Maturità, sulla prima prova

fu^2
una curiosità, leggendo le traccie pubblicate sul sito del ministero, ho letto quella Storica:

"Nel 2011 si celebreranno i 150 anni dell’unità d’Italia. La storia dello Stato nazionale italiano si caratterizza per la
successione di tre tipi di regime: liberale monarchico, fascista e democratico repubblicano.

Il candidato si soffermi sulle fasi di passaggio dal regime liberale monarchico a quello fascista e dal regime
fascista a quello democratico repubblicano. Evidenzi, inoltre, le caratteristiche fondamentali dei tre tipi di regime."

questa traccia non vi sembra spropositata per un tema di maturità se uno la vorrebbe fare seriamente e approfonditamente?...

Chi è che l'ha fatta?

ps mi è piaciuta un sacco la traccia AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO (Innamoramento e amore) e AMBITO STORICO - POLITICO (Origine e sviluppi della cultura giovanile).
Penso che avrei fatto questa traccia (anche se sarebbe stata una decisione combattuta), costruendo il succo su questo pezzo di traccia

" Oggi il termine “cultura giovanile”, quindi, non ha più il significato del passato, non indica più ribellione,
astensionismo o rifiuto del sistema sociale. Non significa più nemmeno sperimentazione diretta dei modi di vivere,
alternativi o marginali rispetto ad un dato sistema sociale. Cultura giovanile sta ad indicare l’intrinseca capacità che i
giovani hanno di autodefinirsi nei loro comportamenti valoriali all’interno della società della quale sono parte."

Mi ha deluso la traccia sull'ambito Tecnico-Scientifico e quella dell'ambito Socio - Economico.

Risposte
giulia.cona
anche io ho svolto l'analisi del testo di Svevo...ero indecisa fra quello e il tema sul muro di Berlino, ma alla fine la coscienza di Zeno l'ha avuta vinta... :-) ...anche il saggio su innamoramento e amore mi attirava, ma non riuscivo a trovare un collegamento tra tutte le poesie che avevano riportato, quindi ho preferito lasciar perdere...sull'ampiezza della traccia storica sono d'accordo, ma non era una brutta consegna...forse doveva essere formulata diversamente...altro che Darwin e Futurismo...con tutti le ricorrenze che c'erano quest'anno sono andati a pescare il 2011...però sono riusciti nell'effeto a sorpresa...

Steven11
Se avessi dovuto scegliere in 3 minuti, non so perché ma mi sarei buttato sul D.

Devo complessivamente dire che globalmente le proposte non rientrano né negli ambiti che seguo più da vicino, né in quelli che più mi interessano.

Jonas2
Bah, argomenti poco stimolanti. Anch'io sono d'accordo con molti di voi. Tema storico vastissimo (neanche il bignami sarebbe stato così sintetico), la traccia scientifico-tecnologica banale, ricorrenze in anticipo di due anni mi sembra eccessivo, la coscienza di zeno (finalmente è uscito Svevo, così i prossimi anni lo elimineranno dalla solita rosa di nomi Dante, Calvino, Ungaretti e compagnia bella) e forse il tema sull'amore si salvano...

stepper1
la traccia sulla creatività poteva trovare numerosi agganci con la matematica e la scienza in generale. Tanto per provare io mi sono cimentato ed ecco cosa ne è venuto fuori.

Chi ha inventato la penna a sfera?
Chi ha inventato la penna a sfera, o la colla a presa rapida, o la cucitrice per unire saldamente i fogli di questa traccia, o l’ombrellino che sta nella tasca della giacca? Il numero di queste domande potrebbe allungarsi all’infinito, rimanendo perlopiù senza risposta. Con l’eccezione di alcune, come ad esempio la prima la cui risposta tutti sappiamo essere: un tale di nome Biro. La penna a sfera è infatti anche conosciuta più semplicemente come biro, dal nome dell’inventore che ha sostituito l’infernale sistema, costituito da pennino e calamaio, che ha fatto dannare generazioni di studenti e di madri di famiglia alle prese con indelebili macchie d’inchiostro nero. Quello che invece si dimentica totalmente è il numero ancora più numeroso di coloro che hanno fatto invenzioni inutili, o irrealizzabili, o semplicemente non riconosciute alla persona che le ha fatte. Ad esempio nell’800 in Italia un certo Manzetti, più noto come l’inventore della macchina per impastare (la stessa che viene ancora oggi venduta e usata in molte famiglie), fu in grado di realizzare il primo apparecchio telefonico funzionante battendo sul tempo sia Meucci che Bell, entrambi operanti al di là dell’Atlantico. C’è poi la questione della paternità di altre scoperte, ad esempio in ambito matematico. Nel ‘400 il matematico Nicolò Fontana, meglio noto come “Tartaglia” per la sua balbuzie, rivelò all’amico Cardano il metodo che aveva scoperto per la soluzione di equazioni che fino ad allora non potevano essere risolte in quanto richiedevano il calcolo della radice pari di un numero negativo, che non ha soluzione reale. Cardano si attribuì la scoperta, nonostante le vivaci proteste dell’ex amico. Ma per fortuna la scienza non si è lasciata bloccare da questi sterili battibecchi. Wayne, un matematico inglese del ‘600, si ispirò alla scoperta dei suoi litigiosi colleghi italiani per dare dignità propria ai numeri Complessi, basandosi sulla considerazione che nella matematica si possono costruire insiemi numerici che non hanno necessariamente un riscontro nella realtà, come infatti era già accaduto secoli addietro per l’introduzione dei numeri negativi: una pura finzione se si pensa che sono numeri minori di zero e quindi esprimono qualcosa che è meno di nulla, come se il nulla non fosse già per definizione il valore più piccolo possibile. Questa è creatività: andare al di là dei muri mentali che impediscono di scoprire quello che già esiste ma semplicemente non si vede. L’ipotesi espressa da Carrubba che la realtà pratica dell’industria sia più feconda di innovazioni della ricerca scientifica, ha un suo fondamento razionale, giustificato proprio dall’esistenza di questi muri mentali che troppo spesso si insediano nelle menti pigre degli “accademici” e nei loro libri. Ma “illudersi (…) che l’innovazione nasca in fabbrica è pericoloso”, sostiene lo stesso Carrubba. Il punto è che non basta “sapere” tante cose per essere creativi, innovativi; quindi per “sapere” incidere sulla realtà che ci circonda e modificarla. Quello che conta, anche per il ricercatore e lo scienziato, non è solo avere più conoscenze possibili, il numero delle quali è virtualmente infinito, ma saperle coordinare fra loro. E’ questo quello che i pedagogisti chiamano “saper fare”, o “competenza”, intesa come dimostrazione delle proprie abilità in una situazione ben determinata, esecuzione di un compito “in situazione”. Questa competenza oggi sempre più che in passato va di pari passo con la capacità di lavorare in squadra, di collaborare con altri che fanno ricerche nello stesso ambito, di avere il coraggio di scambiarsi le informazioni senza paura di essere defraudati dell’ufficiale riconoscimento della scoperta. Il diritto industriale, i marchi e i brevetti sono cose bellissime, e il povero Manzetti rimase tale perché non aveva i soldi per brevettare il suo telefono. Ma per fare scoperte scientifiche che siano veramente valide e realizzare innovazioni a cui possa accedere tutta la collettività, come le scoperte nel campo delle neuro-scienze di Rita Levi Montalcini o l’invenzione del formato mp3 di Brandenburg, bisogna aprirsi al lavoro d’equipe e rischiare anche, a volte, che il proprio lavoro non venga riconosciuto. Come, di norma, non è riconsosciuto il lavoro dell’ultimo aiutante, o addirittura dell’ultimo tifoso, della nazionale italiana di Calcio italiana, che ha vinto gli ultimi campionati mondiali. Probabilmente senza il valido e “competente” apporto di questi anonimi gregari, neanche Materazzi sarebbe riuscito a riprendersi dalla brutta “incornata” che, dimostrando ben poca creatività, gli ha dato Zidane nella decisiva partita finale per il primo posto. Lasciarsi andare in sterili ripicche non è degno né di un campione del calcio né di un grande scienziato a cui non viene riconosciuto il Nobel per la fisica, attribuito invece ai colleghi di un altro Paese. Tutto ciò non ha nulla a che fare né con la creatività né con l’innovazione, ma sta a comprovare la mia tesi che esistono moltissime persone innovative e che spesso proprio coloro che vorrebbero attribuirsi il titolo di scienziati e di inventori non sono veramente creativi, perché non hanno compreso nel profondo lo spirito della creatività, che consiste nel lavoro d’equipe e nella collaborazione gratuita e disinteressata. Coloro che invece hanno davvero compreso questo punto, riceveranno in cambio la gratitudine incommensurabile di innumerevoli persone, che potranno beneficiare delle loro innumerevoli scoperte, capaci ogni giorno di sgravare gli essere umani da fatiche e incombenze quotidiane. Per fare un ultimo esempio tratto sempre dalla cucina, come la macchina per fare la pasta di Manzetti, chi non benedice il risparmio di ore e ore davanti ai fornelli per cucinare quello che si può preparare in pochi minuti grazie alla geniale e utilissima invenzione che è il forno a microonde?

fu^2
"Benny":
Sono d'accordo con fu^2 circa l'eccessiva ampiezza del tema storico, da maturando l'avrei certamente scartato.
Qualcuno riesce a postare i titoli esatti del saggio scientifico e di quello socio-economico?


http://www.pubblica.istruzione.it/argom ... as2009.htm

scarica il pdf che ci sono tutte le traccie :D

G.D.5
A me non piace nessuna traccia.

Phaedrus1
Ci è andata di lusso, Svevo è un autore che si tratta sempre e tutti in classe l'avevamo ripassato...anche io mi sono cimentato con la prefazione alla Coscienza di Zeno :-D
Per quanto riguarda le altre tracce, in mancanza di un autore fattibile avrei optato per il tema storico, anche se effettivamente cinque colonne sono un po' poche per un tema tanto vasto.
E adesso, FORMAT C:\ e vai con la matematica...:lol:

Benny24
Sono d'accordo con fu^2 circa l'eccessiva ampiezza del tema storico, da maturando l'avrei certamente scartato.
Qualcuno riesce a postare i titoli esatti del saggio scientifico e di quello socio-economico?

Cmax1
In effetti il tema storico ha lasciato un po' perplesso anche me, sia per l'ampiezza del discorso che per l'anticipo (due anni) con cui fa riferimento alla ricorrenza. Forse è stata determinante proprio la necessità di formulare un titolo imprevedibile.

Smt_1033
Io ho fatto quella sull'ambito Tecnico-Scientifico approfittandone per parlare del fatto che la Freedom House ci considera un paese semilibero e del fatto che molta gente vive per mettere in mostra il proprio vuoto interiore (cfr. "Io diventerò qualcuno", Caparezza... con tanto di citazioni nel saggio breve). Secondo me la traccia D è vergognosa... ora politicizziamo anche le tracce dell'esame di stato -.-

Circa la traccia C... è vero, argomento vasto, del resto anche negli altri ambiti c'era molto da dire... io non avessi avuto il limite delle 5 colonne avrei scritto un trattato XD

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