Carne di cavallo

Martino
Hanno proposto una legge per impedire la macellazione dei cavalli (per esempio clic), perché equiparabili a cani e gatti ("il cavallo, nelle intenzioni del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, verrà di fatto equiparato a cani e gatti, un modo per "assicurare dignità e rispetto").

Ora io dico, sono ovviamente contento di questo, ma che dire degli altri animali? Solo gli "amici dell'uomo" hanno diritto a restare vivi (solo gli amici dell'uomo!! cristo), gli altri devono morire? Il maiale è uno dei più begli animali esistenti, e guardate come viene trattato. Rendiamocene conto, per favore. Mi piacerebbe che chi è favorevole alla macellazione del maiale mi desse una spiegazione esauriente sul perché il maiale ha meno diritto del cavallo a restare in vita.

Amici dell'uomo... via, non scherziamo. Scusate la provocazione ma si tratta di una cosa che sento veramente tanto, e a volte non riesco a contenermi.

Risposte
Martino
"Cheguevilla":
Cerca di capire: non si deve confondere la risoluzione "globale" dei problemi da quella "locale". Ognuno cerca di risolvere i problemi relativi alle sue attitudini ed alla sua sensibilità.
Falso.
Esistono problemi locali e problemi globali, questo è vero.
Il consumo non è un problema locale (altrimenti sarei senza lavoro).
Il vegano individuale non cambia nulla nel sistema: su sette miliardi di persone, non sarà nè il Martino né lo Steven a cambiare la situazione, neppure dal punto di vista marginale.
Cioè stai dicendo che siccome la stragrande maggioranza delle persone agisce in una certa maniera, un certo buon senso nei confronti della percezione della proporzione (tipo: io rispetto al mondo sono solo uno sputo) dovrebbe spingermi a dire: ma chissenefrega, faccio anch'io come fanno tutti. E' così?
"Cheguevilla":
Non sembra ma ci sono un sacco di cose non vegane buonissime.
Penso che non ci stiamo capendo. Io cerco di sfatare il luogo comune secondo cui un vegano è poco più di un mangiatore di insalata. Dico così per rendere l'idea, non sai quante volte la gente strabuzza gli occhi e mi chiede: "ma quindi cosa ti rimane da mangiare?", a me poi, che sono vegetariano. Io non concepisco che uno quando pensa al cibo ha in mente (carne o pesce) + contorno, ma purtroppo è così. La maggior parte della gente non si rende conto di quello che mangia, basti pensare che anziché dire che non mangio carne a volte devo dire che non mangio né carne, né pesce né affettati, come se fossero cose diverse.
"Cheguevilla":
Il vegano individuale non cambia nulla nel sistema
Nemmeno il singolo che vota un certo partito non cambia nulla, se lui solo non votasse probabilmente il risultato delle elezioni sarebbe lo stesso. E' di questo che stiamo parlando?

Cheguevilla
Non sembra ma ci sono un sacco di cose vegane buonissime.
Non sembra ma ci sono un sacco di cose non vegane buonissime.
Poichè il cibo vegano è un sottoinsieme del cibo, necessariamente...

Cerca di capire: non si deve confondere la risoluzione "globale" dei problemi da quella "locale". Ognuno cerca di risolvere i problemi relativi alle sue attitudini ed alla sua sensibilità.
Falso.
Esistono problemi locali e problemi globali, questo è vero.
Il consumo non è un problema locale (altrimenti sarei senza lavoro).
Il vegano individuale non cambia nulla nel sistema: su sette miliardi di persone, non sarà nè il Martino né lo Steven a cambiare la situazione, neppure dal punto di vista marginale.
Un americano che si sveglia al mattino e porta fuori il cane con il SUV (e sono tanti) consuma dieci volte di più di quello che voi due riuscite a risparmiare in una settimana in termini di impatto ambientale.
Per questo motivo, credo sarebbe interessante affrontare il discorso da un punto di vista di funzione di utilità e funzione di costo.
A meno che non siate disposti a dirmi che non esite un limite individuale per il sacrificio, ma posso dire con certezza che non è così.

Martino
"nato_pigro":
perchè vi interessano così particolarmente gli anmali? voglio dire: alla fine è un investimento abbastanza considerevole di tempo, energie e "comodità", perchè gli animali e non, che so, le guerre, la povertà, gli appestati, gli anziani, i disabili, i malati mentali, i drogati...?
Cerca di capire: non si deve confondere la risoluzione "globale" dei problemi da quella "locale". Ognuno cerca di risolvere i problemi relativi alle sue attitudini ed alla sua sensibilità. La scelta di combattere una determinata ingiustizia non implica che le altre ingiustizie non siano considerate altrettanto gravi. Ma se uno cominciasse a dire "se combatto questo allora devo combattere anche quest'altro e così via" non farebbe più niente, conscio della propria limitatezza.
"Cheguevilla":
A Steven e Martino chiedo quale sia il limite accettabile di sacrificio personale (ad esempio cosa mangiare) e quali siano i campi di applicazione (ad esempio alimentazone, trasporto, consumo).
Non sembra ma ci sono un sacco di cose vegane buonissime. Per dirti a capodanno abbiamo fatto il seitan (una cosa molto buona a base di glutine) con una salsa di pomodoro aglio aromatizzata al cumino, poi il guacamole (una salsa formata di avocado aglio e peperoncino) e riso con la zucca. Poi in famiglia mia consumiamo soia e lenticchie a livello industriale! E le cose che ho elencato sono tutte vegane. Purtroppo la gente quando pensa ad un vegano si immagina questo alle prese con un'insalata e al massimo qualche pomodoro. Anche questo immaginario collettivo deve essere corretto. Per quanto riguarda le applicazioni probabilmente Steven ne sa più di me al riguardo, ma come ha già detto c'è il fatto che nutrire gli animali comporta in fin dei conti uno spreco di cibo, se si guarda all'ideale di un mondo vegano.

nato_pigro1
ho un'ultima domanda (poi la smetto :D):
perchè vi interessano così particolarmente gli anmali? voglio dire: alla fine è un investimento abbastanza considerevole di tempo, energie e "comodità", perchè gli animali e non, che so, le guerre, la povertà, gli appestati, gli anziani, i disabili, i malati mentali, i drogati...?

Intendiamoci: io non faccio niente di tutto ciò, ribadisco il mio sostanziale egoismo, è una caratteristica comune di cui però prendo atto e che non nascondo.

Cheguevilla
Il problema è esclusivamente culturale.
Ultimamente sto viaggiando parecchio nei paesi del sud est asiatico per motivi di lavoro e qui ho mangiato, tra le altre cose, le seguenti:
- Tarantole
- Bachi da seta
- Serpenti (vari, non saprei i nomi)
- Scarafaggi
- Grilli
- Cavallette
- Cicale
- Granchi di fiume
- Balut (un uovo fecondato in cui il pulcino è parzialmente sviluppato, cotto sodo)
Credo che il 99% degli italiani non mangerebbe mai cose simili, ed il motivo è esclusivamente culturale.
Non capisco come, a priori, qualcuno possa dire che "facciano schifo", eppure è quello che mi sento dire da chiunque, nonostante non siano mai stati da queste parti, ne abbiano mai provato a mangiare queste cose.
La carne di cavallo, secondo me, è una delle migliori che ci siano; per quanto riguarda cane e gatto, speravo di trovarne ad Hanoi, ma non ci sono riuscito.

A Steven e Martino chiedo quale sia il limite accettabile di sacrificio personale (ad esempioo cosa mangiare) e quali siano i campi di applicazione (ad esempio alimentazione, trasporto, consumo).
Mi viene in mente un interessante discorso sulla curva di utilità e sulla teoria dei giochi.

Steven11
"nato_pigro":

@steven: tu parli del mondo animale e del mondo vegetale come se fossero un unico essere senziente per cui se mangiamo meno piante/animali esso soffre meno, è così che la pensi? Se si provasse che le piante provano dolore, un dolore immenso al di là di ogni capacità espressiva di un animale cosa faresti? Un dolore inespressivo non è meno valido di uno che suscita la nostra empatia.

No, mi sono spiegato male.
Il discorso che facevo rispondeva all'obiezione classica: anche le piante soffrono.
Quello che dicevo io era: a me non risulta assolutamente che le piante provino dolore, non avendo tra l'altro uno straccio di sistema nervoso periferico e centrale.
Ma supponiamo pure che esista una sofferenza delle piante.
Allora siccome per quanto strano possa sembrare all'inizio, una dieta onnivora richiede una maggiore coltivazione da destinare a tutti gli animali, cioè questo si traduce in una maggiore sofferenza vegetale (più quella delle bestie).
Quindi anche le anime più pie che si angustiano per l'eventuale sofferenza delle piante, passando al veganismo ne ridurrebbero il consumo su scala globale (proprio perché viene a mancare la massa di animali che consuma a pieno ritmo per mettere massa).

In questo giornale, "Arcobaleno" a pagina 15 c'è un breve articolo di cui sono autore dove cerco di spiegare le ragioni per cui sono vegano. Per chi volesse dunque capire meglio la mia posizione
http://www.scribd.com/arcobaleno-cibo/d/22574907

In entrambi i casi non condivido. Nel secondo perchè credo che sia insignificate e la mia scelta non faccia -realmente- la differenza (e non credo neanche nei discorsi che iniziano con "se tutti facessero così" perchè è un'ipotesi assurda).

Certamente, ma il discorso va più in là del contriuto effettivo e concreto. Essendo poco originale, ricopio direttamente la fine del mio articolo dove rispondo all'obiezione in questione:
Metto già in conto i probabili pensieri del lettore: “non serve a nulla”, “è inutile” e affini.
Anch’io lo penso, a volte, in vari ambiti.
Ma mi incoraggia anche ricordare che tanti reali progressi (politici, scientififici, sociali), come la storia ci insegna, sono maturati nel tempo grazie a chi ci ha creduto e ha saputo gettare i giusti semi, anche a proprie spese, agendo nell’ambito ristretto delle scelte personali. E noi ora possiamo godere di questi progressi.


Che alla fine è quello che Martino ha più sinteticamente espresso.

Inoltre non credo nel boicottaggio, credo che sia solo un modo per mettersi apposto la coscienza, e uno con la coscienza apposto non cambia le cose.

Purtroppo nemmeno io ho la coscienza tanto a posto.
Paradossalmente, quando si intraprende un percorso simile, giorno dopo giorno si scoprono nuove cose che dovrebbero portare altre scelte più stringenti. Ma come già detto, si trova un punto d'equiibrio compatibile con le proprie possibilità e inclinazioni. Per ora io l'ho trovato, essendo vegano. Domani si vedrà.

Il boicottaggio è un'azione faticosa da estendere, ma di fondamentale valore. E' il fulcro tra i metodi di portesta non-violenti.

Martino
"nato_pigro":
In entrambi i casi non condivido. Nel secondo perchè credo che sia insignificate e la mia scelta non faccia -realmente- la differenza (e non credo neanche nei discorsi che iniziano con "se tutti facessero così" perchè è un'ipotesi assurda).
E' un'ipotesi assurda, sono d'accordo, ma sulla corta distanza. Devi riconoscere che i grandi cambiamenti ci sono stati perché qualcuno (una persona!) ha cominciato a muoversi in qualche direzione. E' quello che sto facendo: muovermi nella direzione di un ideale che non contempla maltrattamenti o uccisioni di animali. So che questo dà fastidio alla gente, perché tutti quelli non vegetariani con cui parlo di questo manifestano fastidio, ma immagino che vada bene così. E non mi sento a posto con la coscienza, perché so che potrei fare di più e ancora non lo faccio. Non è questione di stare a posto con la coscienza, è questione di fare quello che ci si sente di fare.

dissonance
"Martino":
Io vorrei che le persone diventassero più sensibili rispetto a questo, che sapessero cosa stanno mangiando e da dove viene.
Quoto questo punto, su cui sono pienamente d'accordo anche io.

nato_pigro1
@Martino: sono d'accordissimo quando evidenzi le ragioni sbagliate quello che secondo te è giusto.

Una cosa che non capisco dello scegliere di essere vegetariani/vegani è se lo fate perchè vi fa stare apposto con la coscienza: è questa la mia indole e comportandomi diversamente sto male, so quanto il consumo di carne provochi dolore agli animali e quanto incida negativamente sul "bilancio del pianeta", quindi -che diavolo! (sto interpretando ^^)- io mi dissocio e non mangio animali. Oppure perchè credete di dare un reale contributo alla diminuzione di emissione di gas serra e alle sofferenze patite dagli animali?

In entrambi i casi non condivido. Nel secondo perchè credo che sia insignificate e la mia scelta non faccia -realmente- la differenza (e non credo neanche nei discorsi che iniziano con "se tutti facessero così" perchè è un'ipotesi assurda). Nel primo perchè sebbene possa commuovermi venendo a conoscenza delle sofferenze patite dagli animali sono conscio del mio egosmo ed egocentrismo: credo che la vita di 1000 galline, 1000 maiali ecc... non valga la mia, e non solo, non vale neanche il mio spreco di energie per controllare di cosa sono fatti gli alimenti, sarebbe un controsenso da parte mia dedicare quel tempo a sanare il mio senso di colpa per il dolore che indirettamente provoco agli animali e non andare oltre l'indignazione per le ingiustizie che capitano nel mondo agli uomini. Inoltre non credo nel boicottaggio, credo che sia solo un modo per mettersi apposto la coscienza, e uno con la coscienza apposto non cambia le cose. Credo pure io nel buon senso e per questo che non diprezzo e prendo atto del fondamentale egoismo che è in ogniuno di noi e tuttosommato del buon funzionamento della società basato in parte su esso.

@steven: tu parli del mondo animale e del mondo vegetale come se fossero un unico essere senziente per cui se mangiamo meno piante/animali esso soffre meno, è così che la pensi? Se si provasse che le piante provano dolore, un dolore immenso al di là di ogni capacità espressiva di un animale cosa faresti? Un dolore inespressivo non è meno valido di uno che suscita la nostra empatia.

Martino
"Steven":
si calcola che il 90% della soia (ottimo alimento, nutrizionalmente parlando) prodotta a livello globale è destinata a consumo animale. Per il mais, non vorrei sbagliare, stiamo al 70%.
Sconcertante. Io adoro la soia, se ne fanno ottimi alimenti come il tofu e il tempeh. E' un vero peccato che la maggior parte venga usata per questi motivi.

Steven11
Completo il tuo discorso:
"Martino":
Ma io considero i vegetali un alimento per l'uomo. Sono un animale capace di pensare, e per questo riesco a comprendere la sofferenza degli animali, è uguale alla mia. Considero invece la mia sopravvivenza più importante della presunta sofferenza delle piante.

Senza contare, che se pure le piante "soffrissero", cosa da vedere, alimentarsi in modo vegetariano ridurrebbe anche la sofferenza di esse.
Non si considera infatti l'enorme massa di vegetali usata per sfamare e far crescere nella vita gli animali da macello.
Per qualche stima, si calcola che il 90% della soia (ottimo alimento, nutrizionalmente parlando) prodotta a livello globale è destinata a consumo animale. Per il mais, non vorrei sbagliare, stiamo al 70%.

Martino
"nato_pigro":
[quote="Martino"]Io non dico di non uscire di casa per paura di uccidere moscerini, dico di non farlo se non c'è una ragione più che valida. Io per esempio ho smesso di uccidere gli insetti molto tempo fa, non uccido nemmeno le zanzare né le mosche.
Sei mai andato a fare un gita in campagna solo per rilassarti? In media, ogni 10 passi avrai uccisono almeno un essere vivente. E questa non è un'uccisione accidentale, lo sapevi (o ora lo sai) che la decisione di farti una gita comporta questo. Allo stesso modo se uccidi una zanzara: te la togli di torno per stare tranquillo. Ora, il fatto che tu non la uccida ma che comunque non rinunci a fare giri in campagna è in contraddizoine? Di quali vantaggi gode la zanzara che vedi girarti intorno rispetto a quella che calpesti, è un comportamento che non ha senso?
Secondo me no, o meglio: chissenefrega. Tu stai bene con la tua coscienza non uccidendo una zanzara ma le passeggiate te le fai lo stesso per rilassarti. E' per questo secondo me che queste "scelte di vita" sono del tutto personali, volenti o nolenti egocentriche e non confrontabili le une con le altre.[/quote]Io infatti sto parlando di uccisioni evitabili. Non posso evitare le uccisioni involontarie che commetto. Sei d'accordo che da dire "non vado a passeggiare perché rischierei di uccidere qualche essere vivente" a dire "non approvo che gli animali vengano maltrattati e uccisi a servizio dell'uomo" c'è una certa differenza? So bene che queste discussioni sono difficili perché ognuno si sente attaccato nel proprio stile di vita, ma secondo me è opportuno almeno confrontarcisi. Quello che non sopporto è che in questo momento nella realtà viene abusato degli animali, molto più di quello di cui ci sarebbe bisogno. Senza contare la questione economica: se fossimo tutti vegetariani o vegani ci sarebbe molto più cibo e il problema della fame nel mondo sarebbe più attaccabile. E mi dà veramente fastidio che di fronte alla serietà di questo problema ci si limiti a proibire la macellazione di certi animali per questioni effimere come la simpatia dell'animale, la sua fedeltà all'uomo o la sua bellezza alla vista. Ho sentito dire cose come "ma guarda che tenero, ma come potrei mangiarlo?". Mettiamoci per un istante dal loro punto di vista, immedesimiamoci negli animali, facciamolo veramente. Qualcuno potrebbe dirmi: "allora tu immedesimati nelle piante". Ma io considero i vegetali un alimento per l'uomo. Sono un animale capace di pensare, e per questo riesco a comprendere la sofferenza degli animali, è uguale alla mia. Considero invece la mia sopravvivenza più importante della presunta sofferenza delle piante.

Io vorrei che le persone diventassero più sensibili rispetto a questo, che sapessero cosa stanno mangiando e da dove viene. Io per esempio che sono vegetariano mi trovo sempre costretto a chiedere gli ingredienti di qualsiasi cosa, anche la più insospettabile come il pane o i grissini in pizzeria (la cosa più infida è lo strutto, fateci caso, è dappertutto).

Steven11
"nato_pigro":

Sei mai andato a fare un gita in campagna solo per rilassarti? In media, ogni 10 passi avrai uccisono almeno un essere vivente. E questa non è un'uccisione accidentale, lo sapevi (o ora lo sai) che la decisione di farti una gita comporta questo. Allo stesso modo se uccidi una zanzara: te la togli di torno per stare tranquillo. Ora, il fatto che tu non la uccida ma che comunque non rinunci a fare giri in campagna è in contraddizoine?

No, perché a differenza che in matematica, subentra il buonsenso.
Martino dovrebbe rinunciare anche a camminare in città perchè si pesta qualche formichina (magari non ogni 10 passi ma 30?), o ad usare ogni elettrodomestico: ogni tanto capita che fili dell'alta tensione che trasportano la corrente a casa di Martino siano causa di qualche uccello folgorato.

Nato_pigro, se uno fosse vegetariano o comunque non ammazzasse le mosche per essere perfetto e passare nell'universo senza lasciare traccia, il tuo discorso sarebbe la giusta risposta.
Ma qui nessuno ha tali pretese: so benissimo che nella mia vita da vegano manderò all'altro mondo ancora chissà quante formiche mentre cammino per strada, o che anche io inquino (anche solo usando il pc) ma si tratta di porsi come regola quella di minimizzare il peso che si ha.
Conciliando una vita regolare (non buttarsi in una caverna, per intenderci) con delle decisioni, che a taluni possono apparire come radicali e ad altri no, volte nel senso che dicevo prima.

nato_pigro1
"Martino":
Io non dico di non uscire di casa per paura di uccidere moscerini, dico di non farlo se non c'è una ragione più che valida. Io per esempio ho smesso di uccidere gli insetti molto tempo fa, non uccido nemmeno le zanzare né le mosche.

Sei mai andato a fare un gita in campagna solo per rilassarti? In media, ogni 10 passi avrai uccisono almeno un essere vivente. E questa non è un'uccisione accidentale, lo sapevi (o ora lo sai) che la decisione di farti una gita comporta questo. Allo stesso modo se uccidi una zanzara: te la togli di torno per stare tranquillo. Ora, il fatto che tu non la uccida ma che comunque non rinunci a fare giri in campagna è in contraddizoine? Di quali vantaggi gode la zanzara che vedi girarti intorno rispetto a quella che calpesti, è un comportamento che non ha senso?
Secondo me no, o meglio: chissenefrega. Tu stai bene con la tua coscienza non uccidendo una zanzara ma le passeggiate te le fai lo stesso per rilassarti. E' per questo secondo me che queste "scelte di vita" sono del tutto personali, volenti o nolenti egocentriche e non confrontabili le une con le altre.

@melia
"franced":
In Italia non credo ci sia un forte consumo di carne equina.
Almeno qui nella mia zona (prov. di Pisa) non c'è..

Nella mia zona, invece, ogni paese di una certa consistenza (4-5 mila abitanti) ha almeno una macelleria di carne equina.

Martino
"nato_pigro":
Non essendoci alcun criterio oggettivo che determini quale animale è più "importante" e non bastandoci i criteri soggettivi del tipo "questo è più bello" si arriva a dire che un cane è importante quanto un moscerino, e quindi se non uccidiamo cani non dobbiamo uccidere moscerini. Inoltre sappiamo andando in macchina inevitabilmente uccidiamo moscerini (se ci mettiamo a schivarli in autostrada uccidiamo persone) quindi non dobbiamo usare l'automobile. Per me siamo arrivati ad un assurdo ma si potrebbe continuare ancora.
Se si estremizza si giunge sempre ad assurdi. Io non dico di non uscire di casa per paura di uccidere moscerini, dico di non farlo se non c'è una ragione più che valida. Io per esempio ho smesso di uccidere gli insetti molto tempo fa, non uccido nemmeno le zanzare né le mosche. Se abbiamo la possibilità di lasciare in vita delle forme di vita perché non farlo? Cerchiamo di essere realisti, e guardiamo la realtà com'è adesso: il diritto alla vita degli animali dipende dal garbo degli uomini, e da nient'altro. E in modo pesantemente ingiusto: basta fare un giro sul sito segnalato da Steven per accorgersene.

Certo che è una questione di cultura, ma sappiamo tutti che la cultura cambia, e secondo me una cultura più ragionevole adesso sarebbe una cosa buona. Il mio ideale sarebbe che gli animali non venissero più mangiati né uccisi, ma mi rendo conto che siamo ben lontani da questo. Almeno spero che cessi il maltrattamento.

franced
In Italia non credo ci sia un forte consumo di carne equina.
Almeno qui nella mia zona (prov. di Pisa) non c'è..

nato_pigro1
Un ragionamento "dall'alto" è questo:
E' giusto mangiare i cani? no perchè nella nostra cultura sono vicini all'uomo. E' giusto mangiare i gatti? no. I cavalli? no. I maiali? no: che differenza c'è tra maiali cavalli? solo perchè i cavalli ci sono serviti in passato e sono "belli" hanno più diritti dei maili che si rotolano nel fango? Le galline? .... e così via. Non essendoci alcun criterio oggettivo che determini quale animale è più "importante" e non bastandoci i criteri soggettivi del tipo "questo è più bello" si arriva a dire che un cane è importante quanto un moscerino, e quindi se non uccidiamo cani non dobbiamo uccidere moscerini. Inoltre sappiamo andando in macchina inevitabilmente uccidiamo moscerini (se ci mettiamo a schivarli in autostrada uccidiamo persone)m quindi non adobbiamo usare l'automobile. Per me siamo arrivati ad un assurdo ma si potrebbe continuare ancora.

Dunque, è sbagliato dire che non dobbiamo uccidere i cani, esistono criteri oggettivi di "importanza" o dobbiamo accontentarci di quelli soggettivi?

Steven11
"nato_pigro":

Hai idea di quanti moscerini uccidi quando vai in macchina o di quanti insetti calpesti quando fai un giro nel bosco?

No, ma suppongo abbastanza.

Che conclusione dovrei trarne?

nato_pigro1
"Steven":

La mia posizione è: se per cultura e abitudini acquisite (il discorso di Luca sulla scelta tra carne di cane e maiale) uno opta per A invece che B c'è poco da dire, non si entra nel merito.
Ma pretendere una classificazione in base al grado di amicizia, perché il cane è fedele, il gatto intelligente mentre la capra è antipatica è poco commentabile.


Hai idea di quanti moscerini uccidi quando vai in macchina o di quanti insetti calpesti quando fai un giro nel bosco?

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