VERSIONE LATINO URGENTE PER DOMANI (300165)

HOMOERECTUS381
Socrates, cum esset ex eo quaesitum nonne Archelaum, regis Perdiccae filium, qui tum fortunatissimus habebatur, beatum putaret, respondit: «Haud scio; numquam enim cum eo collocatus sum et ignoro sitne vir iustus necne». «Ain tu? Aliterne te id scire non potes?». «Puto me hoc nullo dicere posse». «Tu igitur ne de Persarum quidem magno rege potes dicere beatusne sit?». «Quomodo id ego dicere possum, cum ignorem quam sit doctus, quam vir bonus ac iustus?». «Quid? tu in iis rebus sitam esse vitam beatam putas?». «Ita prorsus existimo, bonos beatos improbos miseros». «Miser ergo Archelaus (est), vir omnium ditissimus et potentissimus?». «Certe, si iniustus. Puto enim veram beatitudinem in una virtute, non in divitiis esse».
GRAZIE IN ANTICIPO :hi

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Pinchbeck
Socrate, dopo che gli venne chiesto se non ritenesse felice Archelao, figlio del re Perdicca, che era allora considerato molto ricco, rispose: "Non lo so; infatti non ho mai conversato con lui e ignoro se sia un uomo giusto o meno." "Davvero? Non puoi saperlo in un altro modo?" "Ritengo di poterlo dire solo in questo modo." "Allora non puoi neanche dire se il grande re dei Persiani sia felice o no?" "In che modo lo posso dire, quando ignoro quanto sia colto, quanto sia un uomo buono e giusto?" "Perché? Ritieni che la vita felice si trovi in quelle cose?" "Penso proprio così, che i buoni siano felici e i cattivi infelici." "Dunque Archelao, l'uomo più ricco e potente di tutti, è infelice?" "Certo, se ingiusto. Ritengo infatti che la vera felicità sia solo nella virtù, non nelle ricchezze."
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