TRADURRE URGENTISSIMO PER DOMANI VI PREGO
Olim aquila testudinem in execelsum sustulit, sed nec unguibus nec rostro corneum involucrum perrupit et animal laesit. Venit per auras cornix et: Pinguem praedam unguibus rapuisti-inquit(=disse)-sed quod magno pondere ea te lassabit, tibi artificium monstrabo: ita praedam secura edes. Aquila ei mercedem promisit. Tum cornix malitiosa: E caelo in scopulum testudinem illide: duram corticem rumpes. Aquila, verbi cornicis inducta, monitis paruit et magistrae dapem large divisit. Itaque misera testudo, ob vim cum malitia coniunctam, iniusta nece caesa est.
grazie per chi mi traduce la versione.......
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Risposte
bravo supergara;) ciao chiudo
Non so se ti sarà utile a quest'ora, comunque io l'ho tradotta...ecco:
Olim aquila testudinem in execelsum sustulit, sed nec unguibus nec rostro corneum involucrum perrupit et animal laesit. Venit per auras cornix et: Pinguem praedam unguibus rapuisti-inquit(=disse)-sed quod magno pondere ea te lassabit, tibi artificium monstrabo: ita praedam secura edes. Aquila ei mercedem promisit. Tum cornix malitiosa: E caelo in scopulum testudinem illide: duram corticem rumpes. Aquila, verbis cornicis inducta, monitis paruit et magistrae dapem large divisit. Itaque misera testudo, ob vim cum malitia coniunctam, iniusta nece caesa est.
Una volta un’aquila portò una tartaruga in alto [=in un posto elevato], ma non ruppe l’involucro corneo né con gli artigli né con il becco e ferì l’animale. Dall’aria [=tramite l’aria] arrivò una cornacchia e disse: “Hai rapito con gli artigli la grassa preda, ma poiché sarai affaticato da quel grande peso, ti mostrerò l’arte [=come si fa]: così mangerai la preda senza problemi”. L’aquila gli promise un compenso. Allora la cornacchia maliziosa: “Spingi [=lascia cadere] la tartaruga dal cielo sulla roccia”. L’aquila, indotta dalle parole della cornacchia, obbedì ai consigli e distribuì largamente il cibo al maestro. Così la misera tartaruga, a causa della forza unita alla malizia, fu uccisa con un’ingiusta morte.
Olim aquila testudinem in execelsum sustulit, sed nec unguibus nec rostro corneum involucrum perrupit et animal laesit. Venit per auras cornix et: Pinguem praedam unguibus rapuisti-inquit(=disse)-sed quod magno pondere ea te lassabit, tibi artificium monstrabo: ita praedam secura edes. Aquila ei mercedem promisit. Tum cornix malitiosa: E caelo in scopulum testudinem illide: duram corticem rumpes. Aquila, verbis cornicis inducta, monitis paruit et magistrae dapem large divisit. Itaque misera testudo, ob vim cum malitia coniunctam, iniusta nece caesa est.
Una volta un’aquila portò una tartaruga in alto [=in un posto elevato], ma non ruppe l’involucro corneo né con gli artigli né con il becco e ferì l’animale. Dall’aria [=tramite l’aria] arrivò una cornacchia e disse: “Hai rapito con gli artigli la grassa preda, ma poiché sarai affaticato da quel grande peso, ti mostrerò l’arte [=come si fa]: così mangerai la preda senza problemi”. L’aquila gli promise un compenso. Allora la cornacchia maliziosa: “Spingi [=lascia cadere] la tartaruga dal cielo sulla roccia”. L’aquila, indotta dalle parole della cornacchia, obbedì ai consigli e distribuì largamente il cibo al maestro. Così la misera tartaruga, a causa della forza unita alla malizia, fu uccisa con un’ingiusta morte.
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