Help me in pokiximi giorni please
le bugie hannole gambe corte
olim prometheus,novi saeculi figulus,cura subtili ex luto veritatem fecerat,ut iura inter homines reddere posset. subito nuntio magni Iovis arcessitus, ille officinam fallaci Dolo commendat ,quem in disciplinam nuper receperat.Hic, sudio accensus,simulacrum pari facie,eadem statura,simile omnibus membris callida manufinxit.simulacrum iam prope solutum erat,cum ei deficit lutum ut pedes feceret.cum magister revenit,Dolus metu turbatus festinanter in suo loco sedit.prometheus obstupefactus duo signa in fornacem pariter inseruit.postquam spiritus in ea infusus est,sancta Veritas modesto gressu incessit,at truncum simulacrum sine pedibus investigio haesit. Tunc falsa imago Mendacium appellata est.Sic vetus proverbium dicit:"Mendacium pedes non habet!"
IL PAVONE E LA DEA GIUNONE
pavo ad Iunonem venit ,dolens quod luscinii cantus sibi non tribuerat:"luscinius est cunctis avibus admirabilis ,ipse contra derideor simul ac vocem emitto".tunc ut ei solacium praeberet,dea dixit:"sed forma vincis,vincis magnitudine:nitor smaragdi in collo tuo praefulget et pictis plumis gemmeam caudam explicas"."quo-inquit-fata mihi dederunt mutam speciem,si vincor sono?"respondit dea:"Fatorum arbitrio partes vobis datae sunt:tibi dorma,vires aquilae,luscinio melos,augurium corvo,laeva omina cornici.Omnesque propriis dotibus contentae sunt.Noli adfectare quod tibi datum non est,ne delusa spes as querelam recidat".
olim prometheus,novi saeculi figulus,cura subtili ex luto veritatem fecerat,ut iura inter homines reddere posset. subito nuntio magni Iovis arcessitus, ille officinam fallaci Dolo commendat ,quem in disciplinam nuper receperat.Hic, sudio accensus,simulacrum pari facie,eadem statura,simile omnibus membris callida manufinxit.simulacrum iam prope solutum erat,cum ei deficit lutum ut pedes feceret.cum magister revenit,Dolus metu turbatus festinanter in suo loco sedit.prometheus obstupefactus duo signa in fornacem pariter inseruit.postquam spiritus in ea infusus est,sancta Veritas modesto gressu incessit,at truncum simulacrum sine pedibus investigio haesit. Tunc falsa imago Mendacium appellata est.Sic vetus proverbium dicit:"Mendacium pedes non habet!"
IL PAVONE E LA DEA GIUNONE
pavo ad Iunonem venit ,dolens quod luscinii cantus sibi non tribuerat:"luscinius est cunctis avibus admirabilis ,ipse contra derideor simul ac vocem emitto".tunc ut ei solacium praeberet,dea dixit:"sed forma vincis,vincis magnitudine:nitor smaragdi in collo tuo praefulget et pictis plumis gemmeam caudam explicas"."quo-inquit-fata mihi dederunt mutam speciem,si vincor sono?"respondit dea:"Fatorum arbitrio partes vobis datae sunt:tibi dorma,vires aquilae,luscinio melos,augurium corvo,laeva omina cornici.Omnesque propriis dotibus contentae sunt.Noli adfectare quod tibi datum non est,ne delusa spes as querelam recidat".
Risposte
Penso possano andar bene :)
Chiudo :hi
Chiudo :hi
ecco...spero di essere in tempo per aiutarti =)
LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE:
Una volta Prometeo, stovigliato dalla generazione novella, aveva modellato con cura minuta la Verità acciocchè potesse render giustizia tra gli uomini.
Chiamato a un tratto da un messo del gran Giove, affida l'officina all'Inganno fallace, cui aveva accolto testè in tirocinio. Costui, acceso d'emulazione, mentre ebbe tempo, modellò con mano abile una statua con viso uguale (a quello della Verità), con identica statura, simile anche in tutte le membra. La quale (statua) essendo stata modellata meravigliosamente quasi già tutta, la creta mancò, a lui per formare i piedi. Il maestro tornò, per il che l'Inganno, turbato per timore, sedette in frettaa al suo posto, Prometeo, ammirando una così grande somiglianza, volle (che) la gloria dell'arte propria fosse veduta. Adunque introdusse in pari tempo le due statue nella fornace: le quali esendo state cotte, e il soffio (della vita) essendo (loro)cstato infuso, la santa Verità s'avanzò con passo modesto; invece la statua non finita stette attaccata nel passo. Allora la falsa imaginee il lavoro dell'opera furtiva fu chiamato Bugia; (e) il consentire a coloro che negano che essa (bugia) abbia i piedi, è facile.
IL PAVONE E LA DEA GIUNONE:
Il pavone si lamenta con la dea Giunone
Il pavone sopportava malvolentieri la sua voce e spesso lodava la voce dell' usignolo. Mentre il piccolo uccellino cantava nel bosco, il pavone di nascosto lo ascoltava e voleva imitare la soavità e la meraviglia della sua voce. Quando infatti il superbo pavone cantava davanti alle ali dell' uccello, la sua voce era sempre stonata e spiacevole, perciò era deriso da tutti. Allora quello, dopo che aveva spesso sopportato le offese, andò da Giunone e pianse sulla sua ingiusta sorte: a causa della soavità della voce l' usignolo era ammirato da tutti, il pavone, invece, re degli uccelli, provocava il riso di tutti. La regina degli dei, dopo aver sentito il suo lamento, volle offrire sollievo all' animale e lodò molto la sua bellezza. Ma il pavone rispose alla dea: " Non gioisco per la mia muta bellezza, quando sono deriso da tutti a causa della mia voce stonata." E Giunone irata disse: " Le doti furono date dalla Natura agli animale: l' aspetto al pavone, le forze all' aquila, l' astuzia alla volpe, la fedeltà al cane, la soavità della voce all' usignolo. Tutti gli animali furono contenti delle loro doti: quindi il tuo lamento è inutile. Vai via, se non vuoi perdere la tua bellezza!"
ciao:move
LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE:
Una volta Prometeo, stovigliato dalla generazione novella, aveva modellato con cura minuta la Verità acciocchè potesse render giustizia tra gli uomini.
Chiamato a un tratto da un messo del gran Giove, affida l'officina all'Inganno fallace, cui aveva accolto testè in tirocinio. Costui, acceso d'emulazione, mentre ebbe tempo, modellò con mano abile una statua con viso uguale (a quello della Verità), con identica statura, simile anche in tutte le membra. La quale (statua) essendo stata modellata meravigliosamente quasi già tutta, la creta mancò, a lui per formare i piedi. Il maestro tornò, per il che l'Inganno, turbato per timore, sedette in frettaa al suo posto, Prometeo, ammirando una così grande somiglianza, volle (che) la gloria dell'arte propria fosse veduta. Adunque introdusse in pari tempo le due statue nella fornace: le quali esendo state cotte, e il soffio (della vita) essendo (loro)cstato infuso, la santa Verità s'avanzò con passo modesto; invece la statua non finita stette attaccata nel passo. Allora la falsa imaginee il lavoro dell'opera furtiva fu chiamato Bugia; (e) il consentire a coloro che negano che essa (bugia) abbia i piedi, è facile.
IL PAVONE E LA DEA GIUNONE:
Il pavone si lamenta con la dea Giunone
Il pavone sopportava malvolentieri la sua voce e spesso lodava la voce dell' usignolo. Mentre il piccolo uccellino cantava nel bosco, il pavone di nascosto lo ascoltava e voleva imitare la soavità e la meraviglia della sua voce. Quando infatti il superbo pavone cantava davanti alle ali dell' uccello, la sua voce era sempre stonata e spiacevole, perciò era deriso da tutti. Allora quello, dopo che aveva spesso sopportato le offese, andò da Giunone e pianse sulla sua ingiusta sorte: a causa della soavità della voce l' usignolo era ammirato da tutti, il pavone, invece, re degli uccelli, provocava il riso di tutti. La regina degli dei, dopo aver sentito il suo lamento, volle offrire sollievo all' animale e lodò molto la sua bellezza. Ma il pavone rispose alla dea: " Non gioisco per la mia muta bellezza, quando sono deriso da tutti a causa della mia voce stonata." E Giunone irata disse: " Le doti furono date dalla Natura agli animale: l' aspetto al pavone, le forze all' aquila, l' astuzia alla volpe, la fedeltà al cane, la soavità della voce all' usignolo. Tutti gli animali furono contenti delle loro doti: quindi il tuo lamento è inutile. Vai via, se non vuoi perdere la tua bellezza!"
ciao:move
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