Le peripizie di ulisse-il culto di giove
scusate se vi posto 2 versioni me l ha traducete gentilmente
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Allora posso chiudere
grazie gaara se un mito
Te l'ho tradotta:
Deorum hominumque rex erat iuppiter, cuius arma fulmina erant. Eadem fulmina de caelo ipse torquebat in hostes e in homines improbos ut eos puniret. Ei antiquissimum templum in capitolio dicatum erat, ad quod impertatores victores spolia hostium,quos vicerant,adportabant. Hoc templum in capitolio monte amplissiumum et clarissimum omnium fuit. Huius aedificator fuerat superbus rex. In aede Capitolina etiam Iunonis et Minervae simulacra erant; ad eandem aedem ascendebant victores duces cum triumphum gerebant. Iovis autem verum domicilium non in templis,sed in montium cacuminibus erat,quoniam montes admodum propinqui caelo sunt.
Il re degli dei e degli uomini era Giove, le cui armi erano i fulmini. Lui scagliava dal cielo gli stessi fulmini verso i nemici e verso gli uomini malvagi per punirli. A lui era stato consacrato un antichissimo tempio sul Capitolino, nel quale i comandanti vincitori portavano le spoglie dei nemici che avevano vinto. Questo tempio sul colle Capitolino fu il più illustre e famoso di tutti. Il suo costruttore era stato un superbo re. Nel tempio capitolino c’erano statue anche di Giunone e Minerva; allo stesso tempio salivano i comandanti vincitori quando celebravano il trionfo. Ma la vera dimora di Giove non era nel tempio, ma nelle cime dei monti, poiché i monti sono molto prossimi al cielo.
Deorum hominumque rex erat iuppiter, cuius arma fulmina erant. Eadem fulmina de caelo ipse torquebat in hostes e in homines improbos ut eos puniret. Ei antiquissimum templum in capitolio dicatum erat, ad quod impertatores victores spolia hostium,quos vicerant,adportabant. Hoc templum in capitolio monte amplissiumum et clarissimum omnium fuit. Huius aedificator fuerat superbus rex. In aede Capitolina etiam Iunonis et Minervae simulacra erant; ad eandem aedem ascendebant victores duces cum triumphum gerebant. Iovis autem verum domicilium non in templis,sed in montium cacuminibus erat,quoniam montes admodum propinqui caelo sunt.
Il re degli dei e degli uomini era Giove, le cui armi erano i fulmini. Lui scagliava dal cielo gli stessi fulmini verso i nemici e verso gli uomini malvagi per punirli. A lui era stato consacrato un antichissimo tempio sul Capitolino, nel quale i comandanti vincitori portavano le spoglie dei nemici che avevano vinto. Questo tempio sul colle Capitolino fu il più illustre e famoso di tutti. Il suo costruttore era stato un superbo re. Nel tempio capitolino c’erano statue anche di Giunone e Minerva; allo stesso tempio salivano i comandanti vincitori quando celebravano il trionfo. Ma la vera dimora di Giove non era nel tempio, ma nelle cime dei monti, poiché i monti sono molto prossimi al cielo.
lo so ma o altri compiti da fare ke sn molti e per quello ke ho chiesto qui
è facile...
il culto di giove
Deorum hominumque rex erat iuppiter,cuius arma fulmina erant.Eadem fulmina de caelo ipse torquebat in hostes e in homines improbos ut eos puniret.ei antiquissimum templum in capitolio dicatum erat,ad quod impertatores victores spolia hostium,quos vicerant,adportabant.Hoc templum in capitolio monte amplissiumum et clarissimum omnium fuit.huius aedificator fuerat superbus rex.in aede Capitolina etiam Iunonis et Minervae simulacra erant;ad eandem aedem ascendebant victores duces cum triumphum gerebant.Iovis autem verum domicilium non in templis,sed in montium cacuminibus erat,quoniam montes admodum propinqui caelo sunt.
Deorum hominumque rex erat iuppiter,cuius arma fulmina erant.Eadem fulmina de caelo ipse torquebat in hostes e in homines improbos ut eos puniret.ei antiquissimum templum in capitolio dicatum erat,ad quod impertatores victores spolia hostium,quos vicerant,adportabant.Hoc templum in capitolio monte amplissiumum et clarissimum omnium fuit.huius aedificator fuerat superbus rex.in aede Capitolina etiam Iunonis et Minervae simulacra erant;ad eandem aedem ascendebant victores duces cum triumphum gerebant.Iovis autem verum domicilium non in templis,sed in montium cacuminibus erat,quoniam montes admodum propinqui caelo sunt.
Scrivila... qualcuno te la tradurrà!
Prego;)!
L'altra nn la trovo...
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si grazie questa va bene l altra nn la trovate
Circes, solis filiae, hortatu, Ulixes ad inferos descendit ut Tiresiam, veridicum vatem, consuleret. Ibi invenit Elpenorem, quem apud pulchram deam reliquerat. Elpenor ebrius nocte per scalam cecidit et cervices fregit, itaque ad inferos pervenerat. Tum ulixem oravit ut corpus adsepulturam traderet et in tumulto gubernaculum poneret. Deinde Ulixi Tiresias appropinquavit et finem eius errationis reditumque domum praenuntiavit. Inter inferorum animas Ulixes Agamennonem, graecorum ducem, cum Achille et Aiace, recognavit ,et multis cum lacrimis anticleam matrem salutavit. Cum autem ad Circen redisset, primum corpus infelicis Elpenoris sepoltura honoravit, deinde, cum navem solvisset, a dea monitus, sirenum blanditias vitavit, et scyllae scopulum, nautis infestum effugit. Denique cum in insulam siciliam pervenisset, comitibus imperavit ne boves solis violarent. Tamen ii (essi), Ulixe dormiente, fame coacti, sacrum armentum involaverunt; ideoque Iuppiter, ira sceleris incensus, dum ad ithacam navigant, navem fulmine percussit et omnes, praeter Ulixem, fluctibus submersit.
Per esortazione di Circe, figlia del sole, Ulisse discese negli inferi per consultare Tiresia, vate della verità. Qui trovò Elfenore, che aveva lasciato pressa la bella dea. Elfenore ubriaco cadde di notte dalla scala e ruppe la testa, e così era giunto agli inferi. Allora pregò Ulisse affinchè desse sepoltura al corpo e ponesse nel tumulo il (gubernaculum). Infine ad Ulisse si avvicinò Tiresia e annunciò la fine del suo errare e il ritorno a casa. Tra le anime degli inferi Ulisse riconobbe Agamennone, comandante dei greci, con Achille e Aiace, e salutò la madre Anticlea con molte lacrime. Essendo tornato da Circe, per prima cosa rese onore con la sepoltura al corpo infelice di Elfenore, poi, avendo sciolto la nave, ammonito dalla dea, evitò le lusinghe delle sirene, sfuggì lo scoglio di Scilla infesto ai marinai. Infine essendo giunto in sicilia, comandò ai compagni di non violare i bovi del sole. Tuttavia essi, spinti dalla fame, violarono il sacro (armentum): e così Giove, acceso dall'ira per (scelus), mentre navigano ad itaca, percosse con un fulmine la nave e tutti, eccetto Ulisse, sommerse con le onde.
Per esortazione di Circe, figlia del sole, Ulisse discese negli inferi per consultare Tiresia, vate della verità. Qui trovò Elfenore, che aveva lasciato pressa la bella dea. Elfenore ubriaco cadde di notte dalla scala e ruppe la testa, e così era giunto agli inferi. Allora pregò Ulisse affinchè desse sepoltura al corpo e ponesse nel tumulo il (gubernaculum). Infine ad Ulisse si avvicinò Tiresia e annunciò la fine del suo errare e il ritorno a casa. Tra le anime degli inferi Ulisse riconobbe Agamennone, comandante dei greci, con Achille e Aiace, e salutò la madre Anticlea con molte lacrime. Essendo tornato da Circe, per prima cosa rese onore con la sepoltura al corpo infelice di Elfenore, poi, avendo sciolto la nave, ammonito dalla dea, evitò le lusinghe delle sirene, sfuggì lo scoglio di Scilla infesto ai marinai. Infine essendo giunto in sicilia, comandò ai compagni di non violare i bovi del sole. Tuttavia essi, spinti dalla fame, violarono il sacro (armentum): e così Giove, acceso dall'ira per (scelus), mentre navigano ad itaca, percosse con un fulmine la nave e tutti, eccetto Ulisse, sommerse con le onde.
https://www.skuola.net/forums.php?m=posts&q=3493
vedi qui
x il resto non trovo nulla....
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le peripizie di ulisse
inizia circes,solis filiae,hortatu
finisce fluctibus submersit
mentre il culto di giove
inizia deorum hominumque rex erat iuppiter
finisce propinqui caelo sunt
inizia circes,solis filiae,hortatu
finisce fluctibus submersit
mentre il culto di giove
inizia deorum hominumque rex erat iuppiter
finisce propinqui caelo sunt
Prime e ultime parole...
Si, metti le prime e ultime parole, che te le cerchiamo su internet
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