Versione di Latino Condanna di Catilina
Ciao a tutti!Avrei bisogno una pronta ed esperta mano che mi aiuti con questa versione di Sallustio:
Bene et composite C. Caesar paulo ante in hoc ordine de vita et morte disseruit, credo falsa existimans ea, quae de inferis memorantur: diverso itinere malos a bonis loca taetra, inculta, foeda atque formidulosa habere. Itaque censuit pecunias eorum publicandas, ipsos per municipia in custodiis habendos, videlicet timens, ne, si Romae sint, aut a popularibus coniurationis aut a multitudine conducta per vim eripiantur; quasi vero mali atque scelesti tantummodo in urbe et non per totam Italiam sint, aut non ibi plus possit audacia, ubi ad defendendum opes minores sunt. Quare uanum equidem hoc consilium est, si periculum ex illis metuit; si in tanto omnium metu solus non timet, eo magis refert me mihi atque vobis timere. Qua re cum de P. Lentulo ceterisque statuetis, pro certo habetote vos simul de exercitu Catilinae et de omnibus coniuratis decernere. Quanto vos attentius ea agetis, tanto illis animus infirmior erit; si paulum modo vos languere viderint, iam omnes feroces aderunt. Nolite existimare maiores nostros armis rem publicam ex parua magnam fecisse. Si ita esset, multo pulcherrimam eam nos haberemus: quippe sociorum atque civium, praeterea armorum atque equorum maior copia nobis quam illis est. Sed alia fuere, quae illos magnos fecere, quae nobis nulla sunt: domi industria, foris iustum imperium, animus in consulendo liber, neque delicto neque libidini obnoxius. pro his nos habemus luxuriam atque avaritiam, publice egestatem, priuatim opulentiam. laudamus divitias, sequimur inertiam. Inter bonos et malos discrimen nullum, omnia virtutis praemia ambitio possidet. Neque mirum: ubi vos separatim sibi quisque consilium capitis, ubi domi voluptatibus, hic pecuniae aut gratiae seruitis, eo fit ut impetus fiat in vacuam rem publicam.
GRAZIE A TUTTI PER L'AIUTO(SE CI SARA');)
Bene et composite C. Caesar paulo ante in hoc ordine de vita et morte disseruit, credo falsa existimans ea, quae de inferis memorantur: diverso itinere malos a bonis loca taetra, inculta, foeda atque formidulosa habere. Itaque censuit pecunias eorum publicandas, ipsos per municipia in custodiis habendos, videlicet timens, ne, si Romae sint, aut a popularibus coniurationis aut a multitudine conducta per vim eripiantur; quasi vero mali atque scelesti tantummodo in urbe et non per totam Italiam sint, aut non ibi plus possit audacia, ubi ad defendendum opes minores sunt. Quare uanum equidem hoc consilium est, si periculum ex illis metuit; si in tanto omnium metu solus non timet, eo magis refert me mihi atque vobis timere. Qua re cum de P. Lentulo ceterisque statuetis, pro certo habetote vos simul de exercitu Catilinae et de omnibus coniuratis decernere. Quanto vos attentius ea agetis, tanto illis animus infirmior erit; si paulum modo vos languere viderint, iam omnes feroces aderunt. Nolite existimare maiores nostros armis rem publicam ex parua magnam fecisse. Si ita esset, multo pulcherrimam eam nos haberemus: quippe sociorum atque civium, praeterea armorum atque equorum maior copia nobis quam illis est. Sed alia fuere, quae illos magnos fecere, quae nobis nulla sunt: domi industria, foris iustum imperium, animus in consulendo liber, neque delicto neque libidini obnoxius. pro his nos habemus luxuriam atque avaritiam, publice egestatem, priuatim opulentiam. laudamus divitias, sequimur inertiam. Inter bonos et malos discrimen nullum, omnia virtutis praemia ambitio possidet. Neque mirum: ubi vos separatim sibi quisque consilium capitis, ubi domi voluptatibus, hic pecuniae aut gratiae seruitis, eo fit ut impetus fiat in vacuam rem publicam.
GRAZIE A TUTTI PER L'AIUTO(SE CI SARA');)
Miglior risposta
Vai qua:http://www.****/didattica/latino/sallustio/52.htm
Ciao :hi
Aggiunto 8 minuti più tardi:
credo sia questa la parte che ti interessa:
Poco fa, davanti a voi, Cesare ha fatto una trattazione eloquente, elegante, sul tema della vita e della morte; credo che però egli abbia deriso quanto la tradizione ci dice sull'aldilà: ossia che dopo la morte i malvagi siano condotti, contrariamente ai buoni, in luoghi aspri, sporchi, tetri, terribili. Così ha stabilito per gli imputati la confisca dei beni e l'incarcerazione nei municipi; forse egli ha paura che, se questi restano a Roma, verranno liberati a furor di popolo da congiurati e popolani prezzolati. Come dire che mascalzoni e sciagurati siano tutti in città e non anche nel resto d'Italia; come dire che i colpi di mano siano meno fattibili là dove minori sono le forze di difesa. Per questo il provvedimento di Cesare mi sembra inutile, se egli teme che quelli possano arrecare ancora danno; ma se fra la paura generale, solo lui è esente da timore, tanto più io e voi dobbiamo preoccuparci. Per ciò, quando emetterete la sentenza su Lentulo e gli altri, prendete contemporaneamente una decisione sull'esercito di Catilina e su tutti i congiurati. Quanto più energica sarà la vostra risoluzione, tanto più quelli si svigoriranno. Se vi mostrerete anche solo un po' titubanti, vi attaccheranno come cani feroci. Non crediate che i nostri avi abbiano così tanto ingrandito lo Stato col solo uso delle armi. Se così fosse, il nostro Stato sarebbe veramente magnifico, giacché adesso ? più che nel passato ? ci possiamo valere dell'aiuto di alleati e cittadini, di un gran numero di soldati e cavalieri. Però i nostri antichi ebbero altre cose che li resero grandi e che a noi mancano del tutto: in patria l'operosità, al di fuori un equo governo, un giusto equilibrio nelle deliberazioni, esente da bramosia e iniquità; al contrario fra noi vige il lusso e l'avarizia, il debito pubblico e l'opulenza privata. Teniamo in gran conto le ricchezze e pratichiamo l'ozio. Tra il giusto e l'empio non c'è differenza. La bramosia di consenso e prestigio domina ogni istituto dello Stato. E questo non fa meraviglia; infatti voi stessi prendete decisioni separatamente e ciascuno per proprio tornaconto; e dal momento che a casa vostra vi dominano le passioni, qui in Senato vi guidano brama di danaro e clientelismo. Così accade che si possa attaccare lo Stato perché sprovvisto di difesa.
Oppure cerca il primo periodo della versione su google: ci sono abbastanza traduzioni attendibili.
Aggiunto 49 secondi più tardi:
(Al posto degli asterischi c'è skuola . it ma non me lo fa scrivere)
Ciao :hi
Aggiunto 8 minuti più tardi:
credo sia questa la parte che ti interessa:
Poco fa, davanti a voi, Cesare ha fatto una trattazione eloquente, elegante, sul tema della vita e della morte; credo che però egli abbia deriso quanto la tradizione ci dice sull'aldilà: ossia che dopo la morte i malvagi siano condotti, contrariamente ai buoni, in luoghi aspri, sporchi, tetri, terribili. Così ha stabilito per gli imputati la confisca dei beni e l'incarcerazione nei municipi; forse egli ha paura che, se questi restano a Roma, verranno liberati a furor di popolo da congiurati e popolani prezzolati. Come dire che mascalzoni e sciagurati siano tutti in città e non anche nel resto d'Italia; come dire che i colpi di mano siano meno fattibili là dove minori sono le forze di difesa. Per questo il provvedimento di Cesare mi sembra inutile, se egli teme che quelli possano arrecare ancora danno; ma se fra la paura generale, solo lui è esente da timore, tanto più io e voi dobbiamo preoccuparci. Per ciò, quando emetterete la sentenza su Lentulo e gli altri, prendete contemporaneamente una decisione sull'esercito di Catilina e su tutti i congiurati. Quanto più energica sarà la vostra risoluzione, tanto più quelli si svigoriranno. Se vi mostrerete anche solo un po' titubanti, vi attaccheranno come cani feroci. Non crediate che i nostri avi abbiano così tanto ingrandito lo Stato col solo uso delle armi. Se così fosse, il nostro Stato sarebbe veramente magnifico, giacché adesso ? più che nel passato ? ci possiamo valere dell'aiuto di alleati e cittadini, di un gran numero di soldati e cavalieri. Però i nostri antichi ebbero altre cose che li resero grandi e che a noi mancano del tutto: in patria l'operosità, al di fuori un equo governo, un giusto equilibrio nelle deliberazioni, esente da bramosia e iniquità; al contrario fra noi vige il lusso e l'avarizia, il debito pubblico e l'opulenza privata. Teniamo in gran conto le ricchezze e pratichiamo l'ozio. Tra il giusto e l'empio non c'è differenza. La bramosia di consenso e prestigio domina ogni istituto dello Stato. E questo non fa meraviglia; infatti voi stessi prendete decisioni separatamente e ciascuno per proprio tornaconto; e dal momento che a casa vostra vi dominano le passioni, qui in Senato vi guidano brama di danaro e clientelismo. Così accade che si possa attaccare lo Stato perché sprovvisto di difesa.
Oppure cerca il primo periodo della versione su google: ci sono abbastanza traduzioni attendibili.
Aggiunto 49 secondi più tardi:
(Al posto degli asterischi c'è skuola . it ma non me lo fa scrivere)
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