URGENTE versione latino 372423984293
Cum iam Nero Agrippinam matrem tolerare non posset (congiuntivo imperfetto 3ª sing. da possum), eam occidere statuit. Ter veneno temptavit, sed tandem cognovit Agrippinam se antidotis munivisse. Tunc effecit ut lacunaria noctu super eam, quae dormiebat, caderent. Sed etiam hoc (“ciò, questo”) frustra temptavit, quod mater ex eo periculo incolumis evasit. Postea sibi comparavit solubilem navem: sperabat vel matrem naufragio decessuram esse vel camarae ruinam eam sepelituram esse. Sed ex liberto matris cognovit eam rursus occisam non esse. Tunc Nero simulavit libertum venisse, Agrippinae iussu, ut ipsum (“lui stesso”) necaret. Igitur imperator ipse (“stesso”) libertum ocidit et imperavit ut (“che”) sicarii matrem clam inteficerent, fingens (“fingendo”) Agrippinam sibi mortem conscivisse.
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Poiché ormai Nerone non poteva più tollerare la madre Agrippina, decise di ucciderla. Tentò tre volte con il veleno, ma alla fine seppe che Agrippina si era munita di antidoti. Allora fece in modo che i soffitti cadessero durante la notte sopra di lei, mentre dormiva. Ma provò anche questo invano, poiché la madre scampò illesa da quel pericolo. In seguito si procurò una nave facile da rompersi: sperava che o la madre sarebbe morta per un naufragio o che la caduta della coperta l'avrebbe seppellita. Ma da un liberto della madre seppe che essa non era ancora morta. Allora Nerone finse che un liberto fosse giunto per ordine di Agrippina per ucciderlo. Dunque l'imperatore stesso uccise il liberto e ordinò che dei sicari uccidessero di nascosto la madre, fingendo che Agrippina si fosse uccisa.
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