Matematica BOOM
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[size=50]Forse proprio grazie a questo forum...[/size]
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Risposte
"bobafett":
Preciso che non mi riferivo in particolare ai matematici, ma a tutti i laureati in genere. Io sarei molto più contento se nel mio CDL fossimo il meno possibile; - studenti = - laureati = + lavoro.
Non sono del tutto d'accordo. Pochi è sicuramente meglio, io ho seguito un corso con solo due compagni, addirittura una volta erano assenti e ho fatto una lezione privata nello studio del prof. Ho sicuramente imparato di più così, rispetto ai corsi con centinaia di studenti, che a malapena vedi la lavagna.
Però...
Io sono sempre stato convinto (trovando qualche conferma negli ultimi anni) che (quasi) tutte le aziende possano trovare utile avere (almeno) un matematico nel proprio organico, ma spesso non lo sanno. Ora, se si raggiunge una certa diffusione (senza esagerare) di matematici in azienda, forse aumenta anche il numero di aziende che prendono in considerazione questo tipo di laurea.
Tutto questo entro certi limiti: se i laureati in matematica fossero tanti quanti gli ingegneri meccanici saremmo destinati alla disoccupazione in buona parte. Ma siamo ben lontani da questo rischio.
"bobafett":
Purtroppo l'idea diffusa oggi è che bisogna laureare più gente possibile e se una facoltà o un CDL hanno pochi iscritti allora si parla di crisi, di disinteresse verso quella disciplina ecc. ecc.
Io trovo sempre sbagliati i discorsi che si sentono generalizzati: non è il numero totale di laureati quello che importa, ma il numero di laureati dei vari settori disciplinari. Aumentare il numero di laureati in lettere o giurisprudenza (due facoltà quasi a caso, detti in base alla mia limitatissima esperienza) probabilmente non è utilissimo al paese; aumentare quello dei laureati in Matematica, Fisica, Chimica et similia, invece credo sia più importante.
"bobafett":
Questo perché il sistema universitario è strutturato in modo che i finanziamenti siano proporzionati al numero di studenti e laureati e non incentiva le università che prediligono la qualità dei laureati
Mi trovi d'accordo; ma misurare la qualità non è cosa banale: calcolarla come media dei voti di laurea o numero di laureati in corso rischia di trasformare le università in diplomifici; occorrono strategie più complesse.
"bobafett":
e soprattutto le condizioni lavorative post laurea;
Questo è sicuramente unfattore di cui tenere conto, ma è determinato in buona parte dal territorio, più che dall'università probabilmente un ingegnere mediocre trova lavoro dalle mie parti molto più facilmente di uno brillante in zone più difficili.
"bobafett":
di conseguenza le università hanno tutto l'interesse ad aumentare studenti e laureati. Chissà se un giorno i rettori e i nostri politici capiranno che occorre limitare e mettere il numero chiuso ovunque;
Pensa che c'è chi lo vuole abolire anche dove c'è.
Io forse non lo metterei ovunque e soprattutto cercherei un modo mimgliore per far selezione (è brutto affidare una cosa così importante ad un test di 2 ore, molto meglio come fa la Normale, anche se difficile da gestire per grandi numeri)
"bobafett":
questo sistema sta portando ad un abbassamento del livello medio di conoscenze dei laureati e alla svalutazione (in sede lavorativa) del titolo di studio. Come si chiamava quel politico importante che diceva che l'Italia ha pochi laureati rispetto alle sue esigenze (sigh)?
Credo che siano più di uno.
"desko":
[quote="Steven"][quote="bobafett"]Bene, putroppo il vero problema è il LAVORO dopo l'università...
Per esperienza mia e di molti matematici che conosco: se uno sa vendersi bene, il lavoro non è un problema gravissimo, almeno dalle mie parti e a Milano.
Sono convinto che il rapporto posti di lavoro/laureati sia maggiore per i matematici piuttosto che per gli ingegneri. Certo che se dovessimo aumentare molto le cose potrebbero cambiare.
Conosco giovani matematici che cercano il petrolio per l'ENI, curano i tumori in vari istituti, progettano nuovi prodotti finanziari per banche, si occupano elaborazione di immagini satellitari, lavorano alla Fiat sulle statistiche dei clienti; io faccio ricerca in un'industria metalmeccanica, ...
Qui verso metà pagina nella sezione Stages si trovano alcuni esempi. Per l'anno 2005 (io sono l'ultimo della lista) so che quasi tutti si sono sistemati e in diversi casi proprio dove hanno svolto lo stage.[/quote][/quote]Preciso che non mi riferivo in particolare ai matematici, ma a tutti i laureati in genere. Io sarei molto più contento se nel mio CDL fossimo il meno possibile; - studenti = - laureati = + lavoro. Purtroppo l'idea diffusa oggi è che bisogna laureare più gente possibile e se una facoltà o un CDL hanno pochi iscritti allora si parla di crisi, di disinteresse verso quella disciplina ecc. ecc. Questo perché il sistema universitario è strutturato in modo che i finanziamenti siano proporzionati al numero di studenti e laureati e non incentiva le università che prediligono la qualità dei laureati e soprattutto le condizioni lavorative post laurea; di conseguenza le università hanno tutto l'interesse ad aumentare studenti e laureati. Chissà se un giorno i rettori e i nostri politici capiranno che occorre limitare e mettere il numero chiuso ovunque; questo sistema sta portando ad un abbassamento del livello medio di conoscenze dei laureati e alla svalutazione (in sede lavorativa) del titolo di studio. Come si chiamava quel politico importante che diceva che l'Italia ha pochi laureati rispetto alle sue esigenze (sigh)?
"desko":Beh, ogni matematico decente sa che un punto di max può essere anche punto di min, in certi casi. Il che non vuol dire necessariamente che la funzione sia definita su un singleton, anche se qualche sospetto mi viene...
Scusate la prolissità OT, ma qui è una lotta tutti i giorni difendere la mia identità di miglior matematico dell'azienda (i maligni invidiosi sono addirittura arrivati ad insinuare che io sia il peggiore!)

"WiZaRd":
[quote="desko"]
[quote="WiZaRd"]io sto tra le dispari e siamo una quarantina-cinquantina: i pari sono di più



[/quote]
Ti sorprende il numero? Mica fai matematica a Napoli anche tu?[/quote]
Come capito dal prof. Patrone mi stupisce il fatto che i pari siano più dei dispari.
"Fioravante Patrone":
credo che desko, il quale lavora pur non essendo un ingegnere(*), sia stato colpito dalla curiosa legge statistica di attribuzione del numero di matricola a Napoli
[size=75](*) non vorrei che si autodistruggesse, ora che è stato scoperto[/size]
La tentazione all'autodistruzione c'è quando vengo scambiato per un ingegnere, ma in fondo lo capisco: probabilmente farei così anch'io: se saluto uno dandogli dell'ingegnere è molto facile che ci prenda e se non lo è probabilmente dargli dell'ingegnere è fargli un complimento.
Ma esiste (almeno) una categoria di persone per le quali dargli dell'ingegnere è più vicino ad un insulto che ad un complimento.
Scusate la prolissità OT, ma qui è una lotta tutti i giorni difendere la mia identità di miglior matematico dell'azienda (i maligni invidiosi sono addirittura arrivati ad insinuare che io sia il peggiore!)
"WiZaRd":
[quote="desko"]
[quote="WiZaRd"]io sto tra le dispari e siamo una quarantina-cinquantina: i pari sono di più



[/quote]
Ti sorprende il numero? Mica fai matematica a Napoli anche tu?[/quote]
credo che desko, il quale lavora pur non essendo un ingegnere(*), sia stato colpito dalla curiosa legge statistica di attribuzione del numero di matricola a Napoli
[size=75](*) non vorrei che si autodistruggesse, ora che è stato scoperto[/size]
"desko":
[quote="WiZaRd"]io sto tra le dispari e siamo una quarantina-cinquantina: i pari sono di più



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Ti sorprende il numero? Mica fai matematica a Napoli anche tu?
"Steven":
Ora voi sapete che era un classico, per chi avesse fallito il test per medicina, ripiegare su biologia per poi cambiare.
Ora che la cosa si è complicata, matematica è diventata il nuovo "ponte".
Questa vicenda sorprendente mi fa venire in mente il medico Paolo Ruffini.
"WiZaRd":
io sto tra le dispari e siamo una quarantina-cinquantina: i pari sono di più



"bobafett":
Bene, putroppo il vero problema è il LAVORO dopo l'università...
Per esperienza mia e di molti matematici che conosco: se uno sa vendersi bene, il lavoro non è un problema gravissimo, almeno dalle mie parti e a Milano.
Sono convinto che il rapporto posti di lavoro/laureati sia maggiore per i matematici piuttosto che per gli ingegneri. Certo che se dovessimo aumentare molto le cose potrebbero cambiare.
Conosco giovani matematici che cercano il petrolio per l'ENI, curano i tumori in vari istituti, progettano nuovi prodotti finanziari per banche, si occupano elaborazione di immagini satellitari, lavorano alla Fiat sulle statistiche dei clienti; io faccio ricerca in un'industria metalmeccanica, ...
Qui verso metà pagina nella sezione Stages si trovano alcuni esempi. Per l'anno 2005 (io sono l'ultimo della lista) so che quasi tutti si sono sistemati e in diversi casi proprio dove hanno svolto lo stage.
"bobafett":
Bene, putroppo il vero problema è il LAVORO dopo l'università...
eh eh eh
"bobafett":
Bene, putroppo il vero problema è il LAVORO dopo l'università...
bobafett bella la tua firma!!!


D'altronde il signore nella mia foto penso che ne sappia qualcosa
Credo che le iscrizionialle università abbiano un andamneto "a picchi ed a valli".
Nel momento in cui si ha la sensazione che ci siano pochi iscritti in una certa disciplina ecco che questi aumentano vertiginisamente. Al contrario, se si ha la sensazione che ci siano troppi avvocati, troppi commercialisti ecco che le iscrizioni a giurisprudenza ed economia calano.
Nel momento in cui si ha la sensazione che ci siano pochi iscritti in una certa disciplina ecco che questi aumentano vertiginisamente. Al contrario, se si ha la sensazione che ci siano troppi avvocati, troppi commercialisti ecco che le iscrizioni a giurisprudenza ed economia calano.
Riporto dal sito http://www.uniroma1.it/infostat/cdl.php?cod=117&aa=2008
00674 - MATEMATICA Immatricolati 467
00674 - MATEMATICA Immatricolati 467
Bene, putroppo il vero problema è il LAVORO dopo l'università...

"gugo82":
[quote="WiZaRd"][quote="gugo82"]Per quanto riguarda Napoli, negli ultimi due anni il numero degli iscritti è andato calando inesorabilmente (si è formato un solo corso, mentre negli anni precedenti c'era bisogno di divedere i neoiscritti in due corsi, matricole pari/matricole dispari, con professori diversi).
Quest'anno ci sono due corsi: matricole pari e dispari.[/quote]
A Napoli?

Si vede che non vengo più molto frequentemente a M.S.A., non lo sapevo.

Ma siete divisi in gruppi numerosi o siete quattro gatti per aula?[/quote]
Mah...quando facciamo Analisi la B6 che conta 130 posti (mi pare ma non sono sicuro) è piena...quando facciamo geometria, algebra e programmazione siamo divisi in due gruppi (matricole pari e dispari)...io sto tra le dispari e siamo una quarantina-cinquantina: i pari sono di più....questi dati sono però relativi a due settimane fa, dato che sono 2 settimane che non ci vado

"irenze":
Alla Sapienza l'anno scorso c'era un SOSTANZIALE incremento degli iscritti (2 turni in 2 laboratori diversi per ogni canale quando a noi ne bastava 1 per 1 solo turno...)
Però non saprei dire se è una tendenza generalizzata.
Ho sentito una cosa abbastanza sgradevole riguardo agli iscritti a La Sapienza a matematica, e se non sbaglio ne ho parlato con qualcuno durante il meeting, non ricordo chi.
In pratica, perdonate i pochi dettagli burocratici, ho sentito che c'è stata una modifica al regolamento per la quale è più difficile trasferirsi da BIOLOGIA a MEDICINA.
Ora voi sapete che era un classico, per chi avesse fallito il test per medicina, ripiegare su biologia per poi cambiare.
Ora che la cosa si è complicata, matematica è diventata il nuovo "ponte".
All'inizio ero anche io stupito, ma ho avuto più di una conferma: un vicino di casa che si è iscritto a matematica (compagno di giochi da piccoli), aveva, e ancora ha, intenzione di approdare a medicina.
Inoltre l'altra volta ne parlavo con il mio professore, che sembra abbia sentito la stessa cosa da una ex allieva uscita l'anno scorso che attualmente sta a metematica (senza l'intenzione di andare a medicina).
Da quanto ho capito quindi è una cosa vera, spero di sbagliarmi però.
A Modena 10 anni fa eravamo circa 25 matricole, poi un calando continuo fino a 12 qualche anno dopo per ricominciare una lenta risalita da quando hanno iniziato a pagarle le matricole.
Quest'anno il vero boom: 38 matricole!
Più degli iscritti di 2° e 3° anno messi insieme.
Quest'anno il vero boom: 38 matricole!
Più degli iscritti di 2° e 3° anno messi insieme.
"WiZaRd":
[quote="gugo82"]Per quanto riguarda Napoli, negli ultimi due anni il numero degli iscritti è andato calando inesorabilmente (si è formato un solo corso, mentre negli anni precedenti c'era bisogno di divedere i neoiscritti in due corsi, matricole pari/matricole dispari, con professori diversi).
Quest'anno ci sono due corsi: matricole pari e dispari.[/quote]
A Napoli?

Si vede che non vengo più molto frequentemente a M.S.A., non lo sapevo.

Ma siete divisi in gruppi numerosi o siete quattro gatti per aula?
"gugo82":
Per quanto riguarda Napoli, negli ultimi due anni il numero degli iscritti è andato calando inesorabilmente (si è formato un solo corso, mentre negli anni precedenti c'era bisogno di divedere i neoiscritti in due corsi, matricole pari/matricole dispari, con professori diversi).
Quest'anno ci sono due corsi: matricole pari e dispari.
Alla Sapienza l'anno scorso c'era un SOSTANZIALE incremento degli iscritti (2 turni in 2 laboratori diversi per ogni canale quando a noi ne bastava 1 per 1 solo turno...)
Però non saprei dire se è una tendenza generalizzata.
Però non saprei dire se è una tendenza generalizzata.
Per quanto riguarda Napoli, negli ultimi due anni il numero degli iscritti è andato calando inesorabilmente (si è formato un solo corso, mentre negli anni precedenti c'era bisogno di divedere i neoiscritti in due corsi, matricole pari/matricole dispari, con professori diversi).
Suppongo che il dato riportato nell'articolo sia una media nazionale, ma di chi fa questi calcoli non mi fido troppo: infatti, per falsare i conti basta, ad esempio, non tenere conto della storia di ciascun ateneo, ossia non fare alcuna differenza tra università "vecchie", in cui le iscrizioni sono andate diminuendo, e "nuove", nelle quali è stato attivato il corso di laurea in Matematica da pochi anni e c'è un aumento importante delle iscrizioni rispetto all'anno precedente.
Sarei più contento se comunicassero esattamente il numero di iscritti e la loro distribuzione tra le varie università (non dico indicando proprio i nomi, ma almeno facendo distinzione tra grandi e piccoli atenei).
Suppongo che il dato riportato nell'articolo sia una media nazionale, ma di chi fa questi calcoli non mi fido troppo: infatti, per falsare i conti basta, ad esempio, non tenere conto della storia di ciascun ateneo, ossia non fare alcuna differenza tra università "vecchie", in cui le iscrizioni sono andate diminuendo, e "nuove", nelle quali è stato attivato il corso di laurea in Matematica da pochi anni e c'è un aumento importante delle iscrizioni rispetto all'anno precedente.
Sarei più contento se comunicassero esattamente il numero di iscritti e la loro distribuzione tra le varie università (non dico indicando proprio i nomi, ma almeno facendo distinzione tra grandi e piccoli atenei).