Storia medievale (80355)

Max 2433/BO
"(...) Il feudatario medievale era sempre possessore di alcuni diritti e sottoposto ad altri doveri. Il proprio obbligo principale era quello alla fedeltà verso chi gli aveva concesso il beneficium, la quale si doveva manifestare in special modo in tempo di guerra: il vassallo era tenuto a partecipare alle campagne militari del proprio signore e a condurre con sé i propri cavalieri ed i propri fanti di origine non nobile, detti anche sergenti. Ciò si riconduceva alla ragione di essere del feudalesimo, ovvero al fatto che il feudatario fosse dotato di terra e di sudditi proprio perché potesse garantire il mantenimento di un piccolo esercito.

Proprio per questa ragione, il signore aveva il diritto di pretendere dai propri contadini una certa quantità di tributi (come il legnatico ed il pontatico) e di prestazioni gratuite (dette corvées) come il servizio notturno di ronda od il compito di dedicare alcune giornate di lavoro ai campi signorili. Tutte queste prerogative erano riassunte nel potere di banno. Dal momento in cui fu concessa ai feudatari l'erediatrietà dei benefici, essi poterono disporre pienamente di essi, pur non acquisendone mai la reale proprietà. Essi, infatti, avevano il diritto di infeudare a propria volta pezzi della terra loro affidata e di concederla ad altri uomini di propria fiducia, detti valvassori (deformazione di vassi vassorum, vassalli dei vassalli), i quali, a loro volta, la potevano concedere ad altri vassalli minori, detti valvassini.

I feudatari non assunsero mai il diritto di proprietà sulle terre in beneficio, poiché esso rimase prerogativa regia. I concessori del beneficio, dunque, potevano in ogni momento chiedere indietro il beneficio, qualora ritenessero che fosse stato male amministrato o che il vassallo fosse infedele. Questo atto di revoca, quindi, era da considerarsi pienamente legittimo e l'unico modo che avevano i feudatari per opporvisi era la rivolta, gesto giudicato ingiusto. Dalla sollevazione del Re d'Inghilterra, anche duca d'Aquitania, contro il proprio signore, il Re di Francia, scoppiò la Guerra dei Cent'Anni.

Il diritto dell'epoca, tuttavia, contemplava anche un caso in cui la rivolta contro il proprio sovrano potesse essere considerata come legittima, ovvero la presunta ingiustizia del sovrano. La Chiesa, in pratica, sosteneva che se il concessore del beneficio si fosse rivelato empio e scellerato (scomunicato, ad esempio) o che ricoprisse quella carica in modo illegale, il suddito avrebbe avuto pieno diritto ad opporsi a lui. (...)" - Fonte Wikipedia

Quindi, la massima prerogativa per un re medioevale è il diritto di proprietà delle terre su cui sorgevano i feudi, e delle quali potevano togliere la concessione al feudatario.

Saluti, Massimiliano

Miglior risposta
Max 2433/BO
"(...) Il feudatario medievale era sempre possessore di alcuni diritti e sottoposto ad altri doveri. Il proprio obbligo principale era quello alla fedeltà verso chi gli aveva concesso il beneficium, la quale si doveva manifestare in special modo in tempo di guerra: il vassallo era tenuto a partecipare alle campagne militari del proprio signore e a condurre con sé i propri cavalieri ed i propri fanti di origine non nobile, detti anche sergenti. Ciò si riconduceva alla ragione di essere del feudalesimo, ovvero al fatto che il feudatario fosse dotato di terra e di sudditi proprio perché potesse garantire il mantenimento di un piccolo esercito.

Proprio per questa ragione, il signore aveva il diritto di pretendere dai propri contadini una certa quantità di tributi (come il legnatico ed il pontatico) e di prestazioni gratuite (dette corvées) come il servizio notturno di ronda od il compito di dedicare alcune giornate di lavoro ai campi signorili. Tutte queste prerogative erano riassunte nel potere di banno. Dal momento in cui fu concessa ai feudatari l'erediatrietà dei benefici, essi poterono disporre pienamente di essi, pur non acquisendone mai la reale proprietà. Essi, infatti, avevano il diritto di infeudare a propria volta pezzi della terra loro affidata e di concederla ad altri uomini di propria fiducia, detti valvassori (deformazione di vassi vassorum, vassalli dei vassalli), i quali, a loro volta, la potevano concedere ad altri vassalli minori, detti valvassini.

I feudatari non assunsero mai il diritto di proprietà sulle terre in beneficio, poiché esso rimase prerogativa regia. I concessori del beneficio, dunque, potevano in ogni momento chiedere indietro il beneficio, qualora ritenessero che fosse stato male amministrato o che il vassallo fosse infedele. Questo atto di revoca, quindi, era da considerarsi pienamente legittimo e l'unico modo che avevano i feudatari per opporvisi era la rivolta, gesto giudicato ingiusto. Dalla sollevazione del Re d'Inghilterra, anche duca d'Aquitania, contro il proprio signore, il Re di Francia, scoppiò la Guerra dei Cent'Anni.

Il diritto dell'epoca, tuttavia, contemplava anche un caso in cui la rivolta contro il proprio sovrano potesse essere considerata come legittima, ovvero la presunta ingiustizia del sovrano. La Chiesa, in pratica, sosteneva che se il concessore del beneficio si fosse rivelato empio e scellerato (scomunicato, ad esempio) o che ricoprisse quella carica in modo illegale, il suddito avrebbe avuto pieno diritto ad opporsi a lui. (...)" - Fonte Wikipedia

Quindi, la massima prerogativa per un re medioevale è il diritto di proprietà delle terre su cui sorgevano i feudi, e delle quali potevano togliere la concessione al feudatario.

Saluti, Massimiliano
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