$=>$

DavideGenova1
Ciao amici! Vorrei fare una domandina riguardo l'uso del simbolo $=>$.
A volte torna comodo scrivere cose del tipo "$f(x)->L$ se $x->x_0$" al posto di $lim_(x->x_0) f(x)=L$. È corretto o almeno accettabile scrivere "$f(x)->L$ se $x->x_0$" come "$x->x_0 => f(x)->L$"?
Un'altra domandina: quando si deve andare a capo in un'implicazione mi sembra di aver sempre visto la $=>$ e la $<=>$ sulla riga di sotto, tipo:
$x=|x|$
$<=>x>=0$
È scorretto (per esempio se si prevede di non avere spazio abbastanza sulla riga di sotto) andare a capo dopo la freccia, come in
$x=|x|<=>$
$x>=0$?
Grazie a tutti!!!

Risposte
DavideGenova1
Grazie anche a te, Vict!
E $Leftarrow$ si può usare per esempio come in $|x|=0 Leftarrow x>0$ al posto di $x>0 => x=|x|$?
Ad esempio a me verrebbe comodo usarlo a volte per aggiungere a margine di un libro una condizione solo sottintesa dal testo e simili...
Ciao e grazie di nuovo a tutti!

vict85
"dissonance":
[quote="raffamaiden"]Se \( x \to x_0 \) è vera e \( f(x) \to L \) è vera, con \( x \to x_0 \Rightarrow f(x) \to L \) hai scritto una cosa vera.
Non sono d'accordo. La scrittura \(x \to x_0 \Rightarrow f(x)\to L\) non mi piace per nulla. Non c'è una implicazione logica qui, perché la prima delle due non è una proposizione ma un complemento al simbolo \(\to\). Da questo punto di vista la scrittura migliore è questa:

\[f(x) \stackrel{x \to x_0}{\to} L,\]

peccato che esteticamente non sia il massimo. Meglio allora arrangiarsi con le parole: \(f(x) \to L\ \text{per}\ x \to x_0\), o cose del genere (ad esempio puoi sostituire "per" con "quando", o scriverlo \(x\to x_0\) prima, o a lato, in un riquadro...).[/quote]

Anche a me non piace. In logica i due simboli hanno differenze anche se sono trascurabili per chiunque non sia un logico. In questo caso si sta usando la freccia con il doppio senso di implicazione e di “tende a” e ritengo che questa sia una pratica piuttosto discutibile. Molto meglio dirlo a parole oppure non usare la notazione abbreviata per i limiti (io sono per la prima).

dissonance
Questo non è un abuso di notazione. Semplicemente qui sta sottointendendo \(n \to \infty\), ma non è un problema perché questa informazione è ovvia (una variabile discreta, quale certamente è \(n\), non può che tendere ad infinito). Sottointendere informazioni non necessarie è una buona pratica.

DavideGenova1
Grazie, Dissonance! In effetti, sfogliando libri alla ricerca di conferme o smentite alle mie ipotesi di utilizzabilità ho trovato
$a_n->+-oo => 1/a_n->0$ a significare $lim_n a_n=+-oo => lim_n 1/a_n=0$
ma non so se sia un abuso di notazione o meno... Che cosa ne pensi e pensate?
Ciao e grazie a tutti!!!

dissonance
"raffamaiden":
Se \( x \to x_0 \) è vera e \( f(x) \to L \) è vera, con \( x \to x_0 \Rightarrow f(x) \to L \) hai scritto una cosa vera.
Non sono d'accordo. La scrittura \(x \to x_0 \Rightarrow f(x)\to L\) non mi piace per nulla. Non c'è una implicazione logica qui, perché la prima delle due non è una proposizione ma un complemento al simbolo \(\to\). Da questo punto di vista la scrittura migliore è questa:

\[f(x) \stackrel{x \to x_0}{\to} L,\]

peccato che esteticamente non sia il massimo. Meglio allora arrangiarsi con le parole: \(f(x) \to L\ \text{per}\ x \to x_0\), o cose del genere (ad esempio puoi sostituire "per" con "quando", o scriverlo \(x\to x_0\) prima, o a lato, in un riquadro...).

DavideGenova1
Grazie anche a te, Vict85!!!

vict85
"DavideGenova":
Un'altra domandina: quando si deve andare a capo in un'implicazione mi sembra di aver sempre visto la $=>$ e la $<=>$ sulla riga di sotto, tipo:
$x=|x|$
$<=>x>=0$
È scorretto (per esempio se si prevede di non avere spazio abbastanza sulla riga di sotto) andare a capo dopo la freccia, come in
$x=|x|<=>$
$x>=0$?
Grazie a tutti!!!


In generale, se stai scrivendo una formula in un testo, è opportuno cercare di evitare di andare a capo. Con un po’ di lavoro di riscrittura si riesce solitamente a risolvere il problema; ci ho perso ore quando ho scritto la tesi. Se proprio non è possibile riscrivere allora prima o dopo è abbastanza equivalente. L'importante è non sacrificare la comprensibilità della formula.

Quando non ci riesci è comunque probabile che portare la formula da inline a display possa risolverti il problema (anche se dipende dall'importanza della formula).

In questo caso penso sia meglio trasformare il simbolo in testo piuttosto che andare a capo; non sempre scrivere tutto in formule rende il testo più leggibile.

Se il problema invece capita in displaystyle andare a capo prima o dopo è equivalente anche se alcuni accorgimenti sono necessari. Trovo comunque che possa esistere un modo di riscrivere la formula che escluda questo evento.

DavideGenova1
Grazie a tutti per le preziose risposte!

Fioravante Patrone1
Sull'andare a capo.
Io riporto i simboli sia alla fine della riga sopra che all'inizio della riga sotto. Magari con qualche accorgimento di formattazione, per una migliore leggibilità.

yellow2
Una piccola ambiguità riguardante l'uso comune di queto simbolo è che $a=>b$ può voler dire sia "siccome vale $a$, vale anche $b$", sia "esiste in generale questa proprietà (da cui traiamo delle conseguenze)". Per cui nel secondo caso, che più o meno è quello che hai citato tu (anche se dire $x->x_0$ è un grande abuso di notazione perché così da sola non ha nessun significato matematico), bisogna fare un po' di attenzione a far notare che si sta enunciando un risultato, esplicitando una definizione ecc.

Sk_Anonymous
per la prima si è corretto. L'implicazione è un operatore logico che ha la sua tabella di verità. E' falsa se la prima è vera e la seconda è falsa, vera in tutti gli altri casi. Se \( x \to x_0 \) è vera e \( f(x) \to L \) è vera, con \( x \to x_0 \Rightarrow f(x) \to L \) hai scritto una cosa vera.

Per la seconda domanda non lo so. Mi sembra una formalità comunque più che altro

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