Versioni latino (307812)

volume3
Buonasera, mi servirebbe aiuto per la seguente versione di latino
Cervus, cui cornua magna ramosaque erant, meridiei aestu et siti oppressus in vastam planitiem pervenit ubi fontem frigidum sub quercubus umbrosis invenit. Dum avide bibit, animal effigiem suam repercussam in lacus speculo conspexit: statim speciem cornuum suorum laudat et crurum nimiam tenuitatem vituperat. Subito venantum vocibus et.ca num latratibus exterritus, per planitiem fugit et cursu levi commode canum impetum vi tat. Sed cum in silvam pervenit, cornua sua pulchra arborum densorum ramis retenta finem eius velocis cursus faciunt. Mox canes cervum impeditum et sine praesidiis petunt et saevis morsibus eum dilaniant. Tunc animal miserum animam efflans inter gemitus: «Morte atroci stultitiae meae poenam nunc luo; - inquit - nam quae despexeram utilia mihi fuerunt, quae laudaveram autem perniciei meae causa fuerunt»>. Sic in perniciem stulti incurrunt qui utilia contemnunt, pulchra sed inutilia autem probant.
Grazie mille in anticipo

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Natalia_M
Un cervo, che aveva corna grandi e ramificate, tormentato dal calore di mezzogiorno e dalla sete giunse in un’ampia pianura dove trovò una fresca fonte sotto delle ombrose querce. Mentre beveva avidamente, l’animale vide la propria immagine riflessa nello specchio del lago: subito loda la bellezza delle sue corna e critica l’eccessiva magrezza delle zampe. All’improvviso, spaventato dalle voci dei cacciatori e dai latrati dei cani, fugge attraverso la pianura e con un’agile corsa evita facilmente l’attacco dei cani. Ma quando arriva in un bosco, le sue belle corna, trattenute dai rami dei fitti alberi pongono fine alla sua veloce corsa. Presto i cani attaccano il cervo impigliato e senza difese e lo dilaniano con violenti morsi. Allora il misero animale, mentre spira tra i lamenti, dice: “Con una morte atroce pago il fio della mia stoltezza; infatti le cose (non presente nel testo: omissione dell’antecedente del pronome relativo) che avevo disprezzato mi sono state utili, le cose che avevo lodato invece sono state la causa della mia rovina.” Così incorrono nella rovina gli stolti che disdegnano le cose utili, mentre apprezzano le cose belle ma inutili.
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