Versione... (6062)
Salve....ho provato a cercare qst versione ma non l'ho trovata......
Ad bellum Peloponnesium gerendum Alcibiades dux delectus est; duo praeterea collegae dati sunt, Nicias et Lamachus. cum id appararetur, priusquam classis proficisceretur, una nocte omnes hermae, qui in oppido Athenis erant, deiecti sunt praeter unum. Cum appareret hoc non sine magna multorum consensione perfectum esse, magnus timor multitudini iniectus est ne qua repentina vis in civitate exsisteret quae libertatem opprimeret populi. Suspicio igitur in Alcibiadem cecidit, quod et potentior et maior quam privatus existimabatur; praeterea rumor erat eum impium ac sacrilegum esse. Complures timebant ne huiusmodi vir de re publica evertenda moliretur. Itaque eius inimici statuerunt Alcibiadem absentem aggrediendum esse; nam cum is in Siciliam pervenisset, eum reum fecerunt quod sacra violasset: magistratus ei imperaverunt ut domum ad causam dicendam reverteretur.
(rid. da Nepote)
Per favore...mi servirebbe per questa sera.......anche solo qualche frase.....grazie 1000
Ad bellum Peloponnesium gerendum Alcibiades dux delectus est; duo praeterea collegae dati sunt, Nicias et Lamachus. cum id appararetur, priusquam classis proficisceretur, una nocte omnes hermae, qui in oppido Athenis erant, deiecti sunt praeter unum. Cum appareret hoc non sine magna multorum consensione perfectum esse, magnus timor multitudini iniectus est ne qua repentina vis in civitate exsisteret quae libertatem opprimeret populi. Suspicio igitur in Alcibiadem cecidit, quod et potentior et maior quam privatus existimabatur; praeterea rumor erat eum impium ac sacrilegum esse. Complures timebant ne huiusmodi vir de re publica evertenda moliretur. Itaque eius inimici statuerunt Alcibiadem absentem aggrediendum esse; nam cum is in Siciliam pervenisset, eum reum fecerunt quod sacra violasset: magistratus ei imperaverunt ut domum ad causam dicendam reverteretur.
(rid. da Nepote)
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[3] Bello Peloponnesio huius consilio atque auctoritate Athenienses bellum Syracusanis indixerunt; ad quod gerendum ipse dux delectus est, duo praeterea collegae dati, Nicia et Lamachus. 2 Id cum appararetur, priusquam classis exiret, accidit, ut una nocte omnes Hermae, qui in oppido erant Athenis, deicerentur praeter unum, qui ante ianuam erat Andocidi. Itaque ille postea Mercurius Andocidi vocitatus est. 3 Hoc cum appareret non sine magna multorum consensione esse factum, quae non ad privatam, sed publicam rem pertineret, magnus multitudini timor est iniectus, ne qua repentina vis in civitate exsisteret, quae libertatem opprimeret populi. 4 Hoc maxime convenire in Alcibiadem videbatur, quod et potentior et maior quam privatus existimabatur. Multos enim liberalitate devinxerat, plures etiam opera forensi suos reddiderat. 5 Qua re fiebat, ut omnium oculos, quotienscumque in publicum prodisset, ad se converteret neque ei par quisquam in civitate poneretur. Itaque non solum spem in eo habebant maximam, sed etiam timorem, quod et obesse plurimum et prodesse poterat. 6 Aspergebatur etiam infamia, quod in domo sua facere mysteria dicebatur; quod nefas erat more Atheniensium, idque non ad religionem, sed ad coniurationem pertinere existimabatur.
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[3] Durante la guerra del Peloponneso gli Ateniesi, seguendo il suo autorevole parere, dichiararono guerra ai Siracusani; ed a condurla fu scelto come comandante lui stesso; gli furono inoltre assegnati due colleghi, Nicia e Lámaco. 2 Mentre si facevano i preparativi, prima che la flotta uscisse dal porto, accadde che in una stessa notte tutte le erme della città venissero abbattute tranne una, che si trovava davanti alla casa di Andocide: così quella fu in seguito chiamata il Mercurio di Andocide. 3 Siccome era evidente che l'azione era stata compiuta con la complicità di molti, che non avevano di mira faccende private, ma dello Stato, la gente fu presa da una grande paura che all'improvviso scaturisse nella città un colpo di Stato per sopprimere la libertà. 4 Sembrava che tutto questo si addicesse a pennello ad Alcibiade, dato che era abbastanza potente e più che un privato cittadino: infatti molti aveva legato a sé con la sua generosità, più ancora aveva fatto suoi sostenitori con la sua attività forense. 5 Per questo motivo, ogni volta che si presentava in pubblico, attirava su di sé gli occhi di tutti e nessuno nella città era considerato pari a lui. Così riponevano in lui non solo una grandissima speranza ma anche timore perché poteva fare del bene o del male in sommo grado. 6 Godeva inoltre di cattiva fama perché si vociferava che in casa sua praticasse i misteri, cosa empia per gli Ateniesi e si riteneva che ciò avesse a che fare non tanto con la religione quanto con una congiura.
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3. Abbattimento notturno delle Erme.
Durante la guerra del Peloponneso per suggerimento e prestigio di costui gli Ateniesi dichiararono guerra ai Siracusani; e per guidarla lui stesso venne eletto comandante, (furono) dati due colleghi, Nicia e Lamaco. Mentre la si allestiva, prima che la flotta uscisse, accadde che in una sola notte tutte le Erme, che c’erano in città ad Atene, furono abbattute eccetto una, che era davanti alla casa di Andocide. E così in seguito quello fu chiacchierato il Mercurio di Andocide. Risultando che questo era stato fatto non senza un grande assenso di molti, che riguardava non una cosa privata ma pubblica, nella moltitudine fu insinuato un grande timore, che una qualche forza improvvisa sussistesse in città, che sopprimesse la libertà del popolo. Questo sembrava accordarsi particolarmente verso Alcibiade, perché era considerato sia più potente sia maggiore di un privato. Infatti aveva legato molti con la prodigalità, parecchi pure li aveva resi suoi con l’attività forense. Perciò accadeva, che gli occhi di tutti, ogniqualvolta fosse uscito in pubblico, li attirasse su di sé e che nessuno nella città si ponesse pari a lui. Così non solo avevano massima speranza in lui, ma anche timore, poiché poteva sia giovare che nuocere moltissimo. Si spargeva pure la cattiva fama, perché si diceva che in casa sua si celebravano misteri; e questo era sacrilego secondo la tradizione degli Ateniesi, e la stessa cosa si pensava non rivolgersi alla religione, ma alla congiura.
la versione è simile e ci sono 2 traduzioni...potresti attingere qualche frase....
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[3] Durante la guerra del Peloponneso gli Ateniesi, seguendo il suo autorevole parere, dichiararono guerra ai Siracusani; ed a condurla fu scelto come comandante lui stesso; gli furono inoltre assegnati due colleghi, Nicia e Lámaco. 2 Mentre si facevano i preparativi, prima che la flotta uscisse dal porto, accadde che in una stessa notte tutte le erme della città venissero abbattute tranne una, che si trovava davanti alla casa di Andocide: così quella fu in seguito chiamata il Mercurio di Andocide. 3 Siccome era evidente che l'azione era stata compiuta con la complicità di molti, che non avevano di mira faccende private, ma dello Stato, la gente fu presa da una grande paura che all'improvviso scaturisse nella città un colpo di Stato per sopprimere la libertà. 4 Sembrava che tutto questo si addicesse a pennello ad Alcibiade, dato che era abbastanza potente e più che un privato cittadino: infatti molti aveva legato a sé con la sua generosità, più ancora aveva fatto suoi sostenitori con la sua attività forense. 5 Per questo motivo, ogni volta che si presentava in pubblico, attirava su di sé gli occhi di tutti e nessuno nella città era considerato pari a lui. Così riponevano in lui non solo una grandissima speranza ma anche timore perché poteva fare del bene o del male in sommo grado. 6 Godeva inoltre di cattiva fama perché si vociferava che in casa sua praticasse i misteri, cosa empia per gli Ateniesi e si riteneva che ciò avesse a che fare non tanto con la religione quanto con una congiura.
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3. Abbattimento notturno delle Erme.
Durante la guerra del Peloponneso per suggerimento e prestigio di costui gli Ateniesi dichiararono guerra ai Siracusani; e per guidarla lui stesso venne eletto comandante, (furono) dati due colleghi, Nicia e Lamaco. Mentre la si allestiva, prima che la flotta uscisse, accadde che in una sola notte tutte le Erme, che c’erano in città ad Atene, furono abbattute eccetto una, che era davanti alla casa di Andocide. E così in seguito quello fu chiacchierato il Mercurio di Andocide. Risultando che questo era stato fatto non senza un grande assenso di molti, che riguardava non una cosa privata ma pubblica, nella moltitudine fu insinuato un grande timore, che una qualche forza improvvisa sussistesse in città, che sopprimesse la libertà del popolo. Questo sembrava accordarsi particolarmente verso Alcibiade, perché era considerato sia più potente sia maggiore di un privato. Infatti aveva legato molti con la prodigalità, parecchi pure li aveva resi suoi con l’attività forense. Perciò accadeva, che gli occhi di tutti, ogniqualvolta fosse uscito in pubblico, li attirasse su di sé e che nessuno nella città si ponesse pari a lui. Così non solo avevano massima speranza in lui, ma anche timore, poiché poteva sia giovare che nuocere moltissimo. Si spargeva pure la cattiva fama, perché si diceva che in casa sua si celebravano misteri; e questo era sacrilego secondo la tradizione degli Ateniesi, e la stessa cosa si pensava non rivolgersi alla religione, ma alla congiura.
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