Lettura: consigli e riflessioni
Premetto che non ho ancora trovato in sezione un thread recente dedicato alla lettura e alla condivisone recensiva di opere letterarie/romanzi/libri in generale, per questo ho deciso di dedicarne uno, sperando a vostro completo piacimento.
Potrete raccontare le vostre impressioni, le vostre critiche, i vostri interessi letterari in modo che vengano condivisi con gli utenti.
Gradirei sapere quali sono state le vostre maggiori soddisfazioni, su tutti i punti di vista, in ambito di libri. Qual è stato il libro (o il romanzo) che vi ha più entusiasmato? Chi è lo scrittore in assoluto che è più in grado di coinvolgerci, crearci suspanse e quel senso di irreprensibile voglia di sbranare le bianche pagine di un libro? Qual è quel libro che racchiude in sè la propria personalità, il proprio carattere?
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Lancio la prima pietra.
In più di un decennio, non ho ancora avuto l'occasione di ricevere da parte di un professore di lettere un libro veramente indimenticabile. Tra questi, quello che più si avvicina alle mie aspettative è stato scritto da una professoressa di lettere e latino piemontese di nome Paola Mastrocola. Il libro si intitola "Una barca nel bosco".
Un altro libro consigliabile di paragonabile livello è stato scritto recentemente da "Alessandro d'Avenia" e s'intitola Cose che nessuno sa.
Per chi volesse immergersi nel completo mondo filosofico e passionale di una tormentata storia d'amore consiglio "Treno di notte per Lisbona" di Pascal Mercier. L'omonimo film è uscito pochi mesi fa nelle sale cinematografiche ed è ambientato a Berna e a Lisbona. L'autore è svizzero.
Non mi entusiasma la stile di Italo Calvino: ho letto un paio dei suoi libri e, seppur il primo (Sentieri dei nidi di ragno) sia scritto in un italiano semplice, comprensibile e scorrevole più di quanto lo sia il secondo (Se una notte d'inverno un viaggiatore), non li apprezzo entrambi e ritengo che la trama sia poco originale ma essenziale nel primo caso e originale nel secondo ma resa noiosa e poco scorrevole dal ritmo e lo sviluppo dei personaggi. Il processo di rivalutazione dell'autore non ha avuto successo.
Ho letto anche alcuni libri collegati alla matematica: Zio Petros e la Congettura di Goldbach, L'uomo che sapeva contare e Il teorema del pappagallo; quest'ultimo ho dovuto interromperlo a metà, ma in generale nulla di fenomenale.
Non mi dilungo oltre.
Il mio autore preferito è Dan Brown.
È per me uno scrittore che riesce a dosare perfettamente gli elementi di intrattenimento, coinvolgimento, di digressione e di "appassionamento", non necessari ma essenziali per la buona riuscita di un romanzo.
Dan Brown è uno dei pochi scrittori che riesce ad avvincerti.
Ad essere precisi, ho trovato particolarmente avvincente il suo ultimo romanzo, Inferno, che ho appena finito di leggere in inglese (e una parte in italiano); ma quasi imparagonabili sono i suoi ultimi debutti "Angeli e Demoni" e "Il codice da Vinci". Sottolineo che si tratta di "romanzi" e non di "trattati sull'arte rinascimentale italiana" ovvero di un "saggio sul l'architettura toscana" nell'ultimo caso. L'unico scopo di questo genere di libri è quello di intrattenere il lettore e i libri di Dan Brown ci riescono benissimo. Il loro ritmo incalzante, il termine mozzafiato dei brevi capitoli rende secondo me questo genere di libri unico.
Dico questo in quanto molti critici recensiscono negativamente i suoi libri in quanto "colmi di difetti" storici; penso che tutti abbiano sentito citare almeno una volta la teoria che l'autore presenta nel libro che l'ha reso più famoso.
Da Italiano (con la I maiuscola e ben fiero di esserlo) non mi sento in alcun modo minacciato da presunte "manie da professorino" di Dan Brown. L'autore non ha mai preteso di ricevere il premio Nobel per la letteratura. Una cosa è certa: in Italia abbiamo un patrimonio artistico unico al mondo che non sappiamo (o vogliamo) valorizzare appieno.
Di questi tempi non mi preoccupano le inesattezze commesse da Dan Brown: rimango ben più perplesso di fronte alla miriade di persone (pazienza all'estero, mi riferisco all'Italia) che la Divina Commedia, Dante Alighieri, Botticelli... non li hanno neanche sentiti nominare.
E poi... non so gli altri, ma io mi sento ben più determinato a visitare i luoghi descritti nei suoi romanzi dopo la lettura. È incantevole verificare se ciò che si aveva immaginato corrisponde esattamente alla realtà.
A breve mi tufferò nella lettura di "The book thief", ovvero "La bambina che salvava i libri".
Detto questo, il mio consiglio finale è di leggere i romanzi di Dan Brown. E il vostro? Aspetto i vostri pareri sul mondo della lettura.
Potrete raccontare le vostre impressioni, le vostre critiche, i vostri interessi letterari in modo che vengano condivisi con gli utenti.
Gradirei sapere quali sono state le vostre maggiori soddisfazioni, su tutti i punti di vista, in ambito di libri. Qual è stato il libro (o il romanzo) che vi ha più entusiasmato? Chi è lo scrittore in assoluto che è più in grado di coinvolgerci, crearci suspanse e quel senso di irreprensibile voglia di sbranare le bianche pagine di un libro? Qual è quel libro che racchiude in sè la propria personalità, il proprio carattere?
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Lancio la prima pietra.
In più di un decennio, non ho ancora avuto l'occasione di ricevere da parte di un professore di lettere un libro veramente indimenticabile. Tra questi, quello che più si avvicina alle mie aspettative è stato scritto da una professoressa di lettere e latino piemontese di nome Paola Mastrocola. Il libro si intitola "Una barca nel bosco".
Un altro libro consigliabile di paragonabile livello è stato scritto recentemente da "Alessandro d'Avenia" e s'intitola Cose che nessuno sa.
Per chi volesse immergersi nel completo mondo filosofico e passionale di una tormentata storia d'amore consiglio "Treno di notte per Lisbona" di Pascal Mercier. L'omonimo film è uscito pochi mesi fa nelle sale cinematografiche ed è ambientato a Berna e a Lisbona. L'autore è svizzero.
Non mi entusiasma la stile di Italo Calvino: ho letto un paio dei suoi libri e, seppur il primo (Sentieri dei nidi di ragno) sia scritto in un italiano semplice, comprensibile e scorrevole più di quanto lo sia il secondo (Se una notte d'inverno un viaggiatore), non li apprezzo entrambi e ritengo che la trama sia poco originale ma essenziale nel primo caso e originale nel secondo ma resa noiosa e poco scorrevole dal ritmo e lo sviluppo dei personaggi. Il processo di rivalutazione dell'autore non ha avuto successo.
Ho letto anche alcuni libri collegati alla matematica: Zio Petros e la Congettura di Goldbach, L'uomo che sapeva contare e Il teorema del pappagallo; quest'ultimo ho dovuto interromperlo a metà, ma in generale nulla di fenomenale.
Non mi dilungo oltre.
Il mio autore preferito è Dan Brown.
È per me uno scrittore che riesce a dosare perfettamente gli elementi di intrattenimento, coinvolgimento, di digressione e di "appassionamento", non necessari ma essenziali per la buona riuscita di un romanzo.
Dan Brown è uno dei pochi scrittori che riesce ad avvincerti.
Ad essere precisi, ho trovato particolarmente avvincente il suo ultimo romanzo, Inferno, che ho appena finito di leggere in inglese (e una parte in italiano); ma quasi imparagonabili sono i suoi ultimi debutti "Angeli e Demoni" e "Il codice da Vinci". Sottolineo che si tratta di "romanzi" e non di "trattati sull'arte rinascimentale italiana" ovvero di un "saggio sul l'architettura toscana" nell'ultimo caso. L'unico scopo di questo genere di libri è quello di intrattenere il lettore e i libri di Dan Brown ci riescono benissimo. Il loro ritmo incalzante, il termine mozzafiato dei brevi capitoli rende secondo me questo genere di libri unico.
Dico questo in quanto molti critici recensiscono negativamente i suoi libri in quanto "colmi di difetti" storici; penso che tutti abbiano sentito citare almeno una volta la teoria che l'autore presenta nel libro che l'ha reso più famoso.
Da Italiano (con la I maiuscola e ben fiero di esserlo) non mi sento in alcun modo minacciato da presunte "manie da professorino" di Dan Brown. L'autore non ha mai preteso di ricevere il premio Nobel per la letteratura. Una cosa è certa: in Italia abbiamo un patrimonio artistico unico al mondo che non sappiamo (o vogliamo) valorizzare appieno.
Di questi tempi non mi preoccupano le inesattezze commesse da Dan Brown: rimango ben più perplesso di fronte alla miriade di persone (pazienza all'estero, mi riferisco all'Italia) che la Divina Commedia, Dante Alighieri, Botticelli... non li hanno neanche sentiti nominare.
E poi... non so gli altri, ma io mi sento ben più determinato a visitare i luoghi descritti nei suoi romanzi dopo la lettura. È incantevole verificare se ciò che si aveva immaginato corrisponde esattamente alla realtà.
A breve mi tufferò nella lettura di "The book thief", ovvero "La bambina che salvava i libri".
Detto questo, il mio consiglio finale è di leggere i romanzi di Dan Brown. E il vostro? Aspetto i vostri pareri sul mondo della lettura.
Risposte
"Gio73":
Giuliofis ha un conto aperto con questa professoressa, se legge questo topic darà sfogo a tutte le sue critiche
In effetti appena ho letto quel nome mi sono messo a scrivere, senza nemmeno leggere il resto e i messaggi successivi. Hai buona memoria!
Ed ora, Luca e Paola, veniamo a noi.
"Luca":
Paola Mastrocola
Questa signora ha scritto uno dei peggiori libri che abbia mai letto. Il titolo? Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare. Sostanzialmente è un attacco agli studenti, su cui viene riversata quasi tutta la colpa del non saper scrivere e di odiare la letteratura. Sarà forse anche colpa un po' sua, docente di Lettere in un liceo scientifico? Io ho avuto insegnanti talmente bravi nel fare il loro lavoro che ho letto per conto mio I fiori del male e quasi tutte le poesie di Gozzano e Corazzini, e sono sono certo l'unico! Conosco tantissime persone a cui gli insegnanti hanno saputo trasmettere passione e dedizione, e dunque non può essere colpa della scuola se il numero di "fannulloni" (termine mio, non suo) è aumentato!
In questa video intervista la professoressa espone la sua scuola ideale: "Spazzerei via tutto quello che c'è e ricomincerei da capo. Io farei una grande scuola dell'obbligo (sono incerta se otto o dieci anni), una scuola tostissima! Io devo uscire di lì che so: l'italiano alla perfezione, so parlare, so scrivere, so due lingue straniere, so qualcosa di matematica, so la storia e la geografia... Cos'ho dimenticato?". Oh, figo. Qualcosa di matematica. E dove sono le discipline tecnico scientifiche? Oh, già, per la professoressa i saperi pratici (legati a quelli tecnico scientifici, direi io) sono "saperi piatti e servili che ci attorniano e ci assordano soltanto". Cos'ha dimenticato, signora professoressa? Non si preoccupi, si è dimenticata soltanto dell'intera cultura scientifica! Insomma, robetta; ricordiamoci tutti, però, che Tasso è fondamentale e non possiamo non studiarlo.
Sono passati due/tre anni da quando l'ho letto, e purtroppo mi è rimasto solo questo in mente, oltre all'odio (così l'ho percepito) nei confronti degli studenti e una piccola ammirazione per la scuola di Don Milani (e non come il suo pensiero è stato successivamente interpretato per "riformare" la scuola!), che io non condivido. Dello stile, poi, non ne parliamo: un uso smodato dei due punti, di frasi brevi, di frasi del tipo "Che però è invisibile", isolate perché inserita tra due punti fermi, oppure "Non mi piace vivere sotto una cappa e fare la tartaruga [PUNTO] Lo trovo soffocante [PUNTO]". C'è davvero bisogno di tutti questi punti? Mah... O ancora: "Quest'anno siamo fortunati perché la nebbia c'è [PUNTO] È tornata [PUNTO] Meno male [PUNTO]" Ma porca miseria, è snervante!!!
Prima o poi lo rileggerò (quando vorrò arrabbiarmi) e, magari, posterò una critica migliore, che è basata solo sulla memoria e sullo sfogliare le prime pagine.
Per il momento consiglio agli utenti di Matematicamente di rivolgersi ad autori di ben altro spessore, mentre alla professoressa, beh, non posso far altro che copiare il consiglio di Patrizia, recensore su IBS: "In fondo, la Mastrocola, la soluzione ce la dà fin dall'inizio: che tolga il disturbo e buona notte. E pace se le verrà pagata una pensione per un lavoro che non ha fatto, perché proprio non sapeva."
"gio73":
Buzzati... "Il deserto dei tartari" maybe?
Anche... quello è il più conosciuto. In prima ho letto l'insieme di racconti... non ricordo come s'intitola.
Dimenticavo Agatha Christie! 10 piccoli indiani forever... Pensa che il nome originale era "Ten Little Niggers"; non traduco prima che qualcuno mi ritenga volgare

Mi è meno piaciuto "The murder of Roger Ackroyd".
L'anno scorso ho anche letto "Io non ho paura" di Niccoló Ammaniti (bello), "Il bar sotto il mare" e parte dell'Odissea...

Buzzati... "Il deserto dei tartari" maybe?
Ho letto un brano di antologia estratto dal "Giovane Holden" e mi era piaciuto molto.
Condivido quanto dici di Calvino: non é mai stato sottovalutato, anzi.
Mi riferivo alla mia esperienza personale: la nostra insegnante ci aveva proposto un altro libro del medesimo autore (visto che la classe aveva disprezzato il primo) in modo da poterlo rivalutare. Per quanto mi riguarda, l'operazione
non ha avuto successo. Calvino non riesce proprio ad entusiasmarmi, non vedo nulla di speciale nei suoi libri.
Non che detesti i classici: Buzzati mi era piaciuto...
Condivido quanto dici di Calvino: non é mai stato sottovalutato, anzi.
Mi riferivo alla mia esperienza personale: la nostra insegnante ci aveva proposto un altro libro del medesimo autore (visto che la classe aveva disprezzato il primo) in modo da poterlo rivalutare. Per quanto mi riguarda, l'operazione

Non che detesti i classici: Buzzati mi era piaciuto...
"Luca":
In più di un decennio, non ho ancora avuto l'occasione di ricevere da parte di un professore di lettere un libro veramente indimenticabile. Tra questi, quello che più si avvicina alle mie aspettative è stato scritto da una professoressa di lettere e latino piemontese di nome Paola Mastrocola. Il libro si intitola "Una barca nel bosco".
Giuliofis ha un conto aperto con questa professoressa, se legge questo topic darà sfogo a tutte le sue critiche
"Luca":
Non mi entusiasma la stile di Italo Calvino: ho letto un paio dei suoi libri e, seppur il primo (Sentieri dei nidi di ragno) sia scritto in un italiano semplice, comprensibile e scorrevole più di quanto lo sia il secondo (Se una notte d'inverno un viaggiatore), non li apprezzo entrambi e ritengo che la trama sia poco originale ma essenziale nel primo caso e originale nel secondo ma resa noiosa e poco scorrevole dal ritmo e lo sviluppo dei personaggi. Il processo di rivalutazione dell'autore non ha avuto successo.
E' mai stato svalutato Calvino?
E' un autore che amo molto.
"Luca":
Detto questo, il mio consiglio finale è di leggere i romanzi di Dan Brown.
Non prendertela, ma non seguirò il tuo consiglio.
Ora un po' di titoli random
T. Mann "La montagna incantata"
G. G. Marquez "Cent'anni di solitudine"
L. F. Celine "Viaggio al termine della notte"
M. Bulgacov "Il maestro e Margherita"
J. D. Salinger "Il giovane Holden"