Versione Cicerone
Catonem vero quis nostrorum oratorum, qui quidem nunc sunt, legit? aut quis novit omnino? At quem virum, di boni! mitto civem aut senatorem aut imperatorem; oratorem enim hoc loco quaerimus. Quis illo gravior in laudando? acerbior in vituperando? in sententiis argutior? in docendo edisserendoque subtilior? Refertae sunt orationes amplius centum quinquaginta, quas quidem adhuc invenerim et legerim, et verbis et rebus inlustribus. Licet ex his eligant ea quae notatione et laude digna sint: omnes oratoriae virtutes in eis reperientur. Iam vero Origines eius quem florem aut quod lumen eloquentiae non habent?Sed ea in nostris inscitia est, quod hi ipsi, qui in Graecis antiquitate delectantur eaque subtilitate, quam Atticam appellant, hanc in Catone ne noverunt quidem.Sed,cur nolunt Catonis subtilitatem?cur igitur Hyperidae et Lysiae amantur,cum penitus ignoretur Cato?Antiquior est huius sermo ei quaedam horridiora verba;ita enim tum loquebantur. Id muta,quod tum ille non potuit,et adde numeros et,ut aptior sit oratio,ipsa verba compone et quasi coagmenta,quod ne Graeci quidem veteres factitaverunt:iam neminem antepones Catoni.
Miglior risposta
In verità chi tra i nostri oratori, che ci sono ora, legge Catone? O chi lo ha conosciuto del tutto? Ma che uomo, o dei buoni! Tralascio il cittadino, o senatore o comandante; infatti noi in questa situazione cerchiamo l'oratore. Chi più solenne di lui nel lodare? Chi più severo nel rimproverare? Chi più penetrante nei discorsi? Chi più abile nell'insegnare e nello spiegare? Sono state conservate più di centocinquanta orazioni, che ora certamente reperirei e leggerei, con illustri parole e argomenti. E' lecito che scelgano, fra queste, quelle che sono degne di nota e lode: in queste si troveranno tutte le virtù dell'oratoria. Già in verità le sue "Origini" quale fiore e quale lume di eloquenza non hanno? Ma tra i nostri vi è una tale ignoranza, che questi stessi, i quali nei Greci si compiacciono di una maniera antiquata e di quella semplicità, che chiamano Attica, in Catone non sanno neppure riconoscerle. Ma perché non vogliono la semplicità di Catone? Dunque perché Iperide e Lisia sono amati, mentre Catone è completamente ignorato? Lo stile di costui è alquanto antiquato e alcuni termini sono alquanto ruvidi; così infatti parlavano allora. Cambia ciò che egli allora non poté, e aggiungi un ritmo e, affinché il discorso sia più coeso, combina e, per così dire, cementa le parole stesse, cosa che neppure i Greci antichi furono soliti fare: a questo punto non anteporrai nessuno a Catone.
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