Versioni latino (305657)

volume3
Buongiorno, mi servirebbe la traduzione di queste due versioni

Si homines meriti sui pretium ab improbis desiderant, bis peccant: primum quoniam indignos adiuvant, deinde quia meritam poenam non evadent. Saepe enim homines mali cum morbus vel calamitates eos cruciant, precibus et promissionibus auxilium petunt, sed ut valetudinem recuperaverunt, animum suum pravum rursus ostendunt. Phaedri poetae fabella id demonstrat. In lupi faucibus olim os haeserat. Tum propter intolerandum dolorem lupus magna voce aliorum animalium auxilium imploravit. Sed quia lupi edacitas admodum nota erat, singula animalia eius querelas neglexerunt. Denique lupus in vitae discrimine sic gruem invocavit: «Quaeso, grus, os a faucibus meis extrahe! Non modo incolumitatem tibi promitto, sed etiam praemium magnum». Stulta grus ob mercedis illecebras periculum neglexit: in lupi fauces longum collum immisit et postquam os extraxerat, praemium flagitavit. Sed lupus infidus credulae avi sic respondit: "Ingrata vero es, quia, etsi ex meo ore caput integrum eduxisti, mercedem adhuc postulas!»..

Horatius Pulvillus pontifex in Capitolio Iovi aedem dicabat; inter nuncupationem solemnium verborum nuntium de filii morte audivit, sed dedicationem non interrupit neque a publica religione ad privatum dolorem mentem suam deflexit. Marcius Rex filium bonum ac probum amisit, sed dolorem suum coercuit: nam a iuvenis rogo statim ad curiam contendit et senatores convocavit. Xenophon Socraticus filium nomine Gryllum habebat: iuvenis apud Mantineam in proelio ceciderat. Xenophon, dum amplum sacrificium peragit, id cognovit nec sacra omisit, sed tantummodo coronam a capite detraxit. Anaxagoras philosophus, ubi audivit filii mortem, sic exclamavit: «Nullum malum nec novum nec inexspectatum mihi nuntiavistis, quia filium meum sciebam humanum et morti obnoxium»>.

Grazie mille in anticipo

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ShattereDreams
Se gli uomini vogliono dai disonesti la ricompensa per un loro favore, sbagliano due volte: prima perché aiutano gli indegni, poi perché non eviteranno il meritato castigo. Spesso infatti gli uomini malvagi, quando malattie o sventure li tormentano, chiedono aiuto con preghiere e promesse, ma appena hanno recuperato la salute, mostrano di nuovo la loro indole malvagia. Una favoletta del poeta Fedro lo dimostra. Un giorno nella gola di un lupo si era incastrato un osso. Allora per l'insopportabile dolore il lupo implorò a gran voce l'aiuto degli altri animali. Ma poiché la voracità del lupo era alquanto nota, ogni animale ignorò le lamentele. Alla fine il lupo in pericolo di vita invocò così la gru: «Per favore, o gru, tira fuori l'osso dalla mia gola! Infatti ti prometto non solo l'incolumità, ma anche una grande ricompensa». La sciocca gru per le lusinghe della ricompensa trascurò il pericolo: introdusse il lungo collo nella gola del lupo e dopo che ebbe tirato fuori l'osso, pretese la ricompensa. Ma lo sleale lupo rispose così all'ingenuo volatile: «Sei davvero ingrata, poiché, anche se dalla mia bocca hai tirato fuori la testa illesa, chiedi ancora una ricompensa!».

Aggiunto 6 minuti più tardi:

Il pontefice Orazio Pulvillo sul Campidoglio dedicava un tempio a Giove; durante la proclamazione delle parole solenni sentì la notizia della morte del figlio, ma non interruppe la consacrazione né distolse la sua mente dalla cerimonia pubblica al dolore privato. Il re Marzio perse il figlio buono e onesto, ma represse il suo dolore: infatti dalla pira funebre del giovane si diresse subito nella curia e convocò i senatori. Il Socratico Senofonte aveva un figlio di nome Grillo: il giovane era caduto nella battaglia presso Mantinea. Senofonte, mentre compiva un importante sacrificio, seppe ciò e non tralasciò i riti sacri, ma tolse soltanto la corona dalla testa. Il filosofo Anassagora, quando venne a sapere della morte del figlio, esclamò così: «Non mi avete riferito una disgrazia né insolita né inaspettata, poiché sapevo mio figlio umano ed esposto alla morte».
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