Filosofia: che cosa è? a che cosa serve?
Sfortunatamente, non ho una grande opinione della filosofia, l'ho sempre considerata qualcosa di vago, in cui si può dire tutto ciò che si vuole e che sia giusto o sbagliato a nessuno è dato dirlo. Pura speculazione, senza nessi con la realtà.
Far ricadere la matematica nella filosofia è quindi per me un errore gravissimo.
Sarà pure astratta in certi argomenti, ma si basa comunque su certe assunzioni che partono dal mondo fisico e tangibile.
Chiedere se "esistono i numeri naturali" o altre domande di questo genere, è come chiedere se esiste una qualsiasi emozione nel mondo reale. Mi spiego meglio.
I numeri, come le emozioni, sono i nomi con cui chiamiamo dati oggetti astratti caratterizzati da proprietà tangibili concrete (leggi: nomi astratti di insiemi di proprietà concrete possedute da oggetti fisici)
Quindi, se ci chiediamo "se esistono" possiamo subito rispondere che le proprietà che le caratterizzano esistono, mentre gli oggetti, presi nel senso fisico del termine, no. Ma questo comunque vale per qualunque cosa nel nostro linguaggio, non facciamo altro che utilizzare suoni per descrivere ciò che sentiamo e proviamo, ma chiederci se un suono esiste o no, non ha senso.
Così come non ha senso la prova ontologica dell'esistenza di Dio di Anselmo d'Aosta.
Wikipedia:
Anselmo d'Aosta è un religioso che fa ricorso a una prova detta "ontologica", per dimostrare che il Dio in cui egli crede è «l'Essere di cui non si può pensare nulla di più grande», basandosi su un ragionamento tutto interno alla logica (a priori).
Secondo Anselmo, infatti, anche l'ateo possiede implicitamente l'idea di Dio: persino l'insipiente che «dice in cuor suo Dio non esiste» deve convincersi che sia pensabile intellettualmente qualcosa di immensamente grande, che abbia il massimo di tutte le qualità, tale per cui non è possibile pensare alcunché di maggiore. Ad esempio non conosciamo l'essere più buono al mondo, ma riusciamo nella nostra mente a concepire l'essenza di una bontà assoluta e insuperabile.
Ammettiamo dunque che «ciò di cui non si può pensare il maggiore» esista nel solo intelletto, e non nella realtà; ma se è dunque nel solo intelletto, si può almeno pensare che esista anche nella realtà, il che sarebbe maggiore di quello che non poteva essere minore di nient'altro: vi aggiungeremmo infatti la fondamentale caratteristica della reale esistenza. Ne seguirebbe un paradosso: qualcosa sarebbe maggiore del più grande.
A questo punto, chi nega ancora che a un tale concetto dell'intelletto corrisponda una realtà, necessariamente si contraddice, perché solo attribuendogli l'esistenza riusciremmo a pensarlo davvero come «il più grande». Ciò che esiste nella realtà, secondo Anselmo, ha più valore di ciò che esiste nel solo intelletto, secondo la concezione tipicamente platonica che identificava il Bene con l'essere.[9]
L'albero esiste nella realtà e quindi anche nell'intelletto, mentre non tutto quel che esiste nella mente esiste anche nella realtà (ad esempio un cavallo alato). Ma non si può concepire Dio come il massimo delle qualità senza attribuirgli una reale esistenza, poiché anche l'esistenza è una qualità.
Confutazione di Gaunilone
Il monaco francese Gaunilone (994-1083), pur non mettendo in dubbio l’esistenza di Dio, contestò la prova a priori di San Anselmo nel suo Liber pro insipiente. Secondo Gaunilone non ci si può fondare sull'esistenza nel pensiero per concludere l'esistenza nella realtà sensibile (si possono pensare cose impossibili), per cui la definizione di divinità presa da Anselmo o è dedotta da qualcosa d'altro (dato di rivelazione, quindi non è prova a priori) o è completamente arbitraria e quindi si pone il problema della stessa pensabilità della definizione. In altri termini, egli obiettava che «se io penso un'isola perfettissima, allora questa esiste anche nella realtà?». Anselmo obiettò alla critica sostenendo che non si potevano porre sullo stesso piano Dio e un'isola, poiché la sua prova era applicabile solo alla perfezione massima, ovvero Dio, «ciò di cui non si può pensare nulla di più grande».
Questo è solo un esempio per dire come nella filosofia, ma anche in altre discipline, si perde tempo nel divagare su cose astratte che non saranno mai né dimostrabili né giudicabili da altri. Quindi che senso ha perdere tempo su tali argomenti? La mia prof. di filosofia del liceo mi diceva: "La filosofia ti aiuterà a formare un pensiero critico".
Peccato che formare un pensiero "critico" che non può essere migliorato con l'apporto intellettuale di altri (poiché ci si crea proprie evoluzioni del pensiero e ci si arrocca sui nostri ragionamenti confutando le ipotesi dell'altro poiché non concordi con nostro modello) non aiuterà nè ora nè mai l'uomo.
Insomma, una totale perdita di tempo.
Far ricadere la matematica nella filosofia è quindi per me un errore gravissimo.
Sarà pure astratta in certi argomenti, ma si basa comunque su certe assunzioni che partono dal mondo fisico e tangibile.
Chiedere se "esistono i numeri naturali" o altre domande di questo genere, è come chiedere se esiste una qualsiasi emozione nel mondo reale. Mi spiego meglio.
I numeri, come le emozioni, sono i nomi con cui chiamiamo dati oggetti astratti caratterizzati da proprietà tangibili concrete (leggi: nomi astratti di insiemi di proprietà concrete possedute da oggetti fisici)
Quindi, se ci chiediamo "se esistono" possiamo subito rispondere che le proprietà che le caratterizzano esistono, mentre gli oggetti, presi nel senso fisico del termine, no. Ma questo comunque vale per qualunque cosa nel nostro linguaggio, non facciamo altro che utilizzare suoni per descrivere ciò che sentiamo e proviamo, ma chiederci se un suono esiste o no, non ha senso.
Così come non ha senso la prova ontologica dell'esistenza di Dio di Anselmo d'Aosta.
Wikipedia:
Anselmo d'Aosta è un religioso che fa ricorso a una prova detta "ontologica", per dimostrare che il Dio in cui egli crede è «l'Essere di cui non si può pensare nulla di più grande», basandosi su un ragionamento tutto interno alla logica (a priori).
Secondo Anselmo, infatti, anche l'ateo possiede implicitamente l'idea di Dio: persino l'insipiente che «dice in cuor suo Dio non esiste» deve convincersi che sia pensabile intellettualmente qualcosa di immensamente grande, che abbia il massimo di tutte le qualità, tale per cui non è possibile pensare alcunché di maggiore. Ad esempio non conosciamo l'essere più buono al mondo, ma riusciamo nella nostra mente a concepire l'essenza di una bontà assoluta e insuperabile.
Ammettiamo dunque che «ciò di cui non si può pensare il maggiore» esista nel solo intelletto, e non nella realtà; ma se è dunque nel solo intelletto, si può almeno pensare che esista anche nella realtà, il che sarebbe maggiore di quello che non poteva essere minore di nient'altro: vi aggiungeremmo infatti la fondamentale caratteristica della reale esistenza. Ne seguirebbe un paradosso: qualcosa sarebbe maggiore del più grande.
A questo punto, chi nega ancora che a un tale concetto dell'intelletto corrisponda una realtà, necessariamente si contraddice, perché solo attribuendogli l'esistenza riusciremmo a pensarlo davvero come «il più grande». Ciò che esiste nella realtà, secondo Anselmo, ha più valore di ciò che esiste nel solo intelletto, secondo la concezione tipicamente platonica che identificava il Bene con l'essere.[9]
L'albero esiste nella realtà e quindi anche nell'intelletto, mentre non tutto quel che esiste nella mente esiste anche nella realtà (ad esempio un cavallo alato). Ma non si può concepire Dio come il massimo delle qualità senza attribuirgli una reale esistenza, poiché anche l'esistenza è una qualità.
Confutazione di Gaunilone
Il monaco francese Gaunilone (994-1083), pur non mettendo in dubbio l’esistenza di Dio, contestò la prova a priori di San Anselmo nel suo Liber pro insipiente. Secondo Gaunilone non ci si può fondare sull'esistenza nel pensiero per concludere l'esistenza nella realtà sensibile (si possono pensare cose impossibili), per cui la definizione di divinità presa da Anselmo o è dedotta da qualcosa d'altro (dato di rivelazione, quindi non è prova a priori) o è completamente arbitraria e quindi si pone il problema della stessa pensabilità della definizione. In altri termini, egli obiettava che «se io penso un'isola perfettissima, allora questa esiste anche nella realtà?». Anselmo obiettò alla critica sostenendo che non si potevano porre sullo stesso piano Dio e un'isola, poiché la sua prova era applicabile solo alla perfezione massima, ovvero Dio, «ciò di cui non si può pensare nulla di più grande».
Questo è solo un esempio per dire come nella filosofia, ma anche in altre discipline, si perde tempo nel divagare su cose astratte che non saranno mai né dimostrabili né giudicabili da altri. Quindi che senso ha perdere tempo su tali argomenti? La mia prof. di filosofia del liceo mi diceva: "La filosofia ti aiuterà a formare un pensiero critico".
Peccato che formare un pensiero "critico" che non può essere migliorato con l'apporto intellettuale di altri (poiché ci si crea proprie evoluzioni del pensiero e ci si arrocca sui nostri ragionamenti confutando le ipotesi dell'altro poiché non concordi con nostro modello) non aiuterà nè ora nè mai l'uomo.
Insomma, una totale perdita di tempo.
Risposte
Buonasera a tutti sono uno studente al primo di matematica, complimenti per il forum lo trovo molto utile. Vorrei esprimere la mia considerazione sull' argomento: secondo me interrogarsi sull' essenza della filosofia e' come domandarsi quale sia la natura della scienza.
La filosofia si e' sviluppata nel sesto secolo a.C. nell' antica Grecia per un' esigenza profonda di alcuni uomini che sentivano il bisogno di allontanarsi dal Mito per fornire spiegazioni Razionali( o quantomeno questa era il loro desiderio) ai fenomeni del Cosmo(tutto cio' che ''esiste''); lo ''strumento'' usato da tali uomini, era il Logos (la ''ratio'' latina grossomodo) ossia la ragione.
Questa prima fase della storia della filosofia viene detta Naturalistica: i primi filosofi ricercavano l'Arche' ossia il principio primo e ultimo di tutte le cose,identificato per esempio da Talete nell' acqua.La Scienza e quindi in particolare la matematica costituiscono il naturale sviluppo di questa prima stagione filosofica,pertanto non ci sarebbe la Scienza senza la Filosofia, o meglio, la scienza deve essere considerata,alla luce di tale considerazione storica, un ramo della filosofia , molto importante e per certi aspetti ''autonoma''( ma non autocefala), ma pur sempre un ramo...
Naturalmente a partire dal sesto secolo a.C. la filosofia ,a seconda delle ''necessita' ''degli uomini, si e' evoluta sfociando nella metafisica( in parte Parmenide ma soprattutto Platone ) la logica(Zenone) la fisica ( Democrito,Aristotele) e altri ''settori'' che possono sembrare, chi piu' chi meno, astratti.Mi viene in mente il libro''introduzione alla filosofia matematica'' dove Russel cerca di identificare quali siano i fondamenti proprio della matematica, in modo ovviamente razionale, delineando anche le problematiche logiche della struttura della regina delle scienze( come la chiamava Gauss)... Ma questa ( tralasciando il titolo del libro) non e' filosofia???
Un' altra pietra miliare nella storia del pensiero scientifico sono i '' principia mathematica philosophiae naturalis'' all'interno dei quali Newton con la Matematica ( quella con la m maiuscola che fino all' epoca non era poi cosi' sviluppata) studia appunto i fenomeni del cosmo( la leggi della dinamica et cetera....). Vedete quindi come lo scienziato inglese uno dei piu' importanti di sempre, in realta' non era nient' altro che un filosofo che ricercava le stesse cose di Talete o Anassimene usando solo metodi diversi.
La filosofia si e' sviluppata nel sesto secolo a.C. nell' antica Grecia per un' esigenza profonda di alcuni uomini che sentivano il bisogno di allontanarsi dal Mito per fornire spiegazioni Razionali( o quantomeno questa era il loro desiderio) ai fenomeni del Cosmo(tutto cio' che ''esiste''); lo ''strumento'' usato da tali uomini, era il Logos (la ''ratio'' latina grossomodo) ossia la ragione.
Questa prima fase della storia della filosofia viene detta Naturalistica: i primi filosofi ricercavano l'Arche' ossia il principio primo e ultimo di tutte le cose,identificato per esempio da Talete nell' acqua.La Scienza e quindi in particolare la matematica costituiscono il naturale sviluppo di questa prima stagione filosofica,pertanto non ci sarebbe la Scienza senza la Filosofia, o meglio, la scienza deve essere considerata,alla luce di tale considerazione storica, un ramo della filosofia , molto importante e per certi aspetti ''autonoma''( ma non autocefala), ma pur sempre un ramo...
Naturalmente a partire dal sesto secolo a.C. la filosofia ,a seconda delle ''necessita' ''degli uomini, si e' evoluta sfociando nella metafisica( in parte Parmenide ma soprattutto Platone ) la logica(Zenone) la fisica ( Democrito,Aristotele) e altri ''settori'' che possono sembrare, chi piu' chi meno, astratti.Mi viene in mente il libro''introduzione alla filosofia matematica'' dove Russel cerca di identificare quali siano i fondamenti proprio della matematica, in modo ovviamente razionale, delineando anche le problematiche logiche della struttura della regina delle scienze( come la chiamava Gauss)... Ma questa ( tralasciando il titolo del libro) non e' filosofia???
Un' altra pietra miliare nella storia del pensiero scientifico sono i '' principia mathematica philosophiae naturalis'' all'interno dei quali Newton con la Matematica ( quella con la m maiuscola che fino all' epoca non era poi cosi' sviluppata) studia appunto i fenomeni del cosmo( la leggi della dinamica et cetera....). Vedete quindi come lo scienziato inglese uno dei piu' importanti di sempre, in realta' non era nient' altro che un filosofo che ricercava le stesse cose di Talete o Anassimene usando solo metodi diversi.
"Sergio":
[quote="giuliofis"]Leggi l'indice del libro (che trovi in fondo alla pagina di sintesi), mi consigli ancora di lasciar perdere?
Più o meno

L'università pubblica è bella anche per questo: puoi seguire lezioni, puoi anche chiedere colloqui con i docenti, senza bisogno di inserire un corso in un piano di studi. Anche come semplice cittadino.
In concreto: pensi che quando ti cercherai un lavoro (anche un lavoro di ricerca) avere quell'esame nel tuo curriculum aumenterà le tue probabilità?
DIpende certo dal tipo di sbocco professionale cui aspiri. Un conto è prepararsi a uno sbocco professionale, tutt'altro è coltivare un interesse personale. Cosa vuoi fare da grande?[/quote]
Non lo so cosa voglio fare dopo gli studi, ho visto troppo poco di quel che studierò per poter decidere seriamente... Per ora mi piacerebbe continuare studiando Fisica della Materia o Scienza dei Materiali, per poter tentare anche di proseguire gli studi col terzo livello, se ci riuscissi. Ma sono ancora ignorante in queste cose, preferisco aspettare di avere un quadro più completo!
Allora farò così: andrò a vedere qualche lezione di quel corso e, se il professore aggiungerà nozioni o preferirà fare un esame non solo nozionistico, lo lascerò nel mio piano di studi, altrimenti l'anno prossimo lo cambierò.
È anche vero che avevo valutato diverse altre possibilità: un corso di Introduzione alla Scienza dei Materiali, ma il professore non mi piace per niente (ne ho seguito qualche lezione) e dicono che l'esame lo regali (mi hanno già regalato Chimica e mi è bastato...); avevo pensato di approfondire la Matematica con esami di Logica o di Statistica Matematica, ma dare un esame di Matematica senza avere la certezza di poter seguire il corso mi ha scoraggiato nel farlo... Poiché ho 6 CFU da inserire, avevo anche pensato di andare a chiedere al professore di Geometria 2 se si potesse concordare un esame da 6 CFU (e non da 9 come è nel piano di studi di Matematica) perché la Geometria mi è piaciuta tantissimo... Oppure a qualcosa di Ingegneria, come Intelligenza Artificiale o Elettrotecnica, ma anche lì il solito discorso della frequenza.
Insomma, avevo optato su Filosofia non solo perché mi piace (grazie ad un professore del liceo davvero bravo), ma anche perché non credo che riuscirei a studiare con profitto per un corso di Matematica o Ingegneria senza seguire costantemente il corso.
Leggi l'indice del libro (che trovi in fondo alla pagina di sintesi), mi consigli ancora di lasciar perdere?
"Sergio":
@giuliofis: stavo per rispondere dissentendo da Cmax, ma poi ho letto meglio: «inserire nel mio piano di studi un insegnamento di Filosofia della Scienza (mutuato dal CdL in Filosofia)».
Lascia perdere. Potresti trovarti a dover studiare cose che c'entrano ben poco con i tuoi interessi (mi pare che studi fisica).
Sì, studio Fisica e sono al secondo anno. Ho letto la sintesi del libro usato dal professore e le dispense aggiuntive da studiarsi nel caso non si fosse frequentati (ed io ancora non lo so se potrò frequentare, dipende dall'orario del prossimo semestre). Il libro è tutto interessante, mentre le dispense lo sono nella loro quasi totalità (tranne per un capitolo sulle scienze umane, ma son poche paginette), poiché parlano di logica, positivismo logico, realismo, intelligenza artificiale, probabilità...
Tra gli autori del libro c'è Giorello che è laureato anche in Matematica, persona di cui ho letto libri e visto tante interviste, mi piace un sacco.
"Sergio":
Se vuoi farti un'idea seria della filosofia della scienza, c'è un'ottima soluzione: Curd e Cover, Philosophy of Science: The Central Issues. È una ricca antologia molto ben commentata; puoi limitarti alle introduzioni scritte dai curatori per i vari argomenti, poi, se vuoi, leggere direttamente gli scritti originali di Popper, Kuhn, Lakatos, Hempel, Carnap, Nagel, Feyerabend, Duhem, Quine ecc.
Se ricordo bene la recensione, di Popper, Kuhn e Quine (almeno) ne parla diffusamente quel libro.
Grazie mille per i consigli.

"giuliofis":
Su questa base, infatti, ho deciso di inserire nel mio piano di studi un insegnamento di Filosofia della Scienza (mutuato dal CdL in Filosofia), perché sono convinto mi aiuterà nella formazione di un pensiero più "profondo" nei riguardi della disciplina che ho deciso di studiare.
Che ne pensate?
È sempre difficile dare un parere su queste scelte, anche perché non so che corso frequenti o qual è il tuo piano di studi, ma se sei iscritto a matematica, fisica od ingegneria, dal punto di vista culturale non mi sembra una buona idea, anche se magari può aiutarti a mantenere una media alta. Per quanto materia interessante, ed anche utile allo sviluppo di un linguaggio più appropriato, la filosofia della scienza è in fondo una sorta di sociologia mascherata, e trovi decine di ottimi libri, sia di impostazione manualistica che specialistica, che puoi leggere per conto tuo. Considerato l'impegno, anche economico, richiesto dall'università, conviene sfruttare le sue strutture didattiche ed il tempo che ti offre per acquisire conoscenze più difficili da costruirsi autonomamente. Poi, se proprio ti avanzano dei CFU che non sai come allocare, di sicuro male non fa.
"CalogerN":
Sarà pure astratta in certi argomenti, ma si basa comunque su certe assunzioni che partono dal mondo fisico e tangibile.
mmmm.....io ti consiglierei di leggere la discussione "utilità della matematica", dove sono scritte cose riguardanti le tue domande che forse possono darti una risposta.
"Ryukushi":
effettivamente "ostentare" significa "mettere in mostra", probabilmente volevi dire "osteggiatori".
Sì, sì, scusate...



"giuliofis":
[quote="gio73"][quote="giuliofis"]
PS. Condivido il consiglio di Ryukushi. Il Mondo di Sofia è un'ottima palestra per (ri)scoprire la Filosofia e per affrontare alcuni dei pensatori che a scuola, purtroppo, non si fa mai in tempo a studiare... Ed anche per far capire agli "ostentatori" della Filosofia che essa non è solo "chiacchiere"!
sostituirei con detrattori[/quote]
Vabbè si capiva, dai.

effettivamente "ostentare" significa "mettere in mostra", probabilmente volevi dire "osteggiatori".
"gio73":
[quote="giuliofis"]
PS. Condivido il consiglio di Ryukushi. Il Mondo di Sofia è un'ottima palestra per (ri)scoprire la Filosofia e per affrontare alcuni dei pensatori che a scuola, purtroppo, non si fa mai in tempo a studiare... Ed anche per far capire agli "ostentatori" della Filosofia che essa non è solo "chiacchiere"!
sostituirei con detrattori[/quote]
Vabbè si capiva, dai.

"giuliofis":
PS. Condivido il consiglio di Ryukushi. Il Mondo di Sofia è un'ottima palestra per (ri)scoprire la Filosofia e per affrontare alcuni dei pensatori che a scuola, purtroppo, non si fa mai in tempo a studiare... Ed anche per far capire agli "ostentatori" della Filosofia che essa non è solo "chiacchiere"!
sostituirei con detrattori
"giuliofis":
Per uno scienziato, secondo me, sarebbe importante un corso di Filosofia della Scienza. La riflessione sul metodo scientifico, su cosa sia la scienza e come funziona, sui cambi di paradigma e le rivoluzioni scientifiche, eccetera eccetera, le ritengo cose importanti, oltre che enormemente interessanti.
Su questa base, infatti, ho deciso di inserire nel mio piano di studi un insegnamento di Filosofia della Scienza (mutuato dal CdL in Filosofia), perché sono convinto mi aiuterà nella formazione di un pensiero più "profondo" nei riguardi della disciplina che ho deciso di studiare.
Che ne pensate?
PS. Condivido il consiglio di Ryukushi. Il Mondo di Sofia è un'ottima palestra per (ri)scoprire la Filosofia e per affrontare alcuni dei pensatori che a scuola, purtroppo, non si fa mai in tempo a studiare... Ed anche per far capire agli "ostentatori" della Filosofia che essa non è solo "chiacchiere"!
La filosofia della scienza è interessantissima, mi pento di non aver scelto quel corso l'anno scorso che era a scelta al primo anno al Polito.
Per uno scienziato, secondo me, sarebbe importante un corso di Filosofia della Scienza. La riflessione sul metodo scientifico, su cosa sia la scienza e come funziona, sui cambi di paradigma e le rivoluzioni scientifiche, eccetera eccetera, le ritengo cose importanti, oltre che enormemente interessanti.
Su questa base, infatti, ho deciso di inserire nel mio piano di studi un insegnamento di Filosofia della Scienza (mutuato dal CdL in Filosofia), perché sono convinto mi aiuterà nella formazione di un pensiero più "profondo" nei riguardi della disciplina che ho deciso di studiare.
Che ne pensate?
PS. Condivido il consiglio di Ryukushi. Il Mondo di Sofia è un'ottima palestra per (ri)scoprire la Filosofia e per affrontare alcuni dei pensatori che a scuola, purtroppo, non si fa mai in tempo a studiare... Ed anche per far capire agli "ostentatori" della Filosofia che essa non è solo "chiacchiere"!
Su questa base, infatti, ho deciso di inserire nel mio piano di studi un insegnamento di Filosofia della Scienza (mutuato dal CdL in Filosofia), perché sono convinto mi aiuterà nella formazione di un pensiero più "profondo" nei riguardi della disciplina che ho deciso di studiare.
Che ne pensate?
PS. Condivido il consiglio di Ryukushi. Il Mondo di Sofia è un'ottima palestra per (ri)scoprire la Filosofia e per affrontare alcuni dei pensatori che a scuola, purtroppo, non si fa mai in tempo a studiare... Ed anche per far capire agli "ostentatori" della Filosofia che essa non è solo "chiacchiere"!
Filosofia (da \( \phi \iota \lambda o \varsigma \) =amore, \( \sigma o \phi \iota \alpha \) =sapienza, amore per la sapienza; o conoscenza dell'amore -dubbio ancora irrisolto di cui pochi parlano-?) è la ricerca della conoscenza mediante la meraviglia. Se qualcuno vuole un po' di definizioni d'autore, vi rimando a questo link: http://www.filosofico.net/cosaefilosofia.htm
E' effettivamente un concetto mutevole ed allo stesso tempo interessante, ma credo che veramente ciò che dia input per essere filosofi, o ricercare filosoficamente, sia disporre di quel sentimento tipicamente infantile della meraviglia, che spinge l'individuo a porsi interrogativi in primis circa la propria esistenza, ed in seguito intorno a ciò che lo circonda.
Tutte le scienze sono nate dalla prassi filosofica: per esempio la logica fu inventata da Aristotele. Gli stessi Galileo, Newton, Cartesio erano filosofi. Filosofia è cercare di interpretare e descrivere la realtà mediante il pensiero.
Dire a cosa serve è pleonastico: la filosofia è autarchica e vive di se stessa, non ha bisogno di fine ulteriore, perché è il fulcro dell'esistenza umana avere un pensiero filosofico. Chi non pensa e non vive minimamente in maniera filosofica la propria esistenza è come il venditore di almanacchi leopardiano, fa scivolare su di sé la propria vita senza sfruttare appieno il fatto fortunato (?) di essere dotati di coscienza e di pensiero.
Spero possa essere sufficiente come risposta, altrimenti posso continuare.
In ogni caso consiglio la letture del romanzo Il Mondo di Sofia, che può aprire gli occhi anche ai più scettici (filosofi essi stessi, per altro).
E' effettivamente un concetto mutevole ed allo stesso tempo interessante, ma credo che veramente ciò che dia input per essere filosofi, o ricercare filosoficamente, sia disporre di quel sentimento tipicamente infantile della meraviglia, che spinge l'individuo a porsi interrogativi in primis circa la propria esistenza, ed in seguito intorno a ciò che lo circonda.
Tutte le scienze sono nate dalla prassi filosofica: per esempio la logica fu inventata da Aristotele. Gli stessi Galileo, Newton, Cartesio erano filosofi. Filosofia è cercare di interpretare e descrivere la realtà mediante il pensiero.
Dire a cosa serve è pleonastico: la filosofia è autarchica e vive di se stessa, non ha bisogno di fine ulteriore, perché è il fulcro dell'esistenza umana avere un pensiero filosofico. Chi non pensa e non vive minimamente in maniera filosofica la propria esistenza è come il venditore di almanacchi leopardiano, fa scivolare su di sé la propria vita senza sfruttare appieno il fatto fortunato (?) di essere dotati di coscienza e di pensiero.
Spero possa essere sufficiente come risposta, altrimenti posso continuare.
In ogni caso consiglio la letture del romanzo Il Mondo di Sofia, che può aprire gli occhi anche ai più scettici (filosofi essi stessi, per altro).
"CalogerN":
Così come non ha senso la prova ontologica dell'esistenza di Dio di Anselmo d'Aosta.
La filosofia fatta dai religiosi per dimostrare che Dio esiste è pure m****a.
La filosofia (dal greco, amore per la sapienza) è nata per dare spiegazioni razionali a questo mondo che ci circonda e riunire una serie di discipline, poi le varie branche si sono differenziate e sono diventate autonome (matematica, fisica, psicologia, diritto, ecc...)
"Kashaman":
Ora , facendoti un esame di coscienza, puoi affermare con assoluta certezza che la filosofia è una materia babba che si occupa di problemi che non servono a una cippa?
Beh, dato che sei un fan del formalismo matematico, dimostralo. Portando una tesi oggettiva e non personale.
In questo modo dimostri di non aver capito la differenza abissale tra la matematica e la filosofia.
La matematica si occupa di affermazioni che hanno un valore di verità, cioè o sono vere o sono false e che sono verificabili.
La filosofia no. Nessuno in filosofia ha l'obbligo di dimostrare un cavolo di nulla e non si pongono neanche il problema.
E per occuparsi solo di verità che siano dimostrabili, la matematica deve per forza limitarsi a parlare di oggetti che siano interamente conoscibili e definibili. Quindi per forza di cose semplici, come i numeri.
Non è che il matematico si diverte a parlare solo di numeri e invece non prova interesse per i cavalli.
Il fatto è che i numeri sono entità che ad esempio si possono ordinare e si possono mettere in relazione tra loro. Coi cavalli non lo puoi fare.
Però si potrebbe ad esempio ordinare i cavalli secondo il loro peso o la loro altezza, ma in ogni caso sarebbero ordinamenti approssimativi, che cambiano col tempo, scelti in modo arbitrario.
Definire dei teoremi o delle verità parlando di cavalli è cosa ben difficile. Invece coi numeri si può fare. Posso dire che il 3 segue l'1, e questo è vero adesso e fra 1000 anni ed è vero dovunque, e se vogliamo, è verificabile.
Concludo dicendo questo :
di certo non si possono confrontare materie del tipo matematica e filosofia. Non si può dire chi sia più figa .
Si occupano di due campi completamente diversi. La filosofia serve nella politica soprattutto.. che poi la politica non funziona , è un altro discorso.
Non è che si occupano di campi diversi. Un filosofo si può permettere di scorazzare in lungo e in largo e di fare affermazioni incomprensibili, tanto nessuno potrà mai andare a verificarle.
Un matematico si limita (umilmente, secondo me) alle sole affermazione che sono verificabili.
quasi tutti i più grandi matematici erano filosofi.
Cito alcuni : Cartesio, Leibeniz, Newton....
Ciao
Ma questo non significa nulla. A parte che non si capisce dove hai letto che Newton era anche un filosofo.
@Deppe,
non sono più studente da un pezzo e leggo un po' di tutto. Con l'avanzare dell'età scelgo libri sempre più leggeri: ieri ho finito di leggere "come un romanzo" di Pennac e stamane in biblioteca ho preso un libro della Littizzetto.
non sono più studente da un pezzo e leggo un po' di tutto. Con l'avanzare dell'età scelgo libri sempre più leggeri: ieri ho finito di leggere "come un romanzo" di Pennac e stamane in biblioteca ho preso un libro della Littizzetto.
"CalogerN":
Saremo pure ignoranti di filosofia io e te, ma sappiamo benissimo di cosa tratta.
Il discorso era partito quando ci siam chiesti se "la filosofia è una scienza?". E quello che pensavo ho scritto...
Ad ogni modo costruire una tesi di tipo matematico sarebbe del tutto impossibile. Da che ipotesi dovrei partire?
Io criticavo appunto questo, del fatto che in filosofia non è presente nessun appiglio, non c'è qualcosa che si sviluppa a partire da un fondamento, ma è un po' la personale evoluzione di tutto ciò che è stato.
Non dico che la filosofia sia totalmente inutile, anzi, ma penso piuttosto che non possa dare nessun tipo di conoscenza.
X gio73:: Ti ho mandato un MP.
Il problema è che la filosofia come la matematica, è vasta. E non la conosci , come me, nella sua interezza.
Ti dirò , nella matematica c'è molta filosofia, ne vuoi una conferma?
hai mai sentito parlare dell'ipotesi del continuo?
Goedel e Cohen hanno stabilito che quello è un problema indecidibile.
Quindi in linea di principio posso costruire una nuova matematica e far non valere l'ipotesi del continuo.
Quindi come vedi, di tanto reale e intoccabile nella matematica non c'è. Si accetta questa per non ricreare la ruota.
Essa funzione, vale, serve.. ma ha anche un che di filosofico.
E come altri hanno detto, la scienza è un metodo, non un pozzo di verità.
E questo metodo è stato preso dalla fisica da galileo e dalla matematica un po più tardi con la sua formalizzazione.
ciao !

ciao gio!
sono uno studente di fisica (triennale), mi piacciono le lettere e la scienza. in generale amo tutto quello che sia 'pane' per i sensibili e non sono molto interessato alla tecnologia.
leggo molta letteratura russa ed italiana, in seconda battuta americana.
e tu?
a presto!!
sono uno studente di fisica (triennale), mi piacciono le lettere e la scienza. in generale amo tutto quello che sia 'pane' per i sensibili e non sono molto interessato alla tecnologia.
leggo molta letteratura russa ed italiana, in seconda battuta americana.
e tu?
a presto!!
Ciao Deppe, il tuo intervento mi è piaciuto molto ( chi sei? cosa studi? cosa leggi?).
Spesso, assai spesso, gli studenti chiedono perchè si debba studiare tanta matematica, e i prof magari si spendono in spiegazioni, corredate da esempi concreti, circa la sua utilità; ma a volte la risposta che abbiamo nel cuore è: perchè è bella.
Spesso, assai spesso, gli studenti chiedono perchè si debba studiare tanta matematica, e i prof magari si spendono in spiegazioni, corredate da esempi concreti, circa la sua utilità; ma a volte la risposta che abbiamo nel cuore è: perchè è bella.
che topic rognoso!
fratello mio, senza hegel non avresti conosciuto cantor. senza rousseau, eulero; forse senza nietzsche, goedel.
finiamola di intendere il termine "scienza" come un titolo gerarchico. la scienza è metodo!
punto secondo: la scienza è certamente utile, ma non è questo il motivo per cui la studiamo (vedi feynmann).
la studiamo perchè bella, esattamente come e quanto la filosofia.
fratello mio, senza hegel non avresti conosciuto cantor. senza rousseau, eulero; forse senza nietzsche, goedel.
finiamola di intendere il termine "scienza" come un titolo gerarchico. la scienza è metodo!
punto secondo: la scienza è certamente utile, ma non è questo il motivo per cui la studiamo (vedi feynmann).
la studiamo perchè bella, esattamente come e quanto la filosofia.