IL DIO APOLLO

[1498]

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Apollo, Latonae Iovisque filius, inventor et tutor artium erat: medicinae, musicae et carminum; praeterea deus citharistarum vatumque erat. Plerumque in caeli aula stabat et convivii tempore citharā deourum aures delectabat; sed de caelo saepe in terram descendebat, per nemora montesque libenter errabat et cum Nymphis habitabat. Oraculis et sortibus futurum hominibus ostendebat. Multa et clara fuerunt Apollinis oracula in Graeciae urbibus et praecipue oraculum Delphicum. Graecarum urbium incolae multa fana Apollini sacrabant, pretiosa simulacra ex auro et ebore in dei templis collocabant et grati erga derum (erga + acc., "verso") erant quia ("poichè") herbis aegrotos curabant et mortalium ("dei mortali") vires ("da vis") recreabat.

[1498]

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[Pinchbeck]

Apollo, figlio di Latona e di Giove, era l'inventore e il protettore delle arti: la medicina, la musica e la poesia; inoltre era il dio dei citaristi e degli oracoli. per la maggior parte del tempo stava in cielo e durante i banchetti dilettava le orecchie degli dei con la cetra; ma spesso scendeva sulla terra dal cielo, girava per boschi e montagne con piacere e abitava con le Ninfe. Mostrava agli uomini il futuro con oracoli e profezie. Gli oracoli di Apollo furono molti e famosi nelle città della Grecia e specialmente l'oracolo di Delfi. Gli abitanti delle città greche consacravano molti templi ad Apollo, mettevano statue preziose d'oro e d'avorio nei templi del dio ed erano grati verso il dio (deum, presumo) poiché curavano gli ammalati con erbe e risollevava gli spiriti degli uomini mortali.