Liberalizzazioni

Rggb1
"Uhm uhm", mi hai colpito ma rimango dubbioso, alcuni punti vanno precisati.
"Sergio":
Per capire cosa siano in concreto, basta guardare l’art. 10 della legge 183/2011 [5]: gli studi professionali possono diventare società, anche società di capitali; i soci possono essere non solo professionisti o tecnici, ma anche… puri e semplici "investitori".
...
Certo, la possibilità di compensi più bassi delle tariffe stabilite dagli ordini professionali è una buona cosa, potremmo anche desiderare che gli avvocati guadagnassero un po' meno, ma saremmo proprio strani se volessimo anche che quel guadagno, invece di far parte del nostro reddito nazionale, diventasse parte del reddito di qualche vicino. O no?

"Ni".
Primo, le corporazioni professionali da noi sono veramente dure. Secondo, molti professionisti evadono tasse, e anche parecchio. Recuperarne almeno un po' mica mi farebbe specie.

"Sergio":
Farmacisti? La stessa cosa. Parafarmacia vuol dire grande distribuzione. E a chi appartiene sempre più la grande distribuzione? GS è diventata Carrefour, Upim/SMA è diventata Simply, Auchan sta in molti centri commerciali ecc. E dove vanno a finire i profitti? In Francia.

Mica tanto; è parecchio che le gdo francesi cercano di colonizzare l'Italia, hanno fatto bei progressi ma hanno di fronte un bel po' di concorrenza (dè, anche Caprotti ;)) e gli si para davanti un muro un po' altino:
http://www.e-coop.it/
Anni fa si temeva che arrivasse Wal-Mart e facesse piazza pulita, ma hanno rinunciato afair.

"Sergio":
Tassisti? La stessa cosa.

Sulla categoria ammetto di essere ignorante come le capre. Ma credo di essere in buona compagnia: anzi, molti si chiederanno perché invece di cominciare dagli avvocati si cominci dai tassisti...

"Sergio":
Proviamo piuttosto a pensare che riforme serie (non à la Brunetta) della pubblica amministrazione e della giustizia civile sarebbero molto più utili. Anche in termini di PIL. Anche in termini di reddito nazionale.

Lasciamo perdere Brunetta... ce ne siamo liberati, pur se troppo tardi - ha fatto più danni delle cavallette, ne azzeccava una su dieci (e sono magnanimo, riconoscendo un'alta percentuale sulle poche cose che ha azzeccate).

Sulla PA c'è molto da fare.

Risposte
Ingkina
"Sergio":
[quote="vict85"]Liberalizzare in genere porta a ridurre i prezzi.

Su quale pianeta?
http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -26016018/
http://www.cgiamestre.com/wp-content/up ... 2011-1.doc

Aggiungo qualche nota:
a) la diminuzione del costo dell'energia elettrica dipende in misura non trascurabile dal fotovoltaico; il fotovoltaico è in sé poca roba, ma è cresciuto molto e, soprattutto, rende meglio quando c'è più bisogno di energia elettrica (ore centrali del giorno), quindi aiuta significativamente a ridurre il costo marginale dell'energia elettrica (quello che si ha nei picchi di consumo), e con ciò anche quello totale:
http://www.legacoop.it/cooperambiente/d ... llette.pdf
b) la diminuzione più sensibile è quella delle tariffe telefoniche, che però dipende dai progressi nella tecnologia; per il resto, le nostre tariffe sono le più care d'Europa proprio grazie alle liberalizzazioni, cioè alla presenza di operatori come Vodafone e WInd:

http://www.ilsole24ore.com/art/economia ... d=Aatv3DME

Morale: se fossimo ancora nel XIX secolo, potremmo anche credere ad una "liberalizzazione" che combatte i monopoli... ereditati dall'ancien régime, ma ormai "liberalizzare" vuol dire regalare i mercati agli oligopoli, ovviamente anche esteri.[/quote]

Qual è la gamma di capacità del sistema fotovoltaico, se li usiamo nelle case

vict85
Modificare la legislazione sui taxi non la trovo una priorità; ho solo detto come cambierei le cose se si decidesse di farlo e non volevo dire nulla di rivoluzionario. Sulle farmacie lo trovo un po' più sensato. Personalmente cambierai anche tante cose; nessuna delle quali per ridurre la spesa pubblica e non direi che influenzano troppo neanche la crescita. Io infatti di spesa pubblica non ho parlato. Riguardo alle farmacie liberalizzare (nel senso di permettere ai laureati in farmacia di aprirne una) è al massimo per dare una maggiore equità ma i costi dei medicinali sono abbastanza fissi e più farmacie vuol dire solamente che è più facile trovarne una aperta (e la quantità di tasse non cambia molto).

Io comunque avevo già espresso in un’altra discussione la mia opinione negativa rispetto ad una politica troppo improntata verso la parità nel breve termine. C’è troppo poco per stimolare la crescita ed inoltre i politici non mi sembrano troppo disposti ad eliminare i loro sprechi. Con questo atteggiamento non mi sembra che possano recuperare molto credito. In fin dei conti sono 15 anni che si parla di riforme strutturali, di dover migliorare il mercato del lavoro (negli ultimi anni hanno solo saputo peggiorare la situazione dei giovani) e di molte altre cose. Ma per come si mettono le cose mi sa che ne passeranno altri 15. Anche in questo non avrei incominciato dai tassisti.

Riguardo alle liberalizzazioni mi riferivo a settori differenti. Sono stato un po' troppo generale in effetti. Settori come quello ferroviario o quello postale parlare di liberalizzazioni è improprio: si tratta più che altro di privatizzazioni, è nel caso specifico hanno di fatto creato delle società monopoliste private. Il mercato è libero solo a parole. Per quello della telefonia le riduzioni non sono state del tutto volontarie (tra l'altro in passato avevo sentito voci su accordi tra i vari operatori quindi non si può certo chiamare libero). Io mi riferivo solo al fatto che in mercati come quello dei panettieri se si pone un limite al numero di panetterie per abitanti allora il prezzo potrebbe essere maggiore ed in quel caso permettere di aprire nuove panetterie potrebbe portare a riduzioni dei prezzi. Le assicurazioni sono un settore ben diverso.

In genere comunque spingere verso oligopoli o monopoli, se non controllati fortemente dallo stato, porta a prezzi più alti.

P.S: Ho parlato di economie di scala solo per dire che non era detto che avere una concorrenza perfetta permettesse il prezzo minore possibile. Non è ovviamente detto che tutte le economie scalino bene.

sonoqui_1
"vict85":
[quote="sonoqui_"]Non sarebbe più semplice il metodo inverso alla liberalizzazione per contenere i prezzi di alcuni servizi e prodotti? Si possono stabilire dei prezzi massimi da rispettare?


:roll: Ho l'impressione che tu non abbia mai studiato economia. Comunque questo è ciò che accade per i notai :wink: . Liberalizzare in genere porta a ridurre i prezzi. Ovviamente parlo di liberalizzare sul serio cioè eliminare i limiti, giuridici ma non solo, che limitano la libera concorrenza e l'entrata nel mercato. Ci sono comunque casi in cui monopoli e oligopoli possono garantire costi inferiori in virtù delle economie di scala ma non è certo il caso degli albi professionali.
[/quote]
Le economie di scala spesso, anche se economicamente convenienti risultano essere energeticamente sconvenienti, dipende dai casi. Credo che sia molto difficile eliminare ogni tipo di limite alla libera concorrenza.

vict85
"sonoqui_":
Non sarebbe più semplice il metodo inverso alla liberalizzazione per contenere i prezzi di alcuni servizi e prodotti? Si possono stabilire dei prezzi massimi da rispettare?


:roll: Ho l'impressione che tu non abbia mai studiato economia. Comunque questo è ciò che accade per i notai :wink: . Liberalizzare in genere porta a ridurre i prezzi. Ovviamente parlo di liberalizzare sul serio cioè eliminare i limiti, giuridici ma non solo, che limitano la libera concorrenza e l'entrata nel mercato. Ci sono comunque casi in cui monopoli e oligopoli possono garantire costi inferiori in virtù delle economie di scala ma non è certo il caso degli albi professionali.

X Sergio: Comunque io non vedo di per se sbagliato che esistano professionisti dipendenti. Il problema consiste più che altro che nel momento in cui un professionista è un dipendente quest'ultimo vada pagato di conseguenza. Personalmente non vedo tutta questa “professionalità” nel fare il tassista. Mentre trovo insensato che una farmacia o uno studio legale sia gestito da gente che non è ne l'uno ne l'altro non vedo grandi problemi nel caso dei tassisti (a patto che però la cosa venga resa trasparente). L'importante è che i tassisti non siano sfruttati, siano pagati secondo un contratto da dipendente (per esempio a ore) e che tutti gli oneri connessi alle autovetture siano del proprietario.
Su questo punto di vista direi che personalmente liberalizzerei così:
1. l'abilitazione a guidare taxi è personale (magari prevedendo una patente particolare per il trasporto di persone),
2. chiunque può chiedere la licenza per aprire una società di taxi (o più in generale di trasporto civile),
3. si richiede che i taxi possiedano certe caratteristiche (specialmente sanitarie) e che vengano controllati periodicamente,
4. si istituisce un contratto nazionale per i tassisti,
5. si richiede che per società con più di un certo numero di taxi (tre per esempio) esista una sede legale in cui i taxi devono stazionare quando non sono usati (eventualmente con officina meccanica).
Non vedo perché debba essere diverso per i tassisti rispetto ad altri lavori simili come i camionisti o gli autisti di autobus (per cui si richiedono più capacità tra l'altro).

Eventualmente si possono disporre facilitazioni quando la società è composta da un solo tassista o è una cooperativa. Naturalmente non vedo la ragione per limitarne il numero o imporre prezzi.

sonoqui_1
Non sarebbe più semplice il metodo inverso alla liberalizzazione per contenere i prezzi di alcuni servizi e prodotti? Si possono stabilire dei prezzi massimi da rispettare?

vict85
"Sergio":
Farmacisti? La stessa cosa. Parafarmacia vuol dire grande distribuzione. E a chi appartiene sempre più la grande distribuzione? GS è diventata Carrefour, Upim/SMA è diventata Simply, Auchan sta in molti centri commerciali ecc. E dove vanno a finire i profitti? In Francia.


La tua è una fobia :roll: . Attualmente in Italia è pressoché impossibile aprire una “nuova farmacia”. Le parafarmacia sono sorte di giochetti per liberalizzare senza, in realtà, farlo. Comunque trovo un po' insensate tre cose:
1. continuano a non permettere ad un qualsiasi laureato in farmacia di aprire una farmacia mantenendo quindi la casta dei farmacisti (da distinguere da quelli che invece, a parità di titoli e capacità, ci lavorano o lavorano per le case farmaceutiche).
2. liberalizzano alcuni farmaci permettendo di venderli nei supermercati e nelle parafarmacie. Invece di semplicemente di permettere alle parafarmacie di vendere qualsiasi cosa che non richieda ricetta e ai supermercati di aver un “reparto parafarmaceutico” o anche “farmaceutico” purché adeguatamente diviso dal resto e con un addetto alla sua supervisione (laureato in farmacia per quelli farmaceutici). Anche se una volta liberalizzate davvero le farmacie mi chiedo se le parafarmacie abbiano davvero senso di esistere.
3. La storia dei 15.000 abitanti non ha nessun senso. Io sono nato in un paese di meno di 15.000 abitanti; qualsiasi supermercato della provincia di Vercelli (in cui quasi nessuna città raggiunge i 15.000 abitanti) è almeno 3-4 volte più grande di un qualsiasi supermercato medio di Milano, Torino o Roma. Quasi tutti possiedono parafarmacie nello stesso palazzo o all'interno del supermercato. Il limite ai 15.000 dimostra che non conoscono nulla dei paesi di questa dimensione. Una divisione legata alla metratura sarebbe più sensata.

DavideGenova1
"Sergio":
Come se la crisi mondiale fosse colpa dei tassisti! Come se la lobby fosse quella dei notai, non quella della finanza! [1]
Ma chi vogliono ingannare? Tanti. Che, ahimé, sono pronti a lasciarsi ingannare.


Purtroppo non ho molto tempo per partecipare alle interessantissime discussioni di argomento economico, politico e filosofico che si tengono spesso in questo forum Generale, ma non resisto al dire "quanto hai ragione...". E su quante cose quanti sono pronti a lasciarsi ingannare!
Ciao a tutti!

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