La ricerca italiana su Nature!!!

Fioravante Patrone1
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http://www.nature.com/nature/journal/v4 ... b.html#top

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Editorial

Nature 455, 835-836 (16 October 2008) | doi:10.1038/455835b; Published online 15 October 2008

Cut-throat(*) savings
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Abstract

In an attempt to boost its struggling economy, Italy's government is focusing on easy, but unwise, targets.

It is a dark and angry time for scientists in Italy, faced as they are with a government acting out its own peculiar cost-cutting philosophy. Last week, tens of thousands of researchers took to the streets to register their opposition to a proposed bill designed to control civil-service spending (see page 840). If passed, as expected, the bill would dispose of nearly 2,000 temporary research staff, who are the backbone of the country's grossly understaffed research institutions — and about half of whom had already been selected for permanent jobs.

Even as the scientists were marching, Silvio Berlusconi's centre-right government, which took office in May, decreed that the budgets of both universities and research could be used as funds to shore up Italy's banks and credit institutes. This is not the first time that Berlusconi has targeted universities. In August, he signed a decree that cut university budgets by 10% and allowed only one in five of any vacant academic positions to be filled. It also allowed universities to convert into private foundations to bring in additional income. Given the current climate, university rectors believe that the latter step will be used to justify further budget cuts, and that it will eventually compel them to drop courses that have little commercial value, such as the classics, or even basic sciences. As that bombshell hit at the beginning of the summer holidays, the implications have only just been fully recognized — too late, as the decree is now being transformed into law.

Meanwhile, the government's minister for education, universities and research, Mariastella Gelmini, has remained silent on all issues related to her ministry except secondary schools, and has allowed major and destructive governmental decisions to be carried through without raising objection. She has refused to meet with scientists and academics to hear their concerns, or explain to them the policies that seem to require their sacrifice. And she has failed to delegate an undersecretary to handle these issues in her place.

Scientific organizations affected by the civil-service bill have instead been received by the bill's designer, Renato Brunetta, minister of public administration and innovation. Brunetta maintains that little can be done to stop or change the bill — even though it is still being discussed in committees, and has yet to be voted on by both chambers. In a newspaper interview, Brunetta also likened researchers to capitani di ventura, or Renaissance mercenary adventurers, saying that to give them permanent jobs would be "a little like killing them". This misrepresents an issue that researchers have explained to him — that any country's scientific base requires a healthy ratio of permanent to temporary staff, with the latter (such as postdocs) circulating between solid, well equipped, permanent research labs. In Italy, scientists tried to tell Brunetta, this ratio has become very unhealthy.

The Berlusconi government may feel that draconian budget measures are necessary, but its attacks on Italy's research base are unwise and short-sighted. The government has treated research as just another expense to be cut, when in fact it is better seen as an investment in building a twenty-first-century knowledge economy. Indeed, Italy has already embraced this concept by signing up to the European Union's 2000 Lisbon agenda, in which member states pledged to raise their research and development (R&D) budgets to 3% of their gross domestic product. Italy, a G8 country, has one of the lowest R&D expenditures in that group — at barely 1.1%, less than half that of comparable countries such as France and Germany.

The government needs to consider more than short-term gains brought about through a system of decrees made easy by compliant ministers. If it wants to prepare a realistic future for Italy, as it should, it should not idly reference the distant past, but understand how research works in Europe in the present.


(*) [size=75]Magari qualcuno si ricordera' che avevo usato questa espressione commentando un articolo di Zichichi.[/size]

Risposte
SnakePlinsky
"Magno":
non ho mai conosciuto, fino ad ora, una mente brillante che l'abbia fatto


Pensa che coincidenza, pure a me è successa la stessa cosa ... quando si dice i casi della vita :-D

Magno1
"nato_pigro":
anzitutto il nervoso.
Nervoso perchè io personalmente non ci posso fare niente, nervoso perchè chi ha votato berlusconi o fa finta di niente o non riconosce la gravità della cosa.

Il mio credere di non poterci fare niente è legato al fatto che non credo nel valore delle manifestazioni o delle occupazioni e che ora come ora non ho mezzi o abilità per esporre in modo convincente il mio punto di vista.

E' carino il sito da cui hai preso la traduzione, un modo convincente per far ricredere chi dice che l'italia è benvista all'estero...


Mah, le manifestazioni il più delle volte non servono a nulla (il più delle volte, non sempre), ma almeno ti fai vedere e dimostri che a te, questa riforma, non piace. Se stai zitto e buono tutti penseranno che sei d'accordo. Questo è il mio punto di vista.

Direi che in un Paese come l'Italia, dove la maggioranza delle persone non vede oltre la punta del proprio naso, la ricerca scientifica (e non solo) sia vista come un'inutile spreco di soldi. Ma che cavolo! La ricerca vuol dire costruire un futuro! Dove pensiamo di finire? Senza ricerca finirà che le menti brillanti se ne andranno all'estero e qui resteranno solo quelli che votano Berlusconi (non ho mai conosciuto, fino ad ora, una mente brillante che l'abbia fatto).

Fioravante Patrone1
Avevo sentito che il "Washington Post" aveva optato per un esplicito e pubblico "endorsement" per Barack Obama.

Incuriosito, sono andato a leggermi l'articolo:
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/co ... inionsbox1

Al di là del fatto che si tratta di un documento molto interessante, mi ha colpito quanto detto qui:

Mr. Obama also understands that the most important single counter to inequality, and the best way to maintain American competitiveness, is improved education, another subject of only modest interest to Mr. McCain. Mr. Obama would focus attention on early education and on helping families so that another generation of poor children doesn't lose out.

Mi sono permesso di evidenziare due cose.
Mi pare che abbiano le idee chiare, lì, sull'importanza della istruzione (e non c'è ricerca senza un buon sistema di istruzione).

nox89
Hai ragione, i fondi devono certamente essere spesi in modo oculato, ma un conto è riformare in modo da rendere più efficace e successivamente dare i fondi, un altro è tagliarli lasciando tutto come è adesso.

GIBI1
L’articolo è molto parziale, tratta solo un aspetto della ricerca italiana, mentre non entra minimamente sulla sua gestione e di riflesso sulla sua qualità; se si andasse a vedere che cosa avviene realmente nelle nostre Università si verrebbe alla conclusione che anche quei pochi soldi stanziati sono per la maggior parte buttati.
Nella situazione attuale sarebbe più utile una riforma radicale che un incremento di fondi, sarebbe solo un accanimento terapeutico.

nox89
Non posso commentare in altro modo che dicendo che è una vergogna :evil:, continuiamo a spendere i soldi da destinare alla ricerca per "salvare" l'Alitalia,per far mangiare gli amici dei politici, per pagare la cassa integrazione di aziende italiane(fiat) e per aiutare le banche....i risultati di queste scelte disastrose non si faranno attendere molto.

nato_pigro1
"Cheguevilla":

Dopo poco capiscono che sei diverso dagli italiani.


hihi... il che è differente dal dire che capiscono che "gli italiani sono diversi"... :P
è triste ma hai ragione: può piacere la cultura italiana, il cibo, e il paese, ma gli italiani non hanno un gran fama e per cambiare questo non basta esportare il modello, bisogna esportare esempi.
In america gli "italiani" sono considerati in modo molto diverso a seconda degli ambienti sociali: per la strada siamo i soliti pizza e mafia, a livelli più alti, tipo dirigenti, imprenditori, intellettuali e penso anche in campo scientifico c'è un certo rispetto. E questo si collega con quello che dicevi tu: è la singola persona che ha portato il proprio esempio di "non italiano tipo".

Comunque ci stiamo allontanando dall'argomento del topic.

Cheguevilla
Nervoso perchè io personalmente non ci posso fare niente
Imparate a "votare con i piedi", come diceva il mio professore di finanza degli enti locali.
Il problema dell'Italia ora non è Berlusconi, ma la gente che l'ha votato che, purtroppo per l'Italia, è la maggioranza.
Se pensi, come me, che la situazione stia diventando inaccettabile, cerca di essere pro-active e cerca la soluzione altrove.
Al contrario di quanto comunemente si crede in Italia, l'Italia non è necessariamente il posto migliore in cui vivere.

un modo convincente per far ricredere chi dice che l'italia è benvista all'estero...
Sulla cosa non mi esprimo per pudore.
Fortunatamente, all'estero non hanno i pregiudizi che hanno gli italiani, ma un po' di diffidenza si incontra sempre.
Se ci si comporta in maniera corretta e si lavora seriamente, questi pregiudizi e questa diffidenza verranno superate nella maggior parte dei casi.
Certo, è triste sentirsi prendere in giro per le Berlusconate e sentirsi rinfacciare la pessima condotta che la nostra amministrazione sta tenendo, ma in casi come questi il comportamento migliore è chinare la testa e vergognarsi sinceramente; poi ci si rimbocca le maniche e si ricomincia a lavorare.
Dopo poco capiscono che sei diverso dagli italiani.
Ma il problema non è solo politico.
Un esempio?
The Copenhagen Post, 12/06/2008
The Copenhagen Post, 14/10/2008

francescodd1
purtroppo siamo governati da certe persone, che non hanno a cuore il futuro della nazione. la cosa ancora più terribile (dal mio punto di vista) è che siamo noi a votare certi elementi. aggiungo un video che parla di come certe persone riescono a comprarsi il voto di alcuni cittadini http://it.youtube.com/watch?v=SCDXx6OIER8

nato_pigro1
anzitutto il nervoso.
Nervoso perchè io personalmente non ci posso fare niente, nervoso perchè chi ha votato berlusconi o fa finta di niente o non riconosce la gravità della cosa.

Il mio credere di non poterci fare niente è legato al fatto che non credo nel valore delle manifestazioni o delle occupazioni e che ora come ora non ho mezzi o abilità per esporre in modo convincente il mio punto di vista.

E' carino il sito da cui hai preso la traduzione, un modo convincente per far ricredere chi dice che l'italia è benvista all'estero...

Fioravante Patrone1
Qui:

http://italiadallestero.info/archives/1379

c'è la traduzione in italiano (non ho verificato quanto sia fedele).

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