È possibile diventare ricercatori in ritardo?

Christopher Lovecraft
Ciao! Per motivi personali ho ''perso'' due anni di Università, mi sono iscritto a Matematica due anni fa e non mi sono impegnato per nulla anche se ero molto appassionato. Seguivo molto attentamente le lezioni e le capivo, solo che prendevo appunti in una maniera pessima, non avevo comprato nessun libro e, cosa più importante, non ripassavo nulla a casa. L'anno scorso questa volta per motivi economici non ho potuto iscrivermi e finalmente quest'anno ho ricominciato, da matricola, lo studio della Matematica. Sono sempre stato appassionatissimo di Matematica pura e il mio sogno, la mia ambizione, è sempre stata quella di poter fare ricerca sui numeri e/o diventare professore universitario. Purtroppo leggendo i curriculum dei vari professori universitari, mi scoraggia pensare che queste persone erano ai loro tempi da studente dei veri e propri assi della Matematica, medie altissime, concorsi, progetti (il mio Prof di Analisi ha un curriculum immenso). Potrò mai raggiungere il mio sogno? Temo di non averne le capacità, indietro come sono rispetto ai miei coetanei iscritti al terzo anno. Cosa dite?

Risposte
gabriella127
"Christopher Lovecraft":
[...]io mi scoraggio in quanto certe volte non riesco a dare risposte alle questioni filosofiche che mi pongo e poi mi deprimo [...] Non posso non pensare a queste cose, è più forte di me, lo so che dovrei farmi meno complessi e pare ma per me sono fondamentali per essere felice mentre faccio Matematica.


Non credo proprio che siano paranoie, è il tuo modo di essere, e non devi rinunciarci, hai bisogno di pensare, e ti capisco benissimo perché questo capita anche a me, è proprio il fatto di investire l'attività di pensiero, di sentire il pensare come in se stesso importante, e la matematica ai miei occhi è una delle manifestazioni più alte del pensiero umano. Ricordo sempre una bella frase di Einstein:''come esiste la passione per la musica, esiste la passione per il comprendere, senza la quale la matematica non esisterebbe".
L'importante è non farsene schiacciare. Non si può pensare di trovare in breve tempo risposte a domande difficili (e poi ci si rende conto che le risposte possono solo essere parziali, non avremo mai il mondo in pugno), tu ti poni domande filosofiche, e la filosofia è una cosa complessa. La filosofia richiede tempo e maturità. Mentre si dice che la matematica è una cosa per giovani e i matematici sono precoci, per la filosofia è diverso, i filosofi sono spesso tardivi, Kant (uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi) ha scritto il suo primo libro importante, la 'Critica della Ragion Pura' a sessantaquattro anni, prima veva scritto solo articoli.
Continua con le tue riflessioni, caso mai prendi qualche appunto, scrivi qualche piccola cosa, se ti va e ti può essere utile, sapendo che con il tempo evolveranno e si organizzeranno, ma con il tempo.
Ricordo che anche io al primo anno di università pensavo, deprimendomi, di non avere delle idee chiare su come stavano le cose, ma stavo solo al primo anno! (a parte il fatto che certezze assolute non si hanno mai).

Caenorhabditis
"Christopher Lovecraft":
cioè il teorema di Pitagora sará sempre valido anche fra un milione di anni, magari la teoria atomica o le leggi di Einstein no.
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Si può presumere che il modello atomico e la relatività saranno per sempre altrettanto valide di quanto lo sono adesso, cioè che se oggi la meccanica relativistica ti permette di costruire un sistema di geolocalizzazione, sarà possibile farlo anche tra 200 anni usando la stessa teoria. Probabilmente sarà disponibile qualcosa di più accurato, ma questo non inficia la verità di un teorema sulla relatività generale, all'interno della teoria stessa (se non si usasse per prevedere fenomeni, la relatività potrebbe essere benissimo una teoria di matematica pura).

Christopher Lovecraft
Grazie per le risposte. Allora:
Si, amo tantissimo la Matematica, penso che non potrei fare altro, sono un totale incapace in ogni cosa che richieda un minimo di manualitá, sto sempre a pensare, a pensare, a pensare a cose filosofiche. Mi affascina il fatto che in Matematica si possa raggiungere la veritá assoluta, cosa che nelle altre scienze non si può fare in quanto si parla sempre di approssimazioni, cioè il teorema di Pitagora sará sempre valido anche fra un milione di anni, magari la teoria atomica o le leggi di Einstein no.
Nell'anno in cui mi ero iscritto per la prima volta mi era mancata la ''concentrazione'' immagino, quella concentrazione allo studio che i licei sicuramente danno e io, avendo fatto un ITIS, ero sempre abituato a studiare al mattino in autobus per l'interrogazione della giornata e riuscivo comunque a risultare preparato. Ma questo è un problema che tutto sommato ho giá risolto con la forza di volontà, infatti quest'anno studierò e starò concentrato al massimo. Il problema è un altro: io mi scoraggio in quanto certe volte non riesco a dare risposte alle questioni filosofiche che mi pongo e poi mi deprimo. Per esempio sono stato un anno intero a pensare al concetto di ''insieme uguali'', al suo significato filosofico, al significato dei concetti matematici (per esempio, i concetti che si hanno in mente mentre si ragiona sulla matematica richiedono uno spazio-tempo per essere immaginati distinti? Cioè nella testa uno se li immagina separati, come se fossero oggetti concentri immers nello spazio) e questo mi ha portato a isolarmi e a perdere un pò il contatto con la realtà. Non posso non pensare a queste cose, è più forte di me, lo so che dovrei farmi meno complessi e pare ma per me sono fondamentali per essere felice mentre faccio Matematica.

Vikhr
"Christopher Lovecraft":
Fondamentalmente per due motivi:
1) Pur essendo molto appassionato e in grado di capire le dimostrazioni, il mio cervello si stanca facilmente, dopo quattro ore di corsi sono giá parecchio stanco.
2) Credo di soffrire di depressione e cosa peggiore, la accentuo ponendomi domande filosofiche sui numeri, sul concetto di insieme, sul significato dei simboli matematici. Domande a cui ho trovato risposta pensandoci notte e giorno a discapito della mia sanità mentale (e se ci pensavo notte e giorno è perchè appunto amo la Matematica).


Anch'io dopo 4 ore di lezione sono davvero stressato mentalmente, e preferisco studiare la mattina successiva o dopo essere tornato dalla palestra. Anch'io seguo, ma prendo appunti quasi in modo maniacale, anche se con pessima grafia (e perciò studio da solo).
Per quanto riguarda la 1), se hai letto attentamente le ultime discussioni avrai visto molti miei messaggi in cui mi lamento di problemi simili che sfociano in errori di distrazione che agli scritti mi impediscono di prendere il massimo del voto. Purtroppo, o per fortuna, qualsiasi corso di laurea universitario (anche, come le chiama qualche mio collega con problemi simili, "Scienze delle Merendine", pardon, :-D , Scienze delle Comunicazioni),è per molti studenti un'esperienza decisamente stressante a livello mentale se seguito con serietà, impegno e dedizione. Le discipline scientifiche, poi (io sono uno studente di Chimica Industriale e sono all'inizio del secondo anno, in corso e con 5 esami su 7 dati), richiedono un certo coinvolgimento mentale in più (la questione 2)) in qualsiasi fascia di rendimento, e c'è chi ci riesce senza troppo stress mentale e chi esagera in questo, come me. In parole povere, a prescindere dalla media, se vuoi essere un vero studente di una disciplina scientifica devi farti domande, come fai, e non preoccuparti o stressarti se inizialmente non riesci a trovare risposte; all'inizio ciò è accentuato in qualche studente a causa delle discrepanze di preparazione tipiche del sistema scolastico italiano, ma poi si arriva tutti allo stesso livello sotto questo aspetto, impegnandosi ovviamente, perché non mi pare che chi sia riuscito ad arrivare all'Università con impegno, dedizione e le sue forze sia poi tanto uno sprovveduto. L'esperienza poi ti insegnerà senza dubbio a farti dare il giusto peso a ciascuna cosa.

Non preoccuparti, perché se è vero quello che dici sei sulla buona strada. Continua ad impegnarti e sappi che se ti impegni non hai nulla da rimproverarti, ci metterai il tempo che ci metterai per le ragioni che ti ho esposto (principalmente gestione dello stress, anche da parte dell'organismo, disparità di basi iniziali e profondità e coinvolgimento personale ed emotivo nello studio) ma se continui a credere nel tuo ideale esso diventerà realtà.

gabriella127
E vuoi rinunciare per soli due anni? Due anni non sono niente, sei giovanissimo e hai la vita davanti per fare matematica. Ti dico la mia esperienza personale, caso mai ti possa essere utile. Io non sono una studentessa, sono una persona adulta, sono laureata in economia (purtroppo) e non in matematica. Mi sono laureata, per vicende varie, con quasi quattro anni di ritardo, anche se con tutti 30, e volevo dedicarmi alla ricerca. Be', il ritardo non ha contato niente, ho vinto tutto quello che un neolaurato in economia desidera. Poi ho sempre avuto un forte interesse per la matematica, e mi è capitato in un paio di occasioni di pensare di lasciare l'economia, in età parecchio più avanzata, perché un professore di matematica mi aveva proposto di farlo. Be', non l'ho fatto pensando che era troppo tardi e ancora lo rimpiango e mi do della cretina.
L'importante è cercare di fare quello che piace e soprattutto di stare bene, tu dici di temere di essere depresso e questo sicuramente non ti aiuta negli studi.

poncelet
Ti porto la mia esperienza personale che è molto diversa dalla tua ma che per certi versi credo ti possa aiutare.
Ho 40 anni, mi sono iscritto a Matematica subito dopo il diploma. Poi però ho iniziato a lavorare (full time in banca). Ho pensato inizialmente di potercela fare, ma presto ho visto che mi mancava la volontà necessaria e per moltissimi anni sono rimasto iscritto senza dare neanche un esame (oppure uno ogni morte di papa). Nel frattempo mi sono sposato ed ho avuto due figli. Quattro anni fa mi sono messo seriamente davanti allo specchio e mi sono detto che dovevo fare una scelta: smettere definitivamente oppure continuare seriamente. Mi mancavano più di 15 esami del nuov oordinamento. Laurearmi in Matematica è stato il mio sogno sin dal Liceo, ma i sogni bisogna coltivarli, bisogna provare (almeno) ad avverarli. Quindi mi sono messo di impegno e adesso ho finito gli esami ed a dicembre (o al massimo ad aprile) mi dovrei laureare.
Mi rendo conto che il tuo discorso è diverso, che diventare ricercatore (forse) richiede anche un età non avanzata, ma sei ancora giovane e quindi il tuo dovere è capire se lo vuoi veramente e provare ad avverare il tuo sogno. Poi quello che succederà, succederà ma almeno ci avrai provato e sarai a posto con te stesso. Credo sia meno difficile accettare un fallimento avendoci provato che avere il rimpianto di non averlo fatto.

Christopher Lovecraft
Fondamentalmente per due motivi:
1) Pur essendo molto appassionato e in grado di capire le dimostrazioni, il mio cervello si stanca facilmente, dopo quattro ore di corsi sono giá parecchio stanco.
2) Credo di soffrire di depressione e cosa peggiore, la accentuo ponendomi domande filosofiche sui numeri, sul concetto di insieme, sul significato dei simboli matematici. Domande a cui ho trovato risposta pensandoci notte e giorno a discapito della mia sanità mentale (e se ci pensavo notte e giorno è perchè appunto amo la Matematica).

Un'osservazione: ciò che ci guida, checché se ne dica, è la volontà. Gli inconvenienti di percorso sono solo un ronzio in sottofondo. Tutto ciò che hai ottenuto c'è stato un tempo in cui l'hai voluto, e tutto ciò che vuoi prima o poi lo otterrai. Il problema semmai è che a volte è molto difficile volere veramente qualcosa.

E ora una domanda: se la matematica ti piace così tanto perché non ti impegnavi? La butto lì, un po' come una provocazione: forse non ti piace così tanto come credi.

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