è possibile autofinanziarsi il dottorato in fisica?

nomeFantasioso
Scusatemi se faccio delle domande ingenue ma non avrei il coraggio di fare queste domande agli altri studenti.
Ditemi innanzitutto se ho capito bene come funzionano le cose.
L'università mette in palio un determinato numero di posti di dottorato di cui, alcuni sono finanziati da borse di studio che garantiscono allo studente uno stipendio pieno ed altri non sono finanziati da nessuno e quindi lo studente deve limitarsi a pagare le tasse. Il numero di questi ultimi posti è limitato da quelli con borsa.
I dottorati sono per gli eccellenti, i geni prendono quelli con borsa, quelli bravi prendono quelli senza, gli altri non riescono proprio ad accedere ad alcun dottorato.

Inoltre ho letto online che all'estero si può accedere al dottorato anche se si trova uno sponsor disposto a pagarti la borsa. Vale anche in Italia?
Ora la mia domanda è: visto che non sono una cima -come avrete capito dalle mie domande spesso non molto sveglie- e sono convinto di non essere in grado di entrare al dottorato neppure senza borsa posso proporre all'università di pagarmi il dottorato da solo? Se metto da parte dei soldi in questi anni che mi mancano -tipo 3000€ all'anno- posso proporre all'università di autofinanziarmi una borsa di studio per me? Oppure è tipo corruzione?

Risposte
giangianni1
Si, ho compreso cosa dite, però pragmaticamente se non si è sostenuti o se non si è vinto al superenalotto è abbastanza inutile il dottorato senza borsa: cosa mangio per avere energia per pensare? :-D
Insomma, via abbastanza impercorribile...

pier.paolo15
"gabriella127":
[quote="nomeFantasioso"]
I dottorati sono per gli eccellenti, i geni prendono quelli con borsa, quelli bravi prendono quelli senza, gli altri non riescono proprio ad accedere ad alcun dottorato.


Vorrei però disconfermare questa tua osservazione.

Ti parlo sempre dei miei tempi, quindi dei dinosauri, ma ho esperienza anche di dottorandi recenti, in matematica.
Anzi, una volta, entrare al dottorato era molto più difficile di adesso, perché c'erano pochissimi posti. Quando ho fatto io il concorso, erano tempi in cui si faceva un bando ogni morte di papa, tipo ogni tre-quattro anni, e c'erano in genere 4-5 posti. Ora si fanno concorsi ogni anno, e da quello che ho visto, parlo a matematica alla Sapienza, i posti sono circa 10-11 ogni anno.

I dottorandi che conoscevo allora, e quelli che ho conosciuto in tempi recenti, non è che fossero tutti geni, per lo più erano persone brave o molto brave che si impegnavano molto, e qualcuna anche normale, non proprio bravissima. Insomma, non si deve essere geni per vincere un dottorato. [/quote]

Confermo. Aggiungo che, date le difficoltà di cui abbiamo già parlato, tante persone brave non si avvicinano proprio a questa carriera, preferendo impieghi più sicuri, semplici e pagati meglio. Di conseguenza non è detto che la concorrenza sia schiacciante, almeno al livello del dottorato.

gabriella127
"nomeFantasioso":

I dottorati sono per gli eccellenti, i geni prendono quelli con borsa, quelli bravi prendono quelli senza, gli altri non riescono proprio ad accedere ad alcun dottorato.


Vorrei però disconfermare questa tua osservazione.

Ti parlo sempre dei miei tempi, quindi dei dinosauri, ma ho esperienza anche di dottorandi recenti, in matematica.
Anzi, una volta, entrare al dottorato era molto più difficile di adesso, perché c'erano pochissimi posti. Quando ho fatto io il concorso, erano tempi in cui si faceva un bando ogni morte di papa, tipo ogni tre-quattro anni, e c'erano in genere 4-5 posti. Ora si fanno concorsi ogni anno, e da quello che ho visto, parlo a matematica alla Sapienza, i posti sono circa 10-11 ogni anno.

I dottorandi che conoscevo allora, e quelli che ho conosciuto in tempi recenti, non è che fossero tutti geni, per lo più erano persone brave o molto brave che si impegnavano molto, e qualcuna anche normale, non proprio bravissima. Insomma, non si deve essere geni per vincere un dottorato.
Poi non ti buttare giù a priori, come ti hanno consigliato sopra, cerca di fare una buona magistrale, non è detto che lì le cose non vadano meglio che alla triennale, è davvero presto per trarre conclusioni.
Il requisito indispensabile per prender un dottorato è la voglia di farlo e l'impegno, ma quella ce l'hai, mi pare, perché sono sacrifici, non sono cose che si fanno per ripiego.

A tempo perso, se ti andasse, puoi leggerti l'autobiografia di Paul Halmos, non so se conosci, celebre matematico. E' piuttosto consolatoria, e piacevole da leggere, fa vedere le difficoltà di una carriera nella ricerca, e racconta come all'università non era affatto un genio, anzi spesso lo consideravano una mezza scartina... :D

12provaCiao
"giangianni":
La domanda mi ha incurisoito e ne pongo una di rimando: ho da voi appreso che esiste un dottorato senza borsa, quindi si "lavora nella ricerca" aggratis.

Tecnicamente non stai lavorando, ma studiando. Insomma, non stai lavorando gratis, stai semplicemente continuando a studiare come con la laurea. Il dottorato è formazione, non lavoro, almeno dal punto di vista puramente formale.

pier.paolo15
"gabriella127":

@ giangianni Che io sappia c'è incompatibilità tra lavoro e dottorato, cioè una volta era così, ora non so.


Concordo. Quello che si può fare, per chi lavora nel pubblico, è mettersi in aspettativa per motivi di ricerca e tornare alla vecchia posizione una volta finito il dottorato.

xXStephXx
Secondo me comunque vale la pena prima di tutto ambire a fare una magistrale da top 20%. Dici che finora hai fatto uno sforzo moderato ma magari aumentato lo sforzo puoi acquisire più margine.

gabriella127
@ nomeFantasioso Una volta, ai miei tempi, cioè ai tempi del tyrannosaurus rex, esisteva la possibilità di fare il dottorato da 'privatista', cioè senza fare il concorso, facendo la tesi e poi presentandoti direttamente all'esame finale. Non ho mai conosciuto nessuno che l'abbia fatto, quindi non so dirti di più e non so se ora sia previsto.
Ma visto che sembri tenerci molto, puoi provare a informarti, nel caso non riuscissi a entrare tramite il concorso. Certo, comunque dovresti trovare chi ti segue e chiedere eventualmente di partecipare ai corsi.

@ giangianni Che io sappia c'è incompatibilità tra lavoro e dottorato, cioè una volta era così, ora non so.

giangianni1
La domanda mi ha incurisoito e ne pongo una di rimando: ho da voi appreso che esiste un dottorato senza borsa, quindi si "lavora nella ricerca" aggratis. Se uno è disposto a tale "sacrificio" può lavorare e completare il suo dottorato in pratica.

Ora, se non sono sostenuto da nessuno e voglio un domani fare il dottorato (chessò a 45 anni) e ho il mio lavoro avviato l'università mi permette di conciliare le due cose? Come funziona avendo un tempo finito e una settimana finita? Mi fissano dei giorni in cui devo essere lì, posso andare quando riesco? Non capisco come possa essere gestita una cosa del genere, però mi interessa.

hydro1
La corruzione non c'entra proprio nulla, ma fare quella cosa potrebbe essere un incubo burocratico. Ottenere un posto di dottorato senza borsa penso che sia piuttosto facile e sicuramente non hai bisogno di essere "eccellente". Se poi sei anche disposto a cambiare città direi che è quasi impossibile non ottenerlo.

xXStephXx
Di solito nei bandi ci sono pure delle posizioni senza borsa, ma a mio avviso non conviene e la concorrenza non è tale da restare senza. Applica in 10 posti diversi se non ti senti sicuro, possibilmente indicati dal tuo relatore!

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