Versione di L.
Nunquam ingenium idem ad parendum atque imperandum,quae res inter se diversissimae sunt,habilius fuit.Plurimum audaciae ad pericula capessenda,plurimum consilii inter ipsa pericula erat. Nullo labore aut corpus fatigati aut animus vinci poterat. Caloris ac frigoris patientia par;vigiliarum somnique nec die nec nocte discriminata tempora. Princeps in proelium ibat ,ultimos conserto proelio excedebat. Has tanta viri virtutes ingentia vitia aequabant;inhumana crudelitas,perfidia plusquam Punica,nihil veri,nihil sancti,nullus deum metus,nullum ius iurandum,nulla religio.Cum hac indole virtutum atque vitiorum trienio sub Hasdrubale imperatore meruit,nulla re praetermissa,quae agenda magno futuro duci esset.
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Nessuna indole fu più adatta ad obbedire e a comandare, cose che sono diversissime tra loro. Annibale aveva moltissima audacia per affrontare i pericoli, moltissima saggezza tra i pericoli stessi. Il (suo) corpo non poteva essere stancato né (il suo) animo vinto da nessuna fatica. (Aveva) Pari sopportazione del caldo e del freddo; le ore del sonno e delle veglie non (erano) distinte né dal giorno né dalla notte. Andava per primo in combattimento, si allontanava per ultimo finita la battaglia. Grandi difetti eguagliavano queste tante grandi virtù dell'uomo; crudeltà disumana, perfidia più che cartaginese, nulla di vero, nulla di sacro, nessun timore degli dei, nessun giuramento (nel senso che non rispettava i giuramenti), nessuna scrupolosità. Con questa indole di vizi e virtù milito per tre anni sotto Asdrubale, senza trascurare alcuna cosa che un futuro grande comandante dovesse compiere.
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