Logica, linguaggio e rapporti interpersonali

Sk_Anonymous
Ultimamente il problema del linguaggio mi sta ossessionando. Noto sempre più spesso come il dialogo con una o più persone risulti essere un guazzabuglio di fraintendimenti generato da una serie di utilizzi impropri dei vocaboli: in generale il vulgus (nel senso latino del termine) ignora, se non completamente, gran parte delle regole di inferenza della logica di tipo proposizionale - e si badi ben che questa non è un'autodichiarazione aristocratica quanto una semplice rilettura della realtà alla luce di alcune esperienze personali, prima fra tutte il mio appena intrapreso cammino universitario.
Una buona parte delle diatribe umane di qualsivoglia tipo si potrebbe evitare soltanto con la padronanza da parte degli interlocutori del linguaggio, e la conoscenza delle strutture logiche dello stesso, onde appunto evitare misunderstandings.

So poi benissimo che ci sono contesti in cui altri fattori intervengono, ed il formalismo passa in second'ordine... Sta di fatto che in alcuni di questi contesti preferirei il silenzio allo sproloquio (e, personalmente, mi impongo l'osservanza di questa "norma").

Quello che rilevo non è a mio avviso tanto un problema di forma, quanto di struttura e di consistenza: il linguaggio è de facto il veicolo del pensiero, ossia l'unico strumento con cui possiamo stabilire un legame tra noi, il mondo e gli altri essere senzienti. Un suo utilizzo errato è catastrofe: se già risulta estremamente complicata la traslitterazione pensiero-parola, una traslitterazione con dei bugs dovuti all'incapacità di adoperare lo strumento (leggasi: il linguaggio) equivale ad una perdita fatale di informazione. I risultati: relazioni umane incomplete, stupide, banali.
L'unica soluzione che vedo è un rapporto fondato sul mutismo e sul silenzio, forse anche per recuperare quel legame - di cui postulo l'esistenza - che non sussiste più tra gli esseri umani.

Cosa ne pensate?

Risposte
Sk_Anonymous
"killing_buddha":
E' un po' lungo, ma merita di essere letto tutto (click)

Merita un casino, sì. Grazie per la segnalazione.

killing_buddha
[...] notoriamente, non c’è classificazione dell’universo che non sia arbitraria e congetturale. La ragione è molto semplice: non sappiamo che cosa è l’universo. «Il mondo» scrive David Hume, «è forse l’abbozzo rudimentale di un dio subalterno, del quale gli dèi superiori si burlano; è la confusa produzione di una divinità decrepita, tenuta in disparte, che è già morta» (Dialogues Concerning Natural Religion, V, 1779).

Si può andare più lontano; si può sospettare che non vi sia universo nel senso organico, unificatore, che ha questa ambiziosa parola. Se c’è, bisogna immaginare le parole, le definizioni, le etimologie, le sinonimie, del segreto dizionario di Dio

killing_buddha
E' un po' lungo, ma merita di essere letto tutto (click)

Sk_Anonymous
"Sergio":

Sì, ne sentivo l'odore. Per questo mi permetto di consigliarti di andare oltre, di dare un'occhiata ai giochi linguistici, a parole che hanno un uso più che un significato. Alle Ricerche più che al Tractatus.

Sì, ci devo provare, anche se il "secondo" Wittgenstein non mi ha mai convinto più di tanto.

Sk_Anonymous
[OT]
"Delirium":

[quote="giuliofis"]Delirium, nessun soprannome fu più azzeccato. :-D

Dici che è per questo che non riesco a trovare la ragazza :-D ?
[/quote]
Delirium: "Aspetta donna, ma se $A \rightarrow B$, non è mica vero che $\neg A \rightarrow \neg B$!!!"
Mmmmh..! :-D
[/OT]

Sk_Anonymous
[OT - Battuta]
"giuliofis":
Delirium, nessun soprannome fu più azzeccato. :-D

Dici che è per questo che non riesco a trovare la ragazza :-D ?
[/OT]

Sk_Anonymous
Delirium, nessun soprannome fu più azzeccato. :-D

Martino
"Sergio":
Se la domanda fosse stata «Quale di questi personaggi non è citato né nella Bibbia né nel Corano?» avrebbero capito tutti :|
Il senso della domanda non voleva essere questo, mi sembra. Il senso doveva essere: per quale personaggio P la proposizione "P è citato sia nella bibbia che nel corano" è falsa? Quindi secondo me la formulazione del quiz era quella giusta. Che sia assolutamente ingenuo credere che qualsiasi formulazione di stile "quotidiano" non risulti ambigua, è un altro discorso :D

Rggb1
"Sergio":
... non è un errore ...

Per i puristi come il sottoscritto, lo è. ;)

"Sergio":
Fonte: Accademia della Crusca.

Fonte inaffidabile: ho parlato di puristi. :-D

Rggb1
"Sergio":
Un paio d'anni fa qualcuno ricordava la sua frustrazione in famiglia: non ne volevano sapere di capire il vero significato logico della domanda di un quiz televisivo «Quale di questi personaggi non è citato sia nella Bibbia che nel Corano?»

Mi ricordavo quella discussione. Però mi sono accorto (adesso, dopo soli due anni) che la domanda corretta avrebbe dovuto essere

"Quale di questi personaggi non è citato sia nella Bibbia sia nel Corano?"

e la discussione in famiglia si sarebbe risolta. In pratica, se offendi la grammatica non avrai mai del bene. :-D

Sk_Anonymous
"Sergio":
[quote="Delirium"]Cosa ne pensate?

Che lo studio della logica può essere dannoso :wink: [...][/quote]
Probabilmente hai ragione, Sergio.

Il fatto è che la riflessione di Wittgenstein intorno al linguaggio è di una potenza micidiale, e non riesco a levarmi dalla testa le parole del Tractatus. Secondo me nascosto tra quelle righe c'è un grido disperato di un pensatore che ha raggiunto il limes, di un filosofo costantemente preso da due correnti: la prima che tentava di condurlo verso una sorta di meccanicismo linguistico basato sul supposto isomorfismo sussistente tra struttura del linguaggio e struttura della realtà, e la seconda che invece lo respingeva indietro, verso un rifiuto della parola stessa. Egli medesimo scrisse: «Il mio lavoro consiste di due parti: di quello che ho scritto, ed inoltre di tutto quello che non ho scritto. E proprio questa seconda parte è quella importante. [...]» Di per me, mi sento calato esattamente in questi panni (donde le mie affermazioni di sopra).

Se il nucleo del pensiero è celato oppure addirittura soffocato dalle parole, allora tanto vale darsi al mutismo, oppure ad una forma di comunicazione diversa, basata su altro, ma non sulla parola.

Del resto dev'essere sempre la solita tendenza che ho, ossia quella di vedere tragedia ovunque.

Dreamphiro
Proprio per questo ci sono stati secoli di studi sulla logica. Proprio per questo é nata la Filosofia. Proprio per questo c'é la logica matematica.

gundamrx91-votailprof
E la telepatia??

Scusa la battuta, ma mutismo e silenzio penso sia l'estremo opposto della situazione che ora critichi, e per me, che sono sempre alla ricerca di un equilibrio "delle cose", non la trovo la soluzione migliore.

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