Ansia da conoscenza?

g.longhi
Ciao a tutti,

anche se non scrivo da parecchio, spesso vi ho consultato durante la mia carriera universitaria, che sta quasi
volgendo al termine (anche grazie a voi che siete riusciti a mandarmi avanti nei primissimi esami :lol: ).

Volevo condividere con voi una sensazione, "problema" che mi porto dietro da ormai un po' di anni e da cui
francamente non riesco a saltarne fuori, convinto che ne "soffra" anche qualcuno qua dentro.

Sono sempre stato attratto da molti aspetti della fisica, matematica e dell'ingegneria che studio, tanto che
spesso studio su libri non richiesti per l'esame, che ricalcano la trattazione della materia e da cui posso
trarre qualcosa in più.

Ebbene, probabilmente mi interessa approfondire (troppo) troppe cose rispetto alle mie capacità / tempo disponibile.
Vi faccio un esempio concreto: ora sto studiando calcolo numerico applicato ai campi elettromagnetici,
in cui vengono richiamati campi vettoriali, eq. di Poisson, funzioni di Green, etc.
Da ciò la voglia di studiare seriamente le PDE, di cui ho qualche fondamento sparso e che vorrei consolidare.

Qualche tempo fa invece studiando per un esame di diagnostica dei sistemi elettrici e materiali isolanti mi sono
imbattuto nella fisica dei materiali e delle loro proprietà, anche qui gran voglia di approfondire.

Il problema, come già detto, è che nonostante la voglia di approfondire e studiare in maniera autonoma quanto
detto (e mi son limitato a due robe.. troppe ce ne sono :lol: ) non riesco mai a portare a termine, talvolta manco
a iniziare questo percorso.
Vuoi un po' per la mancanza di tempo, un po' perché di mio non sono un fulmine ad assorbire concetti nuovi,
mettiamoci pure che non ho una gran memoria per tenere in "stand-by" quanto già studiato mi ritrovo all'ultimo anno
di università con una lista di argomenti molto, molto corposa, che probabilmente è destinata ad allungarsi all'infinito.

Non nascondo che questa situazione è, almeno per me, abbastanza frustrante. Immagino che una volta entrato nel
mondo lavorativo non avrò molto tempo da dedicare allo studio "extra lavorativo".

A voi è mai capitato quanto detto? :?

Risposte
Intermat
Ma il lavoro lo troverai. Non ti fasciare la testa prima di sbatterla. Magari potrebbe non essere il lavoro dei tuoi sogni ma con una laurea scientifica qualcosa di, quantomeno, decente la trovi. Io mediamente sono pessimista ma in confronto a te sembro più ottimista di Renzi...

Vikhr
Che ti posso dire Intermat, c'è qualcosa, che non ho ancora capito cosa sia e non so nemmeno se lo capirò mai, che mi impedisce di adattarmi pienamente al sistema. Resta il fatto che a mio avviso nel mondo del lavoro bisogna cercare di dare spazio a tutti, sia a chi rimane indietro perché si ferma troppo spesso a riflettere su quello che sta facendo che a chi è veloce, entrambe le figure possono avere la loro utilità in ambito lavorativo, mica commetti peccato se non nasci Einstein o Schumacher. Quello secondo me è il dovere morale del mondo del lavoro, non è dovere morale dover per forza rimanere indietro per approfondire, è dovere morale fare quello che ci si sente di fare e, dall'altra sponda, essere accolti per quello che si è, ma essere accolti, non essere abbandonati alla deriva. Entrambi hanno i loro pro e contro e le due diverse figure si completano a vicenda. E, male che dovesse andare, la mia laurea servirà solo per cultura personale, perché certamente io non pretenderò niente se nessuno vorrà o potrà accettare quello che potrò offrire grazie al percorso, pur tortuoso, che mi porterà alla laurea, ma mi terrò stretto tutto quello che allora avrò guadagnato grazie alle mie fatiche. Di più sento di non poter fare. Non mi sentirei più me stesso se mi forzassi ad adottare un metodo di studio efficace ma a me non congeniale, che mi fa sentire superficiale e mi fa perdere il senso di quello che studio. Fondamentalmente ora non vado più a lezione perché sento che la lezione non mi coinvolgerebbe più. Praticamente sento che starei lì solo a trafficare col cellulare oppure a chiaccherare con i miei vicini di banco. Non dovevo avere problemi con l'esame di Matematica. È quell'esperienza che ha rovinato e sfasato tutto.

Intermat
"Vikhr":
Certo, se non si riesce a capire cosa è richiesto e cosa no, e per chi non segue credo sia impossibile, purtroppo l'unica via per essere certi che l'esame vada bene credo sia fare quello che faccio io. Un professore mi ha detto addirittura che studio troppo, quindi...

Ma, a meno che uno non lavori, perché non dovresti seguire? Boh. A me sembra che tu stesso abbia presente che il tuo modo di studiare è inconcludente (o scarsamente efficiente) e quindi continui in questa crociata contro i mulini a vento. Se vuoi approfondire fallo ma poi non pretendere che sia visto come normale il rimanere indietro perché per dovere morale tutti dovrebbero farlo.
Io fossi in te seguirei i corsi, capirei bene ciò che va studiato e mi limiterei a quello. Il resto è in più e ha ragione il tuo professore quando ti dice che studi troppo.

PS: tra l'altro studiare tanto, soprattutto argomenti in più, senza concludere qualcosa perché non si raggiunge il minimo richiesto da un esame non è che mi sembri una idea geniale.

Vikhr
Certo, se non si riesce a capire cosa è richiesto e cosa no, e per chi non segue credo sia impossibile, purtroppo l'unica via per essere certi che l'esame vada bene credo sia fare quello che faccio io. Un professore mi ha detto addirittura che studio troppo, quindi...

Intermat
"Vikhr":
Però nemmeno passare di esame in esame solo grazie a una conoscenza solo superficiale eh... l'ideale secondo me sarebbe saper andare oltre, anche parecchio, rispetto al programma, quanto basta per evitare di finire praticamente per registrare le lezioni, "sbobinare" e poi ripetere le cose paro paro come le dice il professore a lezione senza un minimo di lavoro critico come molti fanno, ma sapersi però fermare a un certo punto, senza esagerare. Questo è il difficile. Chi esagera in entrambi i sensi si brucia nello stesso identico modo: va fuoricorso.

Ma non capisco il perchè. Il programma dei corsi solitamente è sovradimensionato proprio perché è fisiologico che molte cose verranno dimenticate o, quantomeno, riposte in un angolo remoto del cervello. Non capisco perché uno debba fare più di quanto è richiesto. Uno fa più di quello che è richiesto in una materia verso la quale ha un concreto interesse, farlo su tutte vuol dire semplicemente perdere tempo. L'università è come un lavoro, si hanno dei compiti e andrebbero eseguiti.

NB: Secondo alcune teorie si dovrebbe richiedere (o fornire) una prestazione circa il 10%/15% superiore a quella veramente necessaria. Questo potrebbe essere anche applicato per il mondo universitario ma, credo, è esattamente quello che fanno i docenti quando richiedono l'apprendimento di tante nozioni teoriche (dimostrazioni e teoremi) che sono oggettivamente non necessari per una successiva occupazione. Lo fanno proprio nell'ottica che poi una parte delle cose apprese verranno dimenticate ma qualcosa è destinato a rimanere.

Vikhr
Però nemmeno passare di esame in esame solo grazie a una conoscenza solo superficiale eh... l'ideale secondo me sarebbe saper andare oltre, anche parecchio, rispetto al programma, quanto basta per evitare di finire praticamente per registrare le lezioni, "sbobinare" e poi ripetere le cose paro paro come le dice il professore a lezione senza un minimo di lavoro critico come molti fanno, ma sapersi però fermare a un certo punto, senza esagerare. Questo è il difficile. Chi esagera in entrambi i sensi si brucia nello stesso identico modo: va fuoricorso.

Quinzio
Al termine dell'universita' uno puo' dire di aver compreso e capito l'equivalente di 20-30 libri, ovvero l'equivalente di mezzo ripiano di uno scaffale di una comunissima biblioteca, che contiene molti scaffali, in piu' stanze, in diversi piani. Ovvero uno ha cominciato solo a scalfire l'enome quantita' di conoscenza che l'umanita' ha accumulato.
E' chiaro che all'universita' non c'è tempo di approfondire, perché non c'è limite al voler approfondire e conoscere.

Vincent46
stessa situazione. certi argomenti sono davvero belli e a volte vorrei che l'università si fermasse per un mese, in modo da darmi tempo di dedicarmi a ciò che mi appassiona in maniera particolare. e invece le cose da fare sono tante e mi occupano sempre tutto il tempo disponibile. tanto che, a parte hobby e passioni personali, dedico quasi tutti i giorni allo studio e sembra comunque di non riuscire a fare abbastanza cose. come si fa ad avere tempo di approfondire? boh. forse la soluzione sarebbe stata cominciare ad appassionarsi un po' prima, magari anche al liceo, piuttosto che ai 18 anni in cui si comincia l'università. ma alla fine va bene così, di anni davanti ne abbiamo (si spera) abbastanza :-D

hezter
"g.longhi":
Mi consola non essere il solo affetto dalla "tuttologia" :P

È pur vero che per come sono strutturati i corsi universitari, almeno per quanto mi riguarda, mi viene difficile aggiungere materiale extra a quello già previsto nei corsi, arrivo sempre "di rincorsa" agli esami.


Sono esattamente nella tua situazione! spero che, una volta finiti tutti gli esami, mi rimanga la voglia di approfondire e sfruttare il nuovo tempo libero :)

DavideGenova1
A parte la sete di conoscenza in genere e la voglia di approfondire argomenti che si trovano solo sfiorati, una cosa che assorbe molto del mio tempo è il tentativo di dimostrare a me stesso ogni enunciato matematicamente dimostrabile che leggo sui testi che sto seguendo. Se poi vedo che si tratta di cose dimostrabili solo con strumenti a me inaccessibili, lascio perdere, ma trovo ciò parecchio frustrante, soprattutto se, poi, quell'enunciato è utilizzato dal testo per dimostrarne un altro.
Un esempio recentissimo appena (forse, spero...) risolto è stato il mio tentativo di capire come dimostrare la legge di Ampère da quella di Biot-Savart e di decifrarne la derivazione che trovo ovunque, cosa che mi è costata più di due mesi di tempo e che mi ha lasciato l'atroce dubbio che in testi di fisica prestigiosi anche come il Jackson due integrali scritti identici e sommati l'uno all'altro possano avere significati diversi anche senza che il lettore ne sia informato, il tutto condito da derivazioni sotto il segno di integrale senza alcuna spiegazione, neanche accennata, della loro liceità e del loro significato...

Vikhr
Per l'ultima cosa hai detto, io sono l'esatto contrario: anche se non mi sembra di capire subito mi sforzo di capire fino a non capire veramente più niente e a iniziare a metterci due ore per capire un paragrafo. Non che sia meglio... anzi, quasi quasi ritengo peggiore intestardirsi e andare contro i propri limiti per poi non ottenere niente e farsi solo del male che l'inattività (che invece possiede almeno un effetto rigenerante), ma quello che mi spinge a insistere, se insisto, è il senso del dovere, poi, se vedo che la mia performance continua a peggiorare (questione di settimane), allora, per senso del dovere, dato che a quel punto aumenterebbe la durata dello stop per ricominciare a studiare in modo produttivo, mi fermo. Se invece in alternativa all'inattività c'è lo sforzarsi e produrre un risultato, ritengo migliore sforzarsi e produrre un risultato. [ot]Ma i miei famigliari questo discorso, forse troppo sottile, paiono non capirlo. Mi dicono "hai sempre ragione tu".[/ot]

jitter1
Il mio problema è che perdo molto tempo a fantasticare su quanto sia bello e affascinante un argomento, su quanto desidererei possederlo, e poi mi impigrisco quando si tratta di studiare :cry: Mannaggia miseria

Intermat
Ricordiamoci sempre che l'università porta ad un titolo di studio. Si dovrebbe puntare, come prima cosa, a rispettare i tempi (ovviamente capendo ciò che è richiesto e non facendo tutto a memoria tanto per passare l'esame!) e, se c'è tempo, a fare altro. Alla fine secondo la tua logica, Vikhr, anche alle superiori uno potrebbe farsi bocciare: se a me piacesse storia e facesse schifo matematica, secondo la tua logica, mi dovrei studiare storia, approfondendola, e fare poca roba di matematica. Così mi bocciano e rimango alle superiori in eterno. L'università è un titolo di studio superiore al diploma ma tu rimani uno studente, quindi dovresti fare ciò che ti viene chiesto e nei tempi che ti viene chiesto. Essendo più complessa delle superiori ti viene lasciata più libertà di gestirti tempo ed esami ma di base non cambia molto. Purtroppo bisognerebbe conformarsi a ciò che è lo schema del sistema universitario (compatibilmente con le proprie capacità) e completare gli studi con il miglior rapporto qualità/tempo. Se uno stesse sempre a seguire i propri interessi/passioni non si laureerebbe mai e non andrebbe neppure a lavoro.

PS: Vikhr, ma quando sarai a lavoro e ti chiederanno di consegnare un progetto X entro il giorno xx/yy/zzzz, cosa fai? Gli dici "eh no scusate, era fatto benino ma non era perfetto. Sto finendo di approfondire una questione, ve lo consegno fra una settimana. Sarà perfetto!"? L'università è la stessa cosa. Se ti chiedono di sapere determinati contenuti, una volta saputi (e capiti) quelli, solo se hai tempo dovresti approfondire. Altrimenti non stai studiando per un esame ma per hobby. E purtroppo il tempo per gli hobby è sempre limitato!

[ot]
"Vikhr":
Per i moderatori e gli admin, giuro che stavolta mi trattengo dal deviare la discussione! Intermat, aiutami

Non hai mantenuto la promessa... :smt021[/ot]

Vikhr
Ciascuno si regola in base alla sua situazione. In condizioni diverse avrei fatto compromessi radicalmente opposti. Nessuno è da condannare perché si laurea in fretta senza capire niente oppure capisce tutto e approfondisce ma si laurea in dieci anni, fermo restando che l'ideale sarebbe laurearsi in fretta capendo tutto e approfondendo, ma non sempre ciò è possibile. Ha fatto la sua scelta. Però si può dire che entrambi abbiano fatto una scelta ragionevole (che ovviamente comporterà a seconda del caso i suoi benefici e i suoi svantaggi, che ciascun adulto responsabile valuterà attentamente prima di scegliere). Chi ritarda per baldoria assolutamente no. Chi anticipa con l'inganno neppure. Chi ritarda (o anche anticipa) per cause di forze maggiori ha avuto la scelta obbligata.

g.longhi
Per quanto sia abbastanza d'accordo con te valgono anche discorsi di carattere economico, basti pensare ai crediti da maturare per confermare la borsa di studio.
Non sempre è possibile fare troppo di testa propria, fermo restando che anche io penso che la laurea intesa come sfilza d'esami serva a poco, specie se studiati di fretta tanto per passare.

Vikhr
Oppure approfondisci, ma vai fuoricorso. Eddai, capisco che le nostre lauree sono professionalizzanti, ma il tempo delle mele (aka le superiori) è finito da un pezzo, un minimo di approfondimento autonomo ci deve pur essere altrimenti la laurea dice solo che hai passato degli esami e hai fatto una tesi... io dico spesso una cosa del genere: "L'Università se si chiama così secondo me è perché è universale, cioè bisogna studiare tutto". E a chi mi obietta: "adesso studia quello che i professori ti dicono di studiare, poi se vuoi fai il dottorato" rispondo "e se al dottorato volessi fare un po' di più?" (tralasciando il fatto che non mi sento portato per la ricerca, odio i concorsi e quindi l'ipotesi dottorato è da escludere).

Intermat
"g.longhi":
È pur vero che per come sono strutturati i corsi universitari, almeno per quanto mi riguarda, mi viene difficile aggiungere materiale extra a quello già previsto nei corsi, arrivo sempre "di rincorsa" agli esami.

Secondo me con i corsi semestrali o, in alcuni casi, trimestrali è praticamente impossibile approfondire. Io ci sono riuscito solo nel caso della tesi proprio perché li avevo molto tempo.


[ot]
"Rigel":
Personalmente suddivido gli argomenti da approfondire in tre code: alta, media e bassa priorità. Queste code vengono alimentate da oltre vent'anni.
Facendo un calcolo approssimativo, la sola coda ad alta priorità dovrebbe tenermi impegnato almeno per i prossimi quarant'anni (assumendo di non aggiungere altro materiale).

Buono no, così ti tocca vivere per i prossimi due secoli, l'impegno di studiare tutto lo dovrai pur mantenere! :-D[/ot]

[ot]
"Vikhr":

Per i moderatori e gli admin, giuro che stavolta mi trattengo dal deviare la discussione! Intermat, aiutami :-) ;-)

Ci provo... :smt023[/ot]

g.longhi
Mi consola non essere il solo affetto dalla "tuttologia" :P

È pur vero che per come sono strutturati i corsi universitari, almeno per quanto mi riguarda, mi viene difficile aggiungere materiale extra a quello già previsto nei corsi, arrivo sempre "di rincorsa" agli esami.

Rigel1
Personalmente suddivido gli argomenti da approfondire in tre code: alta, media e bassa priorità. Queste code vengono alimentate da oltre vent'anni.
Facendo un calcolo approssimativo, la sola coda ad alta priorità dovrebbe tenermi impegnato almeno per i prossimi quarant'anni (assumendo di non aggiungere altro materiale).

Vikhr
Capita anche a me, e purtroppo per via di questo sono finito fuoricorso. Ma nel mio caso è più che altro un'ansia di padroneggiare la materia per non avere problemi in sede di esame, insieme a una voglia di seguire una strada tutta mia e non per forza quella battuta da altri per studiare e dare l'esame (questa strategia all'esame di Chimica Analitica 1 mi ha enormemente favorito, ma poi ha perso di efficacia). Aggiungi le ultime caratteristiche che hai descritto, e la frittata è fatta.

(Per i moderatori e gli admin, giuro che stavolta mi trattengo dal deviare la discussione! Intermat, aiutami :-) ;-) )

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