Versione Latino (102607)

Mary333
Hac re cognita Caesar mittit complures equitum turmas eodem media nocte; imperat his ut paulo tumultuosius omnibus locis pervagentur. Prima luce magnum numerum impedimentorum ex castris mulorumque produci deque his stramenta detrahi mulionesque cum cassidibus equitum specie ac simulatione collibus circumvehi iubet. His paucos addit equites, qui latius ostentationis causa vagentur. Longo circuitu easdem omnes iubet petere regiones. Haec procul ex oppido videbantur, ut erat a Gergovia despectus in castra, neque tanto spatio certi quid esset explorari poterat. Legionem unam eodem iugo mittit et paulum progressam inferiore constituit loco silvisque occultat. Augetur Gallis suspicio atque omnes illo ad munitionem copiae traducuntur. Vacua castra hostium Caesar conspicatus tectis insignibus suorum occultatisque signis militaribus raros milites, ne ex oppido animadverterentur, ex maioribus castris in minora traducit legatisque, quos singulis legionibus praefecerat, quid fieri velit, ostendit; in primis monet ut contineant milites, ne studio pugnandi aut spe praedae longius progrediantur; quid iniquitas loci habeat incommodi proponit; hoc una celeritate posse vitari; occasionis esse rem, non proelii. His rebus expositis signum dat et ab dextra parte alio ascensu eodem tempore Haeduos mittit.

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Saputa questa cosa, Cesare manda parecchi squadroni di cavalieri lì stesso in piena notte; ordina a questi di scorrazzare un po' alquanto rumorosamente in tutti i luoghi. All'alba ordina che un gran numero di carriaggi e di muli vengano fatti uscire dall'accampamento e che da questi (cioè dai muli) si tolgano le selle e che i mulattieri con gli elmi e con l'aspetto e la finzione di cavalieri facciano il giro attorno ai colli. A questi aggiunge pochi cavalieri, che vaghino piuttosto in largo per ostentazione. Con un lungo giro ordina che si dirigano verso le stesse zone. Queste cose si vedevano da lontano dalla città, come da Gergovia c'era la vista sull'accampamento, ma per la grande distanza non si poteva esaminare cosa ci fosse di preciso. Manda una legione sullo stesso giogo e, avanzata un poco, la stabilisce in un luogo più basso e la nasconde nei boschi. Si accresce il sospetto per i Galli e tutte le truppe sono trasportate là per la fortificazione. Cesare, visto l'accampamento vuoto dei nemici, coperte le insegne dei suoi e nascosti i vessilli militari, fa passare pochi soldati, affinché non siano scorti dalla città, dall'accampamento maggiore a quello minore e mostra agli ambasciatori, che aveva messo a capo delle singole legioni, cosa vuole si faccia; innanzitutto ordina di contenere i soldati, affinché non avanzino troppo lontano per il desiderio di combattere o per la speranza del bottino; avverte cosa abbia di svantaggio la inadeguatezza del luogo; che questo può essere evitato con la sola velocità; si trattava di un colpo di mano, non di una battaglia. Esposte queste cose, dà il segnale e dalla parte destra per un'altra salita manda gli Edui nello stesso momento.
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