Aiuto rischio il debito in arte...mi serve un confronto
Ho bisogno di un confronto tra il "giudizio universale" della cappella Sistina a Roma di Michelangelo e il "giudizio universale " della cappella Scrovegni a Padova di Giotto...o almeno di una descrizione della seconda!!!su internet nn c'è niente sull'Argan non ne parliamo...aiutatemi ppiacere
Risposte
Gli affreschi della Cappella dell'Arena di Padova sono fondamentali per la conoscenza dell'arte giottesca perché sono quelli in cui l'autografia e la datazione sono certe e dove il ricorso agli aiuti è limitato all'esecuzione delle idee del maestro. Enrico Scrovegni nobile patavino acquistò il terreno nel 1300, nel 1302 cominciò la costruzione della cappella che si trovava a ridosso del palazzo di famiglia poi distrutto.
Nel 1304 il Papa Benedetto XI promulgava un'indulgenza in favore di coloro che l'avessero visitata, infine l'edificio fu consacrato nel 1305 e presumibilmente gli affreschi dovevano essere terminati per quella data. Giotto dipinse l'intera superficie con un progetto iconografico e decorativo unitario, ispirandosi alla "leggenda Aurea " di Jacopo da Varazze e alle "Meditazioni sulla vita di Gesù" dello Pseudo-Bonaventura. Dipinge, dividendolo in 37 scene, un ciclo incentrato sul tema della salvezza che parte dalla storia di Gioacchino ed Anna e prosegue con quelle di Maria e Gesù lungo le pareti e termina col Giudizio Universale della controfacciata.
Cacciata di Gioacchino dal TempioSullo zoccolo in basso alcuni specchi in finto marmo si alternano a figure monocrome simboleggianti Vizi e Virtù. Nella cappella, la pittura di Giotto ha raggiunto la piena maturità espressiva, la composizione rispetta il principio del rapporto organico tra architettura e pittura ottenendo il risultato di un complesso unitario, i riquadri sono tutti di identica dimensione, i partimenti decorativi, le architetture simulate ed i due finti coretti prospettici che simulano un'apertura sulla parete, sono tutti elementi che obbediscono alla logica della visione unitaria, non solo prospettica ma anche cromatica, ad esempio il blu intensissimo della volta che sembra più un colore di sfondo che un cielo reale si ripete in ogni scena. Rispetto agli affreschi di Assisi si notano molti progressi, le figure sono solide e voluminose e rese ancora più salde dalle variazioni cromatiche, i toni dei colori si schiariscono nelle zone sporgenti. Alcuni accorgimenti tecnici, come lo stucco lucido o stucco romano usato per i finti marmi o l'inserimento di parti metalliche nell'aureola del Cristo Giudice nel Giudizio, le tavole inserite nel muro e l'uso dell'encausto nelle figure a finto rilievo, arrichiscono di effetti materici tutto l'ambiente.
incostanzaCi sono numerose citazioni dall'arte classica e dalla scultura gotica francese, incentivata dal confronto con le statue sull'altare di Giovanni Pisano, ma, soprattutto, una maggiore espressività negli sguardi intensi dei personaggi e nella loro gestualità. Lo stile di Giotto evolve tramite la ricerca di una pittura capace di rendere l'umanità dei personaggi sacri. Tra i brani più suggestivi ci sono gli ambienti naturali e le architetture costruite come vere e proprie scatole prospettiche, che a volte vengono ripetute per non contraddire il rispetto dell'unità di luogo, come la casa di Anna, o il Tempio la cui architettura è ripetuta identica anche se ripresa da diverse angolature. Molte sono le notazioni narrative ed i particolari, anche minori, di grande suggestione, gli oggetti, gli arredi le vesti che rispecchiano l'uso, la moda del tempo. Alcuni personaggi sono veri e propri ritratti a volte caricaturali che danno il senso della trasposizione cronachistica della vita reale nella rappresentazione sacra. Nel Museo civico di Padova è conservato un Crocifisso proveniente dall'altare della cappella raffinatissimo per la ricchezza decorativa dei colori smaltati e per l'andamento sagomato della croce dal disegno gotico, non è però meno realistico nella figura del Cristo, e nell'atteggiamento sofferente di Maria e di San Giovanni nei tabelloni laterali. Gli affreschi residui della Basilica di Sant'Antonio (Stigmate di San Francesco, Martirio di Francescani a Ceuta, Crocifissione e Teste di Profeti) sono, per quel poco che è possibile intuire, frutto del lavoro dei collaboratori e molto simili tecnicamente a quelli della Cappella della Maddalena. Gli affreschi perduti del Palazzo della ragione terminato nel 1309 sono citati in un libello del 1350 "Visio Aegidii Regis Patavi" del notaio Giovanni da Nono, che li descrive con toni entusiastici, testimoniando che il soggetto astrologico del ciclo era tratto da un testo molto diffuso nel XIV secolo, il "Lucidator", che spiegava i temperamenti umani in funzione degli influssi degli astri, Padova era al tempo un centro universitario culturalmente molto fervido, luogo d'incontro e di confronto tra umanisti e scienziati e Giotto è partecipe di questa atmosfera.
nn so se t può andare bene!
Nel 1304 il Papa Benedetto XI promulgava un'indulgenza in favore di coloro che l'avessero visitata, infine l'edificio fu consacrato nel 1305 e presumibilmente gli affreschi dovevano essere terminati per quella data. Giotto dipinse l'intera superficie con un progetto iconografico e decorativo unitario, ispirandosi alla "leggenda Aurea " di Jacopo da Varazze e alle "Meditazioni sulla vita di Gesù" dello Pseudo-Bonaventura. Dipinge, dividendolo in 37 scene, un ciclo incentrato sul tema della salvezza che parte dalla storia di Gioacchino ed Anna e prosegue con quelle di Maria e Gesù lungo le pareti e termina col Giudizio Universale della controfacciata.
Cacciata di Gioacchino dal TempioSullo zoccolo in basso alcuni specchi in finto marmo si alternano a figure monocrome simboleggianti Vizi e Virtù. Nella cappella, la pittura di Giotto ha raggiunto la piena maturità espressiva, la composizione rispetta il principio del rapporto organico tra architettura e pittura ottenendo il risultato di un complesso unitario, i riquadri sono tutti di identica dimensione, i partimenti decorativi, le architetture simulate ed i due finti coretti prospettici che simulano un'apertura sulla parete, sono tutti elementi che obbediscono alla logica della visione unitaria, non solo prospettica ma anche cromatica, ad esempio il blu intensissimo della volta che sembra più un colore di sfondo che un cielo reale si ripete in ogni scena. Rispetto agli affreschi di Assisi si notano molti progressi, le figure sono solide e voluminose e rese ancora più salde dalle variazioni cromatiche, i toni dei colori si schiariscono nelle zone sporgenti. Alcuni accorgimenti tecnici, come lo stucco lucido o stucco romano usato per i finti marmi o l'inserimento di parti metalliche nell'aureola del Cristo Giudice nel Giudizio, le tavole inserite nel muro e l'uso dell'encausto nelle figure a finto rilievo, arrichiscono di effetti materici tutto l'ambiente.
incostanzaCi sono numerose citazioni dall'arte classica e dalla scultura gotica francese, incentivata dal confronto con le statue sull'altare di Giovanni Pisano, ma, soprattutto, una maggiore espressività negli sguardi intensi dei personaggi e nella loro gestualità. Lo stile di Giotto evolve tramite la ricerca di una pittura capace di rendere l'umanità dei personaggi sacri. Tra i brani più suggestivi ci sono gli ambienti naturali e le architetture costruite come vere e proprie scatole prospettiche, che a volte vengono ripetute per non contraddire il rispetto dell'unità di luogo, come la casa di Anna, o il Tempio la cui architettura è ripetuta identica anche se ripresa da diverse angolature. Molte sono le notazioni narrative ed i particolari, anche minori, di grande suggestione, gli oggetti, gli arredi le vesti che rispecchiano l'uso, la moda del tempo. Alcuni personaggi sono veri e propri ritratti a volte caricaturali che danno il senso della trasposizione cronachistica della vita reale nella rappresentazione sacra. Nel Museo civico di Padova è conservato un Crocifisso proveniente dall'altare della cappella raffinatissimo per la ricchezza decorativa dei colori smaltati e per l'andamento sagomato della croce dal disegno gotico, non è però meno realistico nella figura del Cristo, e nell'atteggiamento sofferente di Maria e di San Giovanni nei tabelloni laterali. Gli affreschi residui della Basilica di Sant'Antonio (Stigmate di San Francesco, Martirio di Francescani a Ceuta, Crocifissione e Teste di Profeti) sono, per quel poco che è possibile intuire, frutto del lavoro dei collaboratori e molto simili tecnicamente a quelli della Cappella della Maddalena. Gli affreschi perduti del Palazzo della ragione terminato nel 1309 sono citati in un libello del 1350 "Visio Aegidii Regis Patavi" del notaio Giovanni da Nono, che li descrive con toni entusiastici, testimoniando che il soggetto astrologico del ciclo era tratto da un testo molto diffuso nel XIV secolo, il "Lucidator", che spiegava i temperamenti umani in funzione degli influssi degli astri, Padova era al tempo un centro universitario culturalmente molto fervido, luogo d'incontro e di confronto tra umanisti e scienziati e Giotto è partecipe di questa atmosfera.
nn so se t può andare bene!
ecco a te un link sulla cappella Scrovegni:
http://www.cappelladegliscrovegni.it/
Spero che ti vada bene...:hi
http://www.cappelladegliscrovegni.it/
Spero che ti vada bene...:hi
:cry
ovvio che ci sono già stato ma non dice niente
prova a vedere si wikipidia se ce qualcosa