Coop e ..pensionati
Per il momento non parlo di Di Pietro ma di un altro simpatico affaruccio...
" C’è qualcosa di peggio che portar via le caramelle a un bambino? Certo che c’è. Ed è rubare nelle misere tasche dei pensionati. Eppure è proprio quello che succede e che pare peraltro stia succedendo già da un po’ di tempo a Piacenza.
Ad aver alleggerito i già peraltro esangui assegni mensili di almeno 150 vecchietti piacentini (ma pare che con i casi sospetti attualmente al vaglio degli inquirenti la lista sia già lievitata a quota 800) è nientemeno che la Cgil, il sindacato rosso. Passato così dall’antico e generoso slogan «proletari di tutto il mondo unitevi» al ben più innovativo e redditizio «furbetti del sindacato organizzatevi». Il trucco? Iscrivere i nonnetti allo Spi, il raggruppamento Cgil dei pensionati, trattenendone un prelievo mensile direttamente alla fonte. Ma ovviamente, a loro insaputa.Cosa che corrisponde paro paro alle ipotesi di reato che sono attualmente in corso di accertamento da parte della Procura della Repubblica di Piacenza nella persona del gip Gianandrea Bussi. Un nome relativamente nuovo in questa pratica, il suo, in conseguenza di un episodio connesso con le indagini in corso. Episodio che se non si dovesse tener rispettosamente conto della gravità dei fatti e dei comportamenti finiti sotto osservazione, potrebbe quasi indurre a sorridere.
Tra i tanti pensionati che i vertici piacentini dello Spi (o meglio, quella parte di loro che ha effettivamente malversato) avevano iscritto a loro insaputa nelle file della organizzazione facente parte della Cgil, era infatti finita anche la madre del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Bersani, il magistrato al quale era stato affidato in un primo tempo l’incartamento. La denuncia della signora, che ha scoperto di essere stata iscritta ai pensionati Cgil addirittura dal 1998 - «Quella firma sul modulo di iscrizione non è mia», ha detto indignata ai carabinieri - ha provocato di conseguenza le immediate dimissioni del figlio dall’incarico per evidente incompatibilità.
A Piacenza raccontano che al primo circolare della voce della malefatta - circolata inizialmente sotto i portici cittadini e rimbalzata poi con evidenza e con «tutti i particolari in Cronaca» sulla stampa locale - la Cgil abbia tentato un salvataggio in corner. Peraltro penoso. Una giustificazione talmente abborracciata che al suo confronto il proverbiale arrampicarsi sugli specchi sarebbe risultato un esercizio facile facile. «Trattandosi di pochi casi di iscrizione forzosa, ovvero con in calce una firma falsa - si erano infatti difesi più o meno in questi termini i vertici dello Spi - si può parlare di errori materiali». "
Secondo me i "pochi casi" hanno lo stesso peso in ipocrisia e prevaricazione dei molti milioni di buonuscita di cui si parla oggi alla Rai!
"
" C’è qualcosa di peggio che portar via le caramelle a un bambino? Certo che c’è. Ed è rubare nelle misere tasche dei pensionati. Eppure è proprio quello che succede e che pare peraltro stia succedendo già da un po’ di tempo a Piacenza.
Ad aver alleggerito i già peraltro esangui assegni mensili di almeno 150 vecchietti piacentini (ma pare che con i casi sospetti attualmente al vaglio degli inquirenti la lista sia già lievitata a quota 800) è nientemeno che la Cgil, il sindacato rosso. Passato così dall’antico e generoso slogan «proletari di tutto il mondo unitevi» al ben più innovativo e redditizio «furbetti del sindacato organizzatevi». Il trucco? Iscrivere i nonnetti allo Spi, il raggruppamento Cgil dei pensionati, trattenendone un prelievo mensile direttamente alla fonte. Ma ovviamente, a loro insaputa.Cosa che corrisponde paro paro alle ipotesi di reato che sono attualmente in corso di accertamento da parte della Procura della Repubblica di Piacenza nella persona del gip Gianandrea Bussi. Un nome relativamente nuovo in questa pratica, il suo, in conseguenza di un episodio connesso con le indagini in corso. Episodio che se non si dovesse tener rispettosamente conto della gravità dei fatti e dei comportamenti finiti sotto osservazione, potrebbe quasi indurre a sorridere.
Tra i tanti pensionati che i vertici piacentini dello Spi (o meglio, quella parte di loro che ha effettivamente malversato) avevano iscritto a loro insaputa nelle file della organizzazione facente parte della Cgil, era infatti finita anche la madre del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Bersani, il magistrato al quale era stato affidato in un primo tempo l’incartamento. La denuncia della signora, che ha scoperto di essere stata iscritta ai pensionati Cgil addirittura dal 1998 - «Quella firma sul modulo di iscrizione non è mia», ha detto indignata ai carabinieri - ha provocato di conseguenza le immediate dimissioni del figlio dall’incarico per evidente incompatibilità.
A Piacenza raccontano che al primo circolare della voce della malefatta - circolata inizialmente sotto i portici cittadini e rimbalzata poi con evidenza e con «tutti i particolari in Cronaca» sulla stampa locale - la Cgil abbia tentato un salvataggio in corner. Peraltro penoso. Una giustificazione talmente abborracciata che al suo confronto il proverbiale arrampicarsi sugli specchi sarebbe risultato un esercizio facile facile. «Trattandosi di pochi casi di iscrizione forzosa, ovvero con in calce una firma falsa - si erano infatti difesi più o meno in questi termini i vertici dello Spi - si può parlare di errori materiali». "
Secondo me i "pochi casi" hanno lo stesso peso in ipocrisia e prevaricazione dei molti milioni di buonuscita di cui si parla oggi alla Rai!
"
Risposte
[mod="Fioravante Patrone"]Blocco il thread e banno infinito l'utente.
Ennesima re-incarnazione di "karl". Che, a quanto pare, non riesce a fare a meno di questo forum, nonostante avesso promesso, all'ennesimo tentativo di ripresentarsi sotto mentite spoglie, di non farlo più.[/mod]
Ennesima re-incarnazione di "karl". Che, a quanto pare, non riesce a fare a meno di questo forum, nonostante avesso promesso, all'ennesimo tentativo di ripresentarsi sotto mentite spoglie, di non farlo più.[/mod]