Intelligenza simile a quella umana?
E’ CREDIBILE CHE SIA REALIZZABILE UNA INTELLIGENZA SIMILE A QUELLA DELL’UOMO?
In effetti, sto chiedendo se sia logicamente sostenibile che, almeno in via di principio, si possa costruire un computer e compilare un programma capaci di simulare un qualsiasi colloquio telefonico o epistolare di tipo umano con una vera intelligenza umana, che superi il così detto Test di Turing, cioè che anche per una durata illimitata del colloqui stesso, il vero interlocutore umano mai si accorgerebbe di contattare un ente non umano.
Non pochi studiosi di cose inerenti la IA (Intelligenza Artificiale) non hanno il minimo dubbio nel dare una risposta positiva alla domanda, anzi, tanti non esitano di pensare che un simile computer potrebbe persino sopravanzare la intelligenza umana fino a sopraffarla. Dico subito di respingere queste conclusioni. Per essere più preciso, dico di essere senz’altro disponibile ad accettare il fatto che la costruzione dell’interlocutore artificiale, laddove fosse possibile quantificare il suo, diciamo così, grado di umanità con una scala da 0 ad 1, potrebbe essere semmai portato ad un grado di vicinanza, all’intelligenza umana, asintoticamente sempre più vicino ad 1, ma solo profondendo tempo ed energia infinitamente grandi nella ricerca e nella sua realizzazione.
I sostenitori del “si” adducono ciò che ai più appare essere un’evidente prova della loro tesi: un computer “impazzito” potrebbe agire fuori da ogni concreto controllo dell’uomo fino a provocarne la distruzione. Ergo: se l’IA può superare quella dell’uomo, sopraffacendola contro la sua volontà, deve prima raggiungerla prima di superarla. Ma, con appena un po’ di buon senso, si scorge la debolezza di questa prova, basata sulla presunta uguaglianza di senso, almeno in questo discorso, tra sopraffazione e superamento. Un computer impazzito è esattamente paragonabile ad un martello che, disgraziatamente, sfugge al controllo di chi lo sta usando schiacciandogli un dito, oppure ad una centrale atomica che sfugge al controllo dei suoi operatori provocando una catastrofe di dimensioni inimmaginabili.
Il discorso da fare è ben diverso e non tanto semplice. Chi se la sente di dire la sua?
[mod="Luca Barletta"]
Il titolo del topic va scritto in minuscolo. Titolo modificato.
[/mod]

In effetti, sto chiedendo se sia logicamente sostenibile che, almeno in via di principio, si possa costruire un computer e compilare un programma capaci di simulare un qualsiasi colloquio telefonico o epistolare di tipo umano con una vera intelligenza umana, che superi il così detto Test di Turing, cioè che anche per una durata illimitata del colloqui stesso, il vero interlocutore umano mai si accorgerebbe di contattare un ente non umano.
Non pochi studiosi di cose inerenti la IA (Intelligenza Artificiale) non hanno il minimo dubbio nel dare una risposta positiva alla domanda, anzi, tanti non esitano di pensare che un simile computer potrebbe persino sopravanzare la intelligenza umana fino a sopraffarla. Dico subito di respingere queste conclusioni. Per essere più preciso, dico di essere senz’altro disponibile ad accettare il fatto che la costruzione dell’interlocutore artificiale, laddove fosse possibile quantificare il suo, diciamo così, grado di umanità con una scala da 0 ad 1, potrebbe essere semmai portato ad un grado di vicinanza, all’intelligenza umana, asintoticamente sempre più vicino ad 1, ma solo profondendo tempo ed energia infinitamente grandi nella ricerca e nella sua realizzazione.
I sostenitori del “si” adducono ciò che ai più appare essere un’evidente prova della loro tesi: un computer “impazzito” potrebbe agire fuori da ogni concreto controllo dell’uomo fino a provocarne la distruzione. Ergo: se l’IA può superare quella dell’uomo, sopraffacendola contro la sua volontà, deve prima raggiungerla prima di superarla. Ma, con appena un po’ di buon senso, si scorge la debolezza di questa prova, basata sulla presunta uguaglianza di senso, almeno in questo discorso, tra sopraffazione e superamento. Un computer impazzito è esattamente paragonabile ad un martello che, disgraziatamente, sfugge al controllo di chi lo sta usando schiacciandogli un dito, oppure ad una centrale atomica che sfugge al controllo dei suoi operatori provocando una catastrofe di dimensioni inimmaginabili.
Il discorso da fare è ben diverso e non tanto semplice. Chi se la sente di dire la sua?

[mod="Luca Barletta"]
Il titolo del topic va scritto in minuscolo. Titolo modificato.
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Risposte
Io penso che per ottenere le AI che spesso sono nelle fantasie di tutti gli studiosi sia necessario modificare diversi principi di base del modo di pensare dell'uomo e indirettamente il modo di concepire il pensiero umano.
Come ben specificato nei precedenti topic la mente dell'uomo è ben al di là della mera e semplice strutturazione matematico-fisica attuali anche se io aggiungerei che ne è al di là solo perchè il modo di intenderla e la logica usata sono troppo ristrette per poterla descrivere interamente.
Con tutta probabilità arriveremo anche alla duplicazione dell'uomo via macchina... in tempi anche relativamente brevi.
Come ben specificato nei precedenti topic la mente dell'uomo è ben al di là della mera e semplice strutturazione matematico-fisica attuali anche se io aggiungerei che ne è al di là solo perchè il modo di intenderla e la logica usata sono troppo ristrette per poterla descrivere interamente.
Con tutta probabilità arriveremo anche alla duplicazione dell'uomo via macchina... in tempi anche relativamente brevi.
La prospettiva di creare una intelligenza artificiale simile a quella umana è, secondo me piuttosto agghiccaiante... siamo più di 6 miliardi di persone su questo pianeta, se vogliono creare intelligenze artificiali è per poterli mettere a fare determinati lavori ed usarli come macchine; a questo punto infatto la fabbrica che crea simili intelligenze pretenderà che queste lavorino intelligentemente per i loro profitti. Fino a che si è trattato di creare elaboratori e calcolatori(cose) nessun problema, ma quanto si pensa di essere i padroni di intelligenze con sentimenti umani allora il problema etico sorge spontaneo.
"Eudale":Questo non direi!.....La ricerca scientifica e la ricerca tecnologica erano sono e mi aguro, con tutto il cuore, che sempre saranno la vita e l'automotore di questa. Sovente passatempi -chiamiamoli così- di moderni e passati matematici, lavori, cioè, che sembravano di nessuna utilità pratica, sappiamo bene ora, col senno di poi, che non solo sono stati la chiave di volta dello sviluppo della matematica successiva, ma si sono dimostrati di assoluta concretezza nella ricerca scientifica avanzata; si pensi, solo per dirne una, al'"invenzione" dei numeri immaginari!
Ma poi una volta create queste macchine, che scopo avranno? Sinceramente mi domando anche quale sia il bisogno di creare queste creature...
Ma poi una volta create queste macchine, che scopo avranno? Sinceramente mi domando anche quale sia il bisogno di creare queste creature...
Se posso intervenire.... A parte potere o non potere, perchè dovremmo costruire una macchina identica all'uomo? Siamo in così tanti, e farne di nuovi ci si mette un tempo accettabile e non è neanche sgradevole. I calcolatori ecc servono per la loro capacità appunto di calcolo, e anche le operazioni più complesse sono solo l' insieme di una valangata di operazioni elementari messe insieme, ed è questa capacità che viene via via incrementata che all'uomo occorre. A lui la parte creativa, alla macchinala la parte "noiosa". Quindi, tanto per ripetermi, finchè siamo miliardi di individui sul pianeta, aggiungerne uno, o anche cento, sotto forma di "macchina" mi sembra abbastanza inutile, tanto più cercare di arrivare a tale obiettivo.
Sul fatto di superarla poi, a me pare di vedere una barriera insormontabile, un'intelligenza non può crearne una più raffinata di quella di partenza. Potendo farlo, questa intelligenza superiore potrebbe a sua volta crearne un'altra e così via all'infinito, e la cosa mi turberebbe un poco.
Anche Dio d'altronde non ha certo creato esseri superiori a lui
Sul fatto di superarla poi, a me pare di vedere una barriera insormontabile, un'intelligenza non può crearne una più raffinata di quella di partenza. Potendo farlo, questa intelligenza superiore potrebbe a sua volta crearne un'altra e così via all'infinito, e la cosa mi turberebbe un poco.
Anche Dio d'altronde non ha certo creato esseri superiori a lui

"Eudale":Tuttavia autorevoli uomini di scienza danno per scontata la possibilità, almeno in via "di principio", di costruire una IA talmente avanzata, da , come dire, "prendere la mano" -che vuol dire: superare- dell'Osservatore. Mi chiedo come mai, viste le evidenze ben manifestate finora dai partecipanti a questa discussione. Che pensino ad altro, a qualcosa che mi/ci sfugge?
Io dico che è semplicemente impossibile...

Io dico che è semplicemente impossibile...
"nox89":Questo è ovvio e di tutto buon senso, sostanzialmente ricalca quanto ampiamente scritto anche dall'amico Gauss91. Credo, tuttavia, che si possano addurre argomentazioni un po' diverse, poggianti su un linguaggio con caratteristiche, come dire, "più scientifiche". Per esempio partirei da una constatazione di base: questo discorso è condotto 1) dall'Osservatore universale , che è IO (non io) in presenza di un 2) osservabile, che qui è un sotto insieme dell'universo, cioè, il computer coi suoi programmi (per altro scelti e/o compilati e/o costruiti (o fatti suoi) dall'Osservatore universale) e, infine 3) l'universo, che tutto contiene. E' appena il caso di dire che questi tre enti, per dare un'impronta scentifica a questo discorso, abbisognano di essere, in qualche modo, definiti.
Ritengo impossibile la creazione di una mente simile a quella umana artificialmente: una macchina potrà compiere tutte le azioni ed anche parlare con un uomo di un determinato argomento ma non potrà MAI avere sentimenti; ecc..........
Per evitare di allungar troppo questo post, lascio a successivi interventi, miei e di altri amici di questo forum, i tentativi ed i suggerimenti di definizione di questi tre enti cardini; per ora mi limito a far notare: a) che l'Osservatore universale non può che essere definito coinvolgento l'intero universo che, per altro, contiene il nostro supercomputer, va inoltre ricordato che l'universo è una complessità autoreferente (per via della presenza in esso dell'Osservatore universale), quindi, la definizione di una parte qualsiasi di esso richiede il coinvolgimento dell'intero universo. Questo basta e avanza per escludere ogni possibilità di poter costruire un oggetto identico all'Osservatore universale), ....anzi.... è possibile! quel computer c'è ed è proprio, niente meno che....Osservatore universale).
Ritengo impossibile la creazione di una mente simile a quella umana artificialmente: una macchina potrà compiere tutte le azioni ed anche parlare con un uomo di un determinato argomento ma non potrà MAI avere sentimenti; con questo intendo dire che vedendo un fiore non potrà realizzare tutte quelle "associazioni di idee"(passatemi il termine tratto da joyce) che avvengono nell'intelletto umano. La coscienza ed il carattere non sono inoltre cose che possono essere date attraverso processi informatici ma si formano crescendo e vivendo esperienze. Non dimetnichiamoci poi il fatto del dolore, una macchina potrebbe mai provare dolore? Non dimentichiamo poi che il nostro cervello è in grado di fantasticare, un robot sarebbe mai in grado di concepire qualcosa di completamente fantasioso? Volendo impelagarsi in discorsi ancora più complessi ci si potrebbe chiedere se sarebbe poi possibile realizzare in un cervello artificiale anche una parte inconscia che durante il sonno ha il sopravvento su quella razionale e ci fa sognare. Io ritengo e spero che non sia possibile creare una intelligenza come quella umana. Ciò comporterebbe anche problemi etici come quello di non poter sopprimere quei robot dopo essere diventati difettosi qualora questi avessero una percezione di dolore.
"Gauss91":
.......tale macchina deve essere inevitabilmente preceduta da una perfetta comprensione del funzionamento dell'essere umano (e non parlo di medicina, ma proprio di sapere a menadito tutti i meccanismi psicologici, inconsci e casuali dell'uomo, e già questo è, probabilmente, impossibile). In seconda sede, una tale macchina dovrà avere una coscienza (altrimenti non sarebbe tale e quale ad un essere umano, contro l'ipotesi), e una "macchina che sa di esistere" è proprio difficile da immaginare. Inoltre,.....
La risposta di Gauss01 è talmente ovvia da far ritenere pura farneticazione la possibilità di ricreare una IA simile a quella dell'uomo. Tuttavia, come dicevo nel mio post, c'è chi vi crede, e non si tratta di gente qualsiasi, ma di scienziati e di addetti, diciamo così, ai lavori. Ebbene, sono pazzi tutti costoro? No di sicuro, credo, invece, che c'entri molto un noto fenomeno che colpisce tutti noi. Queste persone, benchè competenti, risponderebbero all'amico Gauss91 di non aver mai detto di costruire una copia di un uomo vero ma "solo" di un computer munito di adeguati programmi che riprodurrebbe un'IA capace di colloquiare con un uomo vero. Io dico che Gauss91 ha risposto benissimo riferendosi alla creazione di un uomo artificiale uguale in tutto e per tutto ad uno vero. La deformazione professionale, a cui accennavo, inganna coloro che sostengono il contrario perchè li congela nell'illusione verbale che una machina capace di una IA uguale all'intelligenza di un uomo sia cosa diversa dalla creazione di una copia identica di quest'ultimo.
Beh, innanzitutto bisogna riconoscere alcune peculiarità che distinguono l'uomo dalla macchina.
Intanto la macchina funziona basandosi su principi fisici e matematici conosciuti e applicati; l'uomo "funziona" utilizzando principi non solo fisici e matematici (tra l'altro, utilizzando quelli disponibili naturalmente, che sono per ora molto di più di quelli conosciuti) ma anche chimici e stocastici, per non parlare che è praticamente indescrivibile e piena di misteri, la macchina umana.
Supponiamo quindi, per assurdo, che si riesca a creare una macchina proprio tale e quale ad un essere umano. Ciò provocherebbe una serie di paradossi. Primo fra tutti, la creazione di una tale macchina deve essere inevitabilmente preceduta da una perfetta comprensione del funzionamento dell'essere umano (e non parlo di medicina, ma proprio di sapere a menadito tutti i meccanismi psicologici, inconsci e casuali dell'uomo, e già questo è, probabilmente, impossibile). In seconda sede, una tale macchina dovrà avere una coscienza (altrimenti non sarebbe tale e quale ad un essere umano, contro l'ipotesi), e una "macchina che sa di esistere" è proprio difficile da immaginare. Inoltre, questa macchina dovrà essere inevitabilmente controllata da vari segnali chimici (o anche elettronici, che riproducano perfettamente le sensazioni e le emozioni umane), che, siccome la macchina sarebbe cosciente, verrebbero avvertiti dalla macchina stessa come noi avvertiamo i nostri sentimenti, e anche questo è proprio impensabile. Inoltre, questa macchina dovrà "essere programmata" per sbagliare di tanto in tanto, perché altrimenti non sarebbe umana (lo sbaglio è elemento di perfezione, secondo me: una macchina che non sbaglia è "meno perfetta" di un uomo che a volte sbaglia); e questa è una contraddizione in termini.
Inoltre, nel caso impensabile in cui si riuscirebbe... diremo di aver inventato una macchina? O forse diremo di aver costruito una sorta di "uomo" fatto di circuiti? E', insomma, una cosa proprio inimmaginabile, e molto vicina all'essere impossibile.
Intanto la macchina funziona basandosi su principi fisici e matematici conosciuti e applicati; l'uomo "funziona" utilizzando principi non solo fisici e matematici (tra l'altro, utilizzando quelli disponibili naturalmente, che sono per ora molto di più di quelli conosciuti) ma anche chimici e stocastici, per non parlare che è praticamente indescrivibile e piena di misteri, la macchina umana.
Supponiamo quindi, per assurdo, che si riesca a creare una macchina proprio tale e quale ad un essere umano. Ciò provocherebbe una serie di paradossi. Primo fra tutti, la creazione di una tale macchina deve essere inevitabilmente preceduta da una perfetta comprensione del funzionamento dell'essere umano (e non parlo di medicina, ma proprio di sapere a menadito tutti i meccanismi psicologici, inconsci e casuali dell'uomo, e già questo è, probabilmente, impossibile). In seconda sede, una tale macchina dovrà avere una coscienza (altrimenti non sarebbe tale e quale ad un essere umano, contro l'ipotesi), e una "macchina che sa di esistere" è proprio difficile da immaginare. Inoltre, questa macchina dovrà essere inevitabilmente controllata da vari segnali chimici (o anche elettronici, che riproducano perfettamente le sensazioni e le emozioni umane), che, siccome la macchina sarebbe cosciente, verrebbero avvertiti dalla macchina stessa come noi avvertiamo i nostri sentimenti, e anche questo è proprio impensabile. Inoltre, questa macchina dovrà "essere programmata" per sbagliare di tanto in tanto, perché altrimenti non sarebbe umana (lo sbaglio è elemento di perfezione, secondo me: una macchina che non sbaglia è "meno perfetta" di un uomo che a volte sbaglia); e questa è una contraddizione in termini.
Inoltre, nel caso impensabile in cui si riuscirebbe... diremo di aver inventato una macchina? O forse diremo di aver costruito una sorta di "uomo" fatto di circuiti? E', insomma, una cosa proprio inimmaginabile, e molto vicina all'essere impossibile.