Essere portati per la matematica
è da un pò di tempo che mi chiedo: cosa significherà mai essere portati per la matematica?
spesso si sente, lo dicevano anche a me, è portato per la matematica... ma cosa significherà?
a voi la parola
spesso si sente, lo dicevano anche a me, è portato per la matematica... ma cosa significherà?
a voi la parola
Risposte
Personalmente non vedo la matematica come legata a una particolare capacità, ma come un'attività complessa che coinvolge molteplici aspetti della cognizione. L'agilità con cui uno risolve un problema è importante, è visibile, è addirittura misurabile, ma forse non è tutto. Un'ulteriore capacità (se vogliamo chiamarla così) potrebbe essere quella di saper vedere che cosa potenzialmente si può costruire con una serie di elementi, cioè intuire cosa ci può essere un passo oltre a quello che si sta facendo, e per questo ci vuole immaginazione, come ci vuole immaginazione per porsi ulteriori domande che portano a ulteriori pensieri.
Più ci si esercita più si è portati. Poi si esercita più facilmente chi ha interesse. E' come quando si parla di talento. Alle elementari c'erano quelli che sapevano disegnare bene e quelli che disegnavano in maniera stilizzata, allora si diceva dei primi che avevano talento. Però questi quando disegnavano ci mettevano delle ore a finire i disegni cancellando e ricancellando cose che a me sembravano fatte bene. Era una attività che praticavano con piacere anche fuori dalla scuola.
"GPaolo":
Secondo me essere portati per la matematica dipende dall'ambiente in cui si trascorrono i primissimi giorni di vita, compresi quelli nell'utero materno. Se la famiglia è composta da persone culturalmente elevate e tra esse si svolgono continuamente colloqui di una certa levatura filosofica e matematica, il bambino memorizza i concetti che quando incontrerà nella sua vita gli appariranno familiari e non avrà difficoltà ad approfondirli e magari a dare un'ulteriore spinta.
Parole sacrosante.
Non puoi generalizzare in questo modo.
Secondo me essere portati per la matematica dipende dall'ambiente in cui si trascorrono i primissimi giorni di vita, compresi quelli nell'utero materno. Se la famiglia è composta da persone culturalmente elevate e tra esse si svolgono continuamente colloqui di una certa levatura filosofica e matematica, il bambino memorizza i concetti che quando incontrerà nella sua vita gli appariranno familiari e non avrà difficoltà ad approfondirli e magari a dare un'ulteriore spinta. Leggendo la vita di Blaise Pascal ho avuto quasi la conferma; a tre anni conosceva già il greco ed il latino, a sei anni costruì la "Pascalina" per semplificare la vita al padre (contabile di corte), ma di esempi di questo tipo se ne possono trovare quanti se ne vuole, basta andare a leggere non solo la vita dei geni, ma anche quella dei genitori e si capirà. A Napoli, nella famiglia di Marco Marfè si parlava solo di sciocchezze napoletane e tutti hanno visto come il ragazzo fosse portato per quelle.
elasticità mentale e un forte spirito critico. come gia detto questione di approccio.
Ci devono essere per forza alcuni portati nella matematica più di altri,se no non si spiega come a grandi livelli un matematico riesca a risolvere un problema prima(e meglio) di un altro.
Io non valuto come i miei precedenti i paragoni tra ragazzi solamente perchè li ci sono anche altri fattori che influenzano come la passione per i problemi. mentre a grandi livelli questi fattori si equivalgono.
infine penso che l'abilità derivi dall'esercizio,l'esercizio derivi dal carattere(l'abitudine a far certe cose o altre),e il carattere derivi da genitori e ambiente e qualche fattore genetico
Io non valuto come i miei precedenti i paragoni tra ragazzi solamente perchè li ci sono anche altri fattori che influenzano come la passione per i problemi. mentre a grandi livelli questi fattori si equivalgono.
infine penso che l'abilità derivi dall'esercizio,l'esercizio derivi dal carattere(l'abitudine a far certe cose o altre),e il carattere derivi da genitori e ambiente e qualche fattore genetico
Secondo me la risoluzione di un problema è più una questione di logica e strategia che di puro intuito che, ripeto, spesso è ingannevole (come ha scritto nefherret)
si ma ci arrivano entrambi alla soluzione. oppure chi dice che quello con l'intuito piu svilupato dell'altra avrà l'intuizione giusta? magari l'altro pondera di piu per arrivare alla soluzione.
"Raptorista":
@Exxxes: Secondo me è prettamente una questione logica.
Il puro intuito inteso come "credo sia così perché mi sembra giusto" senza una motivazione molto spesso è un procedimento ingannevole (basti pensare al famoso problema "Quante persone devo riunire per avere il 50% di possibilità che due di esse siano nate lo stesso giorno dello stesso mese?"); e per quanto riguarda i calcoli macchinosi, come già detto ci sono le macchine ma è bene saperli fare anche manualmente.
un problema,due persone,stessa intelligenza e preparazione di base;
una delle due e' dotata di un intuito piu' sviluppato dell'altra: potrebbe trarre dei dei vantaggi nel trovare la soluzione e riuscire a risolvere il problema piu' velocemente ?
@Exxxes: Secondo me è prettamente una questione logica.
Il puro intuito inteso come "credo sia così perché mi sembra giusto" senza una motivazione molto spesso è un procedimento ingannevole (basti pensare al famoso problema "Quante persone devo riunire per avere il 50% di possibilità che due di esse siano nate lo stesso giorno dello stesso mese?"); e per quanto riguarda i calcoli macchinosi, come già detto ci sono le macchine ma è bene saperli fare anche manualmente.
Il puro intuito inteso come "credo sia così perché mi sembra giusto" senza una motivazione molto spesso è un procedimento ingannevole (basti pensare al famoso problema "Quante persone devo riunire per avere il 50% di possibilità che due di esse siano nate lo stesso giorno dello stesso mese?"); e per quanto riguarda i calcoli macchinosi, come già detto ci sono le macchine ma è bene saperli fare anche manualmente.
Ho letto i vari post e seguito i diversi ragionamenti,una domanda mi viene spontanea : risolvere un problema e' sempre e solo una questione di ferrea logica e di calcoli sequenziali? e l'intuito,nella gamma dei processi che concorrono a determinare e/o individuare soluzioni a delle situazioni problematiche,che ruolo occupa?e chi ne e' provvisto piu' di altri ,risulta avvantaggiato in campo matematico?
Premettendo che sono d'accordissimo con quanto detto da @melia, vorrei solo aggiungere che un altro fattore importante è la capacità di recepire la matematica: questa materia non è (almeno al livello del liceo) difficile in sé, ma è difficile da comprendere quando non è spiegata in modo adeguato alle proprie capacità.
In altre parole, penso che l'essere portati per la Matematica sia collegato a quanto facilmente una persona riesce a capire e padroneggiare i concetti che gli vengono spiegati, ossia quanto riesce a completare la spiegazione (che non può essere perfetta) con la propria testa.
Da questo derivano poi le capacità di Problem Solving, le stime di risultati e tutto il resto.
In altre parole, penso che l'essere portati per la Matematica sia collegato a quanto facilmente una persona riesce a capire e padroneggiare i concetti che gli vengono spiegati, ossia quanto riesce a completare la spiegazione (che non può essere perfetta) con la propria testa.
Da questo derivano poi le capacità di Problem Solving, le stime di risultati e tutto il resto.
"nefherret":
dopo la bocciatura cominciai a ragionare e non limitarmi a vedere ed applicare la formula senza capirci nulla. la cosa mi ha divertito tantissimo
per me essere portati per la matematica significa questo...sentirsi coinvolti dalla materia, qualunque cosa si sta facendo, sia un teorema, un'equazione o quant'altro...parlo anche della mia esperienza nei confronti dei miei ormai ex compagni di 5 liceo...tutti avevamo le capacità per fare matematica, ma negli altri non sentivo la voglia di provare, come avete detto in tanti, "strade alternative" per affrontare un problema...ogni volta che arrivo alla soluzione provo una soddisfazione incredibile, che in molti altri è solo un sospiro di sollievo per non dover ricominciare tutto da capo...è come nelle altre materie, c'è chi ci mette passione e chi meno...ovvio che la passione da sola non basta...ma la considero una componente importante...

Essere portati per la matematica significa anche saper generalizzare:
da pochi esempi il matematico cerca di estrarre un ordine, uno schema in grado di riassumere tutti i casi.
da pochi esempi il matematico cerca di estrarre un ordine, uno schema in grado di riassumere tutti i casi.
certo... era quello che intendevo io, usando impropriamente credo il termine problem solving
"mistake89":
ed a cos'altro allora?
Beh, anche un teorema è un problema, un lemma, una congettura, una sistemazione assiomatica di una teoria ingenua... non so se rendo l'idea...
"franced":
[quote="clara92"][quote="franced"]
Noi insegnanti dobbiamo far capire agli studenti che per i procedimenti meccanici ci sono i calcolatori..
Assolutamente d'accordo .

Questo non significa però che lo studente può tranquillamente ignorarli!!

Bhè certo !

"clara92":
[quote="franced"]
Noi insegnanti dobbiamo far capire agli studenti che per i procedimenti meccanici ci sono i calcolatori..
Assolutamente d'accordo .

Questo non significa però che lo studente può tranquillamente ignorarli!!

"franced":
Noi insegnanti dobbiamo far capire agli studenti che per i procedimenti meccanici ci sono i calcolatori..
Assolutamente d'accordo .
