Come giudichi la riforma Gelmini?
A voi il parere!
Risposte
Pensavo si fosse toccato il fondo, ma mi sbagliavo, e ho idea che ne vedremo ancora delle belle dal nostro governo.
Sempre a proposito del livello culturale del ministro Gelmini:
http://www.tvblog.it/post/21411/gelmini ... stituzione
http://www.tvblog.it/post/21411/gelmini ... stituzione
Trovo assurda l'equazione "molte ore"="poca istruzione"!
Magari le spiegazioni le troviamo in questo sondaggio nostrano!
Magari le spiegazioni le troviamo in questo sondaggio nostrano!
Infatti, se mi é consentito, riporto alcuni stralci del rapporto ( non sono riuscito a inserire il link) , pubblicato ieri:
............................- L’OCSE ha reso pubblico ieri, 7 settembre, il rapporto che fotografa il livello e la qualità dell’istruzione nei 35 paesi più sviluppati del mondo.................................omissis.............
........................... dal Rapporto emerge anche che l’Italia investe poco nell’istruzione. Mentre in media i paesi dell’Ocse investono il 5,7% del PIL, l’Italia solo il 4,5%. Di meno c’è solo la Repubblica slovacca che spende appena il 4% del PIL nazionale. Ancor peggio se si fa riferimento alla percentuale di spesa pubblica che il nostro paese destina alla scuola: solo il 9% rispetto alla media che è del 13,3%.
inoltre:
................................- Il Rapporto OCSE mette in luce che gli studenti italiani tra i 7 e i 14 anni passano troppo tempo a scuola. Infatti, mentre la media degli altri paesi e di 6.777 ore , i nostri studenti trascorrono in aula circa 8.200 ore. E il rendimento finale non è nemmeno tra i migliori, in particolare in matematica, scienze e comprensione del testo.............................
Il rapporto è comunque relativo a dati riferiti all'anno 2008 e precedenti.....tuttavia la situazione non mi pare migliorata.
............................- L’OCSE ha reso pubblico ieri, 7 settembre, il rapporto che fotografa il livello e la qualità dell’istruzione nei 35 paesi più sviluppati del mondo.................................omissis.............
........................... dal Rapporto emerge anche che l’Italia investe poco nell’istruzione. Mentre in media i paesi dell’Ocse investono il 5,7% del PIL, l’Italia solo il 4,5%. Di meno c’è solo la Repubblica slovacca che spende appena il 4% del PIL nazionale. Ancor peggio se si fa riferimento alla percentuale di spesa pubblica che il nostro paese destina alla scuola: solo il 9% rispetto alla media che è del 13,3%.
inoltre:
................................- Il Rapporto OCSE mette in luce che gli studenti italiani tra i 7 e i 14 anni passano troppo tempo a scuola. Infatti, mentre la media degli altri paesi e di 6.777 ore , i nostri studenti trascorrono in aula circa 8.200 ore. E il rendimento finale non è nemmeno tra i migliori, in particolare in matematica, scienze e comprensione del testo.............................
Il rapporto è comunque relativo a dati riferiti all'anno 2008 e precedenti.....tuttavia la situazione non mi pare migliorata.

Dicono che l'Italia spende troppo per la scuola.
Ma i dati OCSE dicono che noi spendiamo meno di tutti gli altri...
Ma i dati OCSE dicono che noi spendiamo meno di tutti gli altri...
Sarà necessaria una nuova riforma per
"riformarla" e limitarne i danni.

La scuola e l'università necessitavano e necessitano certamente di cambiamenti, ma non questi.
"riformarla" e limitarne i danni.


La scuola e l'università necessitavano e necessitano certamente di cambiamenti, ma non questi.
Diciamola tutta: la Gelmini e l'attuale governo si sono strappati il cervello dal cranio per infilarselo nel buco del culo.
C'era estremo bisogno di una riforma che sistemasse le cose e ne è arrivata una che le ha peggiorate, in perfetto stile italiano.
Cioè, se fossimo in guerra ed in bancarotta allo stesso tempo l'estrema furbizia della nostra classe politica suggerirebbe non di ritirare le truppe, ma di mandare in battaglia i soldati armati di pistole a pallini e scodelle in testa
C'era estremo bisogno di una riforma che sistemasse le cose e ne è arrivata una che le ha peggiorate, in perfetto stile italiano.
Cioè, se fossimo in guerra ed in bancarotta allo stesso tempo l'estrema furbizia della nostra classe politica suggerirebbe non di ritirare le truppe, ma di mandare in battaglia i soldati armati di pistole a pallini e scodelle in testa
Che un insegnante di inglese faccia cambio con uno di matematica è il colmo, è la demenza che si manifesta.
Tuttavia i docenti di inglese della mia scuola si stanno montando la testa, forse credono che quelle poche cose di inglese tecnico che fanno studiare ai ragazzi siano effettivamente la materia insegnata.
Se nella mia scuola diventasse obbligatorio temo di essere la persona più qualificata, anche se il mio inglese è elementare, ma visto il programma potrei usare le lezioni del MIT, in cui le cose più importanti sono scritte oltre che dette più volte.
"mork_1":
@melia, ci mancherebbe. Che un insegnante di inglese faccia cambio con uno di matematica è il colmo, è la demenza che si manifesta. Addirittura in un luogo di cultura quale dovrebbe essere la scuola. Il tutto mi appare in mente grottesco.
Che i vecchi laureati non avevano l'esigenza di sapere l'inglese tecnico lo sospettavo purtroppo, ma devo farti notare che tu stai evidenziando una impossibilità pratica. Io invece mi riferisco al fatto che l'idea, se mandata avanti con basi concrete e ben razionalizzate, non è malvagia.
Io ho detto questo, come al solito vengo frainteso.
E secondo te è più importante conoscere l'inglese tecnico o essere in grado di padroneggiare ottimamente l'inglese in qualunque ambito della vita quotidiana ?
Non mi riferisco ovviamente agli studenti universitari, per i quali la conoscenza dell'inglese tecnico è ormai imprescindibile, ma agli studenti della scuola superiore.
Ribadisco pertanto la mia convinzione: chi conosce bene l'inglese "normale" non ha alcuna difficoltà con l'inglese tecnico.
Il viceversa non sempre è vero.
@melia, ci mancherebbe. Che un insegnante di inglese faccia cambio con uno di matematica è il colmo, è la demenza che si manifesta. Addirittura in un luogo di cultura quale dovrebbe essere la scuola. Il tutto mi appare in mente grottesco.
Che i vecchi laureati non avevano l'esigenza di sapere l'inglese tecnico lo sospettavo purtroppo, ma devo farti notare che tu stai evidenziando una impossibilità pratica. Io invece mi riferisco al fatto che l'idea, se mandata avanti con basi concrete e ben razionalizzate, non è malvagia.
Io ho detto questo, come al solito vengo frainteso
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Che i vecchi laureati non avevano l'esigenza di sapere l'inglese tecnico lo sospettavo purtroppo, ma devo farti notare che tu stai evidenziando una impossibilità pratica. Io invece mi riferisco al fatto che l'idea, se mandata avanti con basi concrete e ben razionalizzate, non è malvagia.
Io ho detto questo, come al solito vengo frainteso

"mork_1":
Capisco e comprendo che il vero motivo di questa riforma è un altro. Che però i laureati non debbano parlare un'altra lingua fluentemente è falso: leggiti i vari bandi delle varie università, dei vari corsi e dei loro "obiettivi formativi".
Peccato che la maggior parte degli insegnanti non si sia laureata dopo l'entrata in vigore di quei bandi. Quando andavo a scuola io l'inglese non era studiato da tutti, anche al liceo c'era la sezione di inglese e quella di francese. La mia collega di matematica ha studiato per i tre anni di scuola media francese e al liceo classico 2 anni di tedesco, io ho studiato 8 anni di inglese, ma 32 anni fa, e per me l'inglese era solo scritto, nessuno mi chiedeva di saperlo parlare. E neppure vorrei vedere la mia collega di inglese insegnare gli integrali, credo che, delle due, sia più facile per me imparare le lezioncine in inglese che per lei imparare un po' di analisi.
"mork_1":
E poi non prendiamoci in giro per carità: io studio inglese dalla quarta elementare, ho studiato inglese per 10 anni tra medie, elementari e superiori. E' mai possibile che in DIECI ANNI di studio non si sappia parlare la lingua inglese ? Non credi che il vero problema stia nei programmi che sono completamente fuori dal mondo?
Ed è proprio quello che ho detto nei precedenti interventi !
I programmi delle scuole superiori sono strutturati secondo la logica che al biennio si impara la lingua e al triennio si applica questa conoscenza o allo studio della letteratura (liceo) o allo studio dell'inglese tecnico (istituti tecnici e professionali).
E adesso il ministro propone di insegnare una materia in inglese.
Continuiamo a far finta di non vedere il problema e a non capire che non si può fare letteratura, inglese tecnico o ancora studiare una qualunque materia in lingua inglese se prima non si padroneggia alla perfezione la lingua in ambito comune.
E per far questo non è necessario scomodare altri docenti, ma è molto più proficuo utilizzare docenti di lingua. Basterebbe solo rivisitare i programmi.
Riguardo alla conoscenza della lingua straniera, cerchiamo di essere chiari circa quello che viene richiesto ad un laureato.
Ho preso un "manifesto degli studi" a caso. relativo un corso di laurea di tipo scientifico di un'Università Italiana:
Oltre alla preparazione tecnico-professionale, il percorso formativo prevede l'acquisizione, da parte dello studente, delle competenze necessarie per lavorare in gruppo e per comprendere e produrre documentazione tecnica sia in Italiano che in Inglese.
E qui viene il bello.
Prendiamo il caso della matematica: mentre chi ha una perfetta padronanza dell'inglese, acquisisce facilmente anche un'ottima padronanza dell'inglese matematico (a patto ovviamente che conosca la matematica), non vale il viceversa. Voglio dire che è possibile avere una conoscenza dell'inglese matematico che permetta di produrre un testo matematico in inglese, comprenderne uno scritto da altri, seguire un convegno o un seminario di matematica in lingua inglese, gestire adeguatamente una conversazione di argomento matematico, ma allo stesso tempo non essere in grado di sostenere una chiacchierata al bar su argomenti comuni.
E infatti, mentre è per laurearsi è indispensabile conoscere l'inglese tecnico (anche perchè spesso bisogna studiare su libri scritti in inglese), le conoscenze legate alle esigenze dell'utilizzo della lingua in ambito ordinario continuano ad essere di livello elementare.
Capisco e comprendo che il vero motivo di questa riforma è un altro. Che però i laureati non debbano parlare un'altra lingua fluentemente è falso: leggiti i vari bandi delle varie università, dei vari corsi e dei loro "obiettivi formativi".
Poi comunque non sono d'accordo sulla distinzione tra università e scuola superiore. Anzi per me è un errore grave distinguerle, perché il quinto anno dovrebbe in teoria essere tangente all'università, e invece è distante anni luce. Si presentano ogni anno studenti sempre più scarsi, dell'inglese non sanno nulla e figuriamoci delle altre materie (tra cui matematica e fisica in primis). Non possiamo rimandare tutto all'università; questo continuo rimandare ulteriori insegnamenti all'università è il principale artefice a mio avviso della decadenza di queste ultime.
E poi non prendiamoci in giro per carità: io studio inglese dalla quarta elementare, ho studiato inglese per 10 anni tra medie, elementari e superiori. E' mai possibile che in DIECI ANNI di studio non si sappia parlare la lingua inglese ? Non credi che il vero problema stia nei programmi che sono completamente fuori dal mondo?
E da quel che io sappia adesso l'inglese lo studiano anche in seconda o addirittura all'asilo!! (mia cugina insegna in un asilo privato e mi ha parlato di questo) Non puoi venirmi a dire che al quinto anno superiore uno studente MEDIO non sappia capire una mazza di una lezione di matematica fatta in lingua inglese.
Ripeto, capisco che magari turbi e faccia fastidio, ma partiamo dal presupposto che questo sistema scolastico è decadente di per sé; che la riforma Gelmini si basi su baggianate di vario tipo è ovvio ed evidente a tutti (perfino a lei). E' indecente riformare la scuola così.
Lo studio di una materia al quinto anno in lingua inglese però non è un'idea malvagia, all'estero io ho sentito dire che cose del genere sono in attuazione da decenni. Fatto con le dovute precauzioni, è qualcosa che può dare i suoi frutti.
PS
Sul comico Sgarbi non mi pronuncio, a me fa solo ridere.
Poi comunque non sono d'accordo sulla distinzione tra università e scuola superiore. Anzi per me è un errore grave distinguerle, perché il quinto anno dovrebbe in teoria essere tangente all'università, e invece è distante anni luce. Si presentano ogni anno studenti sempre più scarsi, dell'inglese non sanno nulla e figuriamoci delle altre materie (tra cui matematica e fisica in primis). Non possiamo rimandare tutto all'università; questo continuo rimandare ulteriori insegnamenti all'università è il principale artefice a mio avviso della decadenza di queste ultime.
E poi non prendiamoci in giro per carità: io studio inglese dalla quarta elementare, ho studiato inglese per 10 anni tra medie, elementari e superiori. E' mai possibile che in DIECI ANNI di studio non si sappia parlare la lingua inglese ? Non credi che il vero problema stia nei programmi che sono completamente fuori dal mondo?
E da quel che io sappia adesso l'inglese lo studiano anche in seconda o addirittura all'asilo!! (mia cugina insegna in un asilo privato e mi ha parlato di questo) Non puoi venirmi a dire che al quinto anno superiore uno studente MEDIO non sappia capire una mazza di una lezione di matematica fatta in lingua inglese.
Ripeto, capisco che magari turbi e faccia fastidio, ma partiamo dal presupposto che questo sistema scolastico è decadente di per sé; che la riforma Gelmini si basi su baggianate di vario tipo è ovvio ed evidente a tutti (perfino a lei). E' indecente riformare la scuola così.
Lo studio di una materia al quinto anno in lingua inglese però non è un'idea malvagia, all'estero io ho sentito dire che cose del genere sono in attuazione da decenni. Fatto con le dovute precauzioni, è qualcosa che può dare i suoi frutti.
PS
Sul comico Sgarbi non mi pronuncio, a me fa solo ridere.
"mork_1":
In molti atenei è stata presa in considerazione l'ipotesi di affrontare almeno una materia in lingua inglese. Non fa più chic dire questo o quello, l'idea ripeto è buona. Tu stai mettendo in risalto le difficoltà che si possono avere nell'intraprendere una cosa del genere. Ma ripeto per la seconda volta che TUTTI I LAUREATI devono sapere parlare almeno un'altra lingua fluentemente, oltre l'Italiano, della comunità europea. E i professori delle scuole superiori sono laureati, quindi non esiste in linea di principio il dubbio che ti poni.
Pensa a tutti quelli che fanno ricerca, non pubblicano di certo in lingua italiana ! Quindi prima o poi devi studiarlo e parlarlo fluentemente questo benedetto inglese no? Che poi sia una specie di scemata per compensare le ore tolte di inglese (o francese) nei licei e altrove è vero.
Ad ogni modo la riforma Gelmini non va ed è chiaro, ma neanche l'attuale sistema scolastico è accettabile.
Il problema si pone perchè fra i requisiti di assunzione di tutti i docenti (ad eccezione ovviamente di quelli di lingue) non c'è mai stata la conoscenza della lingua inglese e quindi questa non può nemmeno essere pretesa. Se poi vuoi fare retorica, fai pure, ma la situazione giuridica è questa che ti dicendo io. E sopratutto per laurearsi non è mai stato richiesto di saper parlare almeno una lingua straniera (e non mi riferisco solo ai vecchi laureati, visto che il livello di conoscenza di una lingua straniera che viene richiesto ancora oggi è ben lontano dall'essere ottimale).
E quindi è inutile vendere aria fritta quando si sa benissimo che il corpo docente, fra l'altro in maggioranza ultracinquantenne, non è attualmente in grado di insegnare la propria disciplina in inglese. Inoltre è comunque è più proficuo, ai fini dello svolgimento del programma della loro materia, che svolgano la loro lezione in italiano.
Tra l'altro, ci si chiede per quale motivo occorrerebbe rivolgersi ai docenti di altre discipline per fare inglese, quando nella scuola superiore ci sono insegnanti laureati in lingue in grado di insegnarlo.
Stai tranquillo che chi impara a usare bene l'inglese nelle situazioni comuni, non avrà molte difficoltà a seguire lezioni inerenti argomenti "specialistici" nel caso dovesse verificarsi la necessità.
A livello universitario il discorso cambia, e la cosa potrebbe anche avere senso. Ma è completamente diverso l'approccio allo studio, ragion per cui la mancata comprensione di tutti i passi di una lezione deve essere doverosamente colmata con lo studio a casa.
Anche se ribadisco che la strada maestra è innanzi tutto quella di insegnare agli studenti ad avere un'ottima padronanza dell'inglese quotidiano.
Pretendere di insegnare degli argomenti "specialistici" in lingua inglese significa non vedere il problema, che è molto semplice: oggi gran parte studenti non sono in grado di sostenere una conversazione "da bar" in inglese. E allora si pensa di risolvere questo problema facendo insegnare una materia in inglese. Ma smettiamola, perchè questa è la classica soluzione italiana nella quale si individua il problema ma non si vuole agire sulla sua causa.
L'unica soluzione razionale a questo problema è quella di potenziare l'insegnamento di base, perchè poi, una volta che si impara a usare bene l'inglese in situazioni comuni, passare all'uso dell'inglese tecnico o comunque specialistico è una passeggiata.
In molti atenei è stata presa in considerazione l'ipotesi di affrontare almeno una materia in lingua inglese. Non fa più chic dire questo o quello, l'idea ripeto è buona. Tu stai mettendo in risalto le difficoltà che si possono avere nell'intraprendere una cosa del genere. Ma ripeto per la seconda volta che TUTTI I LAUREATI devono sapere parlare almeno un'altra lingua fluentemente, oltre l'Italiano, della comunità europea. E i professori delle scuole superiori sono laureati, quindi non esiste in linea di principio il dubbio che ti poni.
Pensa a tutti quelli che fanno ricerca, non pubblicano di certo in lingua italiana ! Quindi prima o poi devi studiarlo e parlarlo fluentemente questo benedetto inglese no? Che poi sia una specie di scemata per compensare le ore tolte di inglese (o francese) nei licei e altrove è vero.
Ad ogni modo la riforma Gelmini non va ed è chiaro, ma neanche l'attuale sistema scolastico è accettabile.
Pensa a tutti quelli che fanno ricerca, non pubblicano di certo in lingua italiana ! Quindi prima o poi devi studiarlo e parlarlo fluentemente questo benedetto inglese no? Che poi sia una specie di scemata per compensare le ore tolte di inglese (o francese) nei licei e altrove è vero.
Ad ogni modo la riforma Gelmini non va ed è chiaro, ma neanche l'attuale sistema scolastico è accettabile.
"Lord K":
Click
...e qui c'è davvero da mettersi le mani nei capelli!
Il Ministro Gelmini, commentando questi dati, ha affermato:
Ocse conferma tutte le valutazioni del governo. Avanti con riforme.
Ha confermato così la sua profonda ignoranza, dimostrando di non essere nemmeno in grado di comprendere il significato dell'analisi dell'Ocse.
Insomma, oltre ad essere culturalmente inadeguata a ricoprire il posto che occupa, appare persino incapace di comprendere il significato di un testo scritto in lingua italiana.
"enomis":
... quando è risaputo che il 95 % degli studenti non padroneggia la l'inglese neanche limitandosi a situazioni di tipo quotidiano.
E considerando anche che molti sudenti hanno difficoltà pure con l'italiano.
"Leonardo89":
[quote="enomis"]nel triennio dei tecnici e dei professionali si insegna a usare l'inglese in contesti legati alle discipline caratterizzanti quel determinato indirizzo di studi
Il problema è che, spesso l'insegnante di inglese non conosce le discipline caratterizzanti (e non ha nemmeno tutti i torti) e si limita a farti imparare a memoria dei brani.

Forse sarebbe meglio se ogni insegnante si limitasse alla propria materia di cui, troppo spesso, non riesce nemmeno a terminare il programma.

Io credo che non ha senso studiare la letteratura inglese o l'inglese tecnico-specialistico se prima non si ha la completa padronanza dell'inglese nella vita quotidiana.
Ma questo è un problema di programmi ministeriali, i quali sono impostati secondo l'assurda logica che al termine del biennio lo studente riesca a padroneggiare l'inglese.
E con la Gelmini la musica non cambia. E' pura follia pensare di insegnare una disciplina in lingua inglese, da un insegnante che poi magari non conosce neppure tanto bene tale lingua, quando è risaputo che il 95 % degli studenti non padroneggia la l'inglese neanche limitandosi a situazioni di tipo quotidiano.
Però dire che al quinto anno si insegnerà una materia in lingua straniera fa più chic, l'opinione pubblica abbocca e pensa: "Finalmente le lingue straniere avranno l'importanza che meritano". In realtà è un bluff, a cominciare dal plurale, visto che fra qualche anno in Italia, licei linguistici a parte, l'unica lingua straniera ad essere studiata sarà l'inglese.