al di là della pessima forma, perché volevo indirizzare la discussione verso un dialogo sensato e riflessivo, a prescindere dal post iniziale, su questioni di importanza quasi epocale, di cui al momento sappiamo ancora poco, e su cui si verseranno fiumi di inchiostro nei prossimi anni.
@gabriella127
Hai risposto con riflessioni super sensate a un messaggio scritto in modo insulso e con argomenti assurdi, tanto di cappello a te, però quello che tu evidenzi è completamente un'altra cosa rispetto al messaggio iniziale. La parola genocidio usata è perfettamente in linea con il resto del messaggio infatti, non è un piccolo scivolone nell'argomentare.
Da un poco di tempo mi sono convinto che non tutte le opinioni meritano attenzione e sono degne di un confronto, so che il rischio è di essere accusato di essere irrispettoso di chi "non la pensa come me", ma pazienza preferisco correre questo rischio che dare in qualche modo visibilità e credito a certi modi di "pensare".
Hai risposto con riflessioni super sensate a un messaggio scritto in modo insulso e con argomenti assurdi, tanto di cappello a te, però quello che tu evidenzi è completamente un'altra cosa rispetto al messaggio iniziale. La parola genocidio usata è perfettamente in linea con il resto del messaggio infatti, non è un piccolo scivolone nell'argomentare.
Da un poco di tempo mi sono convinto che non tutte le opinioni meritano attenzione e sono degne di un confronto, so che il rischio è di essere accusato di essere irrispettoso di chi "non la pensa come me", ma pazienza preferisco correre questo rischio che dare in qualche modo visibilità e credito a certi modi di "pensare".
Ci sono categorie che sono molto protette, e continuano a godere di privilegi e stipendi assolutamente ingiustificati, però non si può decurtare nulla perché contro la legge, eppure è bastato un decreto legge per mandare in fallimento migliaia di piccole attività, senza batter ciglio, si parla di far rispettare le regole però per la morte di "Maradona", grandissimo personaggio, e sportivo, per carità, non si agisce perché le conseguenze di fronte a migliaia di tifosi determinati che creano un assembramento notevole, possono essere imprevedibili, il messaggio che sta passando pericolosamente, è che se si è uniti ed in tanti,si va a protestare con determinazione, non c'è legge o decreto che tenga, si può ribaltare tutto, se si è deboli e arrendevoli si soccombe inevitabilmente.Va bene che in italia ognuno bada al suo orticello, e se ne infischia di quello altrui, ma questo ormai mi sembra sempre più diventare lo stato di Pulcinella.
"francicko":
Non sono un negazionista, [...] a favore di oligarchie di potere,
Neppure io sono negazionista nè complottista. Però trovo assolutamente iniquo che il governo salti su a dire alle categorie X, Y e Z "Tu da domani non lavori più" ossia, "Da domani il tuo reddito diventa ZERO".
E notate che non parlo pro domo mea visto che sono pensionato e la cosa non mi tocca.
Però penso che in un paese serio, se dici a uno che non può più lavorare, contestualmente (e non con annunci, controannunci, ritardi, rinvii, slittamenti e quant'altro) gli dici anche "il tuo reddito da domani te lo diamo noi".
Al limite, visto che comunque, complessivamente, il PIL si riduce del tot per cento, si può dire "subentro io a pagarti, ma con una riduzione del tot per cento", ma questa riduzione dovrebbe toccare a tutti, non solo a quelli chiusi d'autorità.
Questo idealmente. Non è che non veda la difficoltà, se non l'impossibilità tecnica, di spalmare uniformemente la riduzione di reddito. E' chiaro che se il governo dovesse parlare di una decurtazione degli stipendi degli statali, o di una patrimoniale sugli altri, ci sarebbero le barricate per le strade, i tribunali sarebbero sommersi dai ricorsi, e tutto finirebbe in niente.
Per cui non so come realisticamente si potrebbe fare. Ma mi pare che il senso di giustizia richiederebbe qualcosa in questa direzione.
"francicko":
Non sono un negazionista,anche se penso che il virus sia stato creato in qualche laboratorio e messo in circolo con senno di poi
Sulla base di cosa?
Il problema che tu sollevi, di grande rilievo, è quello delle conseguenze economiche, sociali e politiche della pandemia attuale.
E' un tema che comincia ad essere studiato, e sarà studiato ancora per anni a venire, basta pensare che questa è considerata, nel mondo occidentale, la più grande crisi economica dopo la grande depressione.
Un aspetto particolare è l'effetto della pandemia sulle disuguaglianze economiche, sia all'interno di una stessa nazione che tra paesi.
Storicamente, non è affatto scontato che una pandemia debba aumentare le disuguaglianze economiche, ma cominciano a esserci studi in questo senso per la pandemia attuale. Ad esempio, conosco uno studio[nota]Guido Alfani, Per la disuguaglianza non tutte le pandemie sono uguali, Lavoce.info (5.11-20)[/nota] che mostra come le disuguaglianze economiche siano diminuite dopo la peste nera del 1347-52 e dopo il colera del''800, mentre per altre epidemie, compreso la Spagnola del 1918, sono aumentate (tutto questo per meccanismi che qui è lungo riportare).
Per quanto riguarda la pandemia attuale, tutto fa pensare che gli effetti redistributivi vadano nel senso di acuire le disuguaglianze economiche. E questo avrà senz'altro una ricaduta non solo economica, ma in termini di salute e mortalità sulle fasce più deboli, sia all'interno di nazioni più ricche che di nazioni in cui la povertà è diffusa.
E' inoltre indubitabile che ci siano settori che si sono avvantaggiati dalla pandemia, come i giganti del commercio online e le case farmaceutiche. Ma questo avviene sempre in momenti di crisi, anche in guerra ci guadagnano i produttori di armi e di metalli.
Riporto la conclusione dell'articolo di cui sopra:
"Anche con Covid-19 vi è ragione di temere un incremento della disoccupazione tra i più poveri, sia come effetto diretto della pandemia sia tramite le politiche di mitigazione, quali i lockdown, introdotte in varie parti del mondo. Di conseguenza, ciò che l’esperienza storica suggerisce davvero è che nel caso di Covid-19 prevarranno i meccanismi che tendono a far aumentare la disuguaglianza all’indomani della crisi. I governi devono essere pronti a gestire, e possibilmente a prevenire, la crisi sociale che farà seguito alla pandemia".[nota]ibid.[/nota]
Sta quindi ai governi, e nel nostro caso, all'Europa, cercare di porre rimedio ai gravi problemi che conseguono alla pandemia. Per fortuna, l'Europa, seppure con lentezze, sembra ora muoversi in questo senso, e sembra che ormai l'era dell'austerità sia finita, e che si sia orientati verso politiche keynesiane, ossia di interventi dello stato e di spesa pubblica per risollevare l'economia e mitigare le disuguaglianze.
Per quanto riguarda il lato politico, ossia i pericoli di recrudescenze autoritarie, questo è un aspetto che, ad esempio, ha denunciato il premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa. Ma mi pare che Vargas Llosa si riferisse a paesi già con regimi autoritari, come il Perù o la Cina, non credo proprio che si riferisse all'occidente.
Vedo come estremamente improbabile che svolte autoritarie, approfittando del covid, avvengano in paesi dalla democrazia più consolidata come quelli occidentali, dove il sistema istituzionale e politico difficilmente consentirebbe simili involuzioni.
Tuttavia il disagio sociale e economico di ampie fasce della popolazione presentano sicuramente rischi di tensioni sociali, vedi quello che è avvenuto a Napoli qualche tempo fa.
E' compito prioritario della politica rimediare, almeno in parte, a questo disagio.
E' un tema che comincia ad essere studiato, e sarà studiato ancora per anni a venire, basta pensare che questa è considerata, nel mondo occidentale, la più grande crisi economica dopo la grande depressione.
Un aspetto particolare è l'effetto della pandemia sulle disuguaglianze economiche, sia all'interno di una stessa nazione che tra paesi.
Storicamente, non è affatto scontato che una pandemia debba aumentare le disuguaglianze economiche, ma cominciano a esserci studi in questo senso per la pandemia attuale. Ad esempio, conosco uno studio[nota]Guido Alfani, Per la disuguaglianza non tutte le pandemie sono uguali, Lavoce.info (5.11-20)[/nota] che mostra come le disuguaglianze economiche siano diminuite dopo la peste nera del 1347-52 e dopo il colera del''800, mentre per altre epidemie, compreso la Spagnola del 1918, sono aumentate (tutto questo per meccanismi che qui è lungo riportare).
Per quanto riguarda la pandemia attuale, tutto fa pensare che gli effetti redistributivi vadano nel senso di acuire le disuguaglianze economiche. E questo avrà senz'altro una ricaduta non solo economica, ma in termini di salute e mortalità sulle fasce più deboli, sia all'interno di nazioni più ricche che di nazioni in cui la povertà è diffusa.
E' inoltre indubitabile che ci siano settori che si sono avvantaggiati dalla pandemia, come i giganti del commercio online e le case farmaceutiche. Ma questo avviene sempre in momenti di crisi, anche in guerra ci guadagnano i produttori di armi e di metalli.
Riporto la conclusione dell'articolo di cui sopra:
"Anche con Covid-19 vi è ragione di temere un incremento della disoccupazione tra i più poveri, sia come effetto diretto della pandemia sia tramite le politiche di mitigazione, quali i lockdown, introdotte in varie parti del mondo. Di conseguenza, ciò che l’esperienza storica suggerisce davvero è che nel caso di Covid-19 prevarranno i meccanismi che tendono a far aumentare la disuguaglianza all’indomani della crisi. I governi devono essere pronti a gestire, e possibilmente a prevenire, la crisi sociale che farà seguito alla pandemia".[nota]ibid.[/nota]
Sta quindi ai governi, e nel nostro caso, all'Europa, cercare di porre rimedio ai gravi problemi che conseguono alla pandemia. Per fortuna, l'Europa, seppure con lentezze, sembra ora muoversi in questo senso, e sembra che ormai l'era dell'austerità sia finita, e che si sia orientati verso politiche keynesiane, ossia di interventi dello stato e di spesa pubblica per risollevare l'economia e mitigare le disuguaglianze.
Per quanto riguarda il lato politico, ossia i pericoli di recrudescenze autoritarie, questo è un aspetto che, ad esempio, ha denunciato il premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa. Ma mi pare che Vargas Llosa si riferisse a paesi già con regimi autoritari, come il Perù o la Cina, non credo proprio che si riferisse all'occidente.
Vedo come estremamente improbabile che svolte autoritarie, approfittando del covid, avvengano in paesi dalla democrazia più consolidata come quelli occidentali, dove il sistema istituzionale e politico difficilmente consentirebbe simili involuzioni.
Tuttavia il disagio sociale e economico di ampie fasce della popolazione presentano sicuramente rischi di tensioni sociali, vedi quello che è avvenuto a Napoli qualche tempo fa.
E' compito prioritario della politica rimediare, almeno in parte, a questo disagio.