MALEDETTO LATINO!!! aiuto versioni x le vacanze...
Ciao raga!!! cm sapete i prof nn ci lasciano respirare il più delle volte e a me hanno schiaffato ben tre versioni di latino x le vacanze di pasqua!!! :cry:cry:cry....e in questi giorni nn ho avuto tempo di farmele e adesso sto cn la testa sulle altre materie k devo assolutamente recuperare.......CINCI KIEDO A TE XKè 6 UN GRANDE.....SE HAI TEMPO TRADUCIMI QSTE VERSIONI (entro GIOVEDì)!!!! l'appello nn è rivolto solo a cinci è ovvio!!! grazie mille....eccole....;)
MI SERVONO SOLO QSTE ORA!!!
Caos a Roma dopo la disfatta al Trasimeno
Romae, clade apud Trasumenum nuntiata, cum ingenti terrore ac tumultu concursus in forum populi accidit. Matronae, vagae per vias, perniciem adlatam lugentes, obvios interrogabant. Tandem haud multo ante solis occasum M. Pomponius praetor, Romam revertens, clamavit: "Magna pugna victi sumus!" Horribili nuntio audito, omnes cives, diversis rumoribus impleti, domum cursu redeunt diversaque referunt. Dicunt: "Consul cum magna parte copiarum caesus est! Admodum pauci adhuc superstites sunt, aut fuga passim per Etruriam sparsi, aut ab hostibus capti" Postero die ad portas mulierum virorumque magna multitudo stetit, aut filium aut patrem aut propinquos opperiens aut nuntium de clade. Circumfusi sunt (si strinsero addosso a) obviis, omnia ex omnibus quaerentes neque destiterunt priusquam ordine omnia inquisiverunt. Inde varii erant vultus hominum discendentium, quoniam laeta aut tristia nuntiabantur. Feminarum praecipue et gaudia insignia erant et luctus. Quibusdam (a certe, dat.) mulieribus nim filii mors falso nuntiata erat; postea autem, maestae domi sedents, ad primum conspectum filii redeuntis nimio audio exanimatae sunt.
Vercingetorige
Vercingetorix, Celtilli filius, Arvernus, summae potentiae adulescens erat. Pater principatum totius Galliae obtinuerat et, quod regnum adpetebat, a civitate interfectus erat. Vercingetorix, igitur, convocatis suis clientibus, facile incendit. Cognito eius consilio, omens ad arma concurrunt. Prohibetur a Gobannitione, patruo suo, reliquisque principibus, novis rebus adversis et ad Romanos propensis; expellitur ex oppido Gergovia. Non desistit tamen atque in agris habet dilectum egentium ac perditorum. Manu audcium coacta, cum multas civitates adiit, multos viros ad suam sententiam perducit. Omnes ad arma impulit communis libertatis causa. Itaque, magnis coactis copiis, adversarios a quibus (da cui) paulo ante erat eiectus, expellit a civitate. Rex a civibus appelatur. Dimittit quoque ad alias gentes legationes. Sic celeriter Vercingetorigi Senones, Parisii, Pictones, Cadurci, Aulerci, Tuoni, Lemovices, Andes, omnesque reliqui Oceanum attingentes, adiunguntur. Omnium consensu ad Vercingetorigem tribuitur imperium.
le versioni sn tratte dal libro "Libenter" (versioni latine per il biennio)...
GRAZIE MILLE IN ANTICIPO!!! :hi:hi:satisfied:satisfied
MI SERVONO SOLO QSTE ORA!!!
Caos a Roma dopo la disfatta al Trasimeno
Romae, clade apud Trasumenum nuntiata, cum ingenti terrore ac tumultu concursus in forum populi accidit. Matronae, vagae per vias, perniciem adlatam lugentes, obvios interrogabant. Tandem haud multo ante solis occasum M. Pomponius praetor, Romam revertens, clamavit: "Magna pugna victi sumus!" Horribili nuntio audito, omnes cives, diversis rumoribus impleti, domum cursu redeunt diversaque referunt. Dicunt: "Consul cum magna parte copiarum caesus est! Admodum pauci adhuc superstites sunt, aut fuga passim per Etruriam sparsi, aut ab hostibus capti" Postero die ad portas mulierum virorumque magna multitudo stetit, aut filium aut patrem aut propinquos opperiens aut nuntium de clade. Circumfusi sunt (si strinsero addosso a) obviis, omnia ex omnibus quaerentes neque destiterunt priusquam ordine omnia inquisiverunt. Inde varii erant vultus hominum discendentium, quoniam laeta aut tristia nuntiabantur. Feminarum praecipue et gaudia insignia erant et luctus. Quibusdam (a certe, dat.) mulieribus nim filii mors falso nuntiata erat; postea autem, maestae domi sedents, ad primum conspectum filii redeuntis nimio audio exanimatae sunt.
Vercingetorige
Vercingetorix, Celtilli filius, Arvernus, summae potentiae adulescens erat. Pater principatum totius Galliae obtinuerat et, quod regnum adpetebat, a civitate interfectus erat. Vercingetorix, igitur, convocatis suis clientibus, facile incendit. Cognito eius consilio, omens ad arma concurrunt. Prohibetur a Gobannitione, patruo suo, reliquisque principibus, novis rebus adversis et ad Romanos propensis; expellitur ex oppido Gergovia. Non desistit tamen atque in agris habet dilectum egentium ac perditorum. Manu audcium coacta, cum multas civitates adiit, multos viros ad suam sententiam perducit. Omnes ad arma impulit communis libertatis causa. Itaque, magnis coactis copiis, adversarios a quibus (da cui) paulo ante erat eiectus, expellit a civitate. Rex a civibus appelatur. Dimittit quoque ad alias gentes legationes. Sic celeriter Vercingetorigi Senones, Parisii, Pictones, Cadurci, Aulerci, Tuoni, Lemovices, Andes, omnesque reliqui Oceanum attingentes, adiunguntur. Omnium consensu ad Vercingetorigem tribuitur imperium.
le versioni sn tratte dal libro "Libenter" (versioni latine per il biennio)...
GRAZIE MILLE IN ANTICIPO!!! :hi:hi:satisfied:satisfied
Risposte
Bene, così mi piaci...;):lol
Vabbè dai chiudo il topic, alla prossima :hi
Vabbè dai chiudo il topic, alla prossima :hi
:lol:lolsi si...ti capisco gaara!!! ti ringrazio....si forse è meglio se me la faccio!!!!
Il fatto è che non ce l'abbiamo e su internet non c'è...dovrei tradurla, ma sinceramente dopo le altre due non ne ho voglia, e poi un po' di esercizio ti fa bene...:lol
si ok.....xò se ce l'avete letterale è sempre meglio!!! :satisfied:satisfied:lol:lol...grazie ancora supergaara....
.::Jackie04::.:
GRAZIE SUPERGAARAAAAAAAAAAAAA!!!!! 6 un grande....grazie mille!!!!
Prego ;)
L'ultima penso tu riesca a tradurla da sola, aiutandoti con la traduzione che ti ha postato dj...
GRAZIE SUPERGAARAAAAAAAAAAAAA!!!!! 6 un grande....grazie mille!!!!
Tradotta anche la seconda:
Caos a Roma dopo la disfatta al Trasimeno
A Roma, annunciata la sconfitta sul Transimeno (letteralmente presso il Trasimeno), con grande terrore e tumulto vi fu (letteralmente accadde) l’accorrere del popolo in piazza. Le donne, erranti per le strade, piangendo la rovina annunciata, interrogavano quelli che incontravano. Finalmente non molto prima del tramonto del sole il pretore Pomponio, ritornando a Roma, gridò: “Siamo stati vinti in una grande battaglia!”. Dopo aver ascoltato quest’orribile notizia, tutti i cittadini, riempiti da diverse dicerie, tornarono di corsa a casa e riferirono cose differenti. Dicono: “Il console è morto assieme a gran parte delle truppe! Per adesso ci sono assai pochi superstiti, o sparsi in fuga da tutte le parti per l'Etruria, o catturati dai nemici”. Il giorno dopo una gran folla di donne e di uomini si collocò alle porte, aspettando o il figlio o il padre o i vicini o la notizia della sconfitta. Si strinsero addosso a coloro che incontravano, chiedendo tutto a tutti e non se ne andarono prima di aver cercato di sapere tutto per filo e per segno. Poi diversi erano i volti degli uomini che si allontanavano, poiché erano annunciate [loro] cose felici o tristi. Soprattutto erano grandi sia le gioie che i lamenti (=pianti) delle donne. A certe donne infatti era stata falsamente annunciata la morte del figlio; poi invece, sedendo tristi in casa, alla prima vista del figlio che tornava morirono per l’eccessiva gioia (letteralmente furono uccise dall'eccessiva gioia).
Caos a Roma dopo la disfatta al Trasimeno
A Roma, annunciata la sconfitta sul Transimeno (letteralmente presso il Trasimeno), con grande terrore e tumulto vi fu (letteralmente accadde) l’accorrere del popolo in piazza. Le donne, erranti per le strade, piangendo la rovina annunciata, interrogavano quelli che incontravano. Finalmente non molto prima del tramonto del sole il pretore Pomponio, ritornando a Roma, gridò: “Siamo stati vinti in una grande battaglia!”. Dopo aver ascoltato quest’orribile notizia, tutti i cittadini, riempiti da diverse dicerie, tornarono di corsa a casa e riferirono cose differenti. Dicono: “Il console è morto assieme a gran parte delle truppe! Per adesso ci sono assai pochi superstiti, o sparsi in fuga da tutte le parti per l'Etruria, o catturati dai nemici”. Il giorno dopo una gran folla di donne e di uomini si collocò alle porte, aspettando o il figlio o il padre o i vicini o la notizia della sconfitta. Si strinsero addosso a coloro che incontravano, chiedendo tutto a tutti e non se ne andarono prima di aver cercato di sapere tutto per filo e per segno. Poi diversi erano i volti degli uomini che si allontanavano, poiché erano annunciate [loro] cose felici o tristi. Soprattutto erano grandi sia le gioie che i lamenti (=pianti) delle donne. A certe donne infatti era stata falsamente annunciata la morte del figlio; poi invece, sedendo tristi in casa, alla prima vista del figlio che tornava morirono per l’eccessiva gioia (letteralmente furono uccise dall'eccessiva gioia).
grazie SuperGaara!!!! 6 un grande.....
Ok...appena ho tempo (tra un po' ) faccio "Caos a Roma dopo la disfatta al Trasimeno"
grazie supergaara....avevo risolto cn qst ma nn fa nnt....terrò da conto anke la tua!!! adesso mi servono le altre due.....:lol:lol
C'ho messo un po' perchè mio papà voleva aiuto nel creare un indirizzo hotmail per msn...:lol
Cmq l'ho tradotta:
Quando Epaminonda, comandante dei Tebani presso Mantinea, preparata la schiera, incalzava i nemici in difficoltà, venuto a sapere dagli Spartani che tutta la salvezza della patria consisteva nella sua rovina, tutti si lanciarono con grande virtù contro i Tebani; e non si ritirarono prima che in una grande sconfitta Epaminonda, combattendo molto valorosamente, fu percosso da lontano con uno sparo (è un tipo di giavellotto) e cadde a terra. I Beozi erano stati alquanto indeboliti dalla morte del comandante ma tuttavia non si ritirarono dalla battaglia prima di aver sconfitto coloro che resistevano. Ma Epaminonda, non appena si rese conto della ferita mortale, estrasse il ferro (=arma, sparo) dal corpo con grande forza e, poiché ormai vedeva imminente la morte, trattenne l'anima finché [non] venne annunciata la vittoria dei Beozi e la sconfitta dei nemici. Dopo aver sentito ciò, disse: “Ho vissuto abbastanza! Ho fatto grande la mia patria, ho sconfitto gli Spartani; ora, non da vinto, soccomberò di un’onesta morte per la libertà dei cittadini!”. Allora, dopo aver estratto il ferro (=arma, sparo), subito esanimò. I familiari e i soldati gridarono assieme.
Cmq l'ho tradotta:
Quando Epaminonda, comandante dei Tebani presso Mantinea, preparata la schiera, incalzava i nemici in difficoltà, venuto a sapere dagli Spartani che tutta la salvezza della patria consisteva nella sua rovina, tutti si lanciarono con grande virtù contro i Tebani; e non si ritirarono prima che in una grande sconfitta Epaminonda, combattendo molto valorosamente, fu percosso da lontano con uno sparo (è un tipo di giavellotto) e cadde a terra. I Beozi erano stati alquanto indeboliti dalla morte del comandante ma tuttavia non si ritirarono dalla battaglia prima di aver sconfitto coloro che resistevano. Ma Epaminonda, non appena si rese conto della ferita mortale, estrasse il ferro (=arma, sparo) dal corpo con grande forza e, poiché ormai vedeva imminente la morte, trattenne l'anima finché [non] venne annunciata la vittoria dei Beozi e la sconfitta dei nemici. Dopo aver sentito ciò, disse: “Ho vissuto abbastanza! Ho fatto grande la mia patria, ho sconfitto gli Spartani; ora, non da vinto, soccomberò di un’onesta morte per la libertà dei cittadini!”. Allora, dopo aver estratto il ferro (=arma, sparo), subito esanimò. I familiari e i soldati gridarono assieme.
ah scusa nn sapevo la volessi letterale...
grazie dj.....nn è letterale xò.....grazie lo stesso...grazie SuperGaara!!!!:p:lol
Sto facendo la prima
Ho trovato vercingetorige qui
Vercingetorìge, figlio di Celtillo, Arverno, giovane di grandissimo prestigio, il cui padre aveva detenuto il sommo potere in tutta la Gallia e per questo motivo, (ossia) perché [oppure: (ossia per il fatto) che] aspirava al regno, era stato ucciso dai (suoi) concittadini, convocati i suoi clienti, (li) infiammò facilmente. Conosciuta la sua intenzione, si corre alle armi. Viene ostacolato da suo zio Gobannizione e dagli altri capi, che non ritenevano si dovesse tentare questa avventura, (e) viene cacciato dalla città di Gergovia. Tuttavia non si dà per vinto e nelle campagne tiene una leva di miserabili e disperati. Radunato questo contingente, guadagna alla sua causa tutti i cittadini che incontra; (li) esorta a prendere le armi per la libertà comune, e, riunite grandi forze militari, espelle dalla città i suoi avversari, dai quali poco prima era stato cacciato. Viene proclamato re dai suoi. Manda dappertutto delle ambascerie; supplica (gli alleati) di mantenersi fedeli. Rapidamente unisce a sé i Sènoni, i Parisii, i Pittoni, i Cadurci, i Turoni, gli Aulerci, i Lemovici, gli Andi e tutti gli altri che vivono sulla costa dell’Oceano; per consenso generale il comando viene affidato a lui.
Vercingetorìge, figlio di Celtillo, Arverno, giovane di grandissimo prestigio, il cui padre aveva detenuto il sommo potere in tutta la Gallia e per questo motivo, (ossia) perché [oppure: (ossia per il fatto) che] aspirava al regno, era stato ucciso dai (suoi) concittadini, convocati i suoi clienti, (li) infiammò facilmente. Conosciuta la sua intenzione, si corre alle armi. Viene ostacolato da suo zio Gobannizione e dagli altri capi, che non ritenevano si dovesse tentare questa avventura, (e) viene cacciato dalla città di Gergovia. Tuttavia non si dà per vinto e nelle campagne tiene una leva di miserabili e disperati. Radunato questo contingente, guadagna alla sua causa tutti i cittadini che incontra; (li) esorta a prendere le armi per la libertà comune, e, riunite grandi forze militari, espelle dalla città i suoi avversari, dai quali poco prima era stato cacciato. Viene proclamato re dai suoi. Manda dappertutto delle ambascerie; supplica (gli alleati) di mantenersi fedeli. Rapidamente unisce a sé i Sènoni, i Parisii, i Pittoni, i Cadurci, i Turoni, gli Aulerci, i Lemovici, gli Andi e tutti gli altri che vivono sulla costa dell’Oceano; per consenso generale il comando viene affidato a lui.
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