Socrate e la politica (49795)
socrate e la politica
da platone
da platone
Risposte
In effetti, io, o Ateniesi, non rivestii mai nessun’altra carica nella città, feci però parte del Consiglio; alla nostra tribù Antiochide allora toccò in sorte l’esercizio della pritania, quando voi decideste di giudicare, illegalmente, come a tutti voi sembrò in seguito, tutti insieme i dieci strateghi che non avevano raccolto quelli che si erano salvati dalla battaglia navale. Allora solo io fra i pritani mi opposi al fatto che compiste qualcosa contro le leggi e votai contro; e mentre i retori erano pronti a denunciarmi e ad arrestarmi, e mentre voi li incitavate e gridavate, pensai che io dovevo rischiare dalla parte della legge e della giustizia piuttosto che, temendo la prigione o la morte, stare con voi, che decidevate azioni non giuste. E questi fatti si verificavano, quando la città era ancora in regime democratico; ma dopo che sopravvenne l’oligarchia, i Trenta, dopo aver convocato me come quinto (insieme ad altre quattro persone) nella Rotonda, ci ingiunsero di riportare da Salamina Leone di Salamina, per mandarlo a morte, e molti ordini simili quelli imposero a molta gente, dal momento che volevano riempire di accuse il maggior numero di persone. Allora ancora, non a parole, ma a fatti, dimostrai che della morte non mi importa, se non fosse un po’ troppo rude da dire, un bel niente, mentre assolutamente a me importa di questo, di non compiere nulla di ingiusto né di empio. Quel governo dunque, benchè fosse così potente, non mi spaventò al punto tale da compiere un’azione ingiusta, anzi, dopo che fummo usciti dalla Rotonda, gli altri quattro partirono per Salamina e ricondussero in città Leone, io invece me ne andai a casa.
:hi
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