Giocare in borsa è forse sconveniente

baldo891
Premetto che non so nulla di economia. Stavo pensando che secondo me giocare in borsa è sconveniente perchè:
supponiamo che un determinato prodotto oggi valga 100 euro. domani il valore di tale prodotto salirà de 10% di conseguenza il suo valore sarà 110. dopodomani il valore di tale prodotto scenderà del 10% e di conseguenza il suo valore sarà 99.
Bene... ora supponiamo che il valore del prodotto partendo sempre da 100 euro scenda del 10% di conseguenza il prodotto deve valere 90 euro supponiamo che poi il valore salga del 10% di conseguenza il nostro prodotto deve valere sempre 99 euro.
Da questo semplice ragionamento (scritto malissimo peraltro) si deduce che se le fluttuazioni percentuali sono nulle ( oggi sale del 10% e domani scende del 10%) il valore del prodotto diminuirà in funzione del tempo e di conseguenza mediamente le persone perdono giocando in borsa.
cosa ne pensate?

Risposte
andreafreddie96
Ah, certo. Perché Einstein- dirà Berlusconi- è un altro di quei comunisti che rovinano il Paese. :P

baldo891
dopo questa discussione penso di aver capito di chi è la colpa se l'economia va male....
allora, dal momento che buona parte dell'economia si basa sul moto browniano e dal momento che l'economia va male, la colpa è di chi si è sviluppato la teoria del moto browniano, ovvero Albert Einstein nel 1905. Dovremmo dirlo a berlusconi ed anche ai politici, così la prossima volta sanno a chi dare la colpa se tutto va male :-D

hamming_burst
mia unica piccola aggiunta alla questione:
"socio1985":

In base a quel modello la valuti stimando la deviazione standard dei ${\DeltaA}/{A}$. In parole povere è un indice di quanto il valore dell'azione "oscilli" attorno a quello atteso, o volendo, di quanto l'investimento sia "rischioso".

questo tipo di valori si utilizzano per decidere che titoli sono meno rischiosi e che rendono di più in un bouchè di scelte (portafoglio). Questo tipo di decisioni va sotto il nome di analisi rischio-rendimento (più specilizzato teoria del portafoglio o di Markovitz).

socio1985
"baldo89":
e pensare che io il moto browniano mi capita ti utilizzarlo quando devo calcolare il tempo che impiega un fotone o un neutrino per uscire da una stella. Funziona pure in economia! bello!...cosa intendi per volatilità?



In base a quel modello la valuti stimando la deviazione standard dei ${\DeltaA}/{A}$. In parole povere è un indice di quanto il valore dell'azione "oscilli" attorno a quello atteso, o volendo, di quanto l'investimento sia "rischioso".

baldo891
e pensare che io il moto browniano mi capita ti utilizzarlo quando devo calcolare il tempo che impiega un fotone o un neutrino per uscire da una stella. Funziona pure in economia! bello!...cosa intendi per volatilità?

socio1985
"baldo89":
Premetto che non so nulla di economia. Stavo pensando che secondo me giocare in borsa è sconveniente perchè:
supponiamo che un determinato prodotto oggi valga 100 euro. domani il valore di tale prodotto salirà de 10% di conseguenza il suo valore sarà 110. dopodomani il valore di tale prodotto scenderà del 10% e di conseguenza il suo valore sarà 99.
Bene... ora supponiamo che il valore del prodotto partendo sempre da 100 euro scenda del 10% di conseguenza il prodotto deve valere 90 euro supponiamo che poi il valore salga del 10% di conseguenza il nostro prodotto deve valere sempre 99 euro.
Da questo semplice ragionamento (scritto malissimo peraltro) si deduce che se le fluttuazioni percentuali sono nulle ( oggi sale del 10% e domani scende del 10%) il valore del prodotto diminuirà in funzione del tempo e di conseguenza mediamente le persone perdono giocando in borsa.
cosa ne pensate?



Quella in neretto è un'ipotesi tutta tua. Il modello solitamente utilizzato per descrivere l'andamento del prezzo delle azioni è il moto browniano geometrico $dA=A\mudt+A\sigmadz$ dove $A$ è il valore dell'azione, $\mu$ il drift o rendimento atteso, $\sigma$ la volatilità e $dz=\epsilon sqrt(dt)$ con $\epsilon$ variabile normale con media uguale a 0 e varianza uguale a 1. Si ottiene quindi che la le variazioni percentuali del prezzo dell'azione ${\DeltaA}/{A}$, dopo un tempo $\Delta T$, sono estratte a loro volta da una distribuzione normale con media $\mu \Delta T$ e varianza $\sigma^2 \Delta T$. L'ipotesi in neretto corrisponde al caso in cui il rendimento atteso è nullo, ma normalmente questo è positivo.

andreafreddie96
Ne penso che ho letto lo stesso esempio sul blog di Odifreddi, il quale consigliava la lettura di un libro di Mandelbrot di cui non ricordo il titolo. Da parte mia, penso che le borse agiscano in maniera quantomeno sospetta, dato che è capitato che la situazione politica fosse quantomeno stabile (non me la sento di dire buona), ma Milano continuasse inesorabilmente a scendere (rendendo necessarie manovre "Lacrime & Sangue", le quali portano proteste, instabilità politica e conseguente calo delle borse, seppure non si possa fare a meno di attuare suddette manovre). Da tutto ciò, deduco che sostanzialmente, le borse e il loro degno compare chiamato spread in realtà della nostra situazione politica o dei tagli delle agenzie di rating se ne infischino abbastanza.
Ho divagato, come al solito. Ma, in conclusione, essendo le borse così complesse, preferisco tenermene fuori.

(P.S. È facilmente dimostrabile- e sono sicuro che lo saprai già- che è irrilevante se vi è prima un rialzo e poi un ribasso della stessa "quantità" percentuale oppure viceversa)

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