E adesso?

matemix1
Ciao, mi sono iscritta alla facoltà di matematica mossa da un grande amore per questa materia e nonostante provenissi da un liceo linguistico con grandissimi sforzi e dedicandomi per anni anche dodici ore o più al giorno allo studio sono riuscita a raggiungere il tanto agognato e sudato traguardo. Il giorno della laurea ero la persona più felice del mondo ero convinta che tanti anni di sacrifici finalmente mi sarebbero stati ripagati e che studiare il più approfonditamente possibile ogni materia del mio piano di studi mi avrebbe permesso di avere una solida preparazione sia nelle matematiche che nella fisica , anche se quest'ultima era un pò la cenerentola della facoltà e devo ammettere di non esser riuscita a capirne gran chè... nonostante ben tre delle otto materie annuali fossero proprio fisiche.... tutto sempre molto astratto teorico e per niente applicazioni ed esempi pratici e questo perchè, a detta dei docenti, i matematici è così che devono studiare... per il piano di studio personalizzato ho scelto l'indirizzo didattico, e dopo la laurea sono riuscita ad entrare alla ssis classe di concorso di matematica e fisica(non ne avevano attivate altre nella mia università). Da quel momento in poi è iniziato il mio disincanto... sono stati due anni infernali perchè tutto ciò che avevo studiato solo in minima parte aveva attinenza con ciò che veniva insegnato lì... a ritmi a dir poco incalzanti e senza possibilità di prender fiato nè di capire ciò che stava accadendo. Le mie difficoltà erano per lo più condivise dai colleghi matematici, mentre sia ingegneri che fisici erano più a loro agio poichè per loro la maggior parte delle materie era quasi una ripetizione. Morale della favola, mi sono resa conto che tanti anni di sacrifici all'università sono stati praticamente inutili, perchè adesso per insegnare mi ritrovo a dover iniziare da capo tutto ciò che all'università era dato per scontato e cioè, a parte l'analisi, tutto cò che di matematica e soprattutto di fisica non mi è stato insegnato. Di contro i miei colleghi fisici invece nel loro corso di studi hanno sviscerato ogni concetto a partire dalle unità di misura in poi costruendo un percorso e un metodo che di fatto li rende molto più avanti... Ora sono una precaria che ancora lavora in istituti paritari... e per la prima volta mi trovo ad insegnare anche la fisica, il mio amore per due le materie è cresciuto negli anni ma mi rendo conto che le mie lacune spec in fisica sono tante e con l'età il tempo a disposizione per lo studio e anche la mia capacità di apprendimento si sono molto ridotte... e adesso? che faccio?

Risposte
matemix1
"Jazz_lover":

...
Per quanto riguarda fisica: nella mia facoltà i corsi di fisica 1 e fisica 2 (che approfondiscono argomenti di meccanica, termodinamica, elettromagnetismo, ottica e fluidodimanica) vengono fatti insieme ai fisici, con una preparazione sia pratica che teorica.


e questa è cosa buona e giusta... per quello che ho potuto ricavare dalla mia esperienza, la fisica fatta dai fisici per i fisici è fatta davvero bene e soprattutto con un metodo che la rende comprensibile e non totalmente astratta e avulsa dalla realtà...

Jazz_lover
Io ho un diploma linguistico, quindi so cosa vuol dire passare mesi e mesi infernali per mettersi alla pari con gli altri e nessun docente che ti viene incontro. Dopo un "anno e passa" passato cosi, ora mi sento allo stesso livello degli altri. Il problema vero non è costituito dal numero di ore di matematica che vengono fatte durante le superiori, ma come vengono fatte. Ho iniziato l'università senza aver mai fatto alcuna funzione trigonometrica e logaritmica e senza aver mai fatto derivate di funzioni composte e integrali, mentre nel programma c'erano tutti questi argomenti.
Per quanto riguarda fisica: nella mia facoltà i corsi di fisica 1 e fisica 2 (che approfondiscono argomenti di meccanica, termodinamica, elettromagnetismo, ottica e fluidodimanica) vengono fatti insieme ai fisici, con una preparazione sia pratica che teorica.

desko
Io non sono insegnante: mi sarebbe piaciuto, ma le cose sono andate diversamente.
Ho anch'io la laurea con indirizzo didattico (con risultati mediocri) ed ho aiutato numerosi studenti, sia a gruppi che singolarmente.
Posso dire che se anche quello che spiegavo era tutto preso dal liceo (avevo una prof grandiosa), quello studiato all'università mi ha reso più consapevole di quello imparato al liceo.
Quindi anche quando non ho detto una sola parola di quello imparato in università, trasmettendo i miei studi liceali, in qualche modo erano conditi da quelli universitari.

matemix1
Grazie per le tue parole, sono molto importanti. Sei stato fortunato ad entrare di ruolo quasi subito, io purtroppo sono ancora impelagata con le paritarie cosa che a volte avvilisce non poco... Ma questa è la gavetta, giusto? Il periodo della sissis, specie il secondo anno, per me è stata sofferenza pura, ma mi ha permesso per la prima volta di vedere alcuni aspetti della fisica che non solo me l'hanno resa più comprensibile, ma che me l'hanno fatta apprezzare davvero. Devo esser sincera, se avessi potuto scegliere di caricare i trenta punti sissis sulla A047 lo avrei fatto, ma purtroppo di questi tempi i problemi dei precari insegnati sono davvero tanti e non sono solo di ordine didattico dunque più che i propri desideri si deve anche seguire il fatidico "punteggio"... Da parte mia cerco di svolgere il mio lavoro con dedizione e impegno, sperando che un bel giorno qualche ministra solerte non mi mandi a fare la guida turistica... Ma tu in che provincia lavori?

simfanc
Capisco il tuo problema, ma secondo me devi prendere la cosa con più calma, avendo più fiducia in te stessa.

Il mio percorso è stato simile al tuo: mi sono laureato nel 2004 e nello stesso anno ho iniziato la ssis per la A049 (matematica e fisica).

A frequentare il corso eravamo solo laureati in matematica e fisica, dato che non era stato consentito l'accesso ai laureati in ingegneria.

Il clima è stato di rispetto e di collaborazione reciproca. Come ben sai la ssis non ha come fine quello di approfondire i contenuti, ma piuttosto quello di analizzarli in vista della loro trasposizione didattica. Ed è chiaro che anche in argomenti cosidetti "elementari" le differenze di formazione pesano.
Nei laureati in matematica si nota l'aver studiato la fisica in una certa maniera (ossia "troppo matematica") o il non aver studiato affatto certi argomenti (esempio la fisica quantistica, ma alcuni non hanno mai fatto neppure la relatività ristretta). Nei fisici si nota, anche affrontando argomenti elementari, la mancanza di esami come Algebra e Geometria 2.
Siccome non esiste alcuna laurea in grado di coprire tutti questi buchi (e se esistesse dovrebbe avere una durata legale di almeno 6-7 anni) è chiaro che ciascuno di noi ha l'obbligo di andare al di là della propria formazione, cercando di carpire dai colleghi dell'altra disciplina, un po' della loro forma mentis.
Si tratta di fare un grosso sforzo, è vero, ma è doveroso fare questo sacrificio.
Se ad esempio continuiamo a pensare ai principi della dinamica semplicemente come assiomi, perdiamo molto della "fisicità" e facciamo un'operazione didatticamente inopportuna, perchè presentiamo il prodotto finito, che per chi vuole studiare il modello matematico, dimenticandoci però che esso viene dopo l'interpretazione fisica dei fenomeni.
Insomma, occorre porsi in un'ottica diversa, che effettivamente non è quella puramente matematica. Ma almeno per i concetti semplici, quelli che si studiano nella scuola superiore, possiamo riuscirci. Certo, per avere le stesse conoscenze di un fisico, occorre laurearsi in fisica. E lo stesso dicasi per i fisici con la matematica.
Con un po' di buona volontà però possiamo "limare" le rispettive "forma mentis "e con lo studio attenuare le lacune in certi campi della fisica o della matematica.

Il secondo anno della ssis venni chiamato dal mese di settembre per una supplenza fino al termine delle lezioni. Erano 14 ore al liceo scientifico, di cui 11 di fisica, suddivise in III, IV e V.
Fu un anno indimenticabile per molti versi, ma anche molto faticoso.
Anche io non avevo fatto tanta fisica all'università - oltre ai canonici Fisica 1 e 2 potevo vantare solo gli esami dell'area della Fisica Matematica (Meccanica Razionale, Istituzioni di Fisica Matematica I modulo, Fisica Matematica I (dove veniva trattata la teoria della relatività ristretta) e Fisica Matematica II modulo (avente come argomento la dinamica dei sistemi continui).

Quest'esperienza mi aiutò tantissimo nell'affrontare i corsi ssis di didattica della fisica.

Insegnai nella A049 anche l'anno successivo, ossia il 2006/2007.

Nel 2007/2008 sono stato immesso in ruolo nella A047 (matematica) e attualmente lavoro in tale classe di concorso, prestando servizio in un ITI a indirizzo informatico.

Effettivamente mi viene più facile insegnare solo matematica, ma la fisica in fondo mi manca. Avendo l'abilitazione nella A049 potrei chiedere il cosidetto "passaggio di cattedra". In futuro vedrò il da farsi, dato che per una tale scelta vanno valutati anche una serie di altri fattori.

Comunque, non preoccuparti troppo. L'adattamento costa fatica, ma non è impossibile.
In bocca al lupo!

matemix1
"@melia":
Calma e sangue freddo.
Sono una laureata in matematica, indirizzo didattico, mi sono laureata 25 anni fa e da allora insegno. Negli ultimi 21 anni solo matematica e non finisco mai di apprezzare i miei studi e di notare la differenza di approccio a molte branche della matematica rispetto ai colleghi non matematici. Forse i problemi che hai nei confronti della fisica non ti permettono vedere i vantaggi che la tua formazione ti dà nei confronti della geometria, della logica, dell'analisi della struttura di problemi teorici, della didattica della matematica.
Una decina di anni fa mi sono abilitata anche in matematica e fisica e sono d'accordo con te, le lacune in campo fisico sono evidenti, ma anche la superiorità in campo matematico. Per colmare almeno in parte le mie lacune ho seguito un corso di perfezionamento universitario di didattica della fisica, poi non sono riuscita ad avere il cambio cattedra ma questa è un'altra storia.
Per le "lacune" matematiche ricorda che le basi ci sono tutte, quindi basta mettersi a tavolino ed esercitarsi un po'. Insegno in un istituto tecnico per geometri, quando è nato l'indirizzo sperimentale del Progetto 5 mi sono trovata a dover insegnare il calcolo integrale per un quadrimestre e sono andata in panico, poi ho preso un testo e mi sono messa a risolvere tutti gli esercizi del libro a tappeto. Dopo una ventina di ore di esercizi ho ripassato anche la teoria e adesso non mi fanno più paura. L'anno che ho fatto gli esami all'ITIS ho proceduto allo stesso modo per le trasformate di Laplace.
Ricordati che, con la tua formazione, non hai problemi in matematica.
Per la fisica il discorso è diverso. Posso darti solo dei suggerimenti generici, posso dirti quello che ho fatto, ma non l'ho sperimentato in classe: ho letto dei libri divulgativi che mi hanno fatto capire come funzionano le cose, prima di mettermi a studiare correttamente i testi, in questo modo ti rendi conto subito di dove devi andare a parare e di cosa stai affrontando.
In ogni caso se hai delle difficoltà postale pure direttamente sul forum, magari meglio se in "docenti" o in "fisica", troverai sicuramente qualcuno che ti può aiutare.


In che città ti sei laureata?Potresti darmi il titolo dei libri divulgativi di cui parlavi? quest anno in libreria ne ho trovato uno che si intitola "la fisica dei supereroi" dà vari spunti interessanti, ma ci vorrà un pò perchè possa metterli in atto.

matemix1
Grazie mille per i consigli e la disponibilità @melia, e anche per il link che mi hai già dato nell'altro topic che ho aperto nella sezione didattica, per chiedere qualche suggerimento continuerò a postare là allora. Per adesso grazie davvero :-) e a presto, vado a studiare, domani ho lezione.

matemix1
"Luca.Lussardi":
Mi dispiace essere così franco ma se per insegnare a scuola devi ristudiarti tutto daccapo vuol dire che hai sempre studiato nel modo sbagliato la matematica. Faccio presente che la scuola di provenienza non ha molta influenza sulla cosa.


Apprezzo molto le persone franche, per cercare di sintetizzare ho utilizzato frasi troppo lapidarie che giustamente hanno portato alla tua risposta.
Sono parzialmente d'accordo con te che la scuola di provenienza non ha molta influenza, ma è anche vero che a seconda dell'indirizzo di studi sono dedicate un certo numero di ore di lezione ad una materia piuttosto che ad un'altra. Io ho frequentato un liceo scientifico ad indirizzo linguistico sperimentale. Era il primo anno che si effettuava quella sperimentazione (l'anno successivo il corso è partito per l'ultima volta) e mi era stata prospettato come un liceo scientifico (con gli stessi programmi) con aggiunta altre due lingue straniere e dell'informatica e per far ciò abbiamo fatto lezione per sei ore al giorno sei giorni la settimana per cinque anni.
Purtroppo le cose si sono rivelate ben diverse, tutto il programma di fisica è stato trattato solo al biennio, e la matematica del triennio era solo materia orale e ad essa erano dedicate pochissime ore la settimana, con un conseguente forte taglio del programma rispetto allo scientifico (senza contare che l'informatica non è mai stata fatta). Tuttavia all'uni i professori davano per assodato che tutti noi avessimo conoscenze approfondite di ogni argomento quindi ho faticato non poco (e non solo io ) per cercare di colmare i vuoti che non mi permettevano di seguire ciò che i prof definivano "banale". Molti dei colleghi immatricolati nel mio anno si sono ritirati quasi subito o hanno cambiato facoltà.
Insomma per farla breve, ciò che volevo dire è: ho studiato tantissimo (con risultati anche abbastanza buoni) ma dopo 4 (anzi 6) anni di unversità ad INDIRIZZO DIDATTICO e DUE anni di scuola si SPECIALIZZAZIONE ALL'INSEGNAMENTO è mai possibile che nessuno mi abbia mai insengnato davvero come "insegnare" (scusa il gioco di parole).
Quando dico che devo cominciare tutto daccapo non parlo tanto dei contenuti ma del fatto che questi contenuti mi sono stati posti in un modo tale che per porgerli ad una classe di ragazzi di scuola superiore devo smontare pezzo per pezzo ciò che so per renderlo fruibile e almeno alla ssis speravo di imparare a fare proprio questa cosa... Tra conoscere un concetto e insegnarlo c'è una differenza enorme e mi dispiace dover fare le prove proprio sulla pelle dei ragazzi. Sinceramente non credo che questo sia solo un problema mio, ma forse mi sbaglio. Se ho aperto questo topic è per avere dei confronti con qualcuno che magari ha qualche esperienza simile alla mia e soprattutto per avere qualche suggerimento da qualcuno più esperto che possa darmi qualche consiglio sul cammino da percorrere adesso... e ovviamente anche per accettare ogni tipo di critica costruttiva.

@melia
Calma e sangue freddo.
Sono una laureata in matematica, indirizzo didattico, mi sono laureata 25 anni fa e da allora insegno. Negli ultimi 21 anni solo matematica e non finisco mai di apprezzare i miei studi e di notare la differenza di approccio a molte branche della matematica rispetto ai colleghi non matematici. Forse i problemi che hai nei confronti della fisica non ti permettono vedere i vantaggi che la tua formazione ti dà nei confronti della geometria, della logica, dell'analisi della struttura di problemi teorici, della didattica della matematica.
Una decina di anni fa mi sono abilitata anche in matematica e fisica e sono d'accordo con te, le lacune in campo fisico sono evidenti, ma anche la superiorità in campo matematico. Per colmare almeno in parte le mie lacune ho seguito un corso di perfezionamento universitario di didattica della fisica, poi non sono riuscita ad avere il cambio cattedra ma questa è un'altra storia.
Per le "lacune" matematiche ricorda che le basi ci sono tutte, quindi basta mettersi a tavolino ed esercitarsi un po'. Insegno in un istituto tecnico per geometri, quando è nato l'indirizzo sperimentale del Progetto 5 mi sono trovata a dover insegnare il calcolo integrale per un quadrimestre e sono andata in panico, poi ho preso un testo e mi sono messa a risolvere tutti gli esercizi del libro a tappeto. Dopo una ventina di ore di esercizi ho ripassato anche la teoria e adesso non mi fanno più paura. L'anno che ho fatto gli esami all'ITIS ho proceduto allo stesso modo per le trasformate di Laplace.
Ricordati che, con la tua formazione, non hai problemi in matematica.
Per la fisica il discorso è diverso. Posso darti solo dei suggerimenti generici, posso dirti quello che ho fatto, ma non l'ho sperimentato in classe: ho letto dei libri divulgativi che mi hanno fatto capire come funzionano le cose, prima di mettermi a studiare correttamente i testi, in questo modo ti rendi conto subito di dove devi andare a parare e di cosa stai affrontando.
In ogni caso se hai delle difficoltà postale pure direttamente sul forum, magari meglio se in "docenti" o in "fisica", troverai sicuramente qualcuno che ti può aiutare.

Luca.Lussardi
Mi dispiace essere così franco ma se per insegnare a scuola devi ristudiarti tutto daccapo vuol dire che hai sempre studiato nel modo sbagliato la matematica. Faccio presente che la scuola di provenienza non ha molta influenza sulla cosa.

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