Dubbi sul mondo del lavoro
Sto per iniziare il mio primo anno fuori corso,
sono studente di ing. meccanica magistrale.
Mi restano 8 esami più tesi; abbastanza insomma.
Ho avuto un rallentamento al primo anno
del biennio, per motivi di cui più o meno mi
sento responsabile ho dato solo un esame e un
laboratorio pur essendomi immatricolato dall'inizio
dell'anno. Poi mi sono ripreso,
ma non così bene. Sono a quota 5 esami.
Non mi sono mai trovato alla triennale in questa
situazione, e l'effetto più brutto è che pur
volendo 'accelerare' mi ritrovo invece a
perdere un sacco di tempo, sono
abbattuto per gli errori commessi
e non riesco a focalizzarmi sugli
esami che rimangono. È come se avessi perso fiducia
nel futuro lavorativo. Mi sento già fuori
dalle corse, come se mi rimanga solo da sperare in qualcosa dopo il pezzo di carta. Non mi sento
incentivato.
Non ho esperienze lavorative, nessuna competenza
tecnica, solo la laurea e un anno fuori corso.
So che dovrei studiare ancora sodo e fare
si che quest'anno sia l'ultimo, ma è come se
fossi in seconda e non riesca a passare alla terza,
quarta, quinta. Questo è dovuto sicuramente a una mancanza di sicurezza e fiducia, quella che prima mi era data dallo stare al passo. La tranquillità e la sicurezza
per me è il primo fattore a di rendimento.
Sono una persona abbastanza emotiva!!
Forse questo è un difetto che non si addice a un'ingegnere.
C'è qualcuno che si è trovato ad affrontare una situazione simile e a posteriori saprebbe consigliarmi come superare questo punto di ristagno?
È il mio carattere, ma vorrei cambiarlo, credo almeno.
sono studente di ing. meccanica magistrale.
Mi restano 8 esami più tesi; abbastanza insomma.
Ho avuto un rallentamento al primo anno
del biennio, per motivi di cui più o meno mi
sento responsabile ho dato solo un esame e un
laboratorio pur essendomi immatricolato dall'inizio
dell'anno. Poi mi sono ripreso,
ma non così bene. Sono a quota 5 esami.
Non mi sono mai trovato alla triennale in questa
situazione, e l'effetto più brutto è che pur
volendo 'accelerare' mi ritrovo invece a
perdere un sacco di tempo, sono
abbattuto per gli errori commessi
e non riesco a focalizzarmi sugli
esami che rimangono. È come se avessi perso fiducia
nel futuro lavorativo. Mi sento già fuori
dalle corse, come se mi rimanga solo da sperare in qualcosa dopo il pezzo di carta. Non mi sento
incentivato.
Non ho esperienze lavorative, nessuna competenza
tecnica, solo la laurea e un anno fuori corso.
So che dovrei studiare ancora sodo e fare
si che quest'anno sia l'ultimo, ma è come se
fossi in seconda e non riesca a passare alla terza,
quarta, quinta. Questo è dovuto sicuramente a una mancanza di sicurezza e fiducia, quella che prima mi era data dallo stare al passo. La tranquillità e la sicurezza
per me è il primo fattore a di rendimento.
Sono una persona abbastanza emotiva!!
Forse questo è un difetto che non si addice a un'ingegnere.
C'è qualcuno che si è trovato ad affrontare una situazione simile e a posteriori saprebbe consigliarmi come superare questo punto di ristagno?
È il mio carattere, ma vorrei cambiarlo, credo almeno.
Risposte
@Black Magic
Condivido quello che dici, anche se temo sia su un altro livello rispetto alle legittime paure che ha espresso seven (seppure, come altri hanno detto, secondo me esagerate) .
Riguardo al vivere ora e trovare adesso il senso e il gusto di ciò che si sta facendo, trovo che sia una meta impossibile da raggiungere in maniera piena, ci si può arrivare, certo, ma solo per brevi periodi o persino per brevi instanti, sono proprio quegli istanti e quei periodi che prendono il nome di felicità: alla fine essere felici significa proprio saper godere del proprio presente con consapevolezza.
Spesso la natura umana porta a essere proiettati sul futuro, a trovarsi in una condizione di serenità/soddisfazione che è in fondo solo attesa del futuro, (Giacomino del "Sabato del Villaggio"
), in fondo nonostante tutto serve, e fa bene anche quella, occorre avere però la sicurezza dentro di se di stare muovendosi in maniera coerente per poter aspirare a quella meta futura. Di qui il rovescio della medaglia che può essere l'insoddisfazione o peggio la paura del futuro...
Peraltro, purtroppo, la proiezione può anche essere verso il passato: si capisce di essere stati felici, ma senza essersene resi conto al momento, allora quella felicità mancata diventa nostalgia, la peggior specie di nostalgia, quella di aver perso qualcosa che non si è saputo godere al momento.
Man mano che gli anni passano diventa difficile quel tipo di serenità "alla Giacomino", ma d'altra parte la nostalgia può diventare dolce, se si ha la consapevolezza di aver saputo godere del presente al momento giusto. Anzi con gli anni, paradossalmente, diventa ancora più importante la capacità di saper vivere il presente, è un qualcosa che in fondo può aiutare a star bene durante l'intero arco della vita.
Scusate per le banalità a ruota libera, abbiate pazienza, mi sentivo ispirato
Condivido quello che dici, anche se temo sia su un altro livello rispetto alle legittime paure che ha espresso seven (seppure, come altri hanno detto, secondo me esagerate) .
Riguardo al vivere ora e trovare adesso il senso e il gusto di ciò che si sta facendo, trovo che sia una meta impossibile da raggiungere in maniera piena, ci si può arrivare, certo, ma solo per brevi periodi o persino per brevi instanti, sono proprio quegli istanti e quei periodi che prendono il nome di felicità: alla fine essere felici significa proprio saper godere del proprio presente con consapevolezza.
Spesso la natura umana porta a essere proiettati sul futuro, a trovarsi in una condizione di serenità/soddisfazione che è in fondo solo attesa del futuro, (Giacomino del "Sabato del Villaggio"

Peraltro, purtroppo, la proiezione può anche essere verso il passato: si capisce di essere stati felici, ma senza essersene resi conto al momento, allora quella felicità mancata diventa nostalgia, la peggior specie di nostalgia, quella di aver perso qualcosa che non si è saputo godere al momento.
Man mano che gli anni passano diventa difficile quel tipo di serenità "alla Giacomino", ma d'altra parte la nostalgia può diventare dolce, se si ha la consapevolezza di aver saputo godere del presente al momento giusto. Anzi con gli anni, paradossalmente, diventa ancora più importante la capacità di saper vivere il presente, è un qualcosa che in fondo può aiutare a star bene durante l'intero arco della vita.
Scusate per le banalità a ruota libera, abbiate pazienza, mi sentivo ispirato

"Black Magic":
Non hai capito niente.
E' possibile, naturalmente... dopotutto più sopra ho asserito "Sarà..."
"Black Magic":
E non c'entra niente Epicuro.
Ho scritto "epicureismo oraziano" intendendo un misto tra Epicuro (felicità senza grattacapi)[nota]come l'ho scritto male...

"Black Magic":
Vivere per uno scopo che si realizzerà nel futuro è una pura cretinata, atta a svilire la tua vita.
Praticamente mi stai dicendo che sarai felice se e solo se un giorno, con un pezzo di carta in mano, troverai il lavoro che tanto hai sognato?
Quindi ADESSO sei INFELICE?
Assolutamente no ad entrambe le domande - ma se reputi che basta essere felici nel presente per rimanere tale ti sbagli.
"Black Magic":
Ma è strano, veramente. E se il lavoro che tanto hai sognato non potrai farlo, cosa farai? Ti suiciderai dal dolore? Ti odierai a morte perché la società, per colpa di non so chi, ha deciso che TU non potrai fare il lavoro che tanto sogni?
Vale così poco la felicità per te?
Sono già rimasto deluso da piccolo quando ho capito che non potevo fare l'astronauta, e credimi vivo benissimo


"Black Magic":
Ti sto dicendo che tu puoi vivere solo in questo momento e quello che potrai pensare o non pensare riguardo al futuro è INUTILE e non ti aiuterà a realizzare ciò che vuoi.
Dipende da cosa vuoi: uno che vuole essere il primo uomo su Marte ad esempio troverà un po' di difficoltà nella realizzazione.
Con la mente rivolta al futuro, chi studia lo fa per ottenere la possibilità concreta di conseguire un buon posto di lavoro - e il non riuscire a raggiungere la meta prefissatasi è un altro paio di maniche. Di certo se avessi fatto quel che più mi andava al momento col cavolo che mi mettevo sui libri! E chi me l'avrebbe fatto fare di studiare quando fuori c'era un sole così che stuzzicava attraverso le persiane abbassate invitandoti a mollare tutto ed andare a cazzeggiare con gli amici?
"Black Magic":
Quindi, premesso questo, non voglio dirti che avere uno scopo, una meta, sia dannoso. Voglio semplicemente dirti che lo scopo non realizza la tua felicità. E non credo che tutti noi viviamo per puro altruismo verso la scienza, spremendoci i neuroni giorno e notte sperando che venga fuori un teoremino che sarà pubblicato nella penultima pagina del mensile dell'AMS. Credo che qui tutti agiscano e cerchino di vivere nella maniera migliore possibile per loro. Essere felici.
L'importante non è raggiungere la felicità, ma mantenerla - e questo vale per tutte le cose... difficilmente però ci si riesce facendo quel che più ci aggrada al momento.
"Black Magic":
Se la scienza ti rende felice, FALLA E BASTA. E sarai felice.
Grazie al Cielo ho diversificato le mie scelte e posso affermare che ci sono molte più cose che soddisfano il mio egoismo: la cioccolata, per esempio

"Black Magic":
Ma se ci pensi bene, in fondo, la felicità la provi ogni volta che compi un passo verso la meta. Ogni volta che hic et hunc realizzi un passo in avanti.
È il percorso che ti rende felice, e tu puoi solo percorrere, mi dispiace. Non c'è una meta alla quale tu possa aggrapparti in eterno.
Mai detto il contrario...
"Black Magic":
Quindi migliorati, migliorati e basta. Tu non puoi sapere cosa accadrà, puoi solo sapere cosa puoi fare adesso.
E questo bada che è profondamente diverso dal vivere alla giornata.
Ancora una volta: agisci qui e ora. Sta a te decidere dove vuoi che si indirizzino le azioni che compirai.
Ma scordati di potere sapere con esattezza cosa accadrà nel tuo futuro: nessuno ne ha controllo.
Ringrazio per lo sprono e contraccambio

"Black Magic":
Che ti importa se il tuo teoremino non verrà preso in considerazione? Tu lo hai creato e quando lo hai fatto hai gioito. Eri felice. Felice perché ciò che hai fatto è esattamente ciò che TU vuoi fare.
Magari fosse vero! Questo ragionamento regge (quando regge) solo quando fai "scelte giuste": siamo sicuri che se uno si droga (ammesso che sappia veramente quello che sta facendo) trovi la felicità perché è quello che vuol fare?
Se non si hanno ambizioni per il futuro per il quale sacrificarsi oggi non vedo come sia possibile essere felici. Sarebbe una felicità effimera o magari si scambierebbe il soddisfacimento di alcune pulsioni con la felicità.
No, fidati, è esattamente il contrario!
Che ti importa se il tuo teoremino non verrà preso in considerazione? Tu lo hai creato e quando lo hai fatto hai gioito. Eri felice. Felice perché ciò che hai fatto è esattamente ciò che TU vuoi fare.
Guarda, è un po' come spiegarti qual è la differenza tra FARE il matematico ed ESSERE un matematico.
Non sto dicendo, ripeto, che devi campare alla giornata. È giusto che io voglia studiare perché voglio laurearmi. E voglio pure fare il dottorato. Ma questo non vincola la mia felicità... La felicità in questo caso consiste nell'intraprendere questo percorso, perché questo è ciò che mi renderà le conoscenze che sono lo scopo vero di questa meta che mi prefiggo.
Ma se un giorno dovessi laurearmi e non potere accedere al dottorato oppure se un giorno non riuscissi a laurearmi più, non posso certamente dire "la mia vita è finita, sono un fallito", perché posso continuare a studiare quello che mi pare in ogni ora e in ogni luogo.
E non è questo che mi renderà felice, ma sicuramente è stato bellissimo averci provato e aver dato me stesso. Ma non perché l'obiettivo fosse realmente diventare un dottore di ricerca: ma per migliorare me stesso.
L'unica cosa che veramente devi prefiggerti per il futuro è semplicemente questa: migliorarti.
E, se ci pensi bene, è davvero l'unica cosa che PUOI programmare per il tuo futuro.
E solo qui e ora puoi attuarla.
"Black Magic":
Ma se ci pensi bene, in fondo, la felicità la provi ogni volta che compi un passo verso la meta. Ogni volta che hic et hunc realizzi un passo in avanti.
È il percorso che ti rende felice, e tu puoi solo percorrere, mi dispiace. Non c'è una meta alla quale tu possa aggrapparti in eterno.
Quindi migliorati, migliorati e basta. Tu non puoi sapere cosa accadrà, puoi solo sapere cosa puoi fare adesso.
E questo bada che è profondamente diverso dal vivere alla giornata.
Ancora una volta: agisci qui e ora. Sta a te decidere dove vuoi che si indirizzino le azioni che compirai.
Ma scordati di potere sapere con esattezza cosa accadrà nel tuo futuro: nessuno ne ha controllo.
Mi pare che Steve Jobs disse: "il premio è il viaggio stesso". Ovviamente riferendosi alla vita e a come bisognerebbe vederla. Su questo sono d'accordo, però resta vero che uno deve avere uno stimolo forte oggi e tale stimolo forte oggi o è quello di un primate (sesso e cibo) oppure può essere scatenato solo dal desiderio di raggiungere un obiettivo (magari il tuo teoremino, magari una famiglia con nipoti, magari un posto di lavoro alla General Motors). Se non si hanno ambizioni per il futuro per il quale sacrificarsi oggi non vedo come sia possibile essere felici. Sarebbe una felicità effimera o magari si scambierebbe il soddisfacimento di alcune pulsioni con la felicità.
"Brancaleone":
[quote="Light_"]Sono d'accordo con i due ultimi interventi , ma sono sicuro che BlackMagik volesse intendere altro.
In realtà stava esprimendo il concetto di vivere il presente
(molto diverso da quello che avete inteso voi , cioè vivere alla giornata) .
Sarà, ma...
"Black Magic":[/quote]
E lo studio lo affronti qui e ora, non per il futuro, né per il passato.
Ma solamente perché è ciò che vuoi fare ADESSO.
Non hai capito niente.
E non c'entra niente Epicuro.
Vivere per uno scopo che si realizzerà nel futuro è una pura cretinata, atta a svilire la tua vita.
Praticamente mi stai dicendo che sarai felice se e solo se un giorno, con un pezzo di carta in mano, troverai il lavoro che tanto hai sognato?
Quindi ADESSO sei INFELICE?
Ma è strano, veramente. E se il lavoro che tanto hai sognato non potrai farlo, cosa farai? Ti suiciderai dal dolore? Ti odierai a morte perché la società, per colpa di non so chi, ha deciso che TU non potrai fare il lavoro che tanto sogni?
Vale così poco la felicità per te?
Non ti sto dicendo di vivere alla giornata, no.
Ti sto dicendo che tu puoi vivere solo in questo momento e quello che potrai pensare o non pensare riguardo al futuro è INUTILE e non ti aiuterà a realizzare ciò che vuoi.
Quindi, premesso questo, non voglio dirti che avere uno scopo, una meta, sia dannoso. Voglio semplicemente dirti che lo scopo non realizza la tua felicità. E non credo che tutti noi viviamo per puro altruismo verso la scienza, spremendoci i neuroni giorno e notte sperando che venga fuori un teoremino che sarà pubblicato nella penultima pagina del mensile dell'AMS. Credo che qui tutti agiscano e cerchino di vivere nella maniera migliore possibile per loro. Essere felici.
Se la scienza ti rende felice, FALLA E BASTA. E sarai felice.
Ma se ci pensi bene, in fondo, la felicità la provi ogni volta che compi un passo verso la meta. Ogni volta che hic et hunc realizzi un passo in avanti.
È il percorso che ti rende felice, e tu puoi solo percorrere, mi dispiace. Non c'è una meta alla quale tu possa aggrapparti in eterno.
Quindi migliorati, migliorati e basta. Tu non puoi sapere cosa accadrà, puoi solo sapere cosa puoi fare adesso.
E questo bada che è profondamente diverso dal vivere alla giornata.
Ancora una volta: agisci qui e ora. Sta a te decidere dove vuoi che si indirizzino le azioni che compirai.
Ma scordati di potere sapere con esattezza cosa accadrà nel tuo futuro: nessuno ne ha controllo.
Ok, magari non vorrà dire "vivere alla giornata" però se tu studi lo fai per una prospettiva futura. Ovviamente fai esattamente quella cosa e non un'altra perché in quel momento tu vuoi fare quello. Ciò però mi sembra normale.
Sono d' accordo con te infatti , è solo che non volevo dare colpe ,
nel senso di chi si è espresso male/chi ha capito male.
A questo punto, quello che penso è che Magik non si sia espresso molto bene,o che forse non abbia tanto ben chiaro il concetto del vivere nel presente , al quale , e di questo sono sicuro , si appellava.
nel senso di chi si è espresso male/chi ha capito male.
A questo punto, quello che penso è che Magik non si sia espresso molto bene,o che forse non abbia tanto ben chiaro il concetto del vivere nel presente , al quale , e di questo sono sicuro , si appellava.
"Light_":
Sono d'accordo con i due ultimi interventi , ma sono sicuro che BlackMagik volesse intendere altro.
In realtà stava esprimendo il concetto di vivere il presente
(molto diverso da quello che avete inteso voi , cioè vivere alla giornata) .
Sarà, ma...
"Black Magic":
E lo studio lo affronti qui e ora, non per il futuro, né per il passato.
Ma solamente perché è ciò che vuoi fare ADESSO.
Sono d'accordo con i due ultimi interventi , ma sono sicuro che BlackMagik volesse intendere altro.
In realtà stava esprimendo il concetto di vivere il presente
(molto diverso da quello che avete inteso voi , cioè vivere alla giornata) .
Il punto è che non credo sia possibile esprimerlo correttamente a parole ,
senza correre il rischio di essere fraintesi.
In realtà stava esprimendo il concetto di vivere il presente
(molto diverso da quello che avete inteso voi , cioè vivere alla giornata) .
Il punto è che non credo sia possibile esprimerlo correttamente a parole ,
senza correre il rischio di essere fraintesi.
Condivido brancaleone, non pensare al futuro è assurdo! Idem il concetto che "studi perchè oggi ti piace". Non funziona così. Uno pensa che gli possa piacere un certo argomento, o un certo lavoro, e cerca di ottenere i risultati migliori per poter, negli anni successivi, continuare ad accuparsene. Se il ragionamento è "faccio ciò che oggi mi piace" allora pochissime persone studierebbero e molte altre passerebbero intere giornate a giocare al pc o alla playstation. Solamente con il tempo e con i risultati si capisce che quello che si sta facendo è giusto e si viene gratificati e l"'ansia da prestazione" è l'unica cosa che ci permette di raggiungere i nostri obiettivi. Senza una sana dose di ansia non si otterrebbe nulla!
"Black Magic":
Il vacillare tra il passato e il futuro (pensi agli errori del passato --> Depresso, pensi ai problemi del futuro --->Ansia) Non ti permetterà mai di poterti focalizzare sull'unica, vera, sola cosa che conta: QUESTO MOMENTO.
E tu sei semplicemente questo: qui, ora. Soltanto in questo momento la tua potenza è massima e, inutile che tu cerca scorciatoie basate su varie seghe mentali ma... Tu puoi vivere solo qui e ora.
Quindi basta, smettila di viaggiare tra il futuro che non esiste e il passato che è esistito. Non sei né l'uno, né l'altro.
E lo studio lo affronti qui e ora, non per il futuro, né per il passato.
Ma solamente perché è ciò che vuoi fare ADESSO.
Con tutto il dovuto rispetto, Black Magic, questo "epicureismo oraziano" alla carpe diem non lo vedo di buon occhio, specialmente nella parte finale del tuo intervento. Voglio dire: d'accordo che non bisogna farsi venire le fisime per il futuro, ma non pensarci affatto è una boiata pazzesca.
Davvero puoi pensare di agire nel presente senza domandarti cosa accadrà dopo, quali conseguenze potrebbero derivare dal tuo comportamento, e da quello altrui? Cosa sprona un ragazzo a studiare se non l'idea di quello che vorrà realizzare dopo? Cosa porta a compiere determinate azioni ad ogni singolo individuo se non i propri progetti per il futuro?
Ritengo sia piuttosto evidente che quando l'azione nel presente è fine a stessa non può esserci futuro, e tutto crolla: un po' di "sana preoccupazione" per il futuro è purtroppo necessaria - non siamo mica il Joker de Il cavaliere oscuro

@seven: quoto Intermat, e su col morale ragazzo!

Ti stai facendo problemi inutili e tutto per colpa del tuo ego.
Tu non sei ciò che fai, non sei ciò che ti dicono e non sei nemmeno uno studente di ingegneria meccanica.
Tu sei molto oltre tutto ciò.
Finché continuerai ad identificarti in ciò che fai, ciò che sei... Ciò che la società tu credi pensi di te, la tua infelicità sarà strettamente crescente.
Il vacillare tra il passato e il futuro (pensi agli errori del passato --> Depresso, pensi ai problemi del futuro --->Ansia) Non ti permetterà mai di poterti focalizzare sull'unica, vera, sola cosa che conta: QUESTO MOMENTO.
E tu sei semplicemente questo: qui, ora. Soltanto in questo momento la tua potenza è massima e, inutile che tu cerca scorciatoie basate su varie seghe mentali ma... Tu puoi vivere solo qui e ora.
Quindi basta, smettila di viaggiare tra il futuro che non esiste e il passato che è esistito. Non sei né l'uno, né l'altro.
E lo studio lo affronti qui e ora, non per il futuro, né per il passato.
Ma solamente perché è ciò che vuoi fare ADESSO.
Per te stesso.
Buona fortuna.
Tu non sei ciò che fai, non sei ciò che ti dicono e non sei nemmeno uno studente di ingegneria meccanica.
Tu sei molto oltre tutto ciò.
Finché continuerai ad identificarti in ciò che fai, ciò che sei... Ciò che la società tu credi pensi di te, la tua infelicità sarà strettamente crescente.
Il vacillare tra il passato e il futuro (pensi agli errori del passato --> Depresso, pensi ai problemi del futuro --->Ansia) Non ti permetterà mai di poterti focalizzare sull'unica, vera, sola cosa che conta: QUESTO MOMENTO.
E tu sei semplicemente questo: qui, ora. Soltanto in questo momento la tua potenza è massima e, inutile che tu cerca scorciatoie basate su varie seghe mentali ma... Tu puoi vivere solo qui e ora.
Quindi basta, smettila di viaggiare tra il futuro che non esiste e il passato che è esistito. Non sei né l'uno, né l'altro.
E lo studio lo affronti qui e ora, non per il futuro, né per il passato.
Ma solamente perché è ciò che vuoi fare ADESSO.
Per te stesso.
Buona fortuna.
E' davvero necessario spiegare che sono delle persone rispettabili ogniqualvolta vengono menzionati, ad esempio per dire che non rappresentano la massima aspirazione di un laureato in fisica teorica?
Si è necessario , per me , dato che non stiamo discutendo seduti intorno ad un tavolo , ma su un forum , si corre il rischio di essere fraintesi molto facilmente.
Ora spiegare la differenza tra le due situazioni , quello si , mi sembrerebbe retorico.
"Intermat":
Inoltre le statistiche dicono che i laureati, in media, guadagnano di più (10-15 %) e lavorano di più.
Vero, sopratutto sulla lunga distanza.
Stormy non ti credere che se fai il falegname o l'idraulico di questi tempi hai tutto questo lavoro! Un amico di famiglia, a causa delle difficoltà di questi anni, ha dovuto chiudere la (piccola) società edile che aveva e mio fratello che faceva il falegname ora vive grazie a quello che prima era un hobby...ovvero lo skipper. Quindi tutta questa storia del "che fortuna il falegname (o il muratore o l'antennista) che hanno uno stipendio decente" non è mica tanto vera! Anche in questi lavori c'è crisi...e forse molto di più che per i laureati. Inoltre le statistiche dicono che i laureati, in media, guadagnano di più (10-15 %) e lavorano di più.
PS: Il figlio di un negoziante vicino casa, laureato fuori corso da qualche anno, ora lavora per una società italiana tra Italia e Germania e lo stipendio è più che buono e non si lamenta.
PS: Il figlio di un negoziante vicino casa, laureato fuori corso da qualche anno, ora lavora per una società italiana tra Italia e Germania e lo stipendio è più che buono e non si lamenta.
Che noia però questa retorica del "buon idraulico". E' davvero necessario spiegare che sono delle persone rispettabili ogniqualvolta vengono menzionati, ad esempio per dire che non rappresentano la massima aspirazione di un laureato in fisica teorica?
questo è un paese che ha voluto vivere per decenni al di sopra delle sue possibilità: spesa sociale folle,assunzione nel pubblico impiego di un numero spropositato di persone(vedi clientelismo)
che speranze può avere un paese in cui non è possibile licenziare neanche un individuo di cui si è dimostrato senza ombra di dubbio la disonestà(vedi assenteismo)
e le grandi industrie,gestite da incompetenti,ne vogliamo parlare ?
adesso i nodi vengono al pettine
la classe dirigente ,con l'assenso del popolo bue,ci ha ridotto in queste condizioni,sia per disonestà che per incapacità
le generazioni precedenti si sono godute il periodo delle vacche grasse,in futuro solo vacche morte(neanche magre)
che speranze può avere un paese in cui non è possibile licenziare neanche un individuo di cui si è dimostrato senza ombra di dubbio la disonestà(vedi assenteismo)
e le grandi industrie,gestite da incompetenti,ne vogliamo parlare ?
adesso i nodi vengono al pettine
la classe dirigente ,con l'assenso del popolo bue,ci ha ridotto in queste condizioni,sia per disonestà che per incapacità
le generazioni precedenti si sono godute il periodo delle vacche grasse,in futuro solo vacche morte(neanche magre)
Credo che uno o due anni fuori corso siano più che normali per ogni studente.
"Light_":
n effetti non mi sembra che nell' intervento di Stormy ci sia una negazione di questa tua affermazione
anzi, io rilancio : sono persone di cui non si può fare meno;la stessa cosa non si può dire dei laureati,che sono troppi
io ho partecipato alla guerra tra poveri che si è tenuta 2 anni fa(concorso a cattedra 2012):dato l'esiguo numero di posti a disposizione ,non mi è bastato arrivare tra i primi 30 su oltre 1000 partecipanti alla mia classe di concorso(A049)
@Light_
Capisco bene e condivido il tuo punto di vista in toto.
La mia parentesi sul fatto che idraulico e falegname sono mestieri degni era forse ridondante, probabilmente stormy voleva dire esattamente quello che hai detto tu (fermo restando che la sua affermazione secondo me è esagerata e troppo assoluta).
[ot]Ot per ot dico che io da ingegnere ho grande stima e invidia per i falegnami e per chi in generale è bravo a lavorare con le proprie mani.[/ot]
Capisco bene e condivido il tuo punto di vista in toto.
La mia parentesi sul fatto che idraulico e falegname sono mestieri degni era forse ridondante, probabilmente stormy voleva dire esattamente quello che hai detto tu (fermo restando che la sua affermazione secondo me è esagerata e troppo assoluta).
[ot]Ot per ot dico che io da ingegnere ho grande stima e invidia per i falegnami e per chi in generale è bravo a lavorare con le proprie mani.[/ot]