LA matematica dell'intelligenza
Una domanda puramente teorica.
Secondo voi esiste un modo per esprimere il concetto di intelligenza in termini di formule matematiche? Del tipo "un agente intelligente può esser rappresentato da un funzionale tale che ecc..."? E da qui estrarre una serie di teoremi per poterla analizzare in modo assolutamente rigoroso?
Beninteso: ignorando la tutte le teorie di Touring e sulla computazione in generale o alla logica. Mi riferisco all'intelligenza propriamente detta, quella tipicamente umana che riesce ad estrapolare correlazioni, intuizioni, nuovi concetti partendo informazioni incomplete e/o inesatte
Ripeto: domanda puramente ipotetica, ma di un'idea che mi affascina..
Saluti,
Grazie
Uli
Secondo voi esiste un modo per esprimere il concetto di intelligenza in termini di formule matematiche? Del tipo "un agente intelligente può esser rappresentato da un funzionale tale che ecc..."? E da qui estrarre una serie di teoremi per poterla analizzare in modo assolutamente rigoroso?
Beninteso: ignorando la tutte le teorie di Touring e sulla computazione in generale o alla logica. Mi riferisco all'intelligenza propriamente detta, quella tipicamente umana che riesce ad estrapolare correlazioni, intuizioni, nuovi concetti partendo informazioni incomplete e/o inesatte
Ripeto: domanda puramente ipotetica, ma di un'idea che mi affascina..
Saluti,
Grazie
Uli
Risposte
"Uixxes":
Secondo voi esiste un modo per esprimere il concetto di intelligenza in termini di formule matematiche? Del tipo "un agente intelligente può esser rappresentato da un funzionale tale che ecc..."? E da qui estrarre una serie di teoremi per poterla analizzare in modo assolutamente rigoroso? (..)
Mi riferisco all'intelligenza propriamente detta, quella tipicamente umana che riesce ad estrapolare correlazioni, intuizioni, nuovi concetti partendo informazioni incomplete e/o inesatte
Ripeto: domanda puramente ipotetica, ma di un'idea che mi affascina..
Devo ammettere che quando cominciate a fare questi discorsi mi fate paura!

Maria Montessori è morta nella metà del XX secolo, questi studi sono invece più recenti, uno sviluppo dei precedenti e trovano una conferma sperimentale maggiore.
Comunque non andiamo off topic, la questione originaria era se la matematica può aiutare per lo studio dell'intelligenza. Io credo che siccome ancora non sappiamo nemmeno dare una definizione da tutti accettata di intelligenza, sia ancora prematuro pensare ad una matematizzazione della cosa.
Comunque non andiamo off topic, la questione originaria era se la matematica può aiutare per lo studio dell'intelligenza. Io credo che siccome ancora non sappiamo nemmeno dare una definizione da tutti accettata di intelligenza, sia ancora prematuro pensare ad una matematizzazione della cosa.
Per Luca
Maria Montessori diceva che l'intelligenza matematica si può sviluppare in bambini di età prescolare seguendo la metodologia dell'ordine, e inserisce il calcolo nella "quadriga trionfante" di competenze che il fanciullo può acquisire già all'asilo. Poi i bambini prodigio sono un'altra cosa e già Quintiliano ne parlava in modo negativo, dicendo che la maggior parte delle volte deludono le aspettative.
Invece per la misurazione dell'intelligenza Vygotskij parlava di zona prossimale di sviluppo con la quale ha dimostrato come in effetti i QI misurati valgano poco o niente ma si continua lo stesso ad utilizzarli vista l'impossibilità di quantificare la zona prossimale in modo "scientifico".
Maria Montessori diceva che l'intelligenza matematica si può sviluppare in bambini di età prescolare seguendo la metodologia dell'ordine, e inserisce il calcolo nella "quadriga trionfante" di competenze che il fanciullo può acquisire già all'asilo. Poi i bambini prodigio sono un'altra cosa e già Quintiliano ne parlava in modo negativo, dicendo che la maggior parte delle volte deludono le aspettative.
Invece per la misurazione dell'intelligenza Vygotskij parlava di zona prossimale di sviluppo con la quale ha dimostrato come in effetti i QI misurati valgano poco o niente ma si continua lo stesso ad utilizzarli vista l'impossibilità di quantificare la zona prossimale in modo "scientifico".
Come se non bastasse, segnalo una teoria con cui mi trovo abbastanza in accordo, che è quella delle intelligenze multiple di Gardner 
http://it.wikipedia.org/wiki/Intelligen ... e_multiple

http://it.wikipedia.org/wiki/Intelligen ... e_multiple
Secondo me non si può rispondere alla domanda se l’intelligenza possa o non possa essere misurata. Puoi trovare un criterio il più possibile soddisfacente che la descrive, ma in questo modo esci dalla "teoria" per metterti su un altro piano: scegli, decidi se, in base alla tua concezione di intelligenza, la vuoi misurare.
Più interessante che misurare l’intelligenza, per me, è questo fatto che noi occidentali giriamo con la squadretta e abbiamo il vizio di misurare tutto. Chissà se magari è un limite della nostra cultura?
La misura dell'intelligenza, secondo me, non è che sia un tema da "disprezzare", però è di interesse di una piccola parte della psicologia (o neurologia, non so): quando viene considerato di interesse generale (per esempio dove fanno test sul QI per l'assunzione di personale in aziende) è sviante.
Più interessante che misurare l’intelligenza, per me, è questo fatto che noi occidentali giriamo con la squadretta e abbiamo il vizio di misurare tutto. Chissà se magari è un limite della nostra cultura?
La misura dell'intelligenza, secondo me, non è che sia un tema da "disprezzare", però è di interesse di una piccola parte della psicologia (o neurologia, non so): quando viene considerato di interesse generale (per esempio dove fanno test sul QI per l'assunzione di personale in aziende) è sviante.
Si, tutto vero.
Però visto che credo sia impossibile considerare ogni forma di intelligenza (da quella musicale ed artistica in generale, fino a varie specializzazioni possibili), pensavo ad un tipo molto più pragmatico, che se non altro sarebbe più semplice da racchiudere in una qualche espressione matematica.
Ossia ad un "agente" che deve raggiungere ogni volta un certo obbiettivo (che si può anche identificare come un particolare "stato" finale) e che vive in un mondo di cui a priori non conosce le regole, ma di cui può solo misurare l'effetto delle sue azioni (o non azioni).
In pratica in base alle osservazioni deve riuscire in base a ciò che vede nel mondo in cui si trova a trovare la serie di azioni migliori che gli permetta di arrivare allo scopo prefissato..
Però visto che credo sia impossibile considerare ogni forma di intelligenza (da quella musicale ed artistica in generale, fino a varie specializzazioni possibili), pensavo ad un tipo molto più pragmatico, che se non altro sarebbe più semplice da racchiudere in una qualche espressione matematica.
Ossia ad un "agente" che deve raggiungere ogni volta un certo obbiettivo (che si può anche identificare come un particolare "stato" finale) e che vive in un mondo di cui a priori non conosce le regole, ma di cui può solo misurare l'effetto delle sue azioni (o non azioni).
In pratica in base alle osservazioni deve riuscire in base a ciò che vede nel mondo in cui si trova a trovare la serie di azioni migliori che gli permetta di arrivare allo scopo prefissato..
D'accordo, però studi dimostrano che l'intelligenza matematica è diversa dalle altre, quindi qualcosa di "particolare" se vogliamo ce l'ha, anche se all'apparenza sembra negativo: infatti è l'ultima a svilupparsi, e si sviluppa attorno ai 13-14 anni. Questo ha varie conseguenze. Prima di tutto spiega come mai i bambini delle elementari trovano difficile il far di conto: il cervello del bambino non è il cervello di uno zuccone, solo non è ancora sufficientemente sviluppato per la matematica. In particolare ciò dice anche che i "geni" matematici della tenera età in realtà hanno poco di geniale, e ne è la prova che tra gli innumerevoli bambini prodigio che la storia dice di aver avuto solo ben pochi sono diventati matematici, e attorno a quelli che lo sono diventati e che appartengono alla storia passata probabilmente sono state costruite varie leggende (esempio tra tutti Gauss e la somma dei primi 100 numeri).
Secondo me no!
Anche perché l'intelligenza non è affatto univoca. Era più intelligente il mio professore di storia dell'arte che aveva trovato una chiave di lettura nuova nei colori del Caravaggio o il mio professore di Fisica che lavorava ad una nuova situazione sul fronte nucleare? Ed è più intelligenza la mia professoressa di Geometria Differenziale o il mio Maestro di chitarra?
Secondo me - considerazione generale, da quello che ogni tanto leggo- la potenza e la bellezza della matematica è un po' fraintesa!
Anche perché l'intelligenza non è affatto univoca. Era più intelligente il mio professore di storia dell'arte che aveva trovato una chiave di lettura nuova nei colori del Caravaggio o il mio professore di Fisica che lavorava ad una nuova situazione sul fronte nucleare? Ed è più intelligenza la mia professoressa di Geometria Differenziale o il mio Maestro di chitarra?
Secondo me - considerazione generale, da quello che ogni tanto leggo- la potenza e la bellezza della matematica è un po' fraintesa!