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Miglior risposta
La Grecia è stata la prima area in Europa dove sono sorte delle civiltà avanzate, in particolare la Civiltà minoica sull'isola di Creta e la Civiltà micenea nel Peloponneso, già in piena fioritura nel 1500 a.C. In seguito iniziarono ad emergere varie Città-Stato lungo la penisola Greca e lungo le coste del Mar Nero, in Sud Italia e in Anatolia, raggiungendo un elevato grado di prosperità e ricchezza che risultò in un vero e proprio boom culturale con espressioni nei campi più svariati, tra cui l'architettura, il teatro, la scienza e la filosofia, che portarono anche alla nascita della democrazia nell'Atene dell'età classica. Fra le città-stato, Atene e Sparta portarono la Grecia a respingere con successo l'invasore persiano nelle guerre omonime. Entrambe furono poi messe in ombra da Tebe e in seguito dal Regno di Macedonia, che occupava la parte più settentrionale dell'antica Grecia. Fu Alessandro Magno ad unire il Mondo Greco e a guidarlo in vittoria contro l'Impero persiano, costruendo uno degli imperi più grandi che la storia avesse visto fino allora. All'impero di Alessandro seguì l'età ellenistica[7] e due secoli dopo, nel 146 a.C., la conquista da parte dei Romani. Molti Greci migrarono ad Alessandria d'Egitto, ad Antiochia e a Seleucia e tutte le altre nuove città ellenistiche in Asia e Africa fondate da oppure dopo Alessandro.[8]
Mistra, una delle ultime roccaforti bizantine, è una delle tante testimonianze dell'Impero nella penisola ellenica.
La risultante fusione tra cultura romana ed ellenica portò alla formazione dell'Impero bizantino, la cui capitale Costantinopoli, fondata nel 330 d.C., ne divenne il centro politico e culturale. Tuttavia, a differenza dell'Impero Romano, l'Impero Bizantino aveva una maggiore impronta greca fin dall'inizio, soprattutto culturale: infatti il greco era la lingua maggiormente diffusa tra la popolazione,[9] e nel 610 Eraclio I fece diventare il greco lingua ufficiale dell'Impero, e si proclamò Basileus (in greco Βασιλεύς, Re) dell'Impero, invece che Augustus come era in uso fino ad allora. L'Impero Bizantino ebbe per più di 1100 anni un importante ruolo culturale e militare, avente come fondamenti culturali il cristianesimo ortodosso e la lingua greca. La minaccia turca, concretizzatasi nel 1071 con l'invasione dell'Anatolia, provocò l'indebolimento e il crollo dell'impero sino alla caduta di Costantinopoli nel 1453 per mano degli Ottomani. In quel momento quasi tutta la Grecia si trovava già sotto dominio ottomano, spingendo la maggior parte dell'intellighenzia dell'impero a migrare verso le parti d'Europa (tra cui l'Italia) che non erano sotto il dominio della Porta, e giocando un ruolo importante nella genesi del Rinascimento tramite il trasferimento di opere greche al resto dell'Europa occidentale.[10] Nonostante ciò il dominio Ottomano portò ad una maggiore coesione dei Greci Ortodossi, che trovarono nella religione e nella lingua uno dei punti fermi della loro identità nazionale.
Dopo la Guerra d'indipendenza greca, combattuta contro l'Impero ottomano dal 1821 al 1829[11] e vinta grazie all'intervento decisivo delle grandi potenze europee, le quali il 20 ottobre 1827 distrussero a Navarino la flotta Egiziano-Ottomana,[12] il neo-nato Stato Greco fu pienamente riconosciuto dal Protocollo di Londra. Nel 1827 Ioannis Kapodistrias, un nobile Greco proveniente dalle Isole Ionie, fu scelto come primo governatore della nuova Repubblica. Tuttavia fu assassinato, e le Grandi Potenze Europee instaurarono un governo monarchico, con il bavarese Ottone di Wittelsbach come primo monarca Greco. Nel 1843 una rivolta forzò il Re a concedere una Costituzione e un'assemblea rappresentativa. Tuttavia a causa del suo atteggiamento autoritario egli fu detronizzato nel 1863,[13] venendo rimpiazzato dal Principe Vilhelm di Danimarca, che prese il nome di Giorgio I di Grecia. Questi aggiunse allo Stato Ellenico le Isole Ionie, un regalo d'incoronazione da parte dell'Impero britannico.[14] La Tessaglia e Volos vennero acquisite senza combattere nel 1881 in seguito all'intercessione delle Grandi Potenze.[15] Nel 1877 Charilaos Trikoupis, liberale,[15] una figura dominante nel mondo politico Greco al quale è attribuito un importante ruolo nel miglioramento delle infrastrutture del Paese, restrinse il potere del Re di interferire nell'assemblea qualora quest'ultima avesse voluto approvare una mozione di sfiducia nei confronti del primo ministro. Egli si alternò al potere nei vent'anni seguenti con Theodoros Dilighiannis, di orientamento conservatore.[15] Nel 1896 la Grecia organizzò i Primi Giochi Olimpici moderni ad Atene.
Come risultato delle Guerre balcaniche, il territorio Greco si ampliò notevolmente, incorporando Creta (già autonoma dal 1897), parte della Macedonia e dell'Epiro, oltre a diverse isole Egee.[16] Durante la Prima Guerra Mondiale il forte disaccordo fra il Re Costantino I, tendente alla neutralità, e il carismatico primo ministro Eleftherios Venizelos, favorevole ad un intervento a fianco dell'Intesa, portò alla divisione del paese ("Scisma nazionale"), risoltasi solo con l'esilio del Re, a cui successe il figlio Alessandro.[17]
25 marzo 1821, inizia la guerra d'Indipendenza: il metropolita di Patrasso, Germanos, benedice la bandiera greca nel monastero di Agia Lavra. Dipinto di T.P.Vryzakis (1865)
In seguito alla vittoria al fianco dell'Intesa, col trattato di Sèvres la Grecia ottenne la Tracia orientale e Smirne col suo entroterra.[18] Quest'ultima venne occupata dall'esercito greco nel 1919 in seguito all'occupazione italiana di Antalya.[19] In seguito al rifiuto dei nazionalisti turchi di accettare il trattato di Sèvres, l'esercito greco attaccò la Turchia nazionalista di Mustafa Kemal Atatürk puntando su Ankara.[20] La morte di Re Alessandro[21], l'inattesa sconfitta elettorale di Venizelos[21] e il ritorno di re Costantino[20] non cambiarono la politica greca in Asia Minore.[20] La Guerra greco-turca finì in maniera catastrofica per la Grecia, la quale dovette abbandonare Smirne e e la Tracia Orientale.[22] Il Trattato di Losanna, ratificato nel 1923, chiuse le ostilità fra i due Paesi, i quali accettarono di effettuare un importante scambio di popolazioni secondo il criterio dell'appartenenza religiosa (1.100.000 Greco Ortodossi contro 380.000 Musulmani).[23][24] L'afflusso dei profughi pose la Grecia di fronte a problemi enormi, ma d'altra parte fece di essa una nazione etnicamente omogenea.[23]
Secondo svariate fonti, tra cui documenti depositati alle Nazioni Unite e di vari storici,[25][26][27] centinaia di migliaia di Greci del Ponto morirono in quello che è spesso chiamato il genocidio dei Greci del Ponto[28], una regione dell'Asia minore che si affaccia sul Mar Nero. Le vittime del massacro perpetrato dalle autorità turche sono stimate a 360.000 secondo le fonti delle Nazioni Unite,[27] ma alcune fonti parlano addirittura di 1 milione di morti. Il genocidio della popolazione greca dell'Asia Minore è stato ufficialmente riconosciuto, oltre che dalla Grecia e da Cipro, da vari Stati americani come il New Jersey,[29] il Massachussetts[30] e l'Illinois.[31]
Gli anni venti e trenta videro nel paese l'abolizione della monarchia[32], una serie di governi inefficaci guidati dai militari[33], una grave crisi economica dovuta al crollo del 1929[34], il ritorno al potere di Venizelos[33] sino al suo esilio definitivo nel 1935[35], il ristabilimento della monarchia con Re Giorgio II[35], sino a che il 4 agosto 1936[36] il generale Ioannis Metaxas instaurò con un colpo stato una dittatura di tipo fascista.[37] Il 28 ottobre 1940 l'Italia chiese alla Grecia la resa con un ultimatum, ma Metaxas si rifiutò di accettare l'ordine impostogli da Mussolini ("Giornata del NO").[38] Ne seguì la guerra fra Italia e Grecia, in cui le forze armate italiane furono respinte all'interno dell'Albania, rischiando anche di perdere Valona.[39] La Grecia fece così registrare alle forze Alleate la prima vittoria nella Seconda guerra mondiale contro l'Asse.[39] Dopo la morte di Metaxas nel gennaio 1941,[40] l'intervento della Germania, che si voleva assicurare il fianco sud-orientale nell'imminenza dell'attacco all'URSS,[40] fece capitolare in breve tempo le forze elleniche, ma l'occupazione nazi-fascista in Grecia non ebbe facile vita per via della resistenza.[41] Più di 100.000 civili greci morirono durante l'inverno del 1941-42. Nel 1943 quasi l'intera comunità ebraica greca fu deportata in campi di sterminio nazisti.[42]
Costantino I di Grecia e Eleftherios Venizelos, 1913
Dopo la liberazione, la Grecia fu teatro di una guerra civile fra la Destra e la Sinistra (Comunisti), la prima sostenuta dal Regno Unito e dagli Stati Uniti, la seconda dall'URSS. La guerra civile portò ad importanti danni economici e a tensioni fra la Destra e la Sinistra per i 30 anni che seguirono.[43] I 20 anni seguenti furono caratterizzati da una marginalizzazione della sinistra nelle sfere politiche e sociali, ma anche da una significativa crescita economica. In particolare, la Grecia dal 1950 al 1973 ebbe uno dei tassi di crescita economica più alti del mondo, seconda soltanto al Giappone per rapidità di sviluppo.
Le relazioni fra Grecia e Turchia, normalizzatesi dopo la Catastrofe in Asia Minore, tornarono a deteriorarsi negli anni 50 in seguito al problema di Cipro. La volontà della maggioranza Greca dell'isola di unirsi alla madrepatria dopo la fine del dominio coloniale Inglese (Enosis) e i tumulti susseguenti provocarono la violenta reazione del governo turco, culminata con il pogrom del settembre 1955 ad Istanbul, un insieme di violenze ed enormi danni materiali perpetrati da agenti provocatori del governo di Adnan Menderes ai danni delle minoranze Greche, Ebree e Armene.[44]
Espansione territoriale del moderno Stato Greco dal 1832 al 1947
Nel 1965, un periodo di instabilità politica condusse al colpo di Stato del 21 aprile 1967, tramite la Dittatura dei colonnelli, appoggiata dal governo americano. La politica economica dissennata della giunta[45] e la rivolta degli studenti dell'Università Politecnica di Atene nel novembre 1973 provocarono un altro colpo di stato militare.[46] Nel 1974, il tentativo della nuova giunta di impadronirsi di Cipro fomentando un colpo di stato contro l'arcivescovo Makarios[47] e la susseguente invasione turca[47] provocarono la sua caduta e il ristabilimento della democrazia.[48]
Il primo premier fu Konstantinos Karamanlis, rientrato da Parigi dove viveva in esilio volontario dal 1963.[49] Il 14 agosto 1974, le forze militari greche si ritirarono dalla struttura di comando della NATO in protesta per la noncuranza dei vertici dell'organizzazione nei confronti dell'occupazione turca di Cipro Nord.[50] Nel 1975 la monarchia fu definitivamente abolita tramite un referendum, ed entrò in atto la Costituzione Repubblicana. Nel frattempo, Andreas Papandreou fondò il Partito Socialista Panellenico o PASOK, in risposta alla creazione, da parte di Konstantinos Karamanlis, del partito di centro-destra Nuova Democrazia o ND. Questi due partiti in contrapposizione domineranno la scena politica per gli anni seguenti.
Nel 1980 la Grecia rientrò nella struttura di comando della NATO.[51] Negli ultimi due decenni le relazioni con la vicina Turchia sono migliorate sostanzialmente, ad esempio nell'estate 1999 un forte terremoto colpì entrambi i paesi ed essi si offrirono vicendevolmente aiuto.[52]
La Grecia è diventata il decimo membro dell'Unione Europea nel 1 gennaio 1981. Gli ultimi decenni presentano una crescita economica elevata, un notevole sviluppo delle infrastrutture e degli investimenti, sia europei che greci, entrate cospicue dalle industrie della marina mercantile (la più grande del mondo[53]) e dal turismo. Oggi la Grecia è uno Stato che gode di un livello di benessere elevato, testimoniato dai valori dall'Indice di sviluppo umano e dal PIL pro-capite. Il Paese ha adottato l'Euro nel 2001 con gli altri Paesi europei e ha organizzato con successo i Giochi Olimpici del 2004 ad Atene.
fonte: wikipedia
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Greci: origini e sviluppo
Origine
Tra il quinto e il terzo millennio a.C. la penisola balcanica fu abitata da popolazioni marittime provenienti dall’Asia, anche se alcuni ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza di cacciatori e pastori neolitici in Tessaglia, Grecia Centrale e a Creta. A partire dal secondo millennio a.C., un popolo guerriero d’origine indoeuropea, gli achei, cominciò a estendere il proprio dominio sulla penisola.
Fondatori di Micene, Corinto e Argo, gli achei conquistarono Atene, la parte orientale del Peloponneso, invasero Creta e saccheggiarono Troia.
La loro economia era fondata sull’agricoltura e sull’allevamento. All’interno della società, re, nobili e guerrieri, proprietari delle terre migliori, esercitavano il dominio su agricoltori, artigiani e pastori.
Verso l’anno 1000 a.C., la civiltà micenea soccombette di fronte agli invasori dorici – che avevano armi di ferro sconosciute agli achei – i quali si amalgamarono alla popolazione sottomessa e resero la loro lingua comune a tutta la regione.
La topografia prevalentemente montuosa della penisola favorì la nascita di città-stato chiamate polis, all’interno delle quali governava un re coadiuvato da un consiglio di anziani, entrambi appartenenti all’aristocrazia militare. I contadini erano obbligati a pagare un tributo in natura; se il raccolto non era sufficiente divenivano servi o erano venduti come schiavi insieme alla loro famiglia.
Nonostante le differenze sociali esistenti, i greci ebbero una concezione originale dell’essere umano. Considerato da tutte le civiltà precedenti un semplice strumento della volontà degli dei o dei re, l’essere umano acquista nella filosofia greca il valore di individuo. Il concetto di cittadino, come individuo facente parte di una polis, senza che su questo influisca l’appartenenza o la nobiltà, costituisce uno degli apporti fondamentali della cultura greca.
Le polis greche si allearono e si combatterono tra loro per un certo periodo. Ciò nonostante, i popoli ellenici riconobbero l’avere una stessa nazionalità attraverso la comunione di elementi come i giochi olimpici, la religione e la lingua, tra gli altri aspetti.
Nell’VIII secolo a.C., la maggior parte delle città-stato entrò in crisi, sia a causa della decadenza del potere dei monarchi (che furono progressivamente sostituiti da magistrati scelti tra la nobiltà), sia per la scarsità di terre fertili e la crescita demografica e tutto questo generò grandi tensioni sociali. La crisi diede l’impulso ai greci per la colonizzazione del Mediterraneo, dando origina a un commercio molto attivo e alla diffusione del greco come lingua commerciale.
Intorno all’anno 760 a.C., i greci fondarono delle colonie nel sud dell’ Italia, nel golfo di Napoli e in Sicilia. Frenati dai fenici e dagli etruschi, i greci non riuscirono mai a dominare l’intera Sicilia o il sud dell’Italia, tuttavia la loro influenza culturale segnò profondamente l’evoluzione successiva delle popolazioni della penisola italica.
A partire dalla colonizzazione, la struttura sociale e politica delle polis si trasformò. I commercianti, arricchiti dall’espansione marittima, si mostrarono poco disposti a lasciare il governo nelle mani della nobiltà e insieme ai contadini fecero pressioni per partecipare al governo e poter prendere decisioni. Atene, una delle città più prospere della penisola, iniziò allora un processo di trasformazioni politiche che condusse, tra il VII e il VI secolo a.C., a una progressiva democratizzazione delle sue strutture governative. In tal senso, nell’anno 594 a.C. un riformatore chiamato Solone istituì la legge scritta, un tribunale di giustizia e un’assemblea di 400 rappresentanti eletti, secondo il loro patrimonio, incaricata di legiferare sui problemi della città.
Contemporaneamente Sparta, l’altra grande polis della regione, ebbe uno sviluppo nettamente diverso, con il consolidamento di uno stato oligarchico, dotato di una ferrea struttura sociale e politica. La società spartana fu completamente militarizzata a causa dell’importanza dell’esercito, fattore determinante per l’espansione e l’annessione dei territori limitrofi.
Nell’anno 540 a.C. i persiani iniziarono ad avanzare in Asia Minore e conquistarono alcune città greche. La ribellione di queste città, sostenute prima da Atene e poi da Sparta, diede luogo a varie guerre, conosciute come le guerre persiane, che culminarono nella sconfitta della Persia verso il 499 a.C. Queste guerre servirono a consolidare il potere di Atene nella regione, la quale attraverso la Lega di Delo, esercitò la sua influenza politica ed economica sulle altre polis.
Le guerre contro i persiani, nelle quali le triremi ateniesi giocarono un ruolo fondamentale, fecero sì che i rematori (appartenenti agli strati più bassi della società ateniese), diventati indispensabili per la difesa di Atene, potessero reclamare un miglioramento delle loro condizioni di vita e maggiori diritti politici. Dopo un periodo nel quale l’oligarchia ateniese riuscì a recuperare il potere politico, nell’anno 508 a.C., un riformatore chiamato Clistene, aumentò a 500 il numero dei membri dell’Assemblea della polis e la convertì nel principale organo di governo. La partecipazione all’Assemblea fu aperta a tutti i cittadini liberi della polis stessa. Tuttavia, la democrazia ateniese permetteva la partecipazione effettiva di una minoranza della popolazione e fondava la sua prosperità sull’utilizzo di un’enorme quantità di schiavi, per cui gli storiografi la definiscono come una democrazia schiavista.
Nell’anno 446 a.C. l’arconte o governatore ateniese Pericle concertò con Sparta la Pace dei Trenta Anni, secondo la quale si stabilirono le zone di influenza di ciascuna città: la Lega ateniese e quella del Peloponneso.
Durante il governo di Pericle, nel V secolo a.C., Atene si convertì nel centro commerciale, politico e culturale della regione. Il dominio sul commercio marittimo e la conseguente prosperità permisero a Pericle di promuovere nuove riforme di carattere democratico. Fu il periodo dei filosofi come Anassagora, dei drammaturghi come Sofocle, Eschilo, Euripide, Aristofane e di Fidia, considerato il migliore scultore greco. In questa epoca i greci raggiunsero un importante sviluppo sul piano scientifico. Molte delle loro conoscenze in campo medico e astronomico sono oggi ampiamente superate, tuttavia gli apporti dati alla geometria e alla matematica sono indispensabili alla maggior parte delle scienze moderne.
Nella seconda metà del V secolo a.C. vi furono continui scontri tra Sparta e Atene per il controllo della regione. Le lotte di questo periodo sono conosciute come guerre del Peloponneso. Il logorio di entrambe permise ai macedoni, sotto il regno di Filippo II (359-336 a.C.), di conquistare quel territorio. Alessandro Magno (336-323 a.C.) conquistò nuovi territori ed estese l’influenza ellenica al nord dell’Africa e della penisola arabica, passando dalla Mesopotamia e giungendo sino in India. Questo impero costruito da Alessandro Magno in un periodo di undici anni, contribuì alla diffusone della cultura greca in Oriente. Durante gli anni della conquista vennero fondate diverse città commerciali e Alessandro Magno promosse la fusione della cultura greca con quella dei popoli conquistati, dando origine al periodo conosciuto con il nome di ellenismo. Alla morte di Alessandro Magno, l’impero macedone crollò, mentre successive guerre e ribellioni continuarono ad agitare la penisola.
La decadena greca provocata dalle dispute interne, e di conseguenza le devastazioni e l’impoverimento, facilitarono l’avanzata dei romani. Dopo varie guerre di conquista – quelle macedoni si prolungarono dal 215 al 168 a.C. – i romani stabilirono il proprio dominio sulla Grecia verso l’anno 146 a.C.
Sotto l’impero romano la Grecia conobbe il cristianesimo (III secolo) e dovette subire varie invasioni. Formò parte dell’impero d’Oriente (395 d.C.), il cui dominio terminò nel 1204 con la formazione dell’impero latino d’Oriente che divise la regione in feudi. Nel 1504 in seguito allo scisma della Chiesa romana, i cristiani greci accordarono l’obbedienza agli ortodossi di Costantinopoli.
In turchi invasero e conquistarono la Grecia nel 1460, dividendola in sei province costrette a pagare un tributo. La dominazione fu mantenuta per 400 anni, nonostante le ribellioni interne e i tentativi esterni di cacciare i turchi (principalmente furono incursioni condotte da Venezia, ansiosa di assicurarsi un territorio strategico per il commercio con l’Oriente). Solo nel 1718, la pace di Passarowitz consacrò l’integrazione della Grecia nell’impero ottomano.
Nel 1821 una sollevazione greca riuscì a liberare Tripolitza, dove un’assemblea nazionale scrisse una Costituzione e dichiarò l’indipendenza. Il tentativo fu represso nel sangue dai turchi che, aiutati dall’Egitto, nel 1825 recuperarono il dominio della città.
Desiderose di allontanare i turchi dalle proprie frontiere, Russia, Francia e Gran Bretagna firmarono nel 1827 il Trattato di Londra che esigeva l’autonomia della Grecia. La Turchia rifiutò e, in quello stesso anno, la flotta alleata sconfisse quella turco-egiziana. Nel 1830, il Patto di Londra dichiarò la totale indipendenza della Grecia che, tuttavia, dovette cedere il territorio della Tessaglia.
Nei decenni seguenti le potenze europee intrapresero una sorda lotta per il controllo della penisola e interferirono nei suoi affari interni, appoggiando re compiacenti ai loro interessi. Così si succedettero Ottone di Baviera (1831-1862), favorevole alla Russia, e Giorgio I (1864-1913), sostenuto dagli inglesi.
Il colpo di stato capeggiato dal generale Eleutherios Vinizelos nel 1910 diede luogo alla firma di una Costituzione (1911) che istituì una monarchia parlamentare. Durante le due guerre mondiali, golpe militari successivi portarono al governo simpatizzanti dell’una o dell’altra parte in conflitto.
Sconfitta l’occupazione tedesca nel 1944, una parte importante del paese rimase nelle mani della guerriglia comunista, diretta dal generale Markos Vifiades, che aveva avuto una parte rilevante nella resistenza al nazismo. Con l’appoggio di britannici e nordamericani, il governo attuò una repressione contro i comunisti fino a giungere allo sterminio nel 1949.
fonte:storiafilosofia.it
spero di esserti stata d'aiuto
eve
Mistra, una delle ultime roccaforti bizantine, è una delle tante testimonianze dell'Impero nella penisola ellenica.
La risultante fusione tra cultura romana ed ellenica portò alla formazione dell'Impero bizantino, la cui capitale Costantinopoli, fondata nel 330 d.C., ne divenne il centro politico e culturale. Tuttavia, a differenza dell'Impero Romano, l'Impero Bizantino aveva una maggiore impronta greca fin dall'inizio, soprattutto culturale: infatti il greco era la lingua maggiormente diffusa tra la popolazione,[9] e nel 610 Eraclio I fece diventare il greco lingua ufficiale dell'Impero, e si proclamò Basileus (in greco Βασιλεύς, Re) dell'Impero, invece che Augustus come era in uso fino ad allora. L'Impero Bizantino ebbe per più di 1100 anni un importante ruolo culturale e militare, avente come fondamenti culturali il cristianesimo ortodosso e la lingua greca. La minaccia turca, concretizzatasi nel 1071 con l'invasione dell'Anatolia, provocò l'indebolimento e il crollo dell'impero sino alla caduta di Costantinopoli nel 1453 per mano degli Ottomani. In quel momento quasi tutta la Grecia si trovava già sotto dominio ottomano, spingendo la maggior parte dell'intellighenzia dell'impero a migrare verso le parti d'Europa (tra cui l'Italia) che non erano sotto il dominio della Porta, e giocando un ruolo importante nella genesi del Rinascimento tramite il trasferimento di opere greche al resto dell'Europa occidentale.[10] Nonostante ciò il dominio Ottomano portò ad una maggiore coesione dei Greci Ortodossi, che trovarono nella religione e nella lingua uno dei punti fermi della loro identità nazionale.
Dopo la Guerra d'indipendenza greca, combattuta contro l'Impero ottomano dal 1821 al 1829[11] e vinta grazie all'intervento decisivo delle grandi potenze europee, le quali il 20 ottobre 1827 distrussero a Navarino la flotta Egiziano-Ottomana,[12] il neo-nato Stato Greco fu pienamente riconosciuto dal Protocollo di Londra. Nel 1827 Ioannis Kapodistrias, un nobile Greco proveniente dalle Isole Ionie, fu scelto come primo governatore della nuova Repubblica. Tuttavia fu assassinato, e le Grandi Potenze Europee instaurarono un governo monarchico, con il bavarese Ottone di Wittelsbach come primo monarca Greco. Nel 1843 una rivolta forzò il Re a concedere una Costituzione e un'assemblea rappresentativa. Tuttavia a causa del suo atteggiamento autoritario egli fu detronizzato nel 1863,[13] venendo rimpiazzato dal Principe Vilhelm di Danimarca, che prese il nome di Giorgio I di Grecia. Questi aggiunse allo Stato Ellenico le Isole Ionie, un regalo d'incoronazione da parte dell'Impero britannico.[14] La Tessaglia e Volos vennero acquisite senza combattere nel 1881 in seguito all'intercessione delle Grandi Potenze.[15] Nel 1877 Charilaos Trikoupis, liberale,[15] una figura dominante nel mondo politico Greco al quale è attribuito un importante ruolo nel miglioramento delle infrastrutture del Paese, restrinse il potere del Re di interferire nell'assemblea qualora quest'ultima avesse voluto approvare una mozione di sfiducia nei confronti del primo ministro. Egli si alternò al potere nei vent'anni seguenti con Theodoros Dilighiannis, di orientamento conservatore.[15] Nel 1896 la Grecia organizzò i Primi Giochi Olimpici moderni ad Atene.
Come risultato delle Guerre balcaniche, il territorio Greco si ampliò notevolmente, incorporando Creta (già autonoma dal 1897), parte della Macedonia e dell'Epiro, oltre a diverse isole Egee.[16] Durante la Prima Guerra Mondiale il forte disaccordo fra il Re Costantino I, tendente alla neutralità, e il carismatico primo ministro Eleftherios Venizelos, favorevole ad un intervento a fianco dell'Intesa, portò alla divisione del paese ("Scisma nazionale"), risoltasi solo con l'esilio del Re, a cui successe il figlio Alessandro.[17]
25 marzo 1821, inizia la guerra d'Indipendenza: il metropolita di Patrasso, Germanos, benedice la bandiera greca nel monastero di Agia Lavra. Dipinto di T.P.Vryzakis (1865)
In seguito alla vittoria al fianco dell'Intesa, col trattato di Sèvres la Grecia ottenne la Tracia orientale e Smirne col suo entroterra.[18] Quest'ultima venne occupata dall'esercito greco nel 1919 in seguito all'occupazione italiana di Antalya.[19] In seguito al rifiuto dei nazionalisti turchi di accettare il trattato di Sèvres, l'esercito greco attaccò la Turchia nazionalista di Mustafa Kemal Atatürk puntando su Ankara.[20] La morte di Re Alessandro[21], l'inattesa sconfitta elettorale di Venizelos[21] e il ritorno di re Costantino[20] non cambiarono la politica greca in Asia Minore.[20] La Guerra greco-turca finì in maniera catastrofica per la Grecia, la quale dovette abbandonare Smirne e e la Tracia Orientale.[22] Il Trattato di Losanna, ratificato nel 1923, chiuse le ostilità fra i due Paesi, i quali accettarono di effettuare un importante scambio di popolazioni secondo il criterio dell'appartenenza religiosa (1.100.000 Greco Ortodossi contro 380.000 Musulmani).[23][24] L'afflusso dei profughi pose la Grecia di fronte a problemi enormi, ma d'altra parte fece di essa una nazione etnicamente omogenea.[23]
Secondo svariate fonti, tra cui documenti depositati alle Nazioni Unite e di vari storici,[25][26][27] centinaia di migliaia di Greci del Ponto morirono in quello che è spesso chiamato il genocidio dei Greci del Ponto[28], una regione dell'Asia minore che si affaccia sul Mar Nero. Le vittime del massacro perpetrato dalle autorità turche sono stimate a 360.000 secondo le fonti delle Nazioni Unite,[27] ma alcune fonti parlano addirittura di 1 milione di morti. Il genocidio della popolazione greca dell'Asia Minore è stato ufficialmente riconosciuto, oltre che dalla Grecia e da Cipro, da vari Stati americani come il New Jersey,[29] il Massachussetts[30] e l'Illinois.[31]
Gli anni venti e trenta videro nel paese l'abolizione della monarchia[32], una serie di governi inefficaci guidati dai militari[33], una grave crisi economica dovuta al crollo del 1929[34], il ritorno al potere di Venizelos[33] sino al suo esilio definitivo nel 1935[35], il ristabilimento della monarchia con Re Giorgio II[35], sino a che il 4 agosto 1936[36] il generale Ioannis Metaxas instaurò con un colpo stato una dittatura di tipo fascista.[37] Il 28 ottobre 1940 l'Italia chiese alla Grecia la resa con un ultimatum, ma Metaxas si rifiutò di accettare l'ordine impostogli da Mussolini ("Giornata del NO").[38] Ne seguì la guerra fra Italia e Grecia, in cui le forze armate italiane furono respinte all'interno dell'Albania, rischiando anche di perdere Valona.[39] La Grecia fece così registrare alle forze Alleate la prima vittoria nella Seconda guerra mondiale contro l'Asse.[39] Dopo la morte di Metaxas nel gennaio 1941,[40] l'intervento della Germania, che si voleva assicurare il fianco sud-orientale nell'imminenza dell'attacco all'URSS,[40] fece capitolare in breve tempo le forze elleniche, ma l'occupazione nazi-fascista in Grecia non ebbe facile vita per via della resistenza.[41] Più di 100.000 civili greci morirono durante l'inverno del 1941-42. Nel 1943 quasi l'intera comunità ebraica greca fu deportata in campi di sterminio nazisti.[42]
Costantino I di Grecia e Eleftherios Venizelos, 1913
Dopo la liberazione, la Grecia fu teatro di una guerra civile fra la Destra e la Sinistra (Comunisti), la prima sostenuta dal Regno Unito e dagli Stati Uniti, la seconda dall'URSS. La guerra civile portò ad importanti danni economici e a tensioni fra la Destra e la Sinistra per i 30 anni che seguirono.[43] I 20 anni seguenti furono caratterizzati da una marginalizzazione della sinistra nelle sfere politiche e sociali, ma anche da una significativa crescita economica. In particolare, la Grecia dal 1950 al 1973 ebbe uno dei tassi di crescita economica più alti del mondo, seconda soltanto al Giappone per rapidità di sviluppo.
Le relazioni fra Grecia e Turchia, normalizzatesi dopo la Catastrofe in Asia Minore, tornarono a deteriorarsi negli anni 50 in seguito al problema di Cipro. La volontà della maggioranza Greca dell'isola di unirsi alla madrepatria dopo la fine del dominio coloniale Inglese (Enosis) e i tumulti susseguenti provocarono la violenta reazione del governo turco, culminata con il pogrom del settembre 1955 ad Istanbul, un insieme di violenze ed enormi danni materiali perpetrati da agenti provocatori del governo di Adnan Menderes ai danni delle minoranze Greche, Ebree e Armene.[44]
Espansione territoriale del moderno Stato Greco dal 1832 al 1947
Nel 1965, un periodo di instabilità politica condusse al colpo di Stato del 21 aprile 1967, tramite la Dittatura dei colonnelli, appoggiata dal governo americano. La politica economica dissennata della giunta[45] e la rivolta degli studenti dell'Università Politecnica di Atene nel novembre 1973 provocarono un altro colpo di stato militare.[46] Nel 1974, il tentativo della nuova giunta di impadronirsi di Cipro fomentando un colpo di stato contro l'arcivescovo Makarios[47] e la susseguente invasione turca[47] provocarono la sua caduta e il ristabilimento della democrazia.[48]
Il primo premier fu Konstantinos Karamanlis, rientrato da Parigi dove viveva in esilio volontario dal 1963.[49] Il 14 agosto 1974, le forze militari greche si ritirarono dalla struttura di comando della NATO in protesta per la noncuranza dei vertici dell'organizzazione nei confronti dell'occupazione turca di Cipro Nord.[50] Nel 1975 la monarchia fu definitivamente abolita tramite un referendum, ed entrò in atto la Costituzione Repubblicana. Nel frattempo, Andreas Papandreou fondò il Partito Socialista Panellenico o PASOK, in risposta alla creazione, da parte di Konstantinos Karamanlis, del partito di centro-destra Nuova Democrazia o ND. Questi due partiti in contrapposizione domineranno la scena politica per gli anni seguenti.
Nel 1980 la Grecia rientrò nella struttura di comando della NATO.[51] Negli ultimi due decenni le relazioni con la vicina Turchia sono migliorate sostanzialmente, ad esempio nell'estate 1999 un forte terremoto colpì entrambi i paesi ed essi si offrirono vicendevolmente aiuto.[52]
La Grecia è diventata il decimo membro dell'Unione Europea nel 1 gennaio 1981. Gli ultimi decenni presentano una crescita economica elevata, un notevole sviluppo delle infrastrutture e degli investimenti, sia europei che greci, entrate cospicue dalle industrie della marina mercantile (la più grande del mondo[53]) e dal turismo. Oggi la Grecia è uno Stato che gode di un livello di benessere elevato, testimoniato dai valori dall'Indice di sviluppo umano e dal PIL pro-capite. Il Paese ha adottato l'Euro nel 2001 con gli altri Paesi europei e ha organizzato con successo i Giochi Olimpici del 2004 ad Atene.
fonte: wikipedia
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Greci: origini e sviluppo
Origine
Tra il quinto e il terzo millennio a.C. la penisola balcanica fu abitata da popolazioni marittime provenienti dall’Asia, anche se alcuni ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza di cacciatori e pastori neolitici in Tessaglia, Grecia Centrale e a Creta. A partire dal secondo millennio a.C., un popolo guerriero d’origine indoeuropea, gli achei, cominciò a estendere il proprio dominio sulla penisola.
Fondatori di Micene, Corinto e Argo, gli achei conquistarono Atene, la parte orientale del Peloponneso, invasero Creta e saccheggiarono Troia.
La loro economia era fondata sull’agricoltura e sull’allevamento. All’interno della società, re, nobili e guerrieri, proprietari delle terre migliori, esercitavano il dominio su agricoltori, artigiani e pastori.
Verso l’anno 1000 a.C., la civiltà micenea soccombette di fronte agli invasori dorici – che avevano armi di ferro sconosciute agli achei – i quali si amalgamarono alla popolazione sottomessa e resero la loro lingua comune a tutta la regione.
La topografia prevalentemente montuosa della penisola favorì la nascita di città-stato chiamate polis, all’interno delle quali governava un re coadiuvato da un consiglio di anziani, entrambi appartenenti all’aristocrazia militare. I contadini erano obbligati a pagare un tributo in natura; se il raccolto non era sufficiente divenivano servi o erano venduti come schiavi insieme alla loro famiglia.
Nonostante le differenze sociali esistenti, i greci ebbero una concezione originale dell’essere umano. Considerato da tutte le civiltà precedenti un semplice strumento della volontà degli dei o dei re, l’essere umano acquista nella filosofia greca il valore di individuo. Il concetto di cittadino, come individuo facente parte di una polis, senza che su questo influisca l’appartenenza o la nobiltà, costituisce uno degli apporti fondamentali della cultura greca.
Le polis greche si allearono e si combatterono tra loro per un certo periodo. Ciò nonostante, i popoli ellenici riconobbero l’avere una stessa nazionalità attraverso la comunione di elementi come i giochi olimpici, la religione e la lingua, tra gli altri aspetti.
Nell’VIII secolo a.C., la maggior parte delle città-stato entrò in crisi, sia a causa della decadenza del potere dei monarchi (che furono progressivamente sostituiti da magistrati scelti tra la nobiltà), sia per la scarsità di terre fertili e la crescita demografica e tutto questo generò grandi tensioni sociali. La crisi diede l’impulso ai greci per la colonizzazione del Mediterraneo, dando origina a un commercio molto attivo e alla diffusione del greco come lingua commerciale.
Intorno all’anno 760 a.C., i greci fondarono delle colonie nel sud dell’ Italia, nel golfo di Napoli e in Sicilia. Frenati dai fenici e dagli etruschi, i greci non riuscirono mai a dominare l’intera Sicilia o il sud dell’Italia, tuttavia la loro influenza culturale segnò profondamente l’evoluzione successiva delle popolazioni della penisola italica.
A partire dalla colonizzazione, la struttura sociale e politica delle polis si trasformò. I commercianti, arricchiti dall’espansione marittima, si mostrarono poco disposti a lasciare il governo nelle mani della nobiltà e insieme ai contadini fecero pressioni per partecipare al governo e poter prendere decisioni. Atene, una delle città più prospere della penisola, iniziò allora un processo di trasformazioni politiche che condusse, tra il VII e il VI secolo a.C., a una progressiva democratizzazione delle sue strutture governative. In tal senso, nell’anno 594 a.C. un riformatore chiamato Solone istituì la legge scritta, un tribunale di giustizia e un’assemblea di 400 rappresentanti eletti, secondo il loro patrimonio, incaricata di legiferare sui problemi della città.
Contemporaneamente Sparta, l’altra grande polis della regione, ebbe uno sviluppo nettamente diverso, con il consolidamento di uno stato oligarchico, dotato di una ferrea struttura sociale e politica. La società spartana fu completamente militarizzata a causa dell’importanza dell’esercito, fattore determinante per l’espansione e l’annessione dei territori limitrofi.
Nell’anno 540 a.C. i persiani iniziarono ad avanzare in Asia Minore e conquistarono alcune città greche. La ribellione di queste città, sostenute prima da Atene e poi da Sparta, diede luogo a varie guerre, conosciute come le guerre persiane, che culminarono nella sconfitta della Persia verso il 499 a.C. Queste guerre servirono a consolidare il potere di Atene nella regione, la quale attraverso la Lega di Delo, esercitò la sua influenza politica ed economica sulle altre polis.
Le guerre contro i persiani, nelle quali le triremi ateniesi giocarono un ruolo fondamentale, fecero sì che i rematori (appartenenti agli strati più bassi della società ateniese), diventati indispensabili per la difesa di Atene, potessero reclamare un miglioramento delle loro condizioni di vita e maggiori diritti politici. Dopo un periodo nel quale l’oligarchia ateniese riuscì a recuperare il potere politico, nell’anno 508 a.C., un riformatore chiamato Clistene, aumentò a 500 il numero dei membri dell’Assemblea della polis e la convertì nel principale organo di governo. La partecipazione all’Assemblea fu aperta a tutti i cittadini liberi della polis stessa. Tuttavia, la democrazia ateniese permetteva la partecipazione effettiva di una minoranza della popolazione e fondava la sua prosperità sull’utilizzo di un’enorme quantità di schiavi, per cui gli storiografi la definiscono come una democrazia schiavista.
Nell’anno 446 a.C. l’arconte o governatore ateniese Pericle concertò con Sparta la Pace dei Trenta Anni, secondo la quale si stabilirono le zone di influenza di ciascuna città: la Lega ateniese e quella del Peloponneso.
Durante il governo di Pericle, nel V secolo a.C., Atene si convertì nel centro commerciale, politico e culturale della regione. Il dominio sul commercio marittimo e la conseguente prosperità permisero a Pericle di promuovere nuove riforme di carattere democratico. Fu il periodo dei filosofi come Anassagora, dei drammaturghi come Sofocle, Eschilo, Euripide, Aristofane e di Fidia, considerato il migliore scultore greco. In questa epoca i greci raggiunsero un importante sviluppo sul piano scientifico. Molte delle loro conoscenze in campo medico e astronomico sono oggi ampiamente superate, tuttavia gli apporti dati alla geometria e alla matematica sono indispensabili alla maggior parte delle scienze moderne.
Nella seconda metà del V secolo a.C. vi furono continui scontri tra Sparta e Atene per il controllo della regione. Le lotte di questo periodo sono conosciute come guerre del Peloponneso. Il logorio di entrambe permise ai macedoni, sotto il regno di Filippo II (359-336 a.C.), di conquistare quel territorio. Alessandro Magno (336-323 a.C.) conquistò nuovi territori ed estese l’influenza ellenica al nord dell’Africa e della penisola arabica, passando dalla Mesopotamia e giungendo sino in India. Questo impero costruito da Alessandro Magno in un periodo di undici anni, contribuì alla diffusone della cultura greca in Oriente. Durante gli anni della conquista vennero fondate diverse città commerciali e Alessandro Magno promosse la fusione della cultura greca con quella dei popoli conquistati, dando origine al periodo conosciuto con il nome di ellenismo. Alla morte di Alessandro Magno, l’impero macedone crollò, mentre successive guerre e ribellioni continuarono ad agitare la penisola.
La decadena greca provocata dalle dispute interne, e di conseguenza le devastazioni e l’impoverimento, facilitarono l’avanzata dei romani. Dopo varie guerre di conquista – quelle macedoni si prolungarono dal 215 al 168 a.C. – i romani stabilirono il proprio dominio sulla Grecia verso l’anno 146 a.C.
Sotto l’impero romano la Grecia conobbe il cristianesimo (III secolo) e dovette subire varie invasioni. Formò parte dell’impero d’Oriente (395 d.C.), il cui dominio terminò nel 1204 con la formazione dell’impero latino d’Oriente che divise la regione in feudi. Nel 1504 in seguito allo scisma della Chiesa romana, i cristiani greci accordarono l’obbedienza agli ortodossi di Costantinopoli.
In turchi invasero e conquistarono la Grecia nel 1460, dividendola in sei province costrette a pagare un tributo. La dominazione fu mantenuta per 400 anni, nonostante le ribellioni interne e i tentativi esterni di cacciare i turchi (principalmente furono incursioni condotte da Venezia, ansiosa di assicurarsi un territorio strategico per il commercio con l’Oriente). Solo nel 1718, la pace di Passarowitz consacrò l’integrazione della Grecia nell’impero ottomano.
Nel 1821 una sollevazione greca riuscì a liberare Tripolitza, dove un’assemblea nazionale scrisse una Costituzione e dichiarò l’indipendenza. Il tentativo fu represso nel sangue dai turchi che, aiutati dall’Egitto, nel 1825 recuperarono il dominio della città.
Desiderose di allontanare i turchi dalle proprie frontiere, Russia, Francia e Gran Bretagna firmarono nel 1827 il Trattato di Londra che esigeva l’autonomia della Grecia. La Turchia rifiutò e, in quello stesso anno, la flotta alleata sconfisse quella turco-egiziana. Nel 1830, il Patto di Londra dichiarò la totale indipendenza della Grecia che, tuttavia, dovette cedere il territorio della Tessaglia.
Nei decenni seguenti le potenze europee intrapresero una sorda lotta per il controllo della penisola e interferirono nei suoi affari interni, appoggiando re compiacenti ai loro interessi. Così si succedettero Ottone di Baviera (1831-1862), favorevole alla Russia, e Giorgio I (1864-1913), sostenuto dagli inglesi.
Il colpo di stato capeggiato dal generale Eleutherios Vinizelos nel 1910 diede luogo alla firma di una Costituzione (1911) che istituì una monarchia parlamentare. Durante le due guerre mondiali, golpe militari successivi portarono al governo simpatizzanti dell’una o dell’altra parte in conflitto.
Sconfitta l’occupazione tedesca nel 1944, una parte importante del paese rimase nelle mani della guerriglia comunista, diretta dal generale Markos Vifiades, che aveva avuto una parte rilevante nella resistenza al nazismo. Con l’appoggio di britannici e nordamericani, il governo attuò una repressione contro i comunisti fino a giungere allo sterminio nel 1949.
fonte:storiafilosofia.it
spero di esserti stata d'aiuto
eve
Miglior risposta
Risposte
Ecco a te
https://www.skuola.net/storia-arte/classica/civilta-greca-arte.html
http://www.storiafilosofia.it/le-origini-della-civilta-greca/
http://cronologia.leonardo.it/umanita/cap008.htm
:hi :hi
https://www.skuola.net/storia-arte/classica/civilta-greca-arte.html
http://www.storiafilosofia.it/le-origini-della-civilta-greca/
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