Le doti del buon maestro e i doveri degli alunni

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Ante omnia magister paternum animum erga discipulos suos sumat atque eorum ingenium corpusque excolat. Vitia nec habeat nec tolèret. Saepe de honestis ac bo- nis rebus cum discipulis dissěrat; moneat semper sed raro castiget. Cum discipulos corrigit, ne iracundus sit neque acerbus, cum docet, eius sermo sit simplex et pla- nus. Interrogantibus libenter respondeat, non interrogantes benevolis verbis incitet. Multa exempla ad imitandum (-da imitare) praebeat, quia verba movent sed exem- pla trahunt. Discipuli autem officia sua diligenter servent, magistri verba attento animo audiant. Praeceptores suos ament sicut parentes. In scholam laeti alacres- que cotidie conveniant, dociles ad disciplinam se praebeant.

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Il maestro prima di tutto assuma la disposizione d'animo di un padre nei confronti dei suoi discepoli e curi la loro mente e il loro corpo. Non abbia vizi né li tolleri. Discuta spesso di argomenti dignitosi e convenienti con i discepoli; li esorti spesso ma li punisca raramente. Quando corregge i discepoli, non sia irascibile né duro, quando insegna il suo linguaggio sia semplice e chiaro. Risponda volentieri a quelli che gli fanno domande, inciti con parole benevole quelli che non fanno domande. Offra molti esempi da imitare, poiché le parole stimolano, ma gli esempi trascinano. Inoltre i discepoli svolgano diligentemente i loro doveri, ascoltino con animo attento le parole del maestro. Amino i loro maestri come dei genitori. Si radunino ogni giorno a scuola lieti e attivi, si offrano docili all'apprendimento.
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