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coccinella36
maiorem natu filium fratris mei adoptavi: cum eduxerim puerum a parvulo,diligo amore quam maximo. consuefeci filium ut sit sincerus. nam adulescentes,cum fallere patrem insueverint,haud dubie tanto magis fallent ceteros. pudore et liberalitate liberos retinere melius esse puto quam metu. longe errat qui credat gravius aut stabilius esse imperium vi quam amicitia . si puer,quia metu coactus est,suum officium facit,citissime fallet parents,cum autem beneficio filium sibi adiunxerit pater,ex animo bene facit ille,studet similis esse patri,semper integerrimus est. hoc patris officium: potius consuefacere filium sua sponte recte facere quam alieno metu.

Risposte
selene82
Ho adottato il figlio più grande di mio fratello: avendo allevato il ragazzo sin da piccolo, gli voglio tantissimo bene. Ho abituato il figlio a essere sincero, infatti gli adolescenti, essendosi abituati a ingannare il padre, tanto più senza dubbio ingannano gli altri. Ritengo che sia meglio trattenere i figli con il pudore e la liberalità che non con il timore. Sbaglia di gran lunga chi crede che il potere sia più grande e più stabile con la violenza piuttosto che con l'amicizia. Se un ragazzo, poiché è stato costretto con il timore, fa il suo dovere, al più presto ingannerò i genitori, essendosi invece un padre guadagnato il figlio con la benevolenza, quello si comporta bene con il cuore, cerca di essere simile al padre, è sempre integerrimo. Questo è il dovere di un padre: abituare il figlio a comportarsi bene spontaneamente piuttosto che per un timore esterno.

ciao!
sele

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