Versioni Latino urgenti
Ciao a tutti! Mi servirebbero queste due versioni di latino tradotte. Qualcuno che possa aiutarmi?
Vi ringrazio in anticipo per l’aiuto
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Miglior risposta
Duo fratres - Due fratelli
Un povero pastore, di nome Faustolo, aveva due figli, Bruto e Nerone. Questo, bravo bambino, era amato dai genitori di più di quello, che tutti ritenevano essere sciocco. Questi con il loro cane cercavano le pecore, che vagavano per i monti e le valli. Tuttavia, mentre si trovavano lontano dalla casa del padre, il sole tramontava, e la notte senza luna rendeva le strade buie non era facile trovare a terra le orme delle pecore che vagavano; contemporaneamente si vedevano in cielo nuvole scure, dalle quali iniziava a cadere a terra una neve bianca; poco dopo tutta la terra, i colli, i monti e i campi sono ricoperti da alta neve, e i bambini non riescono più a tornare a casa, poiché non trovano in nessun modo la strada. Vagano per molte ore attraverso i boschi sui monti; tuttavia quando sono troppo stanchi, cercano un grande albero e là giacciono a terra quasi morti. L'aria era molto fredda.
Allora Bruto dal collo del fratello prende una catenella con un anello, che mette al collo del cane. “Forza!” dice al cane, “va' a casa e cerca il padre!”. Ma mentre i bambini sono là, il pastore e sua moglie, che li aspettavano a casa, avevano paura, poiché era notte, e non li vedevano tornare. Ma ecco! Il pastore sente il cane che abbaia vicino alla porta; quando apre la porta, vede il cane che portava al collo la catenella di suo figlio. Esce di casa e con il suo buon cane, che lo conduce per la pianura e i sentieri della montagna, giunge proprio presso l'albero sotto il quale entrambi i bambini giacevano nella neve. Nerone, che era coperto dalla calda tunica del fratello, dormiva sereno, e il fratello lo abbracciava; ma il corpo di Bruto, che era nudo, poiché con i suoi vestiti copriva Nerone, era rigido a causa della neve e del ghiaccio: infatti il bravissimo bambino, che tutti reputavano essere sciocco e deridevano, era morto valorosamente, poiché voleva proteggere e custodire il fratello minore e sapeva che era necessario coprire il suo corpo freddo. Il padre, vedendoli, non poteva trattenere le lacrime.
A breve metto anche l'altra
Aggiunto 1 ora 54 minuti più tardi:
Giulio parla con il suo amico Cornelio nel suo magnifico peristilio, che è abbellito da colonne e statue degli dèi.
"Senza dubbio tu sei un uomo felice, Giulio", dice Cornelio, "infatti hai una magnifica villa con una grande servitù e una moglie bellissima".
Giulio: "Mia moglie non è più bella della tua. Anche tu sei un uomo felice, Cornelio, sebbene tu non abbia una villa così grande e una servitù più limitata. Non sono queste infatti le cose che rendono gli uomini felici".
A queste cose Cornelio dice: "E' come dici, ma un uomo povero non è amato dalle donne ricche né una fanciulla povera è amata dagli uomini ricchi!".
Giulio: "Al contrario quando io ero un giovane ricco amavo una fanciulla povera - ma non ero amata da lei! Non ero mai salutato da lei, le lettere e i fiori, che le mandavo, mi venivano mandati indietro. Perciò ero triste e afflitto. I miei genitori cercavano di rallegrarmi in molti modi, mi davano ottimo cibo, ma io mangiavo poco e di notte dormivo male".
Cornelio: "Perché quella fanciulla non amava te, giovane ricco?".
Giulio: "Perché amava un altro uomo ricco - ma non era amata da quell'uomo pessimo, poiché era una fanciulla povera!".
Cornelio: "Chi era quella fanciulla povera?"
Giulio: "Era Emilia, che ora è mia moglie e ama me e nessun'altro uomo. Oggi siamo coniugi felici".
Cornelio: "Anche io da giovane amavo una fanciulla povera, non pensavo di essere amato da lei poiché anche io ero povero. Ma quella amava me e nessun'altro uomo - e oggi è mia moglie. Noi siamo coniugi molto felici, sebbene non siamo ricchi. Mia moglie è una donna assai onesta e bella".
Giulio: "Tua moglie non è migliore né più bella della mia Emilia!".
Un povero pastore, di nome Faustolo, aveva due figli, Bruto e Nerone. Questo, bravo bambino, era amato dai genitori di più di quello, che tutti ritenevano essere sciocco. Questi con il loro cane cercavano le pecore, che vagavano per i monti e le valli. Tuttavia, mentre si trovavano lontano dalla casa del padre, il sole tramontava, e la notte senza luna rendeva le strade buie non era facile trovare a terra le orme delle pecore che vagavano; contemporaneamente si vedevano in cielo nuvole scure, dalle quali iniziava a cadere a terra una neve bianca; poco dopo tutta la terra, i colli, i monti e i campi sono ricoperti da alta neve, e i bambini non riescono più a tornare a casa, poiché non trovano in nessun modo la strada. Vagano per molte ore attraverso i boschi sui monti; tuttavia quando sono troppo stanchi, cercano un grande albero e là giacciono a terra quasi morti. L'aria era molto fredda.
Allora Bruto dal collo del fratello prende una catenella con un anello, che mette al collo del cane. “Forza!” dice al cane, “va' a casa e cerca il padre!”. Ma mentre i bambini sono là, il pastore e sua moglie, che li aspettavano a casa, avevano paura, poiché era notte, e non li vedevano tornare. Ma ecco! Il pastore sente il cane che abbaia vicino alla porta; quando apre la porta, vede il cane che portava al collo la catenella di suo figlio. Esce di casa e con il suo buon cane, che lo conduce per la pianura e i sentieri della montagna, giunge proprio presso l'albero sotto il quale entrambi i bambini giacevano nella neve. Nerone, che era coperto dalla calda tunica del fratello, dormiva sereno, e il fratello lo abbracciava; ma il corpo di Bruto, che era nudo, poiché con i suoi vestiti copriva Nerone, era rigido a causa della neve e del ghiaccio: infatti il bravissimo bambino, che tutti reputavano essere sciocco e deridevano, era morto valorosamente, poiché voleva proteggere e custodire il fratello minore e sapeva che era necessario coprire il suo corpo freddo. Il padre, vedendoli, non poteva trattenere le lacrime.
A breve metto anche l'altra
Aggiunto 1 ora 54 minuti più tardi:
Giulio parla con il suo amico Cornelio nel suo magnifico peristilio, che è abbellito da colonne e statue degli dèi.
"Senza dubbio tu sei un uomo felice, Giulio", dice Cornelio, "infatti hai una magnifica villa con una grande servitù e una moglie bellissima".
Giulio: "Mia moglie non è più bella della tua. Anche tu sei un uomo felice, Cornelio, sebbene tu non abbia una villa così grande e una servitù più limitata. Non sono queste infatti le cose che rendono gli uomini felici".
A queste cose Cornelio dice: "E' come dici, ma un uomo povero non è amato dalle donne ricche né una fanciulla povera è amata dagli uomini ricchi!".
Giulio: "Al contrario quando io ero un giovane ricco amavo una fanciulla povera - ma non ero amata da lei! Non ero mai salutato da lei, le lettere e i fiori, che le mandavo, mi venivano mandati indietro. Perciò ero triste e afflitto. I miei genitori cercavano di rallegrarmi in molti modi, mi davano ottimo cibo, ma io mangiavo poco e di notte dormivo male".
Cornelio: "Perché quella fanciulla non amava te, giovane ricco?".
Giulio: "Perché amava un altro uomo ricco - ma non era amata da quell'uomo pessimo, poiché era una fanciulla povera!".
Cornelio: "Chi era quella fanciulla povera?"
Giulio: "Era Emilia, che ora è mia moglie e ama me e nessun'altro uomo. Oggi siamo coniugi felici".
Cornelio: "Anche io da giovane amavo una fanciulla povera, non pensavo di essere amato da lei poiché anche io ero povero. Ma quella amava me e nessun'altro uomo - e oggi è mia moglie. Noi siamo coniugi molto felici, sebbene non siamo ricchi. Mia moglie è una donna assai onesta e bella".
Giulio: "Tua moglie non è migliore né più bella della mia Emilia!".
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