Come si può fare “avvicinare” una persona alla matematica?
Ieri un amico medico mi ha chiesto:
come si può fare “avvicinare” una persona alla matematica?
Dopo una piccola riflessione gli ho risposto che:
uno dei modi per “avvicinare” le persone alla matematica e di suscitare in esse un interesse che stimoli le capacità intuitive ( per esempio con dei giochi ). Chiaramente devono avere la fortuna di trovare persone che riescano a guidarle ad ottenere una capacità di progressiva chiarificazione dei concetti facendogli riconoscere analogie in situazioni diverse.
Cosa avreste risposto?
come si può fare “avvicinare” una persona alla matematica?
Dopo una piccola riflessione gli ho risposto che:
uno dei modi per “avvicinare” le persone alla matematica e di suscitare in esse un interesse che stimoli le capacità intuitive ( per esempio con dei giochi ). Chiaramente devono avere la fortuna di trovare persone che riescano a guidarle ad ottenere una capacità di progressiva chiarificazione dei concetti facendogli riconoscere analogie in situazioni diverse.
Cosa avreste risposto?
Risposte
"kinder":
concordo su quasi tutto ciò che è stato detto, e voglio aggiungere una considerazione che nasce dalla mia esperienza, limitata, di insegnamento della matematica sia a ragazzi, ad adulti e a mia figlia (bambina). Miro, quindi, più alla didattica che ad altro. L'occasione vera di avvicinamento è, secondo me, soprattutto la scuola. Il problema allora è da vedere nell'insegnamento della matematica.
Abusando un po' del concetto, e per dirla con una frase ad effetto, il mio suggerimento è di ispirarsi al principio biologico secondo cui "l'ontogenesi ricalca la filogenesi".
Ho letto un po' di storia della matematica, e mi sono convinto che un modo efficace di insegnarla è proprio il ripercorrere il processo storico della genesi dei concetti, ovviamente senza farla troppo lunga. I concetti elementari sono quasi sempre nati da cose semplici e concrete, per poi sofisticarsi ed arricchirsi. Credo che il ripercorrere questo processo aiuti a superare le barriere poste dal formalismo e dall'astrazione.
Forse dico cose banali, ma mi sembra che funzioni.
Io la penso come te, amo molto quelle parti d storia della matematica ke ho letto, xke rendeva gli argomenti trattati molto più, diciamo, "reali". Ossia vedere il contesto in cui è stata fatta qualke scoperta, almeno nel mio caso, mi ha portato ad avvicinarmi ad essa e ad interessarmene.. anke xke così si vede ke la matematica nn è caduta dal cielo

infatti mi piace molto il fatto ke il mio docente d mateA ogni tanto si diletti a raccontare aneddoti sulla storia della mate.. lo trovo molto interessante, se lo si vede nel giusto modo, naturalmente. Ossia nn come quei studenti, ke quando sentono il prof ke inizia a raccontare cose del genere dicono:" E ke me ne può fregare a me!!!?!!?!? Io devo solo passare l'esame!!?!?"
Io riaffermo la mia tesi esteticista.
Il punto è quale sia ai tuoi occhi l'aspetto della matematica, e credo che l'unica interpretazione attraente della matematica sia come razionalizzazione del mondo reale, da qui a farla comprendere come tale ci passa, naturalmente un oceano.
Il punto è quale sia ai tuoi occhi l'aspetto della matematica, e credo che l'unica interpretazione attraente della matematica sia come razionalizzazione del mondo reale, da qui a farla comprendere come tale ci passa, naturalmente un oceano.
concordo su quasi tutto ciò che è stato detto, e voglio aggiungere una considerazione che nasce dalla mia esperienza, limitata, di insegnamento della matematica sia a ragazzi, ad adulti e a mia figlia (bambina). Miro, quindi, più alla didattica che ad altro. L'occasione vera di avvicinamento è, secondo me, soprattutto la scuola. Il problema allora è da vedere nell'insegnamento della matematica.
Abusando un po' del concetto, e per dirla con una frase ad effetto, il mio suggerimento è di ispirarsi al principio biologico secondo cui "l'ontogenesi ricalca la filogenesi".
Ho letto un po' di storia della matematica, e mi sono convinto che un modo efficace di insegnarla è proprio il ripercorrere il processo storico della genesi dei concetti, ovviamente senza farla troppo lunga. I concetti elementari sono quasi sempre nati da cose semplici e concrete, per poi sofisticarsi ed arricchirsi. Credo che il ripercorrere questo processo aiuti a superare le barriere poste dal formalismo e dall'astrazione.
Forse dico cose banali, ma mi sembra che funzioni.
Abusando un po' del concetto, e per dirla con una frase ad effetto, il mio suggerimento è di ispirarsi al principio biologico secondo cui "l'ontogenesi ricalca la filogenesi".
Ho letto un po' di storia della matematica, e mi sono convinto che un modo efficace di insegnarla è proprio il ripercorrere il processo storico della genesi dei concetti, ovviamente senza farla troppo lunga. I concetti elementari sono quasi sempre nati da cose semplici e concrete, per poi sofisticarsi ed arricchirsi. Credo che il ripercorrere questo processo aiuti a superare le barriere poste dal formalismo e dall'astrazione.
Forse dico cose banali, ma mi sembra che funzioni.
Anche "la pupa e il secchione" non è che abbia aiutato un granché...
Secondo me, l'ideale è partire da giochini logici banali ed aumentare gradualmente la difficoltà.
Guardate il successo che ha ottenuto il sudoku.
Io lo detesto perchè non ci vedo nulla di interessante a risolvere a mente una cosa che si può risolvere ricorsivamente con un computer. Però devo ammettere che può avvicinare l'inesperto al metodo logico.
Già l'utilizzo di un metodo ricorsivo può essere importante.
Poi si passa ai giochini più complicati.
Secondo me, l'ideale è partire da giochini logici banali ed aumentare gradualmente la difficoltà.
Guardate il successo che ha ottenuto il sudoku.
Io lo detesto perchè non ci vedo nulla di interessante a risolvere a mente una cosa che si può risolvere ricorsivamente con un computer. Però devo ammettere che può avvicinare l'inesperto al metodo logico.
Già l'utilizzo di un metodo ricorsivo può essere importante.
Poi si passa ai giochini più complicati.
"Luca.Lussardi":
Il problema (forse l'unico) della divulgazione della Matematica è che ormai, ai giorni nostri, c'è un altissimo livello di pregiudizio negativo nei confronti della Matematica: tutti credono che sia troppo difficile per essere compresa a fondo, e quindi non ritengono sia interessante, dovendo faticare per studiarla e capirla.
Si pensi solo che ai tempi di Newton in cui non esisteva ancora questo pregiudizio così radicato, nei salotti le signore invece di novella2000 o altri pettegolezzi, leggevano testi scientifico-matematici.
Purtroppo eliminare un pregiudizio non è una cosa semplice.
Concordo con te pienamente... e penso che il problema sia di molte scuole anke.... ad esempio, nella mia scuola se volevi imparare la matematica dovevi arrangiarti...di un programma di 5 anni ne avremo fatto metà a dire molto e un intero anno, in quinta, non abbiamo avuto la prof e il supplente non c'era... fortuna alla maturità ne hanno tenuto conto... ma anke a dei bambini che ho al doposcuola vedo che mancano proprio gli insegnamenti base... non dico tutti gli insegnanti, tutte le scuole, non dico che è colpa della scuola... cmq non aggiungo altro, perchè ultimamente vengo fraintesa e mi fermo qui.... Ciao.
Il problema (forse l'unico) della divulgazione della Matematica è che ormai, ai giorni nostri, c'è un altissimo livello di pregiudizio negativo nei confronti della Matematica: tutti credono che sia troppo difficile per essere compresa a fondo, e quindi non ritengono sia interessante, dovendo faticare per studiarla e capirla.
Si pensi solo che ai tempi di Newton in cui non esisteva ancora questo pregiudizio così radicato, nei salotti le signore invece di novella2000 o altri pettegolezzi, leggevano testi scientifico-matematici.
Purtroppo eliminare un pregiudizio non è una cosa semplice.
Si pensi solo che ai tempi di Newton in cui non esisteva ancora questo pregiudizio così radicato, nei salotti le signore invece di novella2000 o altri pettegolezzi, leggevano testi scientifico-matematici.
Purtroppo eliminare un pregiudizio non è una cosa semplice.
La mat. è uno strumento ed un linguaggio, quando non esiste una passione in quanto tale, bisogna avere occasione di usarla con soddisfazione per la propria attività e per comprendere meglio ciò che ci interessa ma che non puo essere compreso con gli altri metodi. Spesso poi in questo percorso si riscopre da soli qualcosa di mat. ed allora la materia cambia aspetto.
Non so se si tratti di un bambino o una persona più grande.... cmq io faccio doposcuola per la scuola elementare e la scuola media e concordo pienamente sul fatto del gioco... facendo giochi matematici, ma non solo gioco individuali, la persona si stimola, vede la matematica come un gioco... se è un bambino è più semplice tutto questo... ma può succedere anke per i più grandi se sono interessati alla materia, ma magari non hanno mai avuto uno stimolo per studiarla...
Io ho inventato alcuni giochi, varianti di quelli esistenti, anke giochi a squadre basati sulla matematica... e devo dire che hanno avuto buoni risultati nel giro di qualke mese anke a scuola.... ma qst vale per la matematica, come per tutte le materie....
Io ho inventato alcuni giochi, varianti di quelli esistenti, anke giochi a squadre basati sulla matematica... e devo dire che hanno avuto buoni risultati nel giro di qualke mese anke a scuola.... ma qst vale per la matematica, come per tutte le materie....
Di recente ho letto che il gioco stimola molto l'intelligenza e che le capacità logico-matematiche siano più spiccate in giovane età.
Concordo con Marcello: è necessario rendere partecipe la persona della propria formazione e non subirla.
Non so quale sia il metodo di insegnamento migliore, però so qual'è quello peggiore, ovvero quello di considerare l'alievo un contenitore da riempire di informazioni...l'alievo odierà sia il maestro che la materia perchè si sente intellettualmente violentato e perderà le motivazioni.
A volte si confonde l'intelligenza con la capacità di accumulare conoscenza nel cervello.
Concordo con Marcello: è necessario rendere partecipe la persona della propria formazione e non subirla.
Non so quale sia il metodo di insegnamento migliore, però so qual'è quello peggiore, ovvero quello di considerare l'alievo un contenitore da riempire di informazioni...l'alievo odierà sia il maestro che la materia perchè si sente intellettualmente violentato e perderà le motivazioni.
A volte si confonde l'intelligenza con la capacità di accumulare conoscenza nel cervello.
Se una persona che ha avuto un qualsiasi contatto con la matematica (anche solo insegnamenti liceali) non si "avvicina" da sola ad essa, mi sembra quasi sempre tempo sprecato..