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De Apolline
Apollo, Iovis et Latonae filius, lucis ac solis deus erat, quare etiam Phoebus vocabatur (= era chiamato). Antiqui poetarum Musarumque patronum Apollinem dicebant. Arcus argenteus, pharetra, cithara deo sacra erant; inter arbores laurum palmamque diligebant; inter animalia autem delphinus, lupus et corvus deum delectabant. Salutaribus herbis Apollo aegrotos curabat debilesque vires mortalium recreabat. Montes fluminumque ripas habitabat. Saepe in sublimi caeli aula deorum epulas laetitia perfundebat. Ob Troiugenum proces Troiam, Neptuni auxilio, firmis moenibus munivit. Delphis celebre templum Apollini sacrum erat, ubi Pythia sacerdos in aureo tripode sedens, numinis divino afflatu (= per ispirazione divina), oracula dabat. Romani bello Punico secundo Apollini ludos fecerunt. Post victoriam apud Actium Octavianus Augustus in monte Palatino magnificum templum Apollini Actiaco aedificavit.
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De Apolline
Apollo, figlio di Giove e di Latona, era il dio della luce e del sole, per questo era chiamato anche Febo. Gli antichi dicevano Apollo il protettore dei poeti e delle Muse. Al dio erano sacri un arco d'argento, una faretra, una cetra; tra le piante prediligeva l'alloro e la palma; tra gli animali, inoltre, dilettavano il dio il delfino, il lupo e il corvo. Con erbe benefiche Apollo curava i malati e ristorava le deboli forze dei mortali. Abitava i monti e le rive dei fiumi. Spesso nell'alto cielo riempiva di gioia i banchetti degli dei. Per le preghiere dei Troiani protesse Troia, con l'aiuto di Nettuno, con solide mura. A Delfi vi era il celebre tempio sacro ad Apollo, dove la sacerdotessa Pizia, sedendo su un tripode d'oro, per ispirazione divina dava responsi. I Romani durante la seconda guerra Punica organizzarono giochi in onore di Apollo. Dopo la vittoria presso Azio, Ottaviano Augusto innalzò ad Apollo Aziaco un magnifico tempio sul colle Palatino.
Apollo, figlio di Giove e di Latona, era il dio della luce e del sole, per questo era chiamato anche Febo. Gli antichi dicevano Apollo il protettore dei poeti e delle Muse. Al dio erano sacri un arco d'argento, una faretra, una cetra; tra le piante prediligeva l'alloro e la palma; tra gli animali, inoltre, dilettavano il dio il delfino, il lupo e il corvo. Con erbe benefiche Apollo curava i malati e ristorava le deboli forze dei mortali. Abitava i monti e le rive dei fiumi. Spesso nell'alto cielo riempiva di gioia i banchetti degli dei. Per le preghiere dei Troiani protesse Troia, con l'aiuto di Nettuno, con solide mura. A Delfi vi era il celebre tempio sacro ad Apollo, dove la sacerdotessa Pizia, sedendo su un tripode d'oro, per ispirazione divina dava responsi. I Romani durante la seconda guerra Punica organizzarono giochi in onore di Apollo. Dopo la vittoria presso Azio, Ottaviano Augusto innalzò ad Apollo Aziaco un magnifico tempio sul colle Palatino.
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