Lettera di Ratzinger a Odifreddi
L'uomo precedentemente noto come Papa scrive ad Odifreddi una lettera della quale La Repubblica on line riporta alcuni passaggi.
Sono abbastanza convinta che quanto a finezza intellettuale, Raztinger mangi Odifreddi a colazione; non che Odifreddi non sia competente nel suo ambito, ma lo si trova risucchiato in una discendente spirale di divulgazione scientifica, ateismo della domenica e promozione commerciale dei suoi (troppi) libri. Ho ascoltato una sua conferenza e l'ho trovato di poca onestà intellettuale, costantemente teso a sollevare argomenti religiosi anche fuori contesto. Esattamente il contrario di ciò che ci si aspetterebbe da chi fa del metodo scientifico una bandiera.
Ciò premesso, il fatto che Ratzinger, anziché avviare un confronto serio e competente con il mondo scientifico, si dedichi a replicare alle annacquate argomentazioni di un superdivo della divulgazione, è segno del livello di faciloneria e dabbenaggine su cui le recenti, discutibili "aperture al dialogo" della chiesa si sono attestate. Insomma, solo l'ennesima manifestazione della strategia comunicativa con cui la chiesa sta cercando di rilanciarsi agli occhi del popolino 2.0.
Sto chiaramente esagerando per enfatizzare il concetto, ma la sproporzionata, finto ingenua pubblicità che questo genere di atti (eclatanti, ma inconsistenti) si guadagnano non può che essere fonte di irritazione.
A voi.
Sono abbastanza convinta che quanto a finezza intellettuale, Raztinger mangi Odifreddi a colazione; non che Odifreddi non sia competente nel suo ambito, ma lo si trova risucchiato in una discendente spirale di divulgazione scientifica, ateismo della domenica e promozione commerciale dei suoi (troppi) libri. Ho ascoltato una sua conferenza e l'ho trovato di poca onestà intellettuale, costantemente teso a sollevare argomenti religiosi anche fuori contesto. Esattamente il contrario di ciò che ci si aspetterebbe da chi fa del metodo scientifico una bandiera.
Ciò premesso, il fatto che Ratzinger, anziché avviare un confronto serio e competente con il mondo scientifico, si dedichi a replicare alle annacquate argomentazioni di un superdivo della divulgazione, è segno del livello di faciloneria e dabbenaggine su cui le recenti, discutibili "aperture al dialogo" della chiesa si sono attestate. Insomma, solo l'ennesima manifestazione della strategia comunicativa con cui la chiesa sta cercando di rilanciarsi agli occhi del popolino 2.0.
Sto chiaramente esagerando per enfatizzare il concetto, ma la sproporzionata, finto ingenua pubblicità che questo genere di atti (eclatanti, ma inconsistenti) si guadagnano non può che essere fonte di irritazione.
A voi.
Risposte
Infatti io non leggo quando parla di queste cose, apprezzo invece i suoi articoli di matematica su le scienze (anche se con il crescere delle mie conoscenze matematiche sempre meno).
[quote=Rule30]L'uomo precedentemente noto come Papa scrive ad Odifreddi una lettera della quale La Repubblica on line riporta alcuni passaggi.
Sono abbastanza convinta che quanto a finezza intellettuale, Raztinger mangi Odifreddi a colazione; non che Odifreddi non sia competente nel suo ambito, ma lo si trova risucchiato in una discendente spirale di divulgazione scientifica, ateismo della domenica e promozione commerciale dei suoi (troppi) libri. Ho ascoltato una sua conferenza e l'ho trovato di poca onestà intellettuale, costantemente teso a sollevare argomenti religiosi anche fuori contesto. Esattamente il contrario di ciò che ci si aspetterebbe da chi fa del metodo scientifico una bandiera.
La difesa della razionalità per Odifreddi è diventata a un certo punto una fissazione, una specie di ossessione per nulla razionale, ricordo qualche anno fa un suo articolo (purtroppo non riesco a ritrovarlo) in cui accusava la società contemporanea di oscurantismo e irrazionalismo, e tra i colpevoli diffusori dell'irrazionalismo citava Harry Potter!! E allora perché non Paperino e Qui Quo Qua? Secondo lui bisognerebbe eliminare dalla faccia della terra la letteratura fantastica perché diffonde irrazionalità?
Mi è sembrato un articolo che virava sul paranoico.
Sono abbastanza convinta che quanto a finezza intellettuale, Raztinger mangi Odifreddi a colazione; non che Odifreddi non sia competente nel suo ambito, ma lo si trova risucchiato in una discendente spirale di divulgazione scientifica, ateismo della domenica e promozione commerciale dei suoi (troppi) libri. Ho ascoltato una sua conferenza e l'ho trovato di poca onestà intellettuale, costantemente teso a sollevare argomenti religiosi anche fuori contesto. Esattamente il contrario di ciò che ci si aspetterebbe da chi fa del metodo scientifico una bandiera.
La difesa della razionalità per Odifreddi è diventata a un certo punto una fissazione, una specie di ossessione per nulla razionale, ricordo qualche anno fa un suo articolo (purtroppo non riesco a ritrovarlo) in cui accusava la società contemporanea di oscurantismo e irrazionalismo, e tra i colpevoli diffusori dell'irrazionalismo citava Harry Potter!! E allora perché non Paperino e Qui Quo Qua? Secondo lui bisognerebbe eliminare dalla faccia della terra la letteratura fantastica perché diffonde irrazionalità?
Mi è sembrato un articolo che virava sul paranoico.
Il mio noioso era una opinione personale, non una questione di valore. Insomma, posso ritenere che una discussione sul modo di cucire una giacca da uomo sia noioso, ma non ritengo che l’argomento non abbia la sua importanza.
Ho parlato talmente tanto dell'articolo e della questione sollevata da Rule30... che mi sono dimenticato di dare un parere sulla lettera, rimedio ora (anche se qualcuno potrebbe non sentire la necessità di un altro mio intervento in questa discussione).
Mi servo di queste parole di vict85
Ho letto recentemente fides et ratio, l'enciclica di Giovanni Paolo II.
Tutta l'enciclica è permeata da capo a piedi di questo messaggio, o morale o, chiamatelo come volete
"la razionalità non può escludere la religione e il compito della teologia è quello di guidare l'intelletto umano nelle scoperte scientifiche".
Cioè, detto terra terra, lo leggo così
"per quanto ci sbattiamo a ricercare e ricercare, ricordiamoci che senza l'illuminazione della religione non si va da nessuna parte". Forse l'ho interpretata male io, ma questo è ciò che ho letto tra le righe: a tratti anche questa lettera mi sembrava indirizzata a questa idea.
Ora, premetto che sono un credente, al contrario di vict85.
Tuttavia, come ho accennato, sento sempre quel senso di teocrazia e della chiesa che spesso tenta anche di dire la sua su varie questioni (ricordate un referendum del 2005 sulle staminali?) che cerca di dirottare le opinioni altrui per il fatto che "è la chiesa".
(Vado ot, quindi l'ho aggiunto l'ot per chiarire il mio punto di vista su queste ultime tre righe... a scanso di equivoci).
[ot]Ricordo un "date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio" che personalmente intendo come una separazione tra la spiritualità e la temporalità delle cose.
Che il papa da parte sua ricordi il pensiero della religione e si elevi a guida spirituale per me - anche perché credente - va benissimo, ma da (ex) studente di Matematica mi rimane difficile non andare verso la scoperta e il dubbio... ma questo va difficile per la teologia che da sempre dà risposte concrete...
In questa lettera (e nell'enciclica citata) sembra che l'unica via è la teologia e deve essere essa a guidarci, ma questa è un'idea che non sta molto in piedi, almeno nella prima parte, proprio perché (vado a braccio con la "Genesi") l'uomo può scegliere se fare il bene o il male. Ovviamente se segue la "morale" cristiana si suppone - secondo essa - che faccia il bene ma può scegliere di non seguirla oltre che non è l'unica come dice anche vict85 nel suo intervento.[/ot]
Poi, a voler essere anche poetici, perché non c'è nessuno ma proprio nessuno che pensi che la ricerca scientifica, a suo modo, non sia un tentativo dell'uomo per scoprire i fini ultimi della natura quindi anche quella realtà metafisica che va al di là dei nostri sensi e della nostra finitezza?
Alla fine è pur sempre un dialogo di una persona che anche i non credenti devono ammettere essere elevata come pensiero e cultura. Per chi ama filosofizzare e astrattismo è senz'altro qualcosa di utile.
In questo modo ho risposto al tuo prossimo intervento (ho editato questo post): le mie parole potevano essere fraintese, non intendevo riprenderti in qualche modo - ci mancasse pure, sono gusti! - era per dire che fede o no, comunque sono livelli di ragionamento non banali (da ambo le parti, non solo questa lettera). Il fatto che le tesi sono o meno condivisibili è un altro discorso.
Per il resto, io invece sono molto affascinato dalla questione del Gesù storico - a prescindere dalla lettera - forse anche perché nella mia doppia personalità di amante della matematica e credente vado sempre a cercare prove per dare un contorno "concreto" a questa fede...
Mi servo di queste parole di vict85
"vict85":
Da non credente poi trovo questo paragrafo piuttosto ridicolo:
3. Una funzione importante della teologia è quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione.[...]
perché, come è molto comune tra i credenti, confonde la religione con la morale. La religione porta avanti una morale, ma la religione non è un tassello indispensabile: si può avere un’etica senza credere in Dio.
Ho letto recentemente fides et ratio, l'enciclica di Giovanni Paolo II.
Tutta l'enciclica è permeata da capo a piedi di questo messaggio, o morale o, chiamatelo come volete
"la razionalità non può escludere la religione e il compito della teologia è quello di guidare l'intelletto umano nelle scoperte scientifiche".
Cioè, detto terra terra, lo leggo così
"per quanto ci sbattiamo a ricercare e ricercare, ricordiamoci che senza l'illuminazione della religione non si va da nessuna parte". Forse l'ho interpretata male io, ma questo è ciò che ho letto tra le righe: a tratti anche questa lettera mi sembrava indirizzata a questa idea.
Ora, premetto che sono un credente, al contrario di vict85.
Tuttavia, come ho accennato, sento sempre quel senso di teocrazia e della chiesa che spesso tenta anche di dire la sua su varie questioni (ricordate un referendum del 2005 sulle staminali?) che cerca di dirottare le opinioni altrui per il fatto che "è la chiesa".
(Vado ot, quindi l'ho aggiunto l'ot per chiarire il mio punto di vista su queste ultime tre righe... a scanso di equivoci).
[ot]Ricordo un "date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio" che personalmente intendo come una separazione tra la spiritualità e la temporalità delle cose.
Che il papa da parte sua ricordi il pensiero della religione e si elevi a guida spirituale per me - anche perché credente - va benissimo, ma da (ex) studente di Matematica mi rimane difficile non andare verso la scoperta e il dubbio... ma questo va difficile per la teologia che da sempre dà risposte concrete...
In questa lettera (e nell'enciclica citata) sembra che l'unica via è la teologia e deve essere essa a guidarci, ma questa è un'idea che non sta molto in piedi, almeno nella prima parte, proprio perché (vado a braccio con la "Genesi") l'uomo può scegliere se fare il bene o il male. Ovviamente se segue la "morale" cristiana si suppone - secondo essa - che faccia il bene ma può scegliere di non seguirla oltre che non è l'unica come dice anche vict85 nel suo intervento.[/ot]
Poi, a voler essere anche poetici, perché non c'è nessuno ma proprio nessuno che pensi che la ricerca scientifica, a suo modo, non sia un tentativo dell'uomo per scoprire i fini ultimi della natura quindi anche quella realtà metafisica che va al di là dei nostri sensi e della nostra finitezza?
"vict85":
Il resto è, trovo, solo noioso.
Alla fine è pur sempre un dialogo di una persona che anche i non credenti devono ammettere essere elevata come pensiero e cultura. Per chi ama filosofizzare e astrattismo è senz'altro qualcosa di utile.
In questo modo ho risposto al tuo prossimo intervento (ho editato questo post): le mie parole potevano essere fraintese, non intendevo riprenderti in qualche modo - ci mancasse pure, sono gusti! - era per dire che fede o no, comunque sono livelli di ragionamento non banali (da ambo le parti, non solo questa lettera). Il fatto che le tesi sono o meno condivisibili è un altro discorso.
Per il resto, io invece sono molto affascinato dalla questione del Gesù storico - a prescindere dalla lettera - forse anche perché nella mia doppia personalità di amante della matematica e credente vado sempre a cercare prove per dare un contorno "concreto" a questa fede...

Dubito che quella lettera sia da considerarsi per “non credenti” e tutto sommato neanche per Odifreddi — che come agnostico non considero tra i non credenti veri e propri. Ma d’altra parte neanche i libri di Odifreddi lo erano. Uno che non crede non ha bisogno di uno che gli dica di non credere!
Il loro ‘luogo di battaglia’ sono i credenti sufficientemente istruiti da dubitare razionalmente della fede. Pertanto, come vero non credente, trovo tutto il discorso piuttosto ridicolo.
In questo passaggio comunque
dissento fortemente: se la scienza è ciò che si basa sul metodo scientifico allora la matematica non è scienza, la matematica è matematica — non è la correttezza formale a definire che qualcosa è una scienza. Per quanto riguarda poi la distinzione tra aritmetica e geometria la provo un po’ infantile. Ma questa sembra essere una critica ad entrambi.
Da non credente poi trovo questo paragrafo piuttosto ridicolo:
perché, come è molto comune tra i credenti, confonde la religione con la morale. La religione porta avanti una morale, ma la religione non è un tassello indispensabile: si può avere un’etica senza credere in Dio. Seppur ogni non credente è tenuto a crearsene una sua. Ma bisogna dire che la società nel suo insieme porta avanti una morale indipendentemente dalla religione (per quanto la cultura italiana abbia una morale spesso coincidente con quella cattolica), quindi un non credente può anche limitarsi a seguire la morale dello Stato in cui si trova. Comunque ho trovato molti credenti con una morale piuttosto labile e non credenti con un’etica molto rigida, quindi non trovo che la religione sia una grande garanzia.
Non mi dilungo troppo alla critica su Darwin perché diventerei troppo aggressivo. Dico solo che Darwin esprime un metodo in cui le cose si sono evolute nei secoli, il suo metodo è stato dimostrato matematicamente in base alle nostre conoscenze genetiche e ci sono innumerevoli prove scientifiche per sostenerla. La sua ‘teoria’ è per certi versi incompleta, ma questa storia sull'intelligent design è controproducente per la scienza perché invece di lavorare per migliorarla gli scenziati si trovano a doverla difendere. Infine mi sento di esprimere la mia assoluta indifferenza sul fatto che la teoria di Darwin non spieghi come si è arrivati ad avere DNA e cellule; spiega ciò che segue e ritendo gli si debba dare atto di questo. Quello che è successo prima si scoprirà prima o poi (potrebbe volerci molto tempo e molti avanzamenti scientifici e tecnologici per farlo). Tutte queste critiche nascono solo ed esclusivamente perché molti non capiscono davvero la teoria di Darwin.
Il resto è, trovo, solo noioso.
------------------------------------------------------------------------------------
Io sinceramente penso che la fede, e la non-fede, sia una costruzione sociale nella nostra mente. Come la ‘fede politica’ anche quella religiosa è influenzata, nel bene o nel male, da quella che è predominante durante la nostra infanzia. La persona poi tende ad accettare o rifiutare la scelta in base ai nostri genitori. Ad un certo punto fa parte di noi.
Penso che la fede più forte sia l'agnosticismo di un figlio di atei o agnostici (purché questi ultimi non abbiano rancori verso le religioni). Un agnostico non può essere convinto del contrario per due ragioni: la prima è che se ne frega del fatto che Dio esista o meno e modella la sua vita secondo questo principio, il secondo è che è razionalmente inattaccabile. Io per esempio sono inconvertibile e al contempo non ho problemi ad avere rapporti con tutte le religioni. Tra l’altro se imparaste a comunicare di più vi rendereste conto che le varie religioni dicono cose molto simili (taoismo e buddismo a parte). Per me, gli unici veri non credenti sono in questa categoria.
Le seconde più forti sono di persone credenti o atee che hanno confermato ‘razionalmente’ la loro fede. Quelli che sono passati ‘razionalmente’ da una all'altra sponda sono invece più deboli. Ed infine ci sono gli indecisi.
Un’ultima fede consiste nella massa di persone che accetta ignorantemente la fede. Purtroppo queste persone assimilano oltre alla fede anche molto odio (il più delle volte inconsapevole). Sinceramente trovo che la Chiesa dovrebbe occuparsi più di tali odi che degli indecisi.
Queste considerazioni valgono anche per le fedi politiche o per altre questioni culturali come la visione della donna. Per esempio in quest’ultimo caso, uno che nasce da una famiglia in cui l’uguaglianza dei sessi è visto come normale, considererà questo come normale e non comprenderà come mai la società non lo faccia.
Il loro ‘luogo di battaglia’ sono i credenti sufficientemente istruiti da dubitare razionalmente della fede. Pertanto, come vero non credente, trovo tutto il discorso piuttosto ridicolo.
In questo passaggio comunque
È corretto affermare che "scienza" nel senso più stretto della parola lo è solo la matematica, mentre ho imparato da Lei che anche qui occorrerebbe distinguere ancora tra l'aritmetica e la geometria.
dissento fortemente: se la scienza è ciò che si basa sul metodo scientifico allora la matematica non è scienza, la matematica è matematica — non è la correttezza formale a definire che qualcosa è una scienza. Per quanto riguarda poi la distinzione tra aritmetica e geometria la provo un po’ infantile. Ma questa sembra essere una critica ad entrambi.
Da non credente poi trovo questo paragrafo piuttosto ridicolo:
3. Una funzione importante della teologia è quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione. Ambedue le funzioni sono di essenziale importanza per l'umanità. Nel mio dialogo con Habermas ho mostrato che esistono patologie della religione e - non meno pericolose - patologie della ragione. Entrambe hanno bisogno l'una dell'altra, e tenerle continuamente connesse è un importante compito della teologia.
perché, come è molto comune tra i credenti, confonde la religione con la morale. La religione porta avanti una morale, ma la religione non è un tassello indispensabile: si può avere un’etica senza credere in Dio. Seppur ogni non credente è tenuto a crearsene una sua. Ma bisogna dire che la società nel suo insieme porta avanti una morale indipendentemente dalla religione (per quanto la cultura italiana abbia una morale spesso coincidente con quella cattolica), quindi un non credente può anche limitarsi a seguire la morale dello Stato in cui si trova. Comunque ho trovato molti credenti con una morale piuttosto labile e non credenti con un’etica molto rigida, quindi non trovo che la religione sia una grande garanzia.
Non mi dilungo troppo alla critica su Darwin perché diventerei troppo aggressivo. Dico solo che Darwin esprime un metodo in cui le cose si sono evolute nei secoli, il suo metodo è stato dimostrato matematicamente in base alle nostre conoscenze genetiche e ci sono innumerevoli prove scientifiche per sostenerla. La sua ‘teoria’ è per certi versi incompleta, ma questa storia sull'intelligent design è controproducente per la scienza perché invece di lavorare per migliorarla gli scenziati si trovano a doverla difendere. Infine mi sento di esprimere la mia assoluta indifferenza sul fatto che la teoria di Darwin non spieghi come si è arrivati ad avere DNA e cellule; spiega ciò che segue e ritendo gli si debba dare atto di questo. Quello che è successo prima si scoprirà prima o poi (potrebbe volerci molto tempo e molti avanzamenti scientifici e tecnologici per farlo). Tutte queste critiche nascono solo ed esclusivamente perché molti non capiscono davvero la teoria di Darwin.
Il resto è, trovo, solo noioso.
------------------------------------------------------------------------------------
Io sinceramente penso che la fede, e la non-fede, sia una costruzione sociale nella nostra mente. Come la ‘fede politica’ anche quella religiosa è influenzata, nel bene o nel male, da quella che è predominante durante la nostra infanzia. La persona poi tende ad accettare o rifiutare la scelta in base ai nostri genitori. Ad un certo punto fa parte di noi.
Penso che la fede più forte sia l'agnosticismo di un figlio di atei o agnostici (purché questi ultimi non abbiano rancori verso le religioni). Un agnostico non può essere convinto del contrario per due ragioni: la prima è che se ne frega del fatto che Dio esista o meno e modella la sua vita secondo questo principio, il secondo è che è razionalmente inattaccabile. Io per esempio sono inconvertibile e al contempo non ho problemi ad avere rapporti con tutte le religioni. Tra l’altro se imparaste a comunicare di più vi rendereste conto che le varie religioni dicono cose molto simili (taoismo e buddismo a parte). Per me, gli unici veri non credenti sono in questa categoria.
Le seconde più forti sono di persone credenti o atee che hanno confermato ‘razionalmente’ la loro fede. Quelli che sono passati ‘razionalmente’ da una all'altra sponda sono invece più deboli. Ed infine ci sono gli indecisi.
Un’ultima fede consiste nella massa di persone che accetta ignorantemente la fede. Purtroppo queste persone assimilano oltre alla fede anche molto odio (il più delle volte inconsapevole). Sinceramente trovo che la Chiesa dovrebbe occuparsi più di tali odi che degli indecisi.
Queste considerazioni valgono anche per le fedi politiche o per altre questioni culturali come la visione della donna. Per esempio in quest’ultimo caso, uno che nasce da una famiglia in cui l’uguaglianza dei sessi è visto come normale, considererà questo come normale e non comprenderà come mai la società non lo faccia.
"Rule30":
Sono abbastanza convinta che quanto a finezza intellettuale, Raztinger mangi Odifreddi a colazione
Se con finezza intellettuale intendi la forma, l'eleganza e l'apparente inattaccabilità del ragionamento ho dei dubbi anche se fondamentalmente è difficile paragonare due stili così differenti. Poi, se con finezza intellettuale intendi i contenuti in sé e le argomentazioni profonde che si colgono dal testo credo che il papa emerito non sia l'unico a mangiarselo a colazione.
Ricordo di aver letto il "perché non possiamo essere ecc... ecc..." (anche un altro ma non me lo ricordo più ora) che a prima vista m'è parso interessante e ordinato logicamente anche se successive riletture più ragionate m'hanno messo il dubbio che in realtà stava affermando il nulla o poco più. Ammetto che personalmente trovo anche fastidioso quando uno scrittore sembra voler dire tra le righe (magari involontariamente) "io mi sono documentato tanto, la penso così, ho ragione e chi la pensa in modo diverso da me è non capisce nulla". Mi ricordo che in questo testo più volte ho avuto quella sensazione.
"Rule30":
ma lo si trova risucchiato in una discendente spirale di divulgazione scientifica, ateismo della domenica e promozione commerciale dei suoi (troppi) libri. Ho ascoltato una sua conferenza e l'ho trovato di poca onestà intellettuale, costantemente teso a sollevare argomenti religiosi anche fuori contesto. Esattamente il contrario di ciò che ci si aspetterebbe da chi fa del metodo scientifico una bandiera.
Più o meno quanto ho detto poco fa.
"Rule30":
Insomma, solo l'ennesima manifestazione della strategia comunicativa con cui la chiesa sta cercando di rilanciarsi agli occhi del popolino 2.0.
La mia visione - non che sia giusta, ci mancherebbe - è di una chiesa che perdendo di smalto (ne ha mai avuto? tra le masse intendo) cerca di ringiovanire servendosi di tanti di quei mezzi che sotto sotto dovrebbe anche odiare viste le sue radici.
Ad essere franchi gli unici che hanno preso alla lettera il "vai e predica il Vangelo" sono i testimoni di Geova che però lo fanno alle nove di mattina della domenica (questo è un altro discorso). La chiesa mi sembra che tenti di influenzare le masse - da cristiano potrei dire "verso il bene" anche se la mia mente mi fa dubitare spesso - tramite mezzi di informazione, pubblicità e quei social network che tanto odio mettendosi a fare politica e lanciare proclami anche piuttosto distanti dalla filosofia del Vangelo stesso.
[ot]Che siano passati 2000 anni da allora per me non è una giustificazione. Ho sempre avuto da ridire riguardo alle migliaia di piccole bancarelle che si trovano nelle aree dei santuari (qualcuno ricorda il "cacciate i mercanti dal tempio?").[/ot]
"Rule30":
Sto chiaramente esagerando per enfatizzare il concetto, ma la sproporzionata, finto ingenua pubblicità che questo genere di atti (eclatanti, ma inconsistenti) si guadagnano non può che essere fonte di irritazione.
Rule30, io sono davvero stufo dei mezzi di informazione.
Quando dico questo intendo che proprio non li reggo più ma per niente.
[ot]Hai provato a vedere un tg?
- politica (tra l'altro inconcludente)
- eventi meteorologici/naturali in cui i tg si impegnano per far sembrare che in italia ci siano gli uragani (non si può sentire quando quello di Studio Aperto con stupore e drammaticità a dicembre del 2011 o giù di lì ha detto "sono caduti ben 30 centimetri di neve a Urbino", come se fosse la fine del mondo... casomai a dirla tutta 30 cm erano pure pochi rispetto alle abitudini degli urbinati)
- omicidi (in essi in genere si fa uno spettacolarismo degno dei peggiori rotocalchi tv: musica triste, parole toccanti e... quanto ca...spita odio quel giornalista che va dal fratello/sorella/parente/amico della vittima/e a dire "come ti senti?")
- gossip spesso su varie braccia sottratte all'agricoltura.
Quando ci riesco lo evito e mi affaccio alle testate giornalistiche in rete che sono "meglio" (almeno ti permettono di scegliere le notizie).[/ot]
Prima di finire totalmente ot, concludo dicendo che poi i giornalisti come lavoro non informano ma fomentano. Iniziando da quelli sportivi che vanno a cercare la vittima allo stadio - soprattutto la causano con certi loro articoli! - anche quelli di cronaca/attualità/economia trovano polemiche dove non ci sono.
[ot]Non capisco se il loro obiettivo è far scagliare gli italiani l'uno contro l'altro in singoli articoli per non far rendere loro conto della situazione complessiva dell'Italia oppure se proprio godono nel vedere sorgere le polemiche. Altrimenti non si spiegano trasmissioni come quarto grado (in cui era meglio se si fosse parlato di equazioni, dato il nome), quinta colonna, porta a porta, gli speciali dei tg, i tg stessi...[/ot]
EDIT
[size=80]Ho riordinato il thread e messo qualche ot perché era troppo lungo e disordinato.

Le modifiche successive sono dovute al fatto che ho fatto proprio un casino mettendo gli ot.

