Bloccato a metà strada [laurea in Fisica, passaggio a Biol]

Piz1
Salve a tutti, vi scrivo per esporre un mio problema e forse anche un po' per sfogarmi.
Dopo una buona maturità classica e molti tentennamenti, decido di iscrivermi a Fisica. Da piccolo volevo fare l'astronomo, e - nonostante una carriera liceale "matematicamente" non brillante - l'ultimo anno potevo sfoggiare voti altissimi proprio a Matematica e Fisica.
Ero conscio di intraprendere un percorso bello duro, considerato anche il liceo di provenienza e le mie spiccate capacità mnemoniche (che non aiutano sempre) e umanistiche. Forse era proprio per questo che avevo scelto Fisica, per provare l'ebbrezza di riuscire in ciò in cui avevo sempre zoppicato (tranne il suddetto ultimo anno, a costo di uno studio tenace).
L'inizio è devastante: Analisi I è oltre la mia immaginazione, io non sapevo neanche cosa fosse un limite, e come se non bastasse mi capita uno di quei prof che spiegano in maniera "creativa" e disordinata, comprensibile a mala pena dai diplomati dello scientifico.
Non ho mai studiato tantissimo: non ero abituato a farlo, al liceo le cose mi andavano sempre bene senza eccessivi sforzi. Nonostante la pigrizia, il primo anno passo sei esami seppur con una media non proprio esaltante (credo 23). Ma continuo ad avere la sensazione di non padroneggiare la materia, ho paura di fare esercizi perché potrebbero rivelare che non sono portato, che sono stupido.
Ma senza esercizi non si va avanti a Fisica, arrivano le prime bocciature una dopo l'altra e comincio a dare sempre meno esami. Dopo le ultime due mazzate (fisichetta2 e Mecc. Analitica) per cui avevo speso (forse per la prima volta) parecchie energie, decido che è ora di cambiare e a settembre 08, all'inizio del mio 5° anno di frequenza, chiedo informazioni per passare a Biologia, con 14 esami all'attivo - metà dei 28 previsti nella triennale di Fisica.
Il passaggio non va in porto per i problemi legati al Nuovissimo Ordinamento e io allora mi metto a lavorare, avrei potuto cercare di studiare fisica nei momenti liberi. La cosa non funziona perché studiare e lavorare difficilmente vanno a braccetto, quindi decido di prendermi un anno sabbatico. Adesso mi rifaccio sotto a Biologia, e per tutta risposta la responsabile mi consiglia caldamente di finire il mio corso di studi, ché lascerei inutilizzati 2/3 dei crediti, e magari di passare a Biologia con la Magistrale. Gli avrei voluto rispondere: "Cara la mia responsabile, ma Dio volesse che riuscissi a finire Fisica, con tutto il rispetto ma ne rimarrei dove sto".
Quindi in soldoni adesso non so se buttarmi di nuovo in un corso che mi ha già riservato parecchie frustrazioni, ma che ammetto mi piacerebbe concludere, oppure scegliere un'altro corso meno complesso e più adatto alle mie inclinazioni (studio più mnemonico), ma che intraprenderei con meno convinzione.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, vi ringrazio in anticipo.


[mod="Fioravante Patrone"]Ho modificato, precisandolo, il titolo[/mod]

Risposte
Piz1
Sono d'accordo, Fisica e Matematica sono diversissime. Me ne sono potuto rendere conto con Informatica, che sicuramente non entra nel dettaglio degli argomenti matematici più avanzati, ma mantiene quella impostazione rigorosamente logica per cui se A e B, allora C. In Fisica, per forza di cose, questo aspetto è meno marcato, ma ha l'indubbia bellezza di rappresentare ciò che ci circonda... Insomma, la morale è che non c'è tempo per studiare tutto ciò che si vorrebbe ;)

mork_1
Comunque l'importante è che tu abbia scelto Informatica e che tu ti trova bene lì. A volte è la passione che ti fa sembrare un corso più facile dell'altro. Magari Fisica non ti dà gli stimoli che ti ha dato Informatica. Confesso che, in passato, io ho dovuto fare la scelta durissima fra fisica e matematica. E non nascondo che, a guardare i piani di studio, ero molto più propenso a scegliere matematica. Vedevo nomi di materie come 'geometria differenziale', 'geometria 1, geometria 2' e mi accendevano una passione assurda, così come Algebra 1, Algebra 2 e via discorrendo.
Anche guardando il programma di Fisica ero entusiasta ma non come quando guardavo quelli di matematica. Ho scelto Fisica alla fine perché ha su di me una sorta di collegamento alla Filosofia, collegamento che sento vivo e che la rende più affascinante. Ma nel corso degli anni ho più volte avuto rimorsi, ripensamenti.
A dire il vero, fisica e matematica sono due corsi completamente diversi. Sembrano molto simili, ma non lo sono. Quando finii Analisi 2 e tutte le materie di matematica, ho sentito come una specie di vuoto. E la differenza c'è, basta osservare il formalismo maniacale (ma che a me piaceva molto) delle materie matematiche, molto ridotto in quelle di fisica. E poi gli argomenti sono totalmente diversi.
Al giorno d'oggi non ritengo di aver toppato, però se potessi riscegliere, forse sceglierei matematica. Ma non ne sarei sicuro.
Però fare Fisica mi appassiona, mi permette di trovare o cercare risposte che cerco da tempo, e ciò mi appaga moltissimo.
Inoltre, l'opportunità di risolvere problemi o tentare di risolverli è stimolante per me.

Buona fortuna.

mork_1
"socio1985":

Quindi la difficoltà risiede nell'opinabilità? Non sono daccoro. Se io inventassi il corso di laurea "pinco pallino" che prevede di imparare a memoria il contenuto di tutte le discussioni del forum "matematicamente.it" scommetti che non si laurea nessuno? eppure non c'è nulla da inventare/interpretare.
Che poi anche ad un corso di letteratura dubito sia richiesto di creare qualcosa di davvero originale. Si studieranno le opinioni altrui come in qualunque altro corso, matematica inclusa.
Se non comprendi una poesia, è probabilmente perchè ti manca il background culturale per farlo (problema che in buona parte condivido).


La capacità di memorizzare delle informazioni dipende in minima parte dalle capacità intellettive del singolo individio. Tant'è che esistono tecniche per memorizzare tonnellate di informazioni in pochi minuti e in modo permanente. Quindi alla tua scommessa risponderei che sì, scommetto che qualcuno sicuramente si laurea. E se tutti coloro che intraprendono quel corso avranno chiare in mente le tecniche per imparare a memoria delle informazioni, si laureeranno quasi tutti.
Comunque non ho detto che la difficoltà risiede nell'opinabilità. Anzi, ho detto che è soggettiva e, da quanto ho scritto sopra, personalmente per me risiede nell'opinabilità. Del resto non sarei nemmeno molto d'accordo sul gap culturale che vieterebbe di comprendere una poesia.
Basta citare la poesia di Bondi sul suo Divino Cavalier Berlusca (anche se duole ammettere che un orrore come quello possa chiamarsi poesia) per rendersi conto che l'Arte e la Poesia quindi non hanno regole ben precise e definizioni come nella matematica, per esempio.

Ma anche un testo di una canzone basta per evidenziare l'opinabilità di una poesia, almeno per me. Prendi un pezzo di De André e ascoltalo. Magari nelle sue parole tu ritroverai un significato sull'essere fanciullo, io sull'essere incosciente.
Ad ogni modo preciso che l'indecidibilità sulla difficoltà maggiore di una disciplina rispetto all'altra risiede nella soggettività e nel mio caso nell'opinabilità.

Anche se non nascondo di credere che la matematica sia il nostro schema fondamentale di ragionamento. E da qui è evidente come io ritenga la sua innata esistenza nella mente umana.

Piz1
"mork_1":
Mi riferisco a quelli di infermieristica, per esempio, perché non sono veri e propri corsi di laurea. Infatti, almeno a me pare, fino a qualche tempo fa non lo erano. Lo diventarono dopo la riforma universitaria che portò al famoso 3+2 .

Sì, ma anche i programmi furono riformati. Credo che ora si possano tranquillamente considerare corsi di laurea.

Ritengo che la difficoltà sia soggettiva

Assolutamente d'accordo, ma come dice socio1985 la difficoltà non risiede nell'opinabilità di una materia, ma in quale misura lo studio di essa è affine al nostro tipo di intelligenza. Ad esempio, chi studia Fisica o Matematica avrà il cervello allenato a lavorare per logica piùttosto che per memoria, quindi lo studio di un manuale di Diritto Commerciale potrebbe mandarlo al tappeto.
Al contario, un erudito di Giurisprudenza avrà difficoltà a gingillarsi con un problema logico.

Aggiungo che non necessariamente il nostro tipo di intelligenza sia "innata", ma che crescendo ognuno sviluppi l'intelligenza che più lo "attira".

socio1985
Provo ad essere più esplicito. Tralasciando particolari attitudini personali, ritengo che la difficoltà non risieda, in se, nella materia di studio, ma piuttosto nella "quantità".
È chiaro che studiare la "Divina Commedia" è più imegnativo che imparare il teorema di piatagora, così come preparare analisi 2 richiederà più tempo dello scritto per la patente.

Non faccio comparazioni assolute tra le diverse discipline, qualunque cosa fatta ad alto livello richiede il massimo impegno. Però ritengo che i corsi di base (ben distinti dalle vette di ciascuna materia) non siano bilanciati da questo punto di vita.

socio1985
"mork_1":
Mi riferisco a quelli di infermieristica, per esempio, perché non sono veri e propri corsi di laurea. Infatti, almeno a me pare, fino a qualche tempo fa non lo erano. Lo diventarono dopo la riforma universitaria che portò al famoso 3+2 .

Aggiungo

Ritengo che la difficoltà sia soggettiva. Per me capire un teorema è molto più facile che capire una poesia. Trovo che le cose oggettive (come la matematica e la fisica, che sono molto oggettive in ogni loro forma ed essenza) siano facili, forse troppo facili da apprendere. Al contrario di una poesia dove io posso capire una cosa e tu un'altra e magari entrambi siamo completamente fuori dal significato che il poeta voleva dare al suo "frutto artistico".

Una equazione, del resto, è una verità incontrovertibile e innegabile per chiunque. Se ci pensi bene, la matematica è in realtà la disciplina del sapere più facile da capire di tutte. E' spesso la forma in cui viene posta che fa paura agli studenti.



Quindi la difficoltà risiede nell'opinabilità? Non sono daccoro. Se io inventassi il corso di laurea "pinco pallino" che prevede di imparare a memoria il contenuto di tutte le discussioni del forum "matematicamente.it" scommetti che non si laurea nessuno? eppure non c'è nulla da inventare/interpretare.
Che poi anche ad un corso di letteratura dubito sia richiesto di creare qualcosa di davvero originale. Si studieranno le opinioni altrui come in qualunque altro corso, matematica inclusa.
Se non comprendi una poesia, è probabilmente perchè ti manca il background culturale per farlo (problema che in buona parte condivido).

mork_1
Mi riferisco a quelli di infermieristica, per esempio, perché non sono veri e propri corsi di laurea. Infatti, almeno a me pare, fino a qualche tempo fa non lo erano. Lo diventarono dopo la riforma universitaria che portò al famoso 3+2 .

Aggiungo

Ritengo che la difficoltà sia soggettiva. Per me capire un teorema è molto più facile che capire una poesia. Trovo che le cose oggettive (come la matematica e la fisica, che sono molto oggettive in ogni loro forma ed essenza) siano facili, forse troppo facili da apprendere. Al contrario di una poesia dove io posso capire una cosa e tu un'altra e magari entrambi siamo completamente fuori dal significato che il poeta voleva dare al suo "frutto artistico".

Una equazione, del resto, è una verità incontrovertibile e innegabile per chiunque. Se ci pensi bene, la matematica è in realtà la disciplina del sapere più facile da capire di tutte. E' spesso la forma in cui viene posta che fa paura agli studenti.

socio1985
"mork_1":

Ad ogni modo, non credo molto alla storia dei corsi di laurea ''tosti'' e ''facili''. A parte quelli in infermieristica e qualcuno di scienze della formazione.


Come mai? io mi stupirei del contrario, anche mettendosi a tavolino cercando di equilibrare la difficoltà delle varie facoltà, sarebbe un risultato difficilmente raggiungibile. Figuriamoci nella realtà dove quasi tutti i corsi di laurea sono "scollegati" tra loro.

Piz1
"mork_1":
Secondo me Informatica è molto sottovalutata. Lo reputo un buon corso di laurea.
Ad ogni modo, non credo molto alla storia dei corsi di laurea ''tosti'' e ''facili''. A parte quelli in infermieristica e qualcuno di scienze della formazione.

D'accordo con te sulla valutazione di informatica, un po' meno sulle altre da te citate: secondo me, la difficoltà di un corso di laurea è data da come lo si affronta. Se fatto come si deve, qualsiasi corso risulta impegnativo.
Questo, per esperienza, non vale del tutto per Fisica: i lazzaroni vanno lentissimi, è quasi impossibile non lasciare se si studia poco.

Detto ciò, non era mia assoluta intenzione sminuire il valore di Informatica, si fa un pacco di matematica e la logica è pane quotidiano, ma per darti un'idea, delle oltre 100 matricole che hanno cominciato con me il corso, a distanza di sette anni hanno conseguito la laurea triennale in 15.

mork_1
Secondo me Informatica è molto sottovalutata. Lo reputo un buon corso di laurea.
Ad ogni modo, non credo molto alla storia dei corsi di laurea ''tosti'' e ''facili''. A parte quelli in infermieristica e qualcuno di scienze della formazione.


PS

Io NON sono uno studente di informatica :D.

Piz1
"Rggb":
[quote="Piz"]Trattandosi di una materia sicuramente più approcciabile di Fisica

:shock:[/quote]
Il punto è che a Informatica, così come nella stragrande maggioranza dei corsi di laurea, c'è un certo numero di esami più friendly, intendo più semplici o per cui non è necessario frequentare$^1$,che coesistono con altri più impegnativi. Questo fa sì che uno possa diluire gli esami tosti insieme a quelli friendly e mantenere una quantità di esami sostenuti costante in ogni sessione, fattore molto importante per la motivazione. A Fisica tutti gli esami sono difficili e vanno a braccetto con le lezioni.
Ma il discorso riguarda anche la difficoltà oggettiva: un esame di Algoritmi e Strutture Dati da 12 CFU, che pure richiede capacità di astrazione, confidenza con dimostrazioni formali ed anche studio mnemonico, è - almeno dal mio punto di vista - più approcciabile di un esame di Meccanica Razionale, che è tutta matematica di alto livello applicata alla fisica.

$^1$A tale proposito, devo dire che - almeno a Tor Vergata - l'organizzazione del corso di laurea in Informatica è ottima: quasi tutti i corsi hanno pagine web aggiornate, con diario delle lezioni aderente ai capitoli del libro di testo, prove d'esame precedenti eccetera. Una vera manna per chi non può (o non vuole) frequentare. Ci sono ovviamente le dovute eccezioni.

Rggb1
"Piz":
Alla fine ho cambiato, mi sono iscritto ad Informatica ed è stata la cosa migliore che avessi potuto fare

8-)

"Piz":
Trattandosi di una materia sicuramente più approcciabile di Fisica

:shock:

Piz1
@pegaso23:

Alla fine ho cambiato, mi sono iscritto ad Informatica ed è stata la cosa migliore che avessi potuto fare, ho fatto un sacco di esami e mi trovo bene.
Ho scelto Informatica dapprima perché cercavo un corso di laurea che mi interessasse, che offrisse sbocchi lavorativi e che non mi facesse buttare tutti gli esami che avevo già dato a Fisica. Trattandosi di una materia sicuramente più approcciabile di Fisica, ho cominciato incazzato nero e senza scrupoli e ho dato più esami possibili. Nel frattempo ho maturato una certa passione soprattutto verso gli aspetti teorici di questa materia.

La tua situazione mi sembra un po' differente dalla mia, da quel che dici hai problemi soprattutto coi corsi più tostarelli, ma da quel che so ciò vale per il 90% degli studenti di Biologia, sono esami che spesso vanno dati più e più volte. Io ti consiglierei di rimetterti a studiare e di sbrigarti il più possibile, per quel che riguarda la triennale.

GIBI1
Ossìmoro

Mathcrazy
/OT

"GIBI":
'scienza' umanistica


GIBI non capisco i due apici alla parola scienza e l'aggettivo umanistica!!! :P

GIBI1
... a mio avviso il tuo problema è la matematica, se non ti va è inutile insistere, si può vivere bene anche senza, passa a biologia che è una 'scienza' umanistica e vedrai che ti troverai meglio.

Mathcrazy
"Piz":
secondo te che idea mi sono fatto dello scienziato?


Eccola:

"Piz":

mi voglio laureare perché so che questo potrebbe portarmi a svolgere lavori dignitosi e appaganti, in futuro.


Questa è una delle idee sbagliate che hai di scienziato.

Il fatto di aver messo al primo posto la possibilità di avere un lavoro dignitoso e appagante, dimostra che la materia, in se per se, cade in secondo piano.
L'università deve rispecchiare solo le nostre passioni e inclinazioni.
Quando si sceglie una facoltà, secondo me, bisogna partire da una considerazione: "tutte le facoltà possono darmi la stessa opportunità di lavoro",
questo perché la scelta NON deve essere influenzata da questo fattore, che spesso, molto spesso, porta a sbagliare strada.

pegaso23
Ciao Pinz,
mi farebbe piacere sapere alla fine cos'hai deciso,perchè vedi anche io mi trovo praticamente nella tua stessa situazione.
Ho iniziato però da Bilogia,vecchio ordinamento,ed ho proseguito con risultati altalenanti fino al 4° circa,dopodichè ho mollato a seguito delle numerose problematiche riscontrate durante il mio percorso di studi.Quando ho scelto di iscrivermi a biologia,l'ho fatto per amore nei confronti della materia,ma ho trovato diversi ostacoli nei corsi come matematica,o biochimica,insomma quelli più complessi,perchè anche io non riesco a memorizzare se non capisco,e laddove i professori non riuscivano a rendere chiare le loro lezioni,inevitabilmente mi bloccavo,e perdevo più tempo degli altri.In più dal 2° anno in poi,con la riforma,i corsi degli anni precedenti sono stati disattivati,ma non sono voluto passare ad unp dei corsi delle nuove lauree perchè non li ritenevo,e non li ritengo tutt'ora all'altezza del vecchio ordinamento,in quanto a preparazione e didattica.Il mio scopo è sempre stato quello di diventare uno scienziato,perciò sentivo il bisogno di apprendere quante più nozioni possibili,e di fare quante più esperienze pratiche di laboratorio possibili.Purtroppo però qui l'università non funziona così,ed infatti davanti a me son passati molti altri studenti con preparazioni nozionistiche,che imparavano tutto a memoria,senza capirci un fico secco.Ho iniziato nel frattempo un lavoro nel settore marketing,dove ho scoperto di avere delle ottime qualità,ma dopo un pò di tempo il lavoro è diminuito,anche a causa della crisi economica,e ora vorrei riprendere gli studi per terminare il mio percorso,e realizzarmi,in un campo a cui sento ancora di appartenere.Desidero guadagnarmi la mia laurea,perchè almeno mi permetterebbe di realizzarmi con un lavoro più di rispetto e sarebbe anche un lasciapassare per trovare lavoro all'estero,visto che in Italia,la vedo dura,anche in ottica futura,e non solo nel campo della biologia.

Piz1
Luca, potresti spiegarti meglio? Voglio dire: secondo te che idea mi sono fatto dello scienziato? E quale sarebbe quella veritiera? Scusa se mi "accollo" ma sto mettendo un po' in discussione tutto.. ;)
Vict, grazie della dritta!

Luca.Lussardi
Secondo me hai una idea errata di cosa è veramente la scienza e su chi è lo scienziato, forse è per questo che hai insuccesso all'università. Probabilmente hai anche un metodo di studio sbagliato, per cui anche passare a biologia non risolverà il problema.

Con questo non voglio dire che non ce la puoi fare; anzi io sono dell'idea che chiunque può laurearsi in qualsiasi cosa se lo vuole veramente.

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